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Gas senza fiato, anche troppo
Le quotazioni sono al minimo degli ultimi sette anni e le scorte restano elevate. Ma incombe la stagione degli uragani e il ratio con l’oil è al top
di GIANLUIGI RAIMONDI
Con un ribasso da gennaio superiore al 40% e i corsi al minimo degli ultimi sette anni, le quotazioni del gas naturale resta nell’occhio del ciclone. Ma proprio una situazione climatica avversa potrebbe favorire un prossimo rimbalzo dei prezzi. Nel golfo del Messico, zona dove si trovano piattaforme offshore essenziali per soddisfare i fabbisogni di gas del Nord America, la stagione degli uragani sta per raggiungere il suo picco con tutte le problematiche che potrebbero sorgere sul lato dell’offerta.
Certo, almeno per il momento, secondo i dati del Dipartimento dell’Energia statunitense le scorte sono superiori del 19% rispetto alla media quinquennale (ragione per cui il future al Nymex di New York ha seguito un trend ribassista). Tuttavia lo stesso istituto, a prescindere da eventuali
danni metereologici, prevede che nei prossimi sei mesi la produzione possa calare del 2,8 per cento. Uno scenario riporterebbe equilibrio tra domanda e offerta, considerando il ciclico incremento degli stock da parte delle utility in autunno in vista dell’aumento della richiesta invernale. E c’è dell’altro. Il ratio, ossia il differenziale di prezzi, tra il gas naturale e il petrolio Wti ha raggiunto il livello più alto dal 1990.
«Una situazione - afferma Chris Jarvis, presidente di Caprock Risk Management che evidenzia un forte ipervenduto tecnico del gas e, di conseguenza, un potenziale recupero dei corsi, almeno in ottica di breve termine».
Per sfruttare una possibile inversione rialzista del trend del gas naturale, oltre al future trattato a New York, a Piazza Affari sono disponibili due Etc (codici Isin GB00B15KY104 e JE00B2NFTQ41) emessi da Etf Securities e due certificati di tipo investment offerti di Abn Amro e Banca Imi (Isin NL0000472082 e IT0004157449).
Immagini allegate
Gas senza fiato, anche troppo
Le quotazioni sono al minimo degli ultimi sette anni e le scorte restano elevate. Ma incombe la stagione degli uragani e il ratio con l’oil è al top
di GIANLUIGI RAIMONDI
Con un ribasso da gennaio superiore al 40% e i corsi al minimo degli ultimi sette anni, le quotazioni del gas naturale resta nell’occhio del ciclone. Ma proprio una situazione climatica avversa potrebbe favorire un prossimo rimbalzo dei prezzi. Nel golfo del Messico, zona dove si trovano piattaforme offshore essenziali per soddisfare i fabbisogni di gas del Nord America, la stagione degli uragani sta per raggiungere il suo picco con tutte le problematiche che potrebbero sorgere sul lato dell’offerta.
Certo, almeno per il momento, secondo i dati del Dipartimento dell’Energia statunitense le scorte sono superiori del 19% rispetto alla media quinquennale (ragione per cui il future al Nymex di New York ha seguito un trend ribassista). Tuttavia lo stesso istituto, a prescindere da eventuali
danni metereologici, prevede che nei prossimi sei mesi la produzione possa calare del 2,8 per cento. Uno scenario riporterebbe equilibrio tra domanda e offerta, considerando il ciclico incremento degli stock da parte delle utility in autunno in vista dell’aumento della richiesta invernale. E c’è dell’altro. Il ratio, ossia il differenziale di prezzi, tra il gas naturale e il petrolio Wti ha raggiunto il livello più alto dal 1990.
«Una situazione - afferma Chris Jarvis, presidente di Caprock Risk Management che evidenzia un forte ipervenduto tecnico del gas e, di conseguenza, un potenziale recupero dei corsi, almeno in ottica di breve termine».
Per sfruttare una possibile inversione rialzista del trend del gas naturale, oltre al future trattato a New York, a Piazza Affari sono disponibili due Etc (codici Isin GB00B15KY104 e JE00B2NFTQ41) emessi da Etf Securities e due certificati di tipo investment offerti di Abn Amro e Banca Imi (Isin NL0000472082 e IT0004157449).
Immagini allegate