Brent torna sui massimi di inizio novembre. Cosa traina il petrolio e i livelli da osservare
Nelle ultime sedute abbiamo assistito a una prova di forza da parte del petrolio Brent che si è riportato sui massimi da inizio novembre grazie a una serie di motivi legati al fragile equilibrio tra domanda e offerta. Vediamo insieme quali sono e i livelli tecnici da tenere in osservazione in questa cruciale fase di mercato per l’oro nero.
I fattori che sostengono il rialzo del Brent
Il Brent ha interrotto la fase di lateralità che durava da circa un mese e si è portato al massimo da inizio novembre grazie ad un maggiore ottimismo sulla domanda globale, con gli Stati Uniti in prima linea come principali consumatori. Allo stesso tempo, la prospettiva che la Federal Reserve possa presto procedere con un taglio dei tassi di interesse contribuisce a potenziare il sentiment di mercato, anche di fronte a un’inflazione persistente negli Stati Uniti. A sostenere le quotazioni dell’oro nero sono anche i crescenti timori sull’offerta russa in seguito agli attacchi dei droni ucraini che stanno colpendo le raffinerie del Paese (anche quelle posizionate lontano dal confine).
L’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) ha alzato per la quarta volta da novembre le sue previsioni sulla crescita della domanda di petrolio per il 2024, in seguito agli attacchi degli Houthi che hanno interrotto il trasporto marittimo nel Mar Rosso, pur rimanendo molto meno ottimista del gruppo di produttori OPEC. L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) e l’AIE, che rappresenta i Paesi industrializzati, si sono scontrati negli ultimi anni su questioni quali le prospettive della domanda di petrolio a lungo termine e la necessità di investimenti in nuove forniture. La domanda mondiale di petrolio aumenterà di 1,3 milioni di barili al giorno nel 2024, ha dichiarato l’AIE nel suo ultimo rapporto, con un aumento di 110.000 rispetto al mese scorso. L’AIE ha previsto un leggero deficit di offerta per quest’anno, dopo che i membri dell’OPEC+ hanno esteso i tagli al secondo trimestre, rispetto a un’eccedenza precedente.
Infine, sul fronte speculatori, puntualizzano gli analisti di MPS Capital Services, “non ci sono state grosse variazioni di rilievo, dato che il posizionamento aggregato netto lungo resta di poco inferiore alla media degli ultimi venti anni”.
Il punto tecnico sul Brent
Il quadro tecnico del petrolio Brent è in via di miglioramento nel breve periodo. Come si può vedere dal grafico sottostante, l’oro nero è inserito in una canale ascendente di breve periodo costruito congiungendo i minimi e i massimi di dicembre 2023 e febbraio 2024. In particolare, dopo una fase laterale all’interno del trading range tra 80 e 84 dollari, il Brent ha effettuato il breakout di quest’ultimo livello statico e si è portato oggi al test della resistenza a 86,6 dollari, massimi da inizio novembre 2023.
In tale scenario, il superamento di tale livello potrebbe aprire la strada al petrolio verso la parte alta del canale ascendente quindi zona 88,7 dollari. Il successivo target si colloca invece in area 90 dollari. Al ribasso, invece, il primo supporto da tenere monitorato si trova a 84,1 dollari che, se infranto, potrebbe innescare accelerazioni verso il basso con primo target zona 80 dollari e poi 76,7 dollari. A confermare il sentiment positivo sul Brent è il posizionamento del future oltre le principali medie mobili a 50 periodi (linea gialla) e a 200 giorni (linea arancione).
Ultimo prezzo: 86,73 dollari.
Supporti: 84,10; 80,17; 76,72 dollari.
Resistenze: 86,83; 88,70; 90,36 dollari.