I FURBETTI CHIC - QUASI TUTTI I COMPONENTI DEL “SALOTTO BUONO” CONTANO SUI VANTAGGI DEL PARADISO FISCALE - DALLA FIAT ALLA MERLONI, DA DELLA VALLE A MARCEGAGLIA FINO ALLA PIRELLI, IL CUORE DEL CAPITALISMO FAMILIARE ITALIANO È CONCENTRATO IN LUSSEMBURGO..
Gennaro Sangiuliano per l’indipendente
La Fiat Finance, statutariamente una società anonima, è in rue Aldringen, al numero 13, allo stesso indirizzo gli atti societari indicano la presenza della Ferrari International, société anonime. L’Ifil Investissements (la superfinanziaria degli eredi Agnelli) è, invece, non lontano, a boulevard Royal. Moderni grattacieli con soluzioni architettoniche ardite, piccole targhe ottonate che indicano gli illustri inquilini societari, in meno di un chilometro quadrato del quartiere degli affari del Granducato del Lussemburgo si concentra il cuore del capitalismo familiare italiano.
A due numeri civici dalla galassia Fiat, all’11 della stessa rue Aldrigen ha sede un altro pezzo di imprenditoria italiana: l’Italcementi, anch’essa una société anonime, mentre in avenue de la Liberté, al civico otto, è l’Italmobiliare, inutile ripetere che è anch’essa una société anonime. Il Lussemburgo, piaccia o no, è il terminale societario dove finiscono quasi tutti i pezzi pregiati del cosiddetto “salotto buono” del capitalismo italiano, quello che per intenderci muove la grande editoria e gli aggregati bancari. La Merloni Finanziaria non è solo a Fabriano dove la nota famiglia produttrice di elettrodomestici ha i suoi stabilimenti, ma anche in avenue de la Gare 8-10. I Merloni hanno in Lussemburgo anche la Family Finance, esattamente in avenue de la Liberté.
In questa stessa strada è anche un altro gruppo storico del capitalismo italiano: la Franco Tosi Finance. In Lussemburgo non poteva mancare la Pirelli Finance, Société Anonime, al boulevard Prince Henri al civico 13, mentre da queste parti è anche la Marcegaglia International Holdilg SA.
Quando, ai tempi della contesa sulla Banca Nazionale del Lavoro, fu chiesto in un’intervista a Stefano Ricucci perché la sua società capofila, la “Magiste”, fosse in Lussemburgo, l’ex odontotecnico rispose: «La porterò in Italia quando lo farà anche Della Valle». Il riferimento era alla Dorint Holding S.A., qualificata come “Société Anonyme”, con sede in rue Joseph Hackin, la holding con la quale il celebre industriale calzaturiero di Casette d’Ete ha partecipazioni strategiche in Rcs e Mediobanca. In Germania la Bmw o la Mercedes, aziende simbolo dell’economia tedesca, non si sognerebbero mai di avere i loro terminali in società lussemburghesi o che lo facessero, in Francia, gli attivi finanzieri transalpini.
La presenza così massiccia del capitalismo italiano in Lussemburgo, Paese che non i giornalisti, ma l’Ocse, ha qualificato come “paradiso fiscale” è un tema tabù. C’è poca traccia sui giornali. Qualche tempo fa fu l’economista Luigi Spaventa, ex presidente della Consob, a spiegare i perché, oltre i vantaggi fiscali, di queste allocazioni che conducono a «un’opaca catena di società ».
Il Lussemburgo è un Paese dell’Unione Europea, anzi uno dei fondatori, e suoi soggetti societari operano liberamente, come è giusto che sia nel territorio dell’Unione in virtù dei principi che hanno creato un’area di mercato comune. Ma il Granducato è anche una nazione che ama la riservatezza societaria e bancaria. I vantaggi sono ben chiari.
07 Settembre 2007
Fonte:
Dagospia