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Come le banche ci consegnano agli americani
Maurizio Blondet
13/11/2007
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Vorrei sottoporre ai lettori una lettera inviatami dalla Banca di Roma a fine giugno.
Essa argomenta delle implicazioni per la privacy del correntista derivanti dall'utilizzo (da parte della Banca di Roma e quindi, suppongo, di tutte quelle italiane se non europee) di una rete interbancaria atta al controllo delle transazioni.
Questa rete è gestita dalla «Society for worldwide Interbank Financial Telecommunication» (SWIFT) con sede legale in Belgio.
Ciò che vorrei porre in evidenza è il modo subdolo con cui viene appositamente distorta la realtà e vengono mascherate le informazioni base che dovrebbero rispondere allo scopo precipuo della lettera: ovvero rendere edotto il lettore su quando, come, perché e dietro l'autorizzazione di chi, vengono gestite e controllate le proprie transazioni ed i relativi dati.
In elenco alcune osservazioni.

Nel primo e terzo capoverso si parla in modo generico del tipo di operazioni e di dati che verranno comunicati alla SWIFT: «operazioni finanziarie internazionali (ad esempio un bonifico transfrontaliero), e ad alcune specifiche operazioni in ambito nazionale…», «i dati riferiti a chi effettua le transazioni (quali, ad esempio, i nomi dell'ordinante, del beneficiario e delle rispettive banche, le coordinate bancarie e la somma) e [i dati] necessari per eseguirle».
Mentre nel quinto capoverso, in alinea «a» si dice che «... per eseguire (tutte) le predette transazioni…».
Il «tutte» è tra parentesi, quindi parla di tutte le operazioni (internazionali e nazionali) e non solo quelle che prima sono state elencate a titolo esemplificativo.
Vogliamo qui rammentare inoltre che gli istituti bancari e finanziari già hanno nelle loro disponibilità/accessibilità una serie innumerevole di dati personali e storico/giudiziari della clientela.
Nel quarto capoverso si dice che «Allo Stato, le banche non potrebbero effettuare le suddette operazioni […] senza utilizzare questa rete […]».
Da qui emergono due interrogativi: da quando è già attivo il sistema di cui vengo ora avvertito?
Qual è l'autorità che ha imposto questa obbligatorietà e attraverso quali vagli giuridici è passata (in quanto incide sulla privacy di cittadini)?
Nel quinto capoverso in alinea «a» si dice che i dati vengono «conservati temporaneamente in copia da SWIFT in un server della società sito negli Stati Uniti d'America».
In alinea «b»: «sono utilizzabili negli USA in conformità alla locale normativa. Competenti autorità statunitensi […] vi hanno avuto accesso e potranno accedervi ulteriormente sulla base di provvedimenti ritenuti adottabili in base alla normativa USA in materia di contrasto al terrorismo».
Quale ridicola garanzia dà la temporaneità nella conservazione dei dati?
Chi controlla che siano stati davvero cancellati e che non si siano fatte copie?

Ma ancor di più: se questi dati giacciono sotto legislazione estera, non saremo certo noi (inteso come autorità europee -ammesso che ve ne siano di indipendenti e sovrane-) a decidere fino a quando i dati saranno necessari e quindi quanto dovrà durare la temporaneità.
Inoltre l'accesso a tali dati (come si evince già avvenuto!) spetta alle «competenti autorità statunitensi»: cioè quali oltre al Dipartimento del tesoro?
CIA?
NSA?
Homeland Security?
Altri istituti/agenzie di sicurezza private autorizzate alle autorità statali americane - magari con sedi legali in USA ma con i loro server in altra nazione?
Non ultimo, la motivazione per l'accesso risponde a criteri assolutamente variabili e discrezionali in quanto di volta in volta «ritenuti [da loro!] adottabili».
Certo, certo: la lotta al terrorismo internazionale…
Comunque veniamo informati (fine quinto capoverso alinea «b») che «il tema è ampiamente dibattuto in Europa presso varie istituzioni in relazione a quanto prevede la normativa europea in tema di protezione dei dati».
E perché allora si è permesso tutto ciò se le istituzioni europee stanno ancora discutendo sulla legalità?
Forse perché non arriveranno mai (volutamente) a deliberare sull'illegalità di questo sistema così invasivo nella vita personale di milioni di cittadini (qui parliamo di tutti e ciascuno di noi!).
Ci immaginiamo che potere si ha nel conoscere ogni transazione finanziaria di un singolo cittadino (eventualmente con incarichi di rilievo) o di un ente, un'azienda…molte agenzie di intelligence si risparmieranno la fatica di cercare molti importanti dati (non solo quelli utilizzati a scopo di spionaggio industriale): verranno puntualmente forniti loro in ogni particolare… e ringraziandoli, perché ci difendono dal terrorismo.
Ma come conclude la Banca?

Ci ricorda «che l'interessato conserva i suoi diritti previsti dall'articolo 7 del Codice in materia di protezione dei dati personali».
Detta così, nel lettore incauto e frettoloso, magari anziano (o peggio, giovane calciofilo), a cui fossero sorti eventuali dubbi, la frase sembra dare comunque tranquillizzanti garanzie: non ti preoccupare che conservi i tuoi diritti.
Ma ciò significa solo che tu li hai (nessuno certo te li ha levati), quanto sopra invece dimostra che essi non vengono rispettati e che nessuno si adopera affinché lo siano.
Dicendo così la Banca forse intendeva che rimane nelle possibilità dell'interessato l'agire di conseguenza: magari denunciando… (ma chi?) o magari cambiando Banca… (ma quale Banca non opera con le stesse modalità/finalità e sotto la stessa egida?).
Lascerei a più competenti lo spazio per sottolineare la portata catastrofica di questo sistema informativo, che non mina ma distrugge definitivamente ogni speranza che venga almeno in qualche forma preservata dalle istituzioni la nostra privacy e non si immoli tutto all'asservimento verso quelle Authorities sovranazionali, onnipotenti, controllori e, all'occorrenza, repressive.
Tutto questo capita con la connivenza di uno Stato che oggi si limita ad essere assente, ma che domani potrebbe gettare la maschera, ergendosi con arroganza e violenza a difesa del suo nulla fatto di privilegi, denaro e meschina sudditanza.
un lettore qualsiasi.

Lettera firmata


Maurizio Blondet commenta l'accaduto

SWIFT è uno dei più loschi e segreti centri del potere bancario internazionale, esente da qualunque controllo e al disopra delle leggi.
Attorno a questa istituzione corrono voci di complicità in riciclaggi colossali; si parla di omicidi e morti misteriose.
L'allarme che lancia il lettore è molto fondato, ed ancora più grave di quanto si possa valutare a tutta prima.
Basta pensare che SWIFT consegna ai servizi segreti USA, con la scusa della «lotta al terrorismo», tutti i dati sulle transazioni internazionali operate dalle grandi imprese europee.
Le trattative, le offerte (e le mazzette eventuali) tra la società che fabbrica l'Airbus e i potenziali clienti (spesso sono degli Stati) non hanno segreti per Boeing, a cui la CIA si affretterà a farli giungere.
Tutto ciò che la Fiat, l'ENI o una qualunque multinazionale europea fa all'estero viene conosciuto dagli Stati Uniti.
Si aggiunga una cosa evidente: che eventuali terroristi si servono dei canali sicurissimi delle reti caritative islamiche, basate su accordi fiduciari e verbali, che non passano certo attraverso la camera di compensazione SWIFT.
Il «terrorismo» è una scusa palese: semplicemente, si è consegnata l'economia imprenditoriale europea allo spionaggio americano.
Ciò per volontà dei maggiordomi degli USA che ci comandano da Bruxelles per conto del loro (e nostro) padrone: Banca Centrale, Barroso, Solana, fate voi i nomi.
Qualcosa che configura l'alto tradimento.
Aggiungiamo qui sotto qualche notizia estera su questa odiosa faccenda.
Inutile dire che i media italiani non hanno scritto una sola riga.

«Le réseau de traitement des transactions bancaires internationales Swift a trouvé la parade face aux critiques de l'Europe sur la consultation des données bancaires par les services de renseignement américains.
En effet, le centre informatique des Pays-Bas va trouver un prolongement en Suisse.
Les données relatives aux paiements au sein de l'Union européenne seront échangées entre ces deux centres, de sorte que seuls les paiements transatlantiques pourront être vérifiés par les services américains de sécurité.
En fait, deux zones seront donc créés.
Vous avez dit simplicité?
Swift, dont le quartier général rutilant se trouve à La Hulpe, est sous la tutelle de la Banque Nationale.
Or ses activités ont été largement critiquées depuis les attentats du 11 septembre et la demande de Washington de pouvoir consulter les données sur le trafic bancaire.
Qui plus est, le ministre des Finances de l'époque, Didier Reynders, semblait au courant depuis 2002.
Le gouvernement belge a beau minimiser les faits, l'Union européenne n'en a pas moins réagi très vivement en s'interrogeant sur le respect de la vie privée.
D'autant que de nombreuses entreprises privées font aussi appel au réseau Swift.
De son côté, Swift s'est justifiée en affirmant que 'de nombreuses vies avaient ainsi pu être sauvées' grâce à cette technique éprouvée.
Sans toutefois pouvoir prouver ses dires.
Le fameux 'compromis à la Belge' d'installation d'un deuxième centre de traitement en Suisse est complètement bancal.
Non seulement la Suisse n'est pas tenue de respecter les dispositions européennes sur le respect de la vie privée, mais la situation géographique du 'datacenter' même n'a plus guère d'importance.
Si Swift autorise la consultation de ses données, point n'est besoin d'opérer au départ des Etats-Unis.
Le lieu de stockage des données n'est nullement pertinent puisqu'il s'agit d'un réseau international. De plus, s'établit une sorte de droit acquis selon lequel les données de paiement transatlantiques peuvent être interceptées par les services de renseignement américains.
Pas de quoi fouetter un chat, estime Swift.
Mais l'arrogance avec laquelle les critiques européennes sont balayées d'un revers de manche est inquiétante.
Si l'Union européenne en général, et la Belgique en particulier, veut continuer à être prise au sérieux, elle doit s'opposer à cette décision
».
(Luc Blyaert, Datanews.be)

Ecco poi l'informazione fornita dalla Bank of Ireland.
Molto più esplicita della ipocrita lettera bancaria ricevuta dal nostro lettore, molto più onesta e leale verso i suoi cittadini, la Banca Centrale irlandese ammette di «non avere altra scelta» che usare SWIFT, ossia consegnare agli americani tutte le informazioni cruciali dei propri cittadini.

Notice to Customers re: Disclosure of Payment Data/Financial Messages to US Authorities

In the aftermath of September 11th 2001, the US Treasury, acting on the strength of official subpoenas, requested transaction data from SWIFT's operating centre in the US and evaluated it for anti-terrorism purposes. In November 2006, European and Irish data protection supervisors voiced concerns about the mirroring of payment transaction data at the SWIFT operating centre in the US and access by US authorities to this data. Both SWIFT and the US Treasury maintain that a memorandum of agreement was reached to reduce the amount of data covered by the subpoenas as much as possible and to ensure its evaluation for anti-terrorism purposes only.
The Irish banking industry is currently seeking to find an international solution to the data protection law issues involved. To this end, it is continuing constructive dialogue with all the parties concerned, particularly with data protection supervisors and SWIFT.
Bank of Ireland considers the SWIFT network to be secure from both a technical and organisational standard. SWIFT has operating centres in both Europe and the US where the transaction data is stored temporarily.
Due to continuous data mirroring, the data stored on the operating centre servers is always identical.
This mirroring is carried out for security reasons so that if one operating centre malfunctions, international payments can continue to be processed by the other operating centre.
Maintaining a geographically separated back-up infrastructure, to ensure continued operation, is in line with international standards and supervisory requirements.
When effecting a domestic or international credit transfer payment on a customer's behalf, the data contained in such credit transfer payments and other financial messages between financial institutions (e.g. Trade Finance) may be forwarded to the beneficiary's bank via the Belgium-based Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication (SWIFT). Bank of Ireland has no alternative but to use SWIFT's services to execute international payments as there is no other organisation, at present, providing such services worldwide. If Bank of Ireland did not avail of SWIFT's services, we would not be able to offer customers global payment services.
Thus, any customer instructing us to execute a payment order or other services requiring SWIFT messaging is giving implicit consent for those data elements necessary for the correct processing of the transaction to be sent outside of Ireland.
May 2007

Maurizio Blondet
 
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