Poiché il soggetto è di mio interesse, ho deciso di aprire questo spazio anche e soprattutto al fine di dare ordine alle mie idee e mettere ordine ad un'analoga iniziativa comparsa nel forum. L'obiettivo è ambizioso ma limitato: esaminare i diversi aspetti della mia attività attuale di scalping conscio che da uno scambio approfondito di esperienze tutti si possa migliorare. Vorrei anche specificare che non ho conoscenze speciali in proposito e quindi che tutto ciò che segue è frutto di mie riflessioni, buona parte delle quali potrebbe essere sbagliata. Secondo me infatti (e so di contraddirmi) ogni affermazione sull'attività di trading dovrebbe essere avanzata sulla base di una seria indagine matematica e statistica sui dati del passato, essendo questo l'unico metodo che abbiamo a disposizione per valutare criticamente le molteplici considerazioni, anche avanzate dalla stampa, che poi si dimostrano prive di fondamento. Tuttavia, pensare senza agire e agire senza pensare sono entrambi modi di sbagliare, per cui, anche se mi mancano tali indagini, voglio almeno disporre in modo organico le osservazioni intuitive che ho accumulato nella mia attività. Mi scuso se buona parte di queste potranno risultare del tutto ovvie e banali.
Che cos'è lo scalping
Una definizione precisa di scalping credo non si possa dare: c'è chi parla di 20 operazioni al giorno (10 in apertura ed altrettante in chiusura), c'è chi parla di 100 o più. Ritengo la discussione di non molto interesse. Parafrasando Shakespeare: that wich we call a rose by any other name would smell as sweet: non sono importanti i nomi delle cose ma solo le loro proprietà strutturali.
Aspetti psicologici
Uno degli aspetti più interessanti dell'attività di trading è, secondo me, che non bisogna essere dotati né di particolare intelligenza né di particolari conoscenze e nemmeno di grande cultura per poter avere successo. Con questo non voglio affermare che tutte queste cose non servano ma semplicemente che si può avere successo senza esserne dotati (o almeno essendone dotati in misura anche superficiale) e viceversa che si possono possedere tutte queste qualità e non riuscire a guadagnare. Insomma il trading, soprattutto oggi che tende a mettere a disposizione di chiunque le stesse informazioni e le stesse dotazioni tecnologiche, sembra, nella sua democraticità, non privilegiare nessuno. Perché? Quali sono allora le doti che fanno un buon scalper o un buon trader? E' difficile rispondere a tale domanda ma sono portato ad affermare che esse siano innazitutto di carattere psico-emozionale. Non a caso molti grandi trader del passato e del presente non mancano di consigliare a chi inizia tale attività di esaminare i propri comportamenti in modo critico e cercare di adattare le strategie utilizzate ed in particolare la scelta del frame alla propria psicologia. Una delle qualità essenziali da perseguire, a mio parere l'umiltà, deve quindi aiutarci ad evitare di pensare che il mercato girerà a nostro favore secondo le idee che ci siamo fatti su esso. Insomma è inevitabile sbagliare ma quello che possiamo e dobbiamo evitare è di perseguire nell'errore. E' vero, alcune volte potremo avere ragione, effettivamente anche riuscire a guadagnare da un'operazione iniziata male ma basterà anche una sola volta in cui avremo sbagliato e continueremo ad insistere nell'errore che potrremo subire conseguenze economiche anche molto gravi. So di dire banalità ma la vecchia regola, taglia le perdite (stop-loss) e lascia correre i profitti è quella che, non sempre seguita, è la maggiore causa delle mie minus-valenze o dei miei mancati guadagni. Mi accorgo sempre di più che il peggiore nemico nel trading sono io stesso e la mia presunzione di non sbagliare o l'incapacità di accettare l'errore e i propri limiti. State molto attenti quando pensate di essere bravi: è facile essere bravi quando tutto sale e si comprano azioni ma la propria bravura non la si misura così: i fondi si valutano negli anni in cui la borsa è in discesa. Ed è ancora la presunzione e la voglia di strafare che spesso mi fa e ci fa dimenticare che le idee più semplici sono quelle che nell'attività di trading con qualunque frame sono quelle di maggiore successo.
L'impatto delle notizie
In teoria un buon trader dovrebbe sapere valutare di volta in volta quale impatto possano avere le notizie che compaiono nel monitor ma, a parte quelle prevedibili, ad esempio l'uscita di dati economici, in particolare americani, ad una certa ora (in genere 14.30), non riesco a seguire altro perché occupato nel tading, né credo molto nella loro utilità perché quando appaiono nel monitor in genere è già troppo tardi per prendere posizione. Secondo me un'attenta lettura dei grafici ed un uso adeguato degli stop-loss può metterci al riparo dal peso che può avere una news. Diversa è la questione per ciò che riguarda un frame diverso e più lungo.
La dotazione tecnologica
Non credo molto a quelli che hanno davanti a sé 4-5 schermi o anche più: io a mala pena riesco a seguire l'unico strumento su cui opero e cioè il fib. A mio avviso sono invece necessarie tali strumentazioni: due monitor, uno collegato ad internet perennemente, che ci permetta di operare, un altro collegato via antenna o satellite per seguire i dati che influenzano le nostre scelte: grafici, strumenti (sp500, dax ecc.), news, un buon book e quant'altro. E' chiaro che alcuni di tali dati possono anche essere tratti da internet. Sarebbe importante avere a disposizione una storicizzazione di tali dati anche perché le nostre operazioni intraday non dovrebbero non tener conto di un'analisi di medio e breve periodo. Potrebbe poi essere utile disporre di un buon trading system ma, a meno di non possedere un sistema ordini automatico collegato al TS, si deve comunque tener conto del rischio di dover prendere in considerazione troppi dati contemporaneamente.
Che cos'è lo scalping
Una definizione precisa di scalping credo non si possa dare: c'è chi parla di 20 operazioni al giorno (10 in apertura ed altrettante in chiusura), c'è chi parla di 100 o più. Ritengo la discussione di non molto interesse. Parafrasando Shakespeare: that wich we call a rose by any other name would smell as sweet: non sono importanti i nomi delle cose ma solo le loro proprietà strutturali.
Aspetti psicologici
Uno degli aspetti più interessanti dell'attività di trading è, secondo me, che non bisogna essere dotati né di particolare intelligenza né di particolari conoscenze e nemmeno di grande cultura per poter avere successo. Con questo non voglio affermare che tutte queste cose non servano ma semplicemente che si può avere successo senza esserne dotati (o almeno essendone dotati in misura anche superficiale) e viceversa che si possono possedere tutte queste qualità e non riuscire a guadagnare. Insomma il trading, soprattutto oggi che tende a mettere a disposizione di chiunque le stesse informazioni e le stesse dotazioni tecnologiche, sembra, nella sua democraticità, non privilegiare nessuno. Perché? Quali sono allora le doti che fanno un buon scalper o un buon trader? E' difficile rispondere a tale domanda ma sono portato ad affermare che esse siano innazitutto di carattere psico-emozionale. Non a caso molti grandi trader del passato e del presente non mancano di consigliare a chi inizia tale attività di esaminare i propri comportamenti in modo critico e cercare di adattare le strategie utilizzate ed in particolare la scelta del frame alla propria psicologia. Una delle qualità essenziali da perseguire, a mio parere l'umiltà, deve quindi aiutarci ad evitare di pensare che il mercato girerà a nostro favore secondo le idee che ci siamo fatti su esso. Insomma è inevitabile sbagliare ma quello che possiamo e dobbiamo evitare è di perseguire nell'errore. E' vero, alcune volte potremo avere ragione, effettivamente anche riuscire a guadagnare da un'operazione iniziata male ma basterà anche una sola volta in cui avremo sbagliato e continueremo ad insistere nell'errore che potrremo subire conseguenze economiche anche molto gravi. So di dire banalità ma la vecchia regola, taglia le perdite (stop-loss) e lascia correre i profitti è quella che, non sempre seguita, è la maggiore causa delle mie minus-valenze o dei miei mancati guadagni. Mi accorgo sempre di più che il peggiore nemico nel trading sono io stesso e la mia presunzione di non sbagliare o l'incapacità di accettare l'errore e i propri limiti. State molto attenti quando pensate di essere bravi: è facile essere bravi quando tutto sale e si comprano azioni ma la propria bravura non la si misura così: i fondi si valutano negli anni in cui la borsa è in discesa. Ed è ancora la presunzione e la voglia di strafare che spesso mi fa e ci fa dimenticare che le idee più semplici sono quelle che nell'attività di trading con qualunque frame sono quelle di maggiore successo.
L'impatto delle notizie
In teoria un buon trader dovrebbe sapere valutare di volta in volta quale impatto possano avere le notizie che compaiono nel monitor ma, a parte quelle prevedibili, ad esempio l'uscita di dati economici, in particolare americani, ad una certa ora (in genere 14.30), non riesco a seguire altro perché occupato nel tading, né credo molto nella loro utilità perché quando appaiono nel monitor in genere è già troppo tardi per prendere posizione. Secondo me un'attenta lettura dei grafici ed un uso adeguato degli stop-loss può metterci al riparo dal peso che può avere una news. Diversa è la questione per ciò che riguarda un frame diverso e più lungo.
La dotazione tecnologica
Non credo molto a quelli che hanno davanti a sé 4-5 schermi o anche più: io a mala pena riesco a seguire l'unico strumento su cui opero e cioè il fib. A mio avviso sono invece necessarie tali strumentazioni: due monitor, uno collegato ad internet perennemente, che ci permetta di operare, un altro collegato via antenna o satellite per seguire i dati che influenzano le nostre scelte: grafici, strumenti (sp500, dax ecc.), news, un buon book e quant'altro. E' chiaro che alcuni di tali dati possono anche essere tratti da internet. Sarebbe importante avere a disposizione una storicizzazione di tali dati anche perché le nostre operazioni intraday non dovrebbero non tener conto di un'analisi di medio e breve periodo. Potrebbe poi essere utile disporre di un buon trading system ma, a meno di non possedere un sistema ordini automatico collegato al TS, si deve comunque tener conto del rischio di dover prendere in considerazione troppi dati contemporaneamente.