Bulgari, un’idea short in caso di correzioni
In una mattinata che vede il Ftse Mib proseguire il suo movimento rialzista, Bulgari mostra nuovi segnali si debolezza scambiando sotto la pari. Le azioni del gruppo romano dopo l’exploit messo a segno nel corso del periodo novembre/dicembre, con il titolo che tra i minimi del 17 novembre e i top del 21 dicembre ha incamerato un rialzo di oltre il 20%, in questo inizio di 2011 hanno visto il loro valore non trarre beneficio dalla buona intonazione dei mercati azionari globali ingranando la retromarcia. Il ribasso di quasi il 7% ha avuto inevitabilmente effetti anche sotto il profilo grafico: nella fattispecie Bulgari ha violato al ribasso la trendline ascendente di medio periodo disegnata con i minimi crescenti del 27 agosto e del 17 novembre. La trend in questione è stata dapprima violata al ribasso il 5 dicembre per poi essere pullbackata in occasione del top intraday messo a segno lo scorso 12 gennaio a 8,09 euro. Le prime indicazioni di debolezza stanno giungendo sia dall’incrocio dall’alto verso il basso della media mobile a 55 periodi sul grafico daily e di quella a 14 periodi su quello settimanale. In un contesto in cui anche i supporti statici di brave a 7,61 euro sono stati rotti al ribasso, le pressioni su quelli mobili espressione della trendline ascendente tracciata con i low del 12 novembre e 21 gennaio stanno aumentando. L’eventuale violazione al ribasso metterebbe nell’immediato a serio rischio il quadro tecnico del titolo: la figura in costruzione dallo scorso ottobre, quando le azioni trovarono la forza per accelerare oltre la soglia psicologica dei 7 euro, appare infatti un testa e spalle ribassista. Solo un nuovo allungo sopra la trendline ribassista di breve disegnata unendo i top decrescenti del 21 dicembre e del 27 gennaio, unitamente ad un allungo oltre le resistenze statiche a 7,88 euro, darebbe nuovo slancio al movimento rialzista. Partendo da questi presupposti è dunque possibile pensare di implementare una strategia short con la vendita di 7,65 euro. I più conservatori possono peraltro posizionare i loro ordini di vendita a 7,75 euro, ossia nell’attuale area di transito della trendline ribassista appena menzionata. In ogni caso lo stop si avrebbe con un ritorno oltre la soglia di 7,90 euro mentre i target proposti prevedono la parziale chiusura in guadagno dell’operazione in prossimità della soglia psicologica dei 7 euro. Più ambizioso il secondo target, collocato nelle vicinanze dei supporti statici di area 6,50 euro abbandonati ad inizio ottobre a 6,55 euro.
Riccardo Designori