Trattamento fiscale in Italia per gli etf-etc

ETF ed ETF Strutturati

Ai fini delle valutazioni fiscali, questi strumenti finanziari vanno trattati come fondi e non come azioni ed il regime applicato è quello del risparmio amministrato. Tutti i profitti (capital gain) sono considerati come redditi da capitale, mentre le perdite costituiscono redditi diversi. Con questa nuova modalità di tassazione, in vigore dall’aprile 2014, le plusvalenze non producono più redditi diversi e viene quindi esclusa la possibilità di compensare le minusvalenze derivanti da operazioni in perdita. 

Il regime fiscale applicato a queste tipologie di reddito varia a seconda della natura degli Etf, che possono essere distinti tra Etf armonizzati (conformi alle direttive comunitarie) ed Etf di diritto estero non armonizzati (non conformi alle direttive comunitarie).

ETF armonizzati
Per gli Etf armonizzati dal 1 luglio 2014 è prevista una ritenuta del 26% che verrà applicata direttamente dall’intermediario (la banca o Sim) a titolo di ritenuta d’imposta. Per conto della propria clientela retail l’intermediario diretto ricopre quindi il ruolo di sostituto d’imposta sia per l’applicazione della ritenuta sui redditi di capitale sia per l’applicazione dell’imposta sostitutiva sui redditi diversi. Viene applicata una ritenuta a titolo d’imposta del 26% sui proventi periodici e sui redditi di capitale.
Tutti gli ETF attualmente quotati sul mercato ETFplus di Borsa Italiana sono organismi di investimento collettivo (OICR) di diritto estero armonizzati. 

ETF di diritto estero non armonizzati
In questo caso i proventi di capitale concorrono a formare il reddito imponibile del sottoscrittore e sono assoggettati alla tassazione progressiva IRPEF.
In particolare l’intermediario applicherà ai redditi da capitale una ritenuta a titolo di acconto del 26%, ma tali redditi dovranno essere indicati in sede di dichiarazione dei redditi e saranno quindi soggetti ad una aliquota marginale sul reddito.
Sui redditi diversi (capital gain), invece, l’intermediario applicherà l’imposta del 26% tipica del risparmio amministrato; tali redditi non dovranno essere indicati in sede di dichiarazione dei redditi.

Come si può facilmente intuire l’investimento in Etf non armonizzati crea maggiori difficoltà a livello fiscale ed un maggiore costo per l’investitore retail che, nella gran parte dei casi, preferisce rivolgersi esclusivamente agli Etf armonizzati. Fortunatamente tutti i cloni finanziari quotati in Borsa Italiana e la maggior parte delle borse del vecchio continente sono armonizzati. Per conoscere se un clone finanziario è armonizzato o meno è comunque necessario leggere il prospetto informativo dello strumento ed il relativo regolamento.

ETC/ETN

Per quanto riguarda la tassazione dei proventi derivanti dagli ETC (Exchange Traded Commodity) e degli ETN (Exchange Traded Note), che rientrano nella categoria degli strumenti derivati, producono solo redditi diversi. Per gli investitori privati italiani che hanno scelto un regime del risparmio amministrato l’aliquota è del 26%. Non si deve riportare alcuna voce nella dichiarazione dei redditi dal momento che l’intermediario opera come sostituto di imposta. Producendo redditi diversi, le plusvalenze sono compensabili con le minusvalenze pregresse. Le minusvalenze sono infine riportabili nei quattro successivi anni.

Pagina precedente   Pagina successiva