I Grandi Classici dell' Arte

Ennesima puntata dei “Grandi Classici del Matrablog” con una famosissima tela di Caravaggio: “La decapitazione di Donadoni”.
In essa il grande pittore fissa il momento in cui la FIGC, rappresentando simbolicamente l’Italia tutta, mozza la testa del povero Donadoni con una daga spagnola. In particolare colpisce il rigore con cui venne eseguita la decapitazione. L’episodio colpirà l’immaginazione di numerosi celebri artisti : mi vengono in mente Cranach, Artemisia Gentileschi ma anche Mantegna, Giorgione e lo stesso Michelangelo.
Per non parlare del "moderno" e gettonatissimo Klimt...
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Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1571 - 1610) ebbe una vita assai movimentata conoscendo più volte il carcere in seguito a denuncie, risse e percosse. Si macchiò anche di un omicidio in seguito ad una discussione su un fallo di gioco alla Pallacorda (ai tempi non esisteva la moviola) e fu condannato alla decapitazione. Ecco perché il soggetto fu particolarmente frequentato dal grande pittore che dovette darsi alla fuga.
La grande novità dell’arte caravaggesca sta certamente nella particolare “illuminazione” che spesso inonda le sue tele esaltando la forma e consistenza dei soggetti in primo piano.

Avete notato come la Giuditta del Caravaggio sia molto rassomigliante alla modella Beatrice Borromeo, la "velina" di Anno Zero ?
 

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Riprende anche la serie dei Grandi Classici del Matrablog con una tela di Lionel Royer (1852-1926) che rappresenta Veltronius che getta le armi ai piedi del nemico in segno di resa. Il pittore, specializzato in scene storiche, è bravissimo nel rendere la soddisfazione sul volto dei vincitori. Stranamente il vincitore Berlusconius appare moderatamente soddisfatto mentre, alle sue spalle, si noti la tronfia felicità sul volto dei suoi collaboratori.

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Tornano i “Grandi Classici del Matrablog” con il celeberrimo Urlo di Edvard Munch. L’opera è assurta a vero e proprio simbolo dell’angoscia. Angoscia che permea il volto della figura in primo piano che urla disperatamente per richiamare su di sè una qualche forma, anche minima, d’attenzione. L’uomo, di statura infima, completamente solo, appare estremamente sofferente all’idea di non poter essere in qualche modo protagonista. Guardando il volto contorto, quasi fosse una maschera di plastica, ci rendiamo conto di trovarci di fronte al capolavoro del “decandentismo”.

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Edvard Munch (1863-1944) è il più celebre pittore norvegese. Tutta la sua opera è permeata dal tema della morte, della sofferenza e del dolore.
 
Continua la serie dei Grandi Classici del Matrablog con quello che è ritenuto forse il più riuscito e celebre ritratto eseguito dal grande Raffaello Sanzio: La Velata.
Il quadro suscitò grande scalpore all’epoca per l’insolito velo che adorna la giovanissima fanciulla. Sull’identità della giovane dama si è discusso a lungo ma non esistono certezze. La voce più accreditata, ma ancora da verificare, parla di una giovane fanciulla, addirittura minorenne, solita ad accompagnarsi con i papi. Il quadro ebbe grande successo e una miriade di giovani fanciulle si atteggiarono allo stesso modo, sfruttando la propria avvenenza fino a raggiungere anche importanti cariche dello stato. Dal capolavoro di Raffaello questo tipo di fanciulle prese il nome di “veline”.
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Raffaello Sanzio (1483-1520) fu uno dei più celebri e importanti protagonisti del Rinascimento Italiano e rappresenta da secoli l'ideale di bellezza classica. La sua perfezione spinse Goethe ad affermare: "Raffaello è riuscito a fare quello che gli altri vagheggiavano di fare"
 
Continua la serie dei Grandi Classici del Matrablog con quello che è ritenuto forse il più riuscito e celebre ritratto eseguito dal grande Raffaello Sanzio: La Velata.
Il quadro suscitò grande scalpore all’epoca per l’insolito velo che adorna la giovanissima fanciulla. Sull’identità della giovane dama si è discusso a lungo ma non esistono certezze. La voce più accreditata, ma ancora da verificare, parla di una giovane fanciulla, addirittura minorenne, solita ad accompagnarsi con i papi. Il quadro ebbe grande successo e una miriade di giovani fanciulle si atteggiarono allo stesso modo, sfruttando la propria avvenenza fino a raggiungere anche importanti cariche dello stato. Dal capolavoro di Raffaello questo tipo di fanciulle prese il nome di “veline”.
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Raffaello Sanzio (1483-1520) fu uno dei più celebri e importanti protagonisti del Rinascimento Italiano e rappresenta da secoli l'ideale di bellezza classica. La sua perfezione spinse Goethe ad affermare: "Raffaello è riuscito a fare quello che gli altri vagheggiavano di fare"

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