Analisi tecnica su Cnh Industrial, Ubi Banca e Ftse Mib
Cnh Industrial
Agli inizi del 2020 il titolo del colosso italo-statunitense ha fallito il tentativo di break deciso dei 10 euro. Grazie ai recenti rialzi, Cnh sta cercando di avvicinarsi nuovamente a quel livello che, se superato, potrebbe aprire la strada al titolo verso i successivi target collocati a 10,2 e 10,5 euro, quest’ultimo livello coincide con i massimi toccati lo scorso anno. Va segnalato che RSI in equilibrio e volumi bassi non ci danno particolari spunti. Al ribasso, invece, un chiaro segnale si avrebbe alla rottura di area 9,5 euro, dove passa il 38,2% di Fibonacci (di tutto l’uptrend avviato ad agosto 2019), che potrebbe provocare discese verso la media mobile 200 periodi e poi un graduale ritorno in area 9 euro.
Ubi Banca
Il titolo del gruppo bancario si prende una pausa dal trend rialzista avviato a metà del mese di agosto dello scorso anno. Dagli inizi del 2020 il titolo è inserito in una fase di consolidamento dei prezzi ostacolato dai 3 euro. Questo rappresenta un livello di resistenza importante per Ubi che ha impedito l’ascesa ai corsi per tre volte negli ultimi mesi. Con il cambio di marcia delle ultime sedute, il titolo si è riportato a quota 3 euro, anche se bisognerà attendere il break con forza dei 3,07 euro per avere un chiaro segnale rialzista con target 3,22 e 3,5 euro. Al contrario, invece, il supporto da monitorare è quello statico dei 2,65 euro che, se infranto, potrebbe innescare una discesa verso 2,6 euro (dove passa la media mobile 200 periodi) e 2,43 euro.
Ftse Mib
L’indice italiano non ha mostrato particolare forza nella rottura dei 24.000 punti. Praticamente, il Ftse Mib è andato a chiudere il gap up che si era formato il 3 gennaio prima di riprendere la via del rialzo sfruttando la firma dell’accordo Usa-Cina. Il quadro grafico rimane comunque orientato al rialzo nel medio-lungo termine e bisognerà attendere il superamento dei 24.146 per avere una conferma della prosecuzione del trend rialzista avviato a fine dicembre 2018. Il break di tale livello aprirebbe la strada ai corsi verso il target storico dei 24.500 punti che il Ftse Mib non vede dal lontano 2009. Al ribasso, un segnale importante lo avremo con la rottura della trend line rialzista costruita sui minimi di agosto e ottobre del 2019 che potrebbe generare debolezza fino a 23.000. Un segnale negativo si avrebbe solo sulla rottura in chiusura dei 22.330 punti, livello strutturalmente più importante per l’indice.