Fin Part 3 ...L'attesa... (continuo precedente)

gianfrau

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Gianni Mazzola in carcere. Intercettato e bloccato dai pm di Milano



Una carriera nel mattone poi la svolta: si compera la Schiapparelli e la holding

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15/05/2006 07:05
Gianni Mazzola, 44 anni, immobiliarista di Santa Margherita di Ala, è stato arrestato ieri a Milano dalla Guardia di Finanza insieme ai vertici della Fin.part, la «holding» del settore della moda dichiarata fallita il 25 ottobre dell'anno scorso, con un indebitamento, nascosto agli organi di Vigilanza, che già nel 2003 superava i 258 milioni di euro. Un crac che ha portato in carcere il suo ex dominus, Gianluigi Facchini (bloccato su un aereo in partenza per Hong Kong), il suo successore Gianni Mazzola, l'ex dg di Banca Popolare di Intra, Giovanni Brumana, e l'industriale tessile marchigiano, Michele Paoloni. Ma ad Ala è stato un fulmine a ciel sereno.
B. ZORZI ALLE PAGINE 20 E 21


15/05/2006
 
FIN.PART, CARCERE
DOPO IL CRAC

di Luigi Ferrarella
Dopo Parmalat, Cirio, Bipop, in ordine c'e' la bancarotta Fin.part (holding della moda) con oltre 500 milioni di euro. Ieri e' stato preso il capo, arrestato mentre stava prendendo un volo per Honk Kong. Oltre a Facchini...


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15 Maggio 2006 10:27 MILANO

(WSI) – Al telefono, che evidentemente sapeva intercettato, Gianluigi Facchini, azionista di riferimento della Fin.part fallita nell’ottobre 2005, aveva detto a un interlocutore che stava andando alla cresima del figlio. Invece chi lo pedinava l’ha visto partire per Malpensa e imbarcarsi su un volo per Hong Kong. Per fare in tempo ad arrestarlo, i militari della Gdf hanno dovuto fermare l’aereo già in pista pronto per il decollo.

IL CRAC - Dopo Parmalat, Cirio, Bipop, l’hit parade dei crac italiani registra un’altra entrata di peso con Fin.part, bancarotta da oltre 500 milioni di euro di una società quotata in Borsa, per la quale sabato notte il giudice milanese Piero Gamacchio (lo stesso del crac Ambrosiano) ha ordinato, su richiesta del pm Luigi Orsi, l’arresto di Facchini; dell’imprenditore della Nord Ovest srl, Gianni Mazzola; dell’ex direttore generale della Banca Popolare di Intra, Giovanni Brumana, riuscita a nascondere a Banca d’Italia la propria spaventosa esposizione verso Fin.part (260 milioni di euro) nonostante due ispezioni dell’organo di vigilanza; e l’industriale Michele Paoloni, «ascoltato» in diretta due mesi fa dalle intercettazioni mentre con Mazzola organizzava l’artificioso rialzo del titolo «Schiapparelli», parrebbe (sempre dalle conversazioni) in vista del possibile ingresso nel consiglio di amministrazione di Fabio Roversi Monaco (estraneo all’inchiesta), presidente della Cassa di Risparmio di Bologna. Una ventina gli altri indagati tra i quali il banchiere d’affari (e già consigliere d’amministrazione di Fin.part) Ubaldo Livolsi, che ora è indagato anche per l’ipotesi di concorso nella bancarotta dopo essere appena stato oggetto già di una richiesta di rinvio a giudizio per aggiotaggio sul titolo Fin.part nel 2004.


Fin.part è l’holding creata dieci anni fa dal commercialista lecchese Facchini e dallo scomparso avvocato d’affari Giancarlo Arnaboldi, passati dagli hotel a una serie di acquisizioni nel mondo della moda (Pepper, Frette, Cerruti, Olcese, Frisby). Che però sommergono di debiti il gruppo di Facchini, in breve pesantemente esposto con le banche, soprattutto con la Banca Popolare di Intra, e poi con la massa degli obbligazionisti del bond Cerruti/Fin.part.


I DEBITI CON LE BANCHE - Presto la galassia Fin.part è in mano al suo maggior creditore, la Banca di Intra. Che però continua a finanziarla fino a raggiungere il 31 marzo 2003 i 260 milioni di euro, che nasconde alla Banca d’Italia. Come? Il debito della galassia Facchini viene ridotto solo in apparenza, facendo sì che venga spalmato e intestato ad una serie di soggetti (soprattutto Mazzola) che consentono la cosmesi delle comunicazioni agli organi di vigilanza.


Le indagini passano da un buco all’altro: 80 miliardi di lire con Pepper; 108 milioni di euro nella «gestione» della partecipazione in Frette; il bond Cerruti e garantito da Fin.part per 200 milioni di euro è la più rilevante passività; altri 4,5 milioni di euro spariscono in operazioni su una società quotata al Nasdaq americano, la Frisby Tecnologies; e 14 milioni s’involano verso la libica Lafico, come pedaggio che Fin.part accetta di pagare (aiutando i libici a disfarsi di una partecipazione negativa in Olcese) in cambio dell’«immagine» che la società di Tripoli poteva apportare a Fin.part nel momento in cui ai mercati si profilava quale socio forte che entrava nel capitale del gruppo di Facchini.


Nelle macerie creditizie, si salva Banca Intesa che denuncia una serie di operazioni di Mazzola (con la sponda di due prezzolati funzionari di Intesa) costate 110 milioni di euro di debito inadempiuto, dei quali 24 già persi. Ma le carte delle indagini non sono benevole con quasi tutti i controllori. Dei revisori Kpmg, ad esempio, gli inquirenti rilevano che non si sarebbero accorti delle artificiali plusvalenze in una operazione tra Fin.part e la Banca Commerciale di Lugano, per le quali (secondo il pm) sarebbe bastato uno sguardo alla documentazione bancaria. Mentre nelle operazioni Pepper e Frette, la Procura ritiene che, nella relazione di stima redatta dal professor Luigi Guatri, la determinazione dei valori sarebbe stata fatta senza alcun tipo di controllo, su base esclusivamente prospettica e su notizie non verificate fornite dalla stessa «Frette».
 
ADN Kronos - Lun 15 Mag, 15:35

(Pubblicità)
Milano, 15 mag . (Adnkronos) - La Guardia di Finanza di Milano ha effettuato una serie di perquisizioni presso gli uffici delle societa'' e che fanno riferimento a Marco Lori, ex consigliere di amministrazione di Fin.Part, la holding della moda quotata in borsa e dichiarata fallita dal tribunale di Milano nell'ottobre del 2005 per la quale, con l'accusa di bancarotta fraudolenta, sono stati arrestati sabato notte Gianluigi Facchini, Gianni Mazzola, Giovanni Brumana e Michele Paoloni.

Anche Lori figura tra le persone iscritte nel registro degli indagati dal pm Luigi Orsi con l'accusa di bancarotta fraudolenta.
 
ADN Kronos - Lun 15 Mag, 17:52

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Milano, 15 mag . - (Adnkronos) - La Guardia di Finanza di Milano, che nella giornata aveva perquisito gli uffici che fanno riferimento all'ex consigliere di amministrazione di Fin.Part Marco Lori, indagato per bancarotta fraudolenta, ha eseguito nel pomeriggio altre due operazioni di acquisizione di documenti relativi all'inchiesta in corso a Milano, custoditi in societa' e studi professionali che, allo stato, non risultano coinvolti nell'inchiesta del pm Luigi Orsi.

(Cri/Zn/Adnkronos)
 
FIN.PART/ RICHIESTA INTERDIZIONE PER FERRARI, DG POP.INTRA
Attesi per domani gli interrogatori dei quattro arrestati
16-05-2006 15:43
Articoli a tema | Tutte le news di Cronaca

Milano, 16 mag. (Apcom) - Il pubblico ministero Luigi Orsi ha chiesto al Gip di Milano Piero Gamacchio l'interdizione per due mesi di Claudio Ferrari dalla carica di direttore generale della Banca Popolare di Intra, nell'ambito dell'inchiesta della Procura milanese sulla Fin.Part.

L'inchiesta sulla holding della moda proprietaria dei marchi Frette e Cerruti, aveva portato nel fine settimana a quattro arresti (Gianluigi Facchini, ex Ad di Fin.Part, Gianni mazzola immobiliarista alla guida della holding, Giovanni Brumana ex direttore della Popolare di Intra, e Michele Paoloni industriale tessile marchigiano). Gli arrestati verranno interrogati domani presso la Procura di Milano.
 
FIN.PART/ INIZIATI INTERROGATORI PER I QUATTRO ARRESTATI
Durante la giornata parlerà tra gli altri anche ex Ad Facchini
17-05-2006 09:36
Articoli a tema | Tutte le news di Cronaca

Milano, 17 mag. (Apcom) - Sono iniziati gli interrogatori davanti al Gip milanese Piero Gamacchio per i 4 arrestati nell'ambito della vicenda Fin.Part, su cui indaga il Pm Luigi Orsi.

Davanti al Gip, durante la giornata di oggi, parleranno l'ex amministratore delegato di Fin.Part Gianluigi Facchini, l'immobiliarista alla guida della holding Gianni Mazzola, l'ex direttore della Banca popolare di Intra Giovani Brumana e l'industriale tessile marchigiano Michele Paoloni.
 
Finpart (Soldionline 17/05/06)
Dopo gli arresti di Gianluigi Facchini, ex amministratore delegato di Finpart, Gianni Mazzola, ex azionista di riferimento, Giovanni Brumana, ex direttore generale della Popolare di Intra, e Michele Paoloni, acquirente della Cerruti, la Procura di Milano al lavoro sul crac della holding della moda ha chiesto per l’attuale direttore generale della Popolare di Intra Claudio Ferrari e per Marco Lori, ex consigliere di amministrazione di Finpart, l’interdizione dalle cariche per due mesi. È probabile che il gip Piero Gamacchio deciderà se accogliere la richiesta dopo aver interrogato Facchini e gli altri arrestati. La banca ha reagito alla notizia convocando d’urgenza un consiglio di amministrazione allo scopo di fare il punto della situazione.
Il Sole 24 Ore informa che l’ex amministratore della Finpart ha inviato una lettera al pm per dare la propria disponibilità a ricostruire le tappe del crac. L’articolo non esclude che la linea difensiva di Facchini punti a far ricadere anche sulle banche la responsabilità del fallimento. Attraverso l’emissione dei 3 bond, gli istituti sarebbero rientrati della propria esposizione a danno però dei 6mila risparmiatori che detengono titoli in default per 264 milioni di euro. L’articolo ricorda che durante la gestione Facchini sono stati emessi 3 prestiti obbligazionari: il primo, collocato da Cariplo (oggi Banca Intesa) nel 1998 della quale rimane da rimborsare una tranche di 29,5 milioni; il secondo collocato da Capitalia e rimborsato completamente nel 2003; l’ultimo, il bond Cerruti Finance collocato da Ubm (Unicredito) e Abaxbank è andato in default nel luglio 2004.
 
c'e' un articolo su milano finanza di oggi, chi puo' postarlo???
 
??????? Tutto tace....................
 
Finpart
L’ex amministratore delegato della Finpart Gianluigi Facchini, in carcere da qualche giorno insieme ad altre 3 persone per il crac della holding, durante l’interrogatorio di ieri ha confermato l’impianto accusatorio e ha indicato la Popolare di Intra come “socio occulto” che finanziava la Finpart all’insaputa del mercato. Il giudice ha sentito anche l’immobiliarista Gianni Mazzola, quest’ultimo si ritiene truffato da Facchini e ha respinto l’accusa di essere un prestanome dell’ex amministratore delegato. Mazzola ha anche escluso di aver favorito Michele Paoloni nella cessione della Cerruti mentre per quanto riguarda il presunto aggiotaggio sul titolo Schiapparelli, Paoloni e Mazzola hanno fatto notare come la Consob non abbia mai evidenziato manipolazioni sul titolo.
Soldionline 18 mag 06
 
gianfrau ha scritto:
Finpart
L’ex amministratore delegato della Finpart Gianluigi Facchini, in carcere da qualche giorno insieme ad altre 3 persone per il crac della holding, durante l’interrogatorio di ieri ha confermato l’impianto accusatorio e ha indicato la Popolare di Intra come “socio occulto” che finanziava la Finpart all’insaputa del mercato. Il giudice ha sentito anche l’immobiliarista Gianni Mazzola, quest’ultimo si ritiene truffato da Facchini e ha respinto l’accusa di essere un prestanome dell’ex amministratore delegato. Mazzola ha anche escluso di aver favorito Michele Paoloni nella cessione della Cerruti mentre per quanto riguarda il presunto aggiotaggio sul titolo Schiapparelli, Paoloni e Mazzola hanno fatto notare come la Consob non abbia mai evidenziato manipolazioni sul titolo.
Soldionline 18 mag 06

azzz...che novita' , ma tutto il "marcio" che doveva venire fuori????
Mica era solo la punta dell'iceberg??? mahhh :rolleyes:
 
Finpart
Oggi il giudice che indaga sul crac Finpart dovrebbe decidere sulla richiesta di interdizione dalla cariche per l’ex direttore generale della Popolare di Intra, Claudio Ferrari, e per l’ex consigliere di Finpart, Marco Lori. Due dei 4 arrestati negli scorsi giorni, l’ex direttore generale della banca, Giovanni Brumana e Michele Polaoni, acquirente della Cerruti, hanno presentato istanza scarcerazione o in subordine, di arresti domiciliari.
Secondo MF, la Provincia di Milano e il sindacato Filtea hanno chiesto al liquidatore della Finpart di commissariare la Cerruti, in modo da revocare la vendita alla Manifattura Paoloni, aggiudicatasi il brand attraverso l’asta alla quale aveva partecipato anche il fondo Matlin Paterson. Quest’ultimo, confidando che quanto emerso in questi giorni sul caso Finpart possa ribaltare la situazione, avrebbe depositato ieri pomeriggio una nuova proposta di acquisto per la Cerruti.
Soldionline 19 maggio
 
22 maggio 2006 - Corriere Economia

Facchini e la gita a Venezia.
di Mario Gerevini

Chissà la faccia degli altri passeggeri quando una pattuglia della Guardia di Finanza, come in un film, ha bloccato l'aereo in pista di decollo. Sono saliti abordo e hanno prelevato il distinto signore con la faccia da ragazzo che sedeva in "Business Class". Voleva scappare a Hong Kong Gianluigi Facchini, il principale responsabile del crac della Finpart, la holding della moda (marchi Cerruti, Pepper, Frette, Monclair) fallita nell'ottobre del 2005.
E' finito a San Vittore con l'accusa di bancarotta fraudolenta insieme a quelli che la Procura di Milano ritiene siano stati i principali co-protagonisti del dissesto, ovvero l'ex direttore generale della Banca Popolare dell'Intra, Giovanni Brumara, e l'immobiliarista Gianni Mazzola (il quarto arresto, quello dell'imprenditore Michele Paoloni, è per vicende periferiche al crac).
Il gruppo Finpart in pochi anni è stato assemblato con acquisizioni a ripetizione e contemporanemanteè stato letteralmente spolpato di tutto tranne che dell'unica cosa che non si poteva "succhiare": il valore dei marchi. Ovviamente, è quasi una prassi ormai, abbiamo assistito al balletto inutile intorno al bond che scadeva (200 milioni), poi al cerimoniale dei piani di rilancio e delle banche d'affari che si succedevano al capezzale dell'azienda, nel frattempo passata dalle mani di Facchini a Mazzola. Dalle macerie emerge un mondo di malaffare che non è ancora del tutto illuminato. Qui di seguito tentiamo di rispondere a una domanda: dove è andato Facchini dopo Finpart(lasciata nell'estate 2004) e dove ha messo i suoi soldi? Si diceva da un po' di tempo che il commercialista di Lecco frequentasse gli uffici del Gruppo Boscolo in Via Manzoni a Milano. Il gruppo Boscolo, controllato dall'omonima famiglia veneziana, è uno dei più importanti e quotati operatori del turismo, proprietario, tra l'altro, di una catena di hotel di prima classe. Facchini, stando sempre al "si dice", si occupava per conto di Boscolo di transazioni immobiliari.
Tuttavia, sviluppando alcune tracce contenute nelle carte dell'inchiesta, si arriva molto più lontano. Si arriva ad ipotizzare che Facchini e la moglie, Paola del Curto, abbiano trovato non solo asilo nel gruppo Boscolo (è legittimo, del resto) ma abbiano investito i loro soldi in una società che era della stessa Boscolo: mettiamo insieme i vari tasselli. Su un numero telefonico interno della Boscolo, a Milano, il 15 febbraio scorso viene intercettato una conversazione tra Facchini e la sua segretaria (lo era anche in Finpart). Il manager è chiaramente seccato che la segretaria, sentita daia magistrati, ha rivelato che andando via da Finpart aveva portato due scatoloni in Piazza Castello 21. Segretaria: "Ci sono tutti i cosi dei viaggi, sono li eh". Facchini: " Si ho capito, allora vanno messi in via Mercato punto e basta perchè sono roba mia non cetntra niente con con quella roba li...capito? Se riusciamo a separarli basta" Il giorno dopo setesso numero. Segretaria : " Ho messo via tutto qua!". Facchini: "Ma tutto tutto?": Segrataria:" Tutto !Tutto!... non sono riuscita a parlare con il signor Boscolo ... eh, bisogna dirglielo secondo me!". Facchini:"Di cosa? DI questa situazione?. Segretaria:"Eh si!". Sempre il 16 febbraio, alle ore 21.41, Facchini è al telefono con la moglie e le dice: "Io ho preso anche impegni negli Stati Uniti.. sto parlando con persone sto vedendo persone per ricostruire un certo tipo di vita...di...di lavoro...sto prendendo degli incarichi...adesso devo mollare tutto un'atra volta". E' lo sfogo di chi sente il fiato sul collo dei magistrati. Ma di quali incarichi parla Facchini? "Ho fatto uno di quei lavori Paola... cioè voglio dire...fare cinquemila passeggeri l'anno... di alto livello... oggi ne facciamo cinquecento negliStati Uniti... vuol dire fare esattamente sei volte tutto il fatturato... vuol dire far dieci milioni solo con gli Stati Uniti". Passeggeri uguale viaggi. Guarda caso la moglie (ex consigliere e dirigente Finpart, anche lei indagata), è direttore generale di Rallo WorldWide, che fino apochi mesi fa apparteneva al gruppo Boscolo. Rallo è un tour operator di fascia alta, specializzato in viaggi fuori dall'Europa, soprattutto Medio Oriente e Americhe. A dicembre sono entrati nuovi consiglieri tra cui, con la qualifica di amministratore delegato, tale Luigi Augusto Pedrotti, un professionista ben conosciuto da Facchini. Nel frattempo la Rallo Worldwide passa di mano, secondo quanto annunciato ufficilamente: esce Boscolo ed entra lo sconosciuto fondo americano Italian Luxury Lifestyle del gruppo Impact Capital Partners. L'operazione avviene tramite la società londinese Kalidex che dovrebbe essere, quindi il veicolo utilizzato dal fondo. Kalidex compra le quote del gruppo Boscolo e della Hotel Resort & Development (Hrd). Di chi è la Hrd? Un anno prima (gennaio 2005) la società di consulenza aziendale era stata comprata dalla Cisi Limited una società inglese che ha il medesimo domicilio della Kalidex. Due finanziarie gemelle, dunque: una ha comprato la Rallo, l'altra la Hrd. E chi ci lavora in Hrd? La segretaria di Facchini e lo stesso manager. Con uno dei professionisti di fiducia. Facchini in una telefonata intercettata, dice: "parlando del concetto di ...Hrd e Icis (probabilmente Cisi, ndr) come società di consulenza... capisci che io avevo bisogno di una società... di un luogo dove domiciliare i miei contratti con Boscolo e con la GS... no?". Il professionista poi afferma, riferendosi forse alla Procura: " Loro... lì loro stanno cercando... che è uscito in fin part eh...". L'influenza della famiglia Facchini-Del Curto sulla Rallo, quasi fossero loro i padroni e non il fondo americano, è ancora più evidente da questa curiosa operazione, chiusa da poche settimane: Rallo Worldwide ha comprato il 52% del noto ristorante bergamasco Taverna del Colleoni.
Che cosa ci faccia un ristorante nel portafoglio di un tour operator non è chiaro mapoi si scopre che fino a poco tempo fa quel 52% era della lussemburghese Gsr riconducibile a Facchini e amministrata da Brunello Donati, un fiduciario svizzero al quale faceva capo, tra l'altro, una delle società di copertura dei conti segreti di Giampiero Fiorani.
La complessità delle rete di professionisti e società-schermo è proporzionale all'esigenza di copertura. Ma piano piano l'edificio sta crollando.
 
ma dalla procura di Milano non si sa' piu' niente......... :rolleyes:
 
Intra-Fin.part: ci mettiamo una pietra sopra?
martedì 23 maggio 2006 12:37:28 da riva

Un ribasso dello 0,73%. Questo indica a metà seduta il listino di Milano alla voce Banca Popolare di Intra. Il gruppo, al centro di una complicata vicenda giudiziaria (e gestionale) dopo il crack di Fin.Part, comunica anche oggi al mercato notizie da un “Tribunale”. La Procura di Milano, infatti, ha iscritto nel registro degli indagati 17 membri del Consiglio di Amministrazione della Popolare con l’accusa di aggiotaggio informativo.


Nella lista nera della banca di Verbania finisce anche il presidente del gruppo Cesare Ponti, accompagnato dall’ex presidente Sandro Saini. Oggi si è anche saputo che l’interdizione dell’ex d.g. del gruppo Claudio Ferrari durerà due mesi.


Il fallimento della holding della moda Fin.Part ha insomma coinvolto le massime cariche della banca. Rilevante in questo senso la vicenda del bond Cerruti, emesso nel 2002.

Dopo che Fin.Part era praticamente finita, grazie al suo enorme indebitamento, in mano alla Banca di Intra, furono le banche a premere per l’innalzamento del bond da 150 a 200 milioni di euro: ciò nonostante già sapessero che da almeno un anno i bilanci fossero stati truccati. Questa secondo la ricostruzione fatta alla magistratura da Gianluigi Facchini, il fondatore della stessa Fin.Part, che chiama in causa altre sei banche del calibro di Abax bank, Unicredit, Caboto e Profilo nella vicenda.


Insomma ancora una volta un imprenditore fallito accusa le banche di complicità nelle frodi ai risparmiatori. Certo è un copione già sentito, ma è verosimile che certi bond “allegri” debbano essere valutati da chi poi li rivende.


Intanto questi "je accuse" fatti propri anche dal curatore della fallita Fin.Part Piero Canevelli potrebbero portare ad un sensibile abbassamento del risarcimento dovuto da Intra a Fin.Part: si parla della riduzione della cifra ipotizzata di 300 milioni a un terzo. Tutte e due le parti hanno fretta, comunque, anche perché c’è il rischio che gli acquirenti possibili della disastrata Banca Popolare di Intra (Bpvn, Creval, Popolare di Vicenza, Veneto Banca) prendano il volo...
 
Finanza & Mercati, 23 maggio 2006, Luca Testoni

Le banche del bond Cerruti nel mirino della curatela. La popolare di Intra è pronta a patteggiare con i curatori del fallimento Fin.part. L'obiettivo è chiudere in fretta e per una cifra assai inferiore ai 300 milioni chiesti inizialmente dalla curatela, nonostante la posizione della banca si sia aggravata ieri con l'autosospensione del direttore generale Claudio Ferrari. In realtà, sembra che i curatori puntino al bersaglio grosso. Ossia le grandi banche coinvolte col bond Cerruti.


La Popolare di Intra cerca un accordo con la curatela del fallimento Fin.part. Che starebbe ora valutando di spostare il mirino dell'azione da Verbania al cuore finanziario di Milano. Con conseguenze che, spiegano fonti legali, potrebbero avere risvolti clamorosi. Secondo quanto appreso da F&M, l'obiettivo di Intra e del curatore Piero Canevelli sarebbe quello di quantificare il risarcimento nel più breve tempo possibile. Soprattutto, in tempi sufficienti per consentire una reale valutazione della banca alle quattro candidate rimaste in corsa per l'acquisizione (Bpvn, Creval, Popolare di Vicenza, Veneto Banca) tra le quali verrà scelto il partner entro metà giugno. Sempre in base a fonti vicine all'operazione, la curatela sembra disposta ad accettare una sorta di accordo tombale e ad abbassare parecchio la richiesta di risarcimento, quantificata inizialmente, in base allo stato passivo di Fin.part, in 300 milioni: Intra potrebbe cavarsela con una somma inferiore a 100 milioni. Ciò che conta per la curatela è aver costretto la Popolare verbaba a riconoscere i propri errori. Le indagini della Procura milanese, del resto, hanno messo la banca con le spalle al muro, definendola "socio occulto di controllo" di Fin.part e decapitandone il vertice. Dopo l'arresto, dieci giorni fa, dell'ex direttore generale Giovanni Brumana, l'attuale dg, Claudio Ferrari, ha deciso ieri di autosospendersi dalla carica (il titolo ha perso il 3.6%). Un tentativo di ammorbidire la propria situazione dopo il duro interrogatorio di venerdì davanti al Gip milanese, Piero Gamacchio, chiamato a decidere sulla richiesta di interdizione di Ferrari avanzata dal Pm, Luigi Orsi. Con un tale quadro giuridico a carico della Popolare, la curatela Fin.part avrebbe probabilmente buon gioco nel prosciugarne i bilanci (il patrimonio netto è di 233 milioni). Ma, sostengono fonti legali, per i curatori l'azione contro Intra sarebbe solo la "prova generale" di una strategia che punta al bersaglio grosso. Per rimpinguare l'attivo del fallimento Fin.part, Canevelli sarebbe pronto a chiedere conto alle banche coinvolte nel bond Cerruti emesso dalla holding nel luglio 2001: Abax Bank e Unicredit (come joint lead manager) e altri sei istituti tra cui Caboto e Profilo. Già i bilanci 2000 di Fin.part erano truccati, sostiene la Procura ma le banche, secondo le ricostruzioni del fondatore di Fin.part, Gianluigi Facchini, spinsero per alzare il bond da 150 a 200 milioni. Poi rientrarono rapidamente dei crediti alla holding. E il bond, contro la legge, restò in carico ai piccoli bondholder.
 
Reuters - Mar 23 Mag, 12:15

MILANO (Reuters) - La procura di Milano ha iscritto sul registro degli indagati con l'ipotesi di reato di aggiotaggio 17 membri del consiglio d'amministrazione della Banca Popolare Intra (Milano: PIN.MI - notizie) nel periodo compreso far il gennaio 2003 e l'ottobre 2005, nell'ambito dell'inchiesta sulla bancarotta di Finpart.

Lo hanno riferito fonti giudiziarie, aggiungendo che fra gli indagati ci sono l'attuale presidente Cesare Conti e l'ex presidente Sandro Siani, e che il gip Piero Gamacchio ha accolto la richiesta di interdizione per due mesi da tutte le cariche societarie dell'ex direttore generale di Pop Intra, Caludio Ferrari, autosospesosi ieri.

Nell'ambito dell'inchiesta sul crack Finpart condotta dal pm Luigi Orsi il 14 maggio scorso la Gdf aveva arrestato l'ex presidente della holding della moda Gianluigi Facchini, l'ex direttore generale della Popolare di Intra Giovanni Brumana, il successore di Facchini, Gianni Mazzola, e l'industriale tessile Michele Paoloni, che ha acquisito la Cerruti Holding in una procedura fallimentare.

Per quel che riguarda il filone su Intra, dicono le fonti, il gip Gamacchio si è riservato di decidere su una seconda richiesta di interdizione, nei confronti dell'ex membro del cda Marco Lori, dopo che quest'ultimo ha presentato una memoria difensiva.
 
gianfrau ha scritto:
Reuters - Mar 23 Mag, 12:15

MILANO (Reuters) - La procura di Milano ha iscritto sul registro degli indagati con l'ipotesi di reato di aggiotaggio 17 membri del consiglio d'amministrazione della Banca Popolare Intra (Milano: PIN.MI - notizie) nel periodo compreso far il gennaio 2003 e l'ottobre 2005, nell'ambito dell'inchiesta sulla bancarotta di Finpart.

Lo hanno riferito fonti giudiziarie, aggiungendo che fra gli indagati ci sono l'attuale presidente Cesare Conti e l'ex presidente Sandro Siani, e che il gip Piero Gamacchio ha accolto la richiesta di interdizione per due mesi da tutte le cariche societarie dell'ex direttore generale di Pop Intra, Caludio Ferrari, autosospesosi ieri.

Nell'ambito dell'inchiesta sul crack Finpart condotta dal pm Luigi Orsi il 14 maggio scorso la Gdf aveva arrestato l'ex presidente della holding della moda Gianluigi Facchini, l'ex direttore generale della Popolare di Intra Giovanni Brumana, il successore di Facchini, Gianni Mazzola, e l'industriale tessile Michele Paoloni, che ha acquisito la Cerruti Holding in una procedura fallimentare.

Per quel che riguarda il filone su Intra, dicono le fonti, il gip Gamacchio si è riservato di decidere su una seconda richiesta di interdizione, nei confronti dell'ex membro del cda Marco Lori, dopo che quest'ultimo ha presentato una memoria difensiva.

qualcosa si muove per la Intra , ma per le aziende che erano controllate da Finpart vedi Frette e Cerruti in particolare dove si diceva che da intercettazioni si indagava su un probabile e diretto coinvolgimento ancora di Mazzola, Facchini ecc....si sa piu' nulla.....
 
Finpart
Riportiamo il comunicato stampa stampa emesso dal Dott. Marcello Gualtieri, rappresentante comune degli Obbligazionisti FinPart Spa.

Il Rappresentante Comune degli Obbligazionisti Fin.Part 1998-2005 6,45% comunica che all'udienza del 20 maggio 2006 il Giudice Delegato del fallimento Fin.Part Spa ha respinto l'istanza di ammissione al passivo "collettiva" presentata nell'interesse di tutti gli obbligazionisti.
Non appena conosciute le motivazioni di tale decisione sarà valutata l'opportunità di proporre appello, in particolare per la tutela degli interessi degli obbligazionisti che non hanno presentato istanza individuale di ammissione al passivo e che quindi rischiano di essere esclusi dal riparto derivante dalla procedura fallimentare.
Richiamando quanto già scritto nei precedenti comunicati, si sottolinea che è più che mai opportuno che i singoli obbligazionisti presentino istanza individuale di ammissione al passivo.
Si invitano le Banche depositarie a dare la massima diffusione presso i propri clienti del presente comunicato stampa ed a prestare agli obbligazionisti l'opportuna assistenza in sede di redazione della domanda individuale di ammissione al passivo.
 
Mercoledì 24 Maggio 2006, 9:11
Intra, 17 consiglieri nel registro degli indagati per il caso Fin.part

17 consiglieri della Popolare i Intra sono stati iscritti nel registro degli indagati in merito al fallimento di Fin.part. L'accusa avanzata dal pm Luigi Orsi è di aggiotaggio informativo. Secondo il pm infatti i consiglieri avrebbero omesso nelle loro comunicazioni al mercato di “ segnalare i rischi impropri assunti dalla banca nella politica di erogazione del credito laddove occultavano l'entità del credito erogato al gruppo francese facente capo a Luigi Facchini, le cui dimensioni erano superiori ai 258 milioni di euro”. Un'omissione che se fosse venuta meno avrebbe “imposto la tempestiva e doverosa svalutazione di detti crediti e determinato la conseguente perdita di valore del titolo”.
 
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