Stati Uniti, la mia casa farà crash

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Lo scoppio della «bolla» immobiliare potrebbe essere più violento del previsto, e trascinerebbe con sé la già fragile economia a stelle e strisce. I primi segnali dagli agenti: prezzi in picchiata, via i dipendenti. Guai per il consumatore medio: si è indebitato fidando sul valore dell'abitazione

Luther Blisset

Fino a qualche mese fa l'espressione chiave per descrivere la situazione del mercato immobiliare negli Stati Uniti era soft landing, atterraggio morbido. Una fase di declino progressivo, ma non drammatico, a cui doveva seguire una ripresa a tempi ragionevolmente brevi. Oggi non c'è più alcun osservatore che parli di discesa morbida. Il dibattito semmai si è spostato sull'alternativa tra una crisi dura, ma governabile, e un vero e proprio crash simile a quello che ha colpito il settore tecnologico nella primavera del 2000. Le similitudini non mancano. Come l'hi-tech, anche l'immobiliare ha visto la costruzione di una bolla speculativa con aumenti dei prezzi delle case superiori al 10% all'anno nel periodo 2002-2005, ma con punte di aumenti annui vicini o superiori al 20% in alcuni mercati particolarmente «caldi» come la Florida, la California del Sud, una parte delle Montagne Rocciose. Una vera e propria corsa al mattone che ha interessato tutte le tipologie e i segmenti del mercato, dalle ville di lusso alle seconde case per le vacanze, dagli appartamenti popolari alle penthouse newyorkesi, e che ha avuto effetti indiretti anche fuori dai confini americani. Sono però alcuni mesi che il vento sembra essere cambiato e che si moltiplicano le grida di allarme di chi vede i segni inequivocabili di un rovesciamento di tendenza. In realtà aveva già cominciato l'ex-presidente della Federal Reserve Alan Greenspan nella primavera del 2005, parlando se non di «bolla» speculativa, di «schiuma» (come quella dei cappuccini) che si sarebbe creata nel mercato immobiliare.
I dati più recenti, quelli di inizio agosto, sono però inequivocabili, anche perché vengono da due aziende leader che operano negli snodi critici del mercato e che godono dunque di un punto privilegiato di osservazione. La prima è Countrywide Financial Corporation, la più grande organizzazione finanziaria del paese nel campo della concessione di mutui immobiliari. Nell'ultimo mese Countrywide ha visto un crollo del 19% delle richieste di mutui. E ha immediatamente licenziato 382 dipendenti.«La gente è troppo ottimista - ha detto il direttore generale di Countrywide, Angelo Mozilo - quando continua a parlare di atterraggio morbido». Il secondo operatore a suonare l'allarme in questi giorni è stato Toll Brothers, azienda leader nelle case di lusso (ne costruisce oltre 9 mila ogni anno). Nell'ultimo trimestre gli ordini di abitazioni Toll sono scesi del 47% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. «Sembra che il rallentamento del mercato - ha detto al Los Angeles Times Robert Toll, amministratore delegato della società - durerà almeno altri sei mesi, che potrebbero però diventare anche due anni». Da tenere presente che fino alla primavera scorsa Robert Toll era considerato uno degli operatori più «tori», ovvero più ottimisti sulle prospettive dell'immobiliare. Ma altri segnali non incoraggianti vengono dal mercato delle seconde case. In alcune aree costiere della Florida, dominate dalle seconde case, si segnalano cadute dei prezzi nell'ordine dell'8% sull'anno precedente, in New Jersey siamo sul meno 10-15%. La crisi tocca anche le ville super-lussuose degli Hamptons, nei pressi di Long Island dove gli agenti immobiliari hanno iniziato a produrre spot televisivi per vendere le case ed organizzano veri e propri ricevimenti con vini e formaggi francesi per attirare potenziali acquirenti. Quello delle seconde case è un mercato ovviamente più «discrezionale», non guidato da necessità abitative urgenti (matrimonio, divorzio, trasferimento per lavoro) ed è caratterizzato da oscillazioni più marcate rispetto a quello delle prime case.
Il caso di San Diego è poi ancora più significativo. Qui il boom immobiliare è stato davvero straordinario. Dopo la crisi dei primi anni '90, dovuta ai tagli all'industria militare e aerospaziale, dal 1995 ad oggi i prezzi delle case sono triplicati. Ma anche qui il crash sembra dietro l'angolo: ovunque fioriscono i cartelli for sale e si diffonde la pratica delle riduzioni di prezzo, nell'ordine dei 20, 30 e anche 50 mila dollari. L'aumento di prezzi e di vendite negli ultimi dieci anni era stato spinto dal basso livello dei tassi di interesse, da nuove facilitazioni fiscali e dall'introduzione di nuovi strumenti, alcuni piuttosto disinvolti, per finanziare gli acquisti immobiliari. In pratica si è consentito di acquistare case di alto valore a chi aveva redditi limitati, con anticipi in contanti nulli e rate procrastinate nel tempo. Il castello di carte ha retto fino ad un certo punto, ma oggi l'aumento dei tassi ne ha accentuato e accelerato la caduta. E questo introduce l'altro tema molto dibattuto tra politici, economisti e operatori dell'immobiliare: le conseguenze che la ormai pressoché certa caduta del mercato delle case avrà sull'economia americana. Perché, al contrario di quanto era successo in altri momenti di crisi, oggi potrebbe essere l'immobiliare a rallentare l'economia e non la situazione economica generale ad essere motivo di arretramento nel mercato delle abitazioni. All'inizio degli anni 2000 il settore aveva tirato l'economia americana fuori da una mini-recessione e il recente boom ha consentito agli americani di indebitarsi usando l'abitazione come garanzia per i prestiti e di spendere quel denaro, tenendo alto il livello dei consumi. Si calcola che un terzo circa della crescita economica recente sia da attribuire all'immobiliare. Una decisa correzione, come quella che ormai quasi tutti si aspettano, potrebbe ridurre la crescita del Pil di un 1,5%. «Credo che le cose peggioreranno ancora molto prima che si possano vedere dei segnali di ripresa», ha dichiarato al New York Times Greg Gieber, un rispettato analista del settore.
 
Non vedo l'ora, ho venduto molti immobili, e volevo ricomprarli a -60%:D

Saluti
 
vampiri!!!

:D :D
 
anche io aspetto, non per guadagnarci ma per comprare la prima casa.
con i prezzi che ci sono in giro al momento posso permettermi solo una capanna :( , però con tutti i confort :D
 
Beh, ma se il mercato immobiliare fa "crash' negli USA, la FED inietterebbe ancora liquidita' secondo voi?

Poi, non capisco se state sperando che i prezzi scendano anche qua' oppure siete interessati ad un'investimento immobiliare negli states?
 
Aulin ha scritto:
Non vedo l'ora, ho venduto molti immobili, e volevo ricomprarli a -60%:D

Saluti
-60 !!! :p :p :p temo per te che sarà una luuuunga attesa.
Non sapevo che esistesse il trading con gli immobili :D :D
 
Non credo che quanto avviene negli Usa avvenga poi in Italia tuttavia se il mercato dovesse scendere (per me si è stabilizzato da circa un anno,) spero vada giu' m olto soprattutto sulle case al mare e in montagna dove i prezzi sono folli.
 
ScubaDuc ha scritto:
Beh, ma se il mercato immobiliare fa "crash' negli USA, la FED inietterebbe ancora liquidita' secondo voi?

vi sono commentatori che parlano di un allentamento della stretta monetaria da parte della FED a partire dall'autunno/inverno.
ciò però non in relazione al solo mercato immobiliare, ma per via della recessione imminente.

qui un'analisi interessante:
http://www.rgemonitor.com/blog/roubini/140414
ciao
 
leo66 ha scritto:
Non credo che quanto avviene negli Usa avvenga poi in Italia tuttavia se il mercato dovesse scendere (per me si è stabilizzato da circa un anno,) spero vada giu' m olto soprattutto sulle case al mare e in montagna dove i prezzi sono folli.

Per me anche in Italia siamo in piena bolla speculativa.

A Firenze, dove vivo, gli appartamenti quotano attorno ai 400-500 mila euro, cifre assolutamente senza significato.
Io vorrei proprio sapere chi ha i soldi per pagare questi mutui.
Gli unici che conosco sono signorotti anziani che comprano case alla cieca perchè "...tanto non ci si rimette mai".

Invito tutti a fare una semplice indagine, per capire che le cifre chieste non hanno alcun fondamento: trovate una casa in una zona disagiata. NON ESISTE PIU'!!!

In centro costano care...perchè sono in centro e ci sono tanti mezzi di trasporto.
In periferia costano care...perchè sono in zona signorile (???) e residenziale.
In campagna costano care...perchè sono villette costruite nel verde e non c'è problema di parcheggio.
In cima ai monti costano care...perchè godono di vista panoramica e si respira aria buona.
Nelle zone industriali costano care...perchè sono vicine ai posti di lavoro.

In poche parole non esite una "curva dei prezzi", curva in cui il prezzo dipende dalle caratteristiche dell'immobile, basta che si chiami casa ed il prezzo è quello.

Come nella curva dei tassi, una curva piatta è sinonimo di guai in vista, altrettanto una curva piatta nei prezzi delle case, sicuramente, è sinonimo di guai.
 
Per me anche in Italia siamo in piena bolla speculativa........

Se parliamo di prezzi folli concordo; tuttavia non credo che i prezzi possano scendere
del 30-50% come i mercati azionari. Almeno nelle mie zone sono scesi i prezzi dei capannoni, i prezzi degli affitti e che gli immobili sono fermi da circa un anno; magari spunti un 3.-5% in meno di qualche mese fa per cui se bolla intendiamo questo concordo al 100% se invece pensiamo che gli immobili possano finire a metà prezzo dubito. Da cui dovremo capire cosa intendiamo per bolla.
 
mazzolo12 ha scritto:
....Io vorrei proprio sapere chi ha i soldi per pagare questi mutui.
Gli unici che conosco sono signorotti anziani che comprano case alla cieca perchè "...tanto non ci si rimette mai"....
.

secondo me in italia dopo la speculazione a seguito del passaggio lira \euro ci si è messo lo scudo fiscale...

tutti quei capitali rientrati a costo zero sono stati gettati a capofitto nel mercato immobiliare.

certo che finiti quelli e finiti i passaggi vendendo e comprando + grandi il mercato dovrebbe darsi una calmata...

dico dovrebbe perchè che che se ne dica non ricordo un calo del mercato immobiliare, spesso paventato, ma mai realizzato. + probabile che i prezzi si fermino x qualche tempo.
 
se vanno giu si compra tanto fra 30 anni al minimo ci riprendi l'inflazione a meno che il mondo finisca e allora non vale la pena fare nulla o altro ma non saprei.
Chi ha preso la casa col mutuo beh è come quello che ha preso tiscali a 109.7 euro...
 
secondo voi di quanto potrebbero scendere i prezzi nei prossimi due anni?
siete convinti che comptrando oggi(anche a questi prezzi)e tenendo per i prossimi 10/20 anni,sia un cattivo investimento,peggio di un investimento su un total return o un btp o un azionario internazionale??
 
$o$ ha scritto:
secondo voi di quanto potrebbero scendere i prezzi nei prossimi due anni?
siete convinti che comptrando oggi(anche a questi prezzi)e tenendo per i prossimi 10/20 anni,sia un cattivo investimento,peggio di un investimento su un total return o un btp o un azionario internazionale??

'Spetta che chiedo a Frate Indovino... :D ;)
 
Quando l'offerta supererà la domanda come negli usa (e a questi prezzi e con i tassi crescenti dovrà accadere) i prezzi si riadeguaranno al mercato anche da noi.
Chi specula anncora oggi sul mattone corre il rischio di sbatterci la capoccia sopra. :D
 
e lo abbiamo capito tutti ma ci interssa sapere come va a finire in italia..................
 
WOW......sboom immobiliare + crollo del Dollaro OK! OK! OK! OK! OK!

mi faccio la casa in USA :D :D :D :D :D :D
 
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