Private banking / Anche in Italia gli istituti di credito si specializzano in arte
Private banking / Anche in Italia gli istituti di credito si specializzano in arte
Un quadro dietro lo sportello
Corriereconomia.Private banking / Anche in Italia gli istituti di credito si specializzano in arte Un quadro dietro lo sportello Incredibile ma vero. Anche i soldi hanno un' anima. + l' ultima certezza acquisita dai responsabili del private banking italiano. I cervelli finanziari impegnati sul fronte della gestione personalizzata dei portafogli piu' cospicui custoditi nelle tasche della clientela migliore. Un business che vale decine di migliaia di miliardi di lire. E che non puo' certo accontentarsi della sola gestione finanziaria del capitale. Per vezzeggiare i clienti paperone ci vogliono servizi a 360 gradi. Cosi' la nuova generazione a capo di queste divisioni, piu' che banchieri sembrano psicanalisti pronti a dispensare coccole. Insieme ai miliardi, che pure ci devono essere. Se e' vero che la soglia minima per accedere alla gestione privata e' mediamente di un miliardo (che gia' fa storcere un po' il naso). L' ultima trovata - dopo i servizi di consulenza immobiliare, fiscale o sull' asse ereditario - si chiama art banking o art advisory. E riguarda, nel suo complesso, la febbre del collezionista che da alcuni anni sta contagiando sempre piu' persone anche in Italia. L' idea di fornire consulenza anche sugli investimenti in arte non e' certo nuova. A New York, Ginevra, Londra o Parigi e' nata da oltre un decennio. Ubs e Citibank, le maggiori private bank al mondo, oltre alla francese Paribas l' hanno sperimentata per benino. Le prime due insieme amministrano singoli patrimoni per un totale di circa 200 miliardi di dollari. Figurarsi se tra i loro clienti non si trova qualche potenziale acquirente di un Cezanne o Monet passati in vendita da Christie' s o Sotheby' s. Ma nessuno pensava a un possibile sviluppo italiano di questo servizio. Che invece sta entrando alla grande nei "pacchetti" di alcune private bank. Il Nuovo Banco Ambrosiano ha inaugurato di recente, alla fiera d' arte contemporanea di Bologna, il dipartimento Ambro Private Arte. Un vero e proprio sportello dell' arte che si giova tra l' altro della consulenza esclusiva di due giornalisti italiani specializzati da anni in artemercato: Alberto Fiz e Marina Mojana. Alessandra Vitali Rosati - sino al ' 92 in Citibank - e' la coordinatrice interna del progetto. Sostiene che "l' esigenza di fornire servizi sull' arte (dall' expertise alla stima, restauro, trasporto, assicurazioni sino al problema delle tassazioni ed eredita' ) l' abbiamo percepito nella nostra clientela da oltre un anno e mezzo". E che il private banking non e' altro "che una questione di abito mentale. Che cambia con le richieste in arrivo dal mercato". Marco Alessio, 37 anni e responsabile della sede di Milano, e' - oltre che esperto di finanza - un appassionato di storia. "Il nostro imperativo categorico - dice - e' saper ascoltare. Lo dobbiamo al cliente che ci ha scelto per curare il suo denaro. Il nuovo profilo del private banker allarga la conoscenza dei mercati a un orizzonte psicologico - creativo. La logica dei numeri deve riportare sempre all' uomo. Percio' le nostre performance devono essere in grado di esplorare e navigare in tutti i mercati in cui vi siano asset. In questa logica - conclude - il settore dell' arte e del suo mercato si presenta come una componente fondamentale. Non solo per l' aspetto di investimento (certo non tra i piu' semplici) ma per il contributo a rifertilizzare il rapporto di umanizzazione con il cliente". Quasi sulla stessa lunghezza d' onda Sergio Perego, capo del private in Deutsche Bank. Parmense di 51 anni (con esperienze in Ambroveneto, banche straniere, Citibank e American Express) chiarisce subito che la bandiera del suo staff e' "la completezza nella ricerca di soluzioni, non la vendita di prodotti". L' obbligo e' "seguire il cliente nel mutare dei suoi bisogni. Tra i quali, abbiamo constatato, due o tre abbastanza ricorrenti. Come quelli del mercato immobiliare o dell' arte". " Non si tratta - aggiunge Sergio Perego - di collezionisti collaudati. Spesso seguiamo passo dopo passo il cliente che vuole un' opera da 30 o 50 milioni di lire". Da un po' di tempo sul sito web del private Deutsche Bank vengono inserite due o tre opere su cui si consiglia di investire con cifre tra i 50 e 150 milioni. "Su 20 proposte - dice Perego - tre sono andate a buon fine". Oscar Moretto, 42 anni, e Gabriele Piccini, sono i colleghi di Perego all' UniCredito Italiano. Contano su 52 sedi e 115 gestori. 30.000 miliardi amministrati per 10.500 clienti. Numeri destinati a salire con il recente allargarsi dell' istituto. "Piu' che al modello elvetico - sostiene Piccini - noi ci ispiriamo a quello anglosassone. Per trovare i servizi migliori al cliente bisogna trasformarsi in "uomini di relazioni" che facilmente si adattano a nuove realta". Cosi' , da un paio di anni, il tema dell' arte si e' sviluppato su tre piani. Partnership con la filiale italiana di Christie' s, distribuzione di un catalogo informatico (su cd rom) con opere allocate in antiquari e mostre di contemporanea delle varie sedi. Oltre ai servizi globali connessi. Con Christie' s si e' alleato anche il private banking della Comit (mentre quello di Deutsche Bank ha scelto Sotheby' s). Roberto Vincenzi, 39 anni e condirettore private banking Comit sostiene di "aver constatato, tra i nuovi bisogni della clientela (7.000 miliardi per 1.500 investitori, ndr) quello delle consulenze sull' arte". Ma il tocco finale arriva quando si scopre che di recente la filiale italiana dell' Ubs ha assunto come responsabile del nuovo settore di art banking nientemeno che Giuseppe Ceccatelli. Ex amministratore delegato di Sotheby' s Italia. Ovviamente lui il mondo dell' arte l' ha bazzicato. "L' essenza delle parole art and private banking - dice - riassume una visione totale, direi quasi "filosofica" del business futuro". Mica male per uno che lavora in banca!
Manazza Paolo