barone.patrick
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Ciao Ragazzi,
sono tornato, stamattina ho comprato Seat a 0.158, ho studiato la situazione e penso che sia giunto il momento di acquistare.
Nei prossimi giorni continuerò con l'accumulo.
Ormai siamo arrivati ad una situazione generale piu' chiara, chi a perso a perso e le banche ed i fondi sono usciti ormai tutti allo scoperto, sappiamo le perdite che hanno avuto, il petrolio, il dollaro, l'euro, le materie prime, la recessione; ormai la borsa ha scontato tutto.
Ad aprile si riparte con calma, io accumulo fin da ora.
Mi aspetto ancora una Fiat a 11,00 una Seat a 0,145 una Telecom a 1,3 e poi via all'insu.
Saluto caramente il BIMBO
Il rimbalzo di oggi ( 1,5%) lenisce appena le ferite degli azionisti Seat che hanno visto il titolo perdere il 42% da inizio anno. "Non ho idea del perché il titolo sia sceso", dice da Londra Edward Steel, analista di Morgan Stanley che copre il titolo con raccomandazione equal weight e un target price di 0,35 euro. Mesi fa sembrava un obiettivo di prezzo prudente, oggi per raggiungerlo il titolo dovrebbe più che raddoppiare.
In trappola senza sapere se e quando potranno uscirne. E' così che si sentono gli azionisti di Seat , dai più piccoli ai più grandi, che poi sono i quattro fondi di private equity che controllano il 50,4% del capitale. Il tracollo si è verificato negli ultimi 15 giorni (-28%) dopo il profit warning dell'americana R.H. Donnelley. Dopo avere annunciato un risultato del 2007 tutto sommato in linea con le attese, il Ceo David Swanson ha ammesso che il rallentamento dell'economia renderà più difficile nel 2008 la raccolta della pubblicità sulle pagine gialle.
Da allora a oggi le azioni della R.H.Donnelley hanno eseguito una sconcertante picchiata, passando da 18 a 5 dollari: -72% in due settimane. Swanson non se lo sarebbe immaginato, ma da quell'annuncio è diventato un leader mondiale.. nel ribasso di Borsa delle pagine gialle. Seat si è gettata all'inseguimento e ha perso negli stessi 15 giorni il 28%. L'inglese Yell è sprofondata del 40%. La francese Pages Jaunes ha contenuto la perdita al 12%, mentre, nello stesso periodo, la svedese Eniro è arretrata del 15%.
L'assunto di fondo, valido per tutte queste società, è che in una fase di recessione, o comunque di rallentamento economico, le imprese tendono a ridurre gli investimenti in pubblicità. Ma a proposito di Seat gli analisti
sottolineano un altro elemento di incertezza: sotto la guida dell'amministratore delegato Luca Majocchi, la società sta gradualmente potenziando la sua attività su Internet, che in prospettiva diventerà il canale principale di ricerca da parte del grande pubblico.
Oggi le attività Internet generano ricavi per circa 200 milioni di euro, contro gli 800 milioni delle pagine gialle cartacee. Il problema è che negli elenchi telefonici su carta Seat opera in Italia in regime di monopolio, mentre su Internet si confronta con una concorrenza già nutrita, e per di più in crescita.
Questo spiega in parte il maggiore ribasso in Borsa del titolo rispetto, ad esempio, a Pages Jaunes, che vanta una tradizione ventennale di presenza sui canali digitali, fin da quando in Francia fu introdotto il Minitel a metà degli Anni '80. Quanto all'inglese Yell, la sua forte penalizzazione in Borsa è dovuta al fatto che opera, oltre che in Gran Bretagna, anche negli Stati Uniti, dove si prevede un rallentamento economico più forte che in Europa.
Per Seat il giorno della verità sarà mercoledì prossimo, 19 marzo, quando la società illustrerà i dati del 2007 e le indicazioni sul 2008. Pochi mesi fa il management di Seat aveva indicato come obiettivi per l'intero 2007 un Ebitda di circa 660 milioni di euro ( 8%) e un utile intorno a 100 milioni (era stato di 94 milioni nel 2006).
Nel piano industriale 2007-2010 Seat aveva indicato un obiettivo medio annuo di crescita dei ricavi del 4,5-5,5% , come risultante di uno sviluppo della pubblicità su carta in linea con l'inflazione, e di una crescita dei ricavi da Internet del 15-20%. Gli analisti temono che con il rallentamento economico questi target siano a rischio.
C'è poi il capitolo del debito che di questi tempi suscita forte allarme, viste le turbolenze del mercato
finanziario. In proporzione alle sue dimensioni, Seat è una delle società più indebitate del listino milanese "grazie" al leveraged buy out con cui nel 2003 i fondi ne acquistarono la maggioranza scaricando il costo, come da manuale, sui bilanci della società acquisita. Alla fine del 2007 il debito dovrebbe essersi ridotto a 3,25 miliardi di euro da 3,4 miliardi di un anno prima, ma resterà sempre pari a 3,4 volte il patrimonio netto e quasi 5 volte l'Ebitda.
Di fronte agli allarmi sul rischio di un aumento del costo del debito, la società ha sempre sottolineato che fino al 2010 l'85% del debito è a tasso fisso, quota che scenderà al 73% nel 2011 e 2012.
L'aumento dei tassi si è comunque fatto sentire sui conti dei primi nove mesi, con il costo complessivo del finanziamento salito al 6,4% dal 5,9% dello stesso periodo del 2006, il che vuole dire circa 12 milioni di oneri finanziari in più. Questo perché nello stesso periodo l'Euribor medio è salito dal 2,76% al 2,88%. Adesso che l'Euribor medio di febbraio è balzato al 4,36%, nel 2008 tutto diventerà più difficile.
Detto tutto questo, resta il fatto che attualmente fra le società di directory Seat è la più conveniente, con un P/E 2008 di 5,6 contro una media del settore di 9,8 (Page Jaunes tratta a 14,4) e un rapporto Ev/Ebitda 2008 di 6,9 contro una media di 10,6 (Page Jaunes a 10,6, Yell a 7,2).
sono tornato, stamattina ho comprato Seat a 0.158, ho studiato la situazione e penso che sia giunto il momento di acquistare.
Nei prossimi giorni continuerò con l'accumulo.
Ormai siamo arrivati ad una situazione generale piu' chiara, chi a perso a perso e le banche ed i fondi sono usciti ormai tutti allo scoperto, sappiamo le perdite che hanno avuto, il petrolio, il dollaro, l'euro, le materie prime, la recessione; ormai la borsa ha scontato tutto.
Ad aprile si riparte con calma, io accumulo fin da ora.
Mi aspetto ancora una Fiat a 11,00 una Seat a 0,145 una Telecom a 1,3 e poi via all'insu.
Saluto caramente il BIMBO
Il rimbalzo di oggi ( 1,5%) lenisce appena le ferite degli azionisti Seat che hanno visto il titolo perdere il 42% da inizio anno. "Non ho idea del perché il titolo sia sceso", dice da Londra Edward Steel, analista di Morgan Stanley che copre il titolo con raccomandazione equal weight e un target price di 0,35 euro. Mesi fa sembrava un obiettivo di prezzo prudente, oggi per raggiungerlo il titolo dovrebbe più che raddoppiare.
In trappola senza sapere se e quando potranno uscirne. E' così che si sentono gli azionisti di Seat , dai più piccoli ai più grandi, che poi sono i quattro fondi di private equity che controllano il 50,4% del capitale. Il tracollo si è verificato negli ultimi 15 giorni (-28%) dopo il profit warning dell'americana R.H. Donnelley. Dopo avere annunciato un risultato del 2007 tutto sommato in linea con le attese, il Ceo David Swanson ha ammesso che il rallentamento dell'economia renderà più difficile nel 2008 la raccolta della pubblicità sulle pagine gialle.
Da allora a oggi le azioni della R.H.Donnelley hanno eseguito una sconcertante picchiata, passando da 18 a 5 dollari: -72% in due settimane. Swanson non se lo sarebbe immaginato, ma da quell'annuncio è diventato un leader mondiale.. nel ribasso di Borsa delle pagine gialle. Seat si è gettata all'inseguimento e ha perso negli stessi 15 giorni il 28%. L'inglese Yell è sprofondata del 40%. La francese Pages Jaunes ha contenuto la perdita al 12%, mentre, nello stesso periodo, la svedese Eniro è arretrata del 15%.
L'assunto di fondo, valido per tutte queste società, è che in una fase di recessione, o comunque di rallentamento economico, le imprese tendono a ridurre gli investimenti in pubblicità. Ma a proposito di Seat gli analisti
sottolineano un altro elemento di incertezza: sotto la guida dell'amministratore delegato Luca Majocchi, la società sta gradualmente potenziando la sua attività su Internet, che in prospettiva diventerà il canale principale di ricerca da parte del grande pubblico.
Oggi le attività Internet generano ricavi per circa 200 milioni di euro, contro gli 800 milioni delle pagine gialle cartacee. Il problema è che negli elenchi telefonici su carta Seat opera in Italia in regime di monopolio, mentre su Internet si confronta con una concorrenza già nutrita, e per di più in crescita.
Questo spiega in parte il maggiore ribasso in Borsa del titolo rispetto, ad esempio, a Pages Jaunes, che vanta una tradizione ventennale di presenza sui canali digitali, fin da quando in Francia fu introdotto il Minitel a metà degli Anni '80. Quanto all'inglese Yell, la sua forte penalizzazione in Borsa è dovuta al fatto che opera, oltre che in Gran Bretagna, anche negli Stati Uniti, dove si prevede un rallentamento economico più forte che in Europa.
Per Seat il giorno della verità sarà mercoledì prossimo, 19 marzo, quando la società illustrerà i dati del 2007 e le indicazioni sul 2008. Pochi mesi fa il management di Seat aveva indicato come obiettivi per l'intero 2007 un Ebitda di circa 660 milioni di euro ( 8%) e un utile intorno a 100 milioni (era stato di 94 milioni nel 2006).
Nel piano industriale 2007-2010 Seat aveva indicato un obiettivo medio annuo di crescita dei ricavi del 4,5-5,5% , come risultante di uno sviluppo della pubblicità su carta in linea con l'inflazione, e di una crescita dei ricavi da Internet del 15-20%. Gli analisti temono che con il rallentamento economico questi target siano a rischio.
C'è poi il capitolo del debito che di questi tempi suscita forte allarme, viste le turbolenze del mercato
finanziario. In proporzione alle sue dimensioni, Seat è una delle società più indebitate del listino milanese "grazie" al leveraged buy out con cui nel 2003 i fondi ne acquistarono la maggioranza scaricando il costo, come da manuale, sui bilanci della società acquisita. Alla fine del 2007 il debito dovrebbe essersi ridotto a 3,25 miliardi di euro da 3,4 miliardi di un anno prima, ma resterà sempre pari a 3,4 volte il patrimonio netto e quasi 5 volte l'Ebitda.
Di fronte agli allarmi sul rischio di un aumento del costo del debito, la società ha sempre sottolineato che fino al 2010 l'85% del debito è a tasso fisso, quota che scenderà al 73% nel 2011 e 2012.
L'aumento dei tassi si è comunque fatto sentire sui conti dei primi nove mesi, con il costo complessivo del finanziamento salito al 6,4% dal 5,9% dello stesso periodo del 2006, il che vuole dire circa 12 milioni di oneri finanziari in più. Questo perché nello stesso periodo l'Euribor medio è salito dal 2,76% al 2,88%. Adesso che l'Euribor medio di febbraio è balzato al 4,36%, nel 2008 tutto diventerà più difficile.
Detto tutto questo, resta il fatto che attualmente fra le società di directory Seat è la più conveniente, con un P/E 2008 di 5,6 contro una media del settore di 9,8 (Page Jaunes tratta a 14,4) e un rapporto Ev/Ebitda 2008 di 6,9 contro una media di 10,6 (Page Jaunes a 10,6, Yell a 7,2).