Report S&P sulla chimica europea.

  • Ecco la 67° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Nell’ultima settimana borsistica, i principali indici globali hanno messo a segno performance positive. In assenza di dati macro di rilievo, gli operatori si sono focalizzati sugli utili societari e sulle banche centrali. La stagione delle trimestrali è infatti entrata nel vivo in Europa e a Piazza Affari con oltre la metà dei 40 titoli che compongono il Ftse Mib ad alzare il velo sui conti. Per quanto riguarda le banche centrali, la Reserve Bank of Australia ha lasciato i tassi di interesse invariati, come previsto. Anche la Bank of England ha lasciato fermi i tassi, con due voti a favore di un taglio immediato sui nove totali. La Riksbank svedese ha invece tagliato i tassi per la prima volta in otto anni, riducendo il costo del denaro di 25 punti base al 3,75%, evidenziando la divergenza dell’Europa dalla linea dura della Fed. Per continuare a leggere visita il link

I96MARK grazie infinite per le news su Rhodia
 
Eccola qua... che dire, a prima vista, i progressi sull'anno scorso continuano ad essere evidenti... l'avevo un po' lasciata perdere quando ero passato ad Ineos, ora nella chimica sono dentro solo in Ciba...

Free cash flow a quota 53 mln euro nel Q3, contro un fcf negativo per 10 mln euro lo scorso anno ed attesa di 100 mln di fcf come risultato complessivo del 2007... EBITDA in salita del 20% a 192 mln euro, fatturato da vendite, come detto, in crescita del 7% y-o-y... EBITDA margin in salita di più di 1,5 punti pct a quota 15,2% nel Q3... utile netto calato rispetto al quarter precedente, nella parte più bassa della forchetta del forecast...

I risultati, pure buoni, scontano l'impatto negativo del cambio sfavorevole all'euro.

Rhodia preannuncia un net debt\EBITDA sotto il 2x a fine anno, con un anno di anticipo rispetto a quanto pianificato, ed una forte crescita dell'EBITDA nel Q4...

Rhodia sees FY free cash flow over 100 mln eur after 53 mln FCF in Q3 UPDATE
11.06.07, 2:55 AM ET

(updates with more on full year prospects; other details)

PARIS (Thomson Financial) - French chemicals group Rhodia said free cash flow swung to a positive 53 mln eur in the third quarter from a negative 10 mln a year ago and it expects to post positive FCF of more than 100 mln in the full year.

Third-quarter EBITDA from continuing activities jumped 20 pct to 192 mln eur from 160 mln as sales expanded 7 pct to 1.261 bln eur from 1.179 bln. The recurring EBITDA margin rose to 15.2 pct from 13.6 pct.

FCF was ahead of analysts' expectations while EBITDA was at the lower end of estimates.

Net profit dropped to 45 mln eur from 70, also towards the lower end of analysts' forecasts of 42-58 mln.

Sales volumes grew 9 pct amid strong demand and prices rose an average 3 pct, but Rhodia suffered a 4.4 pct negative impact from unfavourable foreign exchange rates and also faced high raw materials and energy costs, it said.

In the energy services division, recurring EBITDA jumped to 41 mln eur from 2 mln a year ago, with 39 mln of EBITDA in the latest period coming from the trading of carbon dioxide emissions rights, which began in the fourth quarter of last year.

FCF for the nine months to September is 41 mln eur, compared to cash outflow of 124 mln in the year-earlier period, Rhodia said

The company said it expects the ratio of net debt to recurring EBITDA to drop below two times at the end of 2007, a year ahead of its commitment.

Rhodia also forecasts 'strong growth in recurring EBITDA' for the full year.

The level of demand is expected to remain favourable in most regions, with strong volumes and a solid pricing power, in an environment still influenced by high raw material and energy costs, it said.

The foreign exchange environment is also likely to remain unfavourable, the company said.


Andrew.Newby@Thomson.com
 
Interessante questa Reuters che fornisce news recenti sulla situazione debitoria ... Cognis starebbe procedendo alla vendita di asset in Asia (il 50% di una jv in Malesia, trattative in stadio molto avanzato) con l'intento di utilizzare i proventi o per effettuare acquisizioni sinergiche oppure per ripagare anticipatamente parte del debito.

Nel secondo caso, Cognis prospetta il riacquisto dei propri bond FRN. La notizia ha rafforzato i corsi dei bond, sia il 9,5% TF sia il bond FRN.

Apprendo da queste news che Cognis ha recentemente rifinanziarìto 2 mld euro di debito, ottenendone un abbattimento di costi nell'ordine di 74 mln euro annui, ma assumendo in quel contesto l'impegno a non redimere il proprio debito per il 18 mesi successivi alla metà del 2007 (ndr: altri tempi...;)).

La società si prepara inoltre ad ulteriori dismissioni, in primis la propria sussidiaria che fornisce materie chimiche alla produzione tessile e alla lavorazione dei pellami.

Il fatturato da vendite di Cognis è salito nei primi 9 mesi del 2007 dell'8%. Core profits in crescita del 2,5%, ma perdita netta attesa per quest'anno a quota 82 mln euro, per effetto dei costi una tantum del finanziamento del debito, prescindendo dai quali la socistà avrebbe avuto un utile netto di 21 mln euro, in crescita del 16% y-o-y.

Cogni ha un forecast positivo per il prossimo anno, nonostante il peggioramento della congiuntura economica globale, per le vendite ed i core profits...

Cognis may repay debt early from stake sale
Reuters Thursday November 29 2007
(Adds comments, details, debt prices)
By Mantik Kusjanto and Frank Siebelt

FRANKFURT, Nov 29 (Reuters) - German specialty chemical maker Cognis is in advanced talks with an Asian buyer for its 50 percent stake in Cognis Oleochemicals in Malaysia, its finance head said on Thursday.
"We are now focusing on selling the stake to a strategic buyer," Klaus Edelmann told Reuters in a telephone interview, adding that the potential buyer was from Asia.

"The talks are in quite an advanced stage," he said.
Cognis, controlled by Permira and GS Capital Partners, has said it wants to sell its stake in its 50:50 oleochemicals joint venture with Malaysian plantation firm Golden Hope

Cognis Oleochemicals, one of the world's leading manufacturers of oleochemicals, had sales of 553 million euros ($819 million) in 2006. In the nine months to September, the unit's sales rose 8 percent to 450 million euros.

Oleochemicals are chemicals derived from natural oils or fats for use in detergents, laundry softeners and paper chemicals.
Golden Hope has now merged with other Malaysian companies to form Synergy Drive.

Edelmann also said the company could use proceeds from the stake sale for acquisitions to complement its portfolios or to redeem part of its 2.3 billion euros of debt.

"If we look beyond 2008...we could fully repay our floating rate notes," he said, adding that it has about 1.6 billion euros of such notes outstanding.
Cognis recently refinanced its 2 billion euros of debt, allowing the company to save about 74 million euros a year in interest expenses.

As part of the debt refinancing, Cognis cannot redeem its debt for 18 months from the middle of this year.

By 1211 GMT, five-year credit default swaps on Cognis were 30 basis points tighter at 555 basis points, one trader said.

In the cash market, Cognis' 9.5 percent fixed rated bond due 2014 tightened 2.5 basis points and its floating-rate note due 2013 was 1 basis point up.

Edelmann also said the company had started the process to sell its subsidiary, Pulcra Chemicals, which supplies process chemicals to the textile and leather industries.

In 2006, the unit had sales of 258 million euros. It has productions sites in Germany, Turkey, Italy, Spain, Mexico, Brazil, China, India, Indonesia and the United States.

Cognis on Thursday reported a 2.5 percent rise in nine-month adjusted core profit to 311 million euros as cost cuts and higher prices more than offset rising raw material prices.

Edelmann also said the company expected to suffer net losses for the full year partly because of one-time refinancing costs. Nine-month net loss was 82 million euros.

Excluding one-time effects, net profit rose 16 percent to 21 million euros.
Edelmann said he expected core profit and sales to continue growing next year, despite tougher global economic conditions. (Additional reporting by Maya Thatcher in London; Editing by Andrew Callus)
 
Arriva l'aggiornamento del report di S&P sulla chimica...

Lo sintetizzo con maggiore velocità rispetto al precedente, per il quale avevo effettuato una esposizione più ampio, per il fatto che questo report conferma grosso modo le indicazioni di massima per l'evoluzione del comparto della chimica europea già espresse nel rapporto precedente, con differenze direi marginali.

Il trend di fond resta quello di un 2008 ancora in crescita per tutto il comparto, in vista di un indebolimento previsto per il 2009.

Semmai, rispetto al quadro prospettato nel precedente report (che dava per possibile un certo indebolimento del ciclo attuale di crescita già nel 2008) quello attuale mi sembra un filo più ottimista nello spostare in avanti, ossia nel 2009, la fase di rallentamento vera e propria.

Il 2008 viene invece considerato come un ulteriore "anno buono", seppure non così buono come il 2007.

La debolezza dell'USD dovrebbe incidere negativamente sul valore del fatturato in misura pari mediamente al 2% per le società del settore rateate da S&P, mentre l'attività di M&A, molto forte nel 2007, dovrebbe attenuarsi nel prossimo anno su livelli tali da non incidere significativamente sui rating delle società coinvolte.

Anche la politica di distribuzione del cash agli azionisti non dovrebbe incidere sulla qualità finanziaria degli emittenti, sebbene la prosecuzione del buon momento del settore autorizzi ad ipotizzare dividendi e buyback in crescita sul 2007.

In ultima analisi, l'unico vero rischio per la chimica nel 2008, secondo S&P, è quello di una recessione USA con forte rallentamento dell'economia globale.

Un tale scenario limiterebbe il pricing power, ossia quella capacità di trasferire a valle della filiera produttiva gli aumenti nei costi subiti sulle materie prime, alzando i prezzi praticati alla clientela. Il pricing, per S&P, ha costituito la vera carta vincente del comparto nell'anno appena trascorso.

Al momento S&P reputa tale rischio improbabile a realizzarsi ed ipotizza per il settore un 2008 con buona crescita e bassi livelli di default.

Nel 2009 la situazione cambia e si diversifica anche per sottocomparti. Si prevede in generale una fase di stabilizzazione, quando non declinante, del trend della chimica europea, con una possibile salita dei livelli di default.

Si conferma rispetto al report precedente l'attesa per un indebolimento sensibile della petrolchimica (con probabili difficoltà per i produttori più pesantemente indebitati, come Ineos e Basell), a causa dell'attesa sovracapacità produttiva conseguente alla entrata in funzione degli impianti mediorientali. La situazione peggiorerebbe se alla debolezza del comparto si accompagnasse un forte rallentamento economico.

Per la chimica delle specialità - per la quale il 2008 si prospetta ancora favorevole, ma con un quadro meno forte per quei produttori che operano in segmenti in cui c'è maggiori difficoltà ad alzare i prezzi, come Ciba e Clariant e più benevolo per quelli presenti in segmenti in cui c'è maggiore pricing power, come Rhodia - l'eventuale indebolimento del ciclo nel 2009 è compensato dal previsto calo di prezzo dei prodotti petrolchimici, che per queste aziende rappresentano le materie prime.

S&P si spinge ad ipotizzare un contesto abbastanza favorevole per questo comparto della chimica (a causa in ultima analisi di un'atteso forte calo del petrolio e dei suoi derivati dopo la dipartita di Bush, anche se non viene esplicitato con questa chiarezza) anche per gli anni a venire.

Buono cmq in prospettiva resta invece l'andamento dell'agrochimica, sulla spinta di una domanda asiatica che continua a prevedersi favorevole.

Anche migliore la performance prevista per il segmento dei gas industriali (Linde ed Air Liquide), caratterizzati da un pricing forte e stabile che consente di trasferire rapidamente lungo la filiera produttiva incrementi di costi derivanti in particolare da crescita della fattura energetica, così consentendo anche qui il mantenimento dei margini.

Per i due produttori sopra citati S&P prevede che essi aumenteranno significativamente il livello degli investimenti negli anni a venire, ciò che dovrebbe precludere eventuali miglioramenti dei rating.
 
Il report risulta più interessante in vista dell'esigenza di fare il punto sull'andamento di singole aziende chimiche, in quanto consente di fotografare lo stato dell'arte rispetto a ciascuna di esse aggiornato alla data di oggi.

A questo proposito ne ho selezionate 5 sulle quali, andando a memoria, credo alcuni forumisti abbiano manifestato un certo interesse nel tempo.

Se ce ne sono altre delle quali volete avere info aggiornate provenienti dal report, indicatemele.

Trovate in calce il commento di S&P in inglese su queste 5 società.

BASF (AA-/Stable) si conferma quale la vera corazzata del comparto della chimica europea. per la quale il 2007 ha rappresentato un anno di profitti record, con una buona crescita organica nei profitti come nei volumi. Forti i flussi di cassa, marginale il debito (veramente basso se rapportato all'EBITDA). Salvo il caso di eventuali acquisizioni, nel prossimi trimestri S&P prevede che la struttura finanziaria della società vada a migliorare ulteriormente, a tutto beneficio dei suoi creditori.

CIBA (BBB/Stable) non ha beneficiato se non marginalmente del contesto favorevole nel 2007 soprattutto per la debolezza di alcuni dei suoi mercati di sbocco, ed in partitolare dei prodotti chimici per il comparto cartario (a sua volta in difficoltà per la crescita dei costi energetici). L'incremento dei costi operativi non è stata compensata da un pricing adeguato e ciò a portato al non raggiungimento dell'obiettivo di incrementare dell'1% la profittevolezza operativa della società nel 2007 (ndr: ci si è fermati a circa 3/4 del target). Il profilo creditizio della società dipenderà nell'immediato dalle decisioni che verranno prese a gennaio 2008 con riferimento al payout ratio del dividendo. S&P si attende comunque che nel 2008 i livelli di cash flow generati dalla società ritornino in linea con quelli del proprio rating.

COGNIS (B/Stable) è riuscita a conservare livelli di profittevolezza prossimi a quelli del 2006 (EBITDA margin rettificato all'11,7% circa) nonostante la significativa crescita dei costi di molte materie prime adoperate dalle società nei processi produttivi e non riuscendo tuttavia ad evitare un calo della propria capacità di generare cash flow. Resta debole il profilo finanziario della società, con un rapporto debt/EBITDA a circa 7,6x e il livello FFO/debt (il cash flow generato dall'operatività rapportato al debito) pari al 5%. S&P si attende tuttavia un leggero miglioramento di questi ratios nei prossimi trimestri (nei quali - aggiungo io - la situazione potrebbe migliorare per effetto delle dismissioni che Cognis ha messo in cantiere).

INEOS (B+/Stable) ha mostrato nel Q3/2007 una crescita dell'EBITDA inferiore alle previsioni, a causa soprattutto di impreviste chiusure di impianti. In negativo, la profittevolezza di Ineos nel comparto degli olefins e polyolefins (ndr: che rappresenta circa un terzo del fatturto di Ineos) risulta inferiore a quella dei competitor. In positivo la rispondenza al rating dei parametri finanziari della società, che esibisce una posizione cash particolarmente forete (pari a 800 mln euro). Le aspettative di S&P sono per un livello FFO/debt che rimanga superiore al 10% nel 2007, con il FOCF che rimanga positivo.

RHODIA (BB-/Stable) ha mostrato risultati molto buoni nel Q3/2007, in particolare esibendo un pricing power importante, che ha consentito di salvaguardare il margine nonostante la salita dei costi da materie prime. I costi derivanti dalla ristrutturazione in essere continuano ad essere molto contenuti e lo stato di salute finanziaria della società in miglioramento. Hanno giovato largamente ai risultati le attività di cessione di posizioni creditizie sul mercato dei certificati di emissione di CO2 (ai quali si è accennato nel 3D di recente, a commento dei risultati di Rhodia... per un approfondimento: http://www.repubblica.it/2007/07/se...ioni/mercato-emissioni/mercato-emissioni.html ). S&P si aspetta per il 2007 un FFO/debt superiore al 15% e un FOCF che passa in positivo, dopo molti anni di perdite operative.
 

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Ciao mark, :)
colgo la palla al balzo per chiederti notizie su DEGUSSA. Le prospettive per il 2008 delle aziende chimiche in Europa non sono rosee, e se a queste si aggiunge una previsione di crescita del rischio di fallimenti, si parla del 5%, allora mi chiedo se è il caso di fare uno switch su un'altra azienda del settore più solida, magari su Sabic Europe.. :confused:
 
Ciao mark, :)
colgo la palla al balzo per chiederti notizie su DEGUSSA. Le prospettive per il 2008 delle aziende chimiche in Europa non sono rosee, e se a queste si aggiunge una previsione di crescita del rischio di fallimenti, si parla del 5%, allora mi chiedo se è il caso di fare uno switch su un'altra azienda del settore più solida, magari su Sabic Europe.. :confused:

Sulle prospettive del settore in Europa per il 2008 si raccolgono opinioni contrastanti: credo dipenderà dall'entità del rallentamento economico atteso.

Secondo S&P, come avrai letto, dovrebbe essere ancora un anno buono, ed anche l'indebolimento dell'USD dovrebbe incidere in misura abbastanza contenuta, senza contare che per alcune aziende (in particolare quelle svizzere) che fatturano in valute diverse dall'Eur, tale debolezza dovrebbe non avere riflessi di sorta.

Tant'è che il titolo del report è il seguente: "Industry Report Card: European Chemicals Still Riding A Strong Cycle Into 2008—But Slowdown Ahead"

Ti riprendo per Evonik Degussa (Degussa è entrata a far parte del gruppo Evonik) e Sabic Europe i commenti di S&P.

Personalmente seguo un po' la seconda, e marginalmente la prima... di Sabic Europe penso bene per la possibilità di giovarsi di forniture di materia prima stabili a costi contenuti rispetto a quello dei competitors europei.

Quella dello switch potrebbe essere una buona idea nel medio termine, vista la maggiore solidità di Sabic

EVONIK DEGUSSA (BB/Stable) Evonik ha registrato risultati in forte crescita nei primi 9 mesi del 2007 proprio in virtù dell'eccellente andamento della divisioni chimica (appunto, la ex Degussa), con l'EBITDA del gruppo in crescita complessivamente del 5% su base annua e l'utile operativo di Evonik Degoussa in crescita a doppia cifra percentuale, in ambo i casi y-o-y. Il risultato operativo della divisione consumer soluzion è pure cresciuto del 26% y-o-y nei primi 9 mesi del 2007. Evonik, la società madre del gruppo, progetta un'IPO nel 2008, ma secondo S&P i proventi dell'operazione (ove realizzata) non inciderebbe in misura particolare sul deleverage di Evonik Degussa, della quale l'agency ritiene continuerà ad accusare un livello di leverage accentuato.

SABIC EUROPE (BBB/Stable) beneficia del buon momento della petrolchimica europea, che le consente un livello di utilizzo degli impianti molto elevato, e delll'integrazione nelle proprie strutture in UK degli impianti rilevati da Huntsman, avvenuta con successo. La generazione di cash flow nel 2007 ha ecceduto le attese, ma le attese di investimenti in nuovi impianti non autorizzazno a prevedere una significativa riduzione del livello del debito. Per S&P Sabic Europe godrà di un altro anno molto positivo nel 2008, sempre per via della forza della petrolchimica europea, prima di un indebolimento del ciclo nel 2009.
 

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Report di Jyske su Ineos...

Jyske continua a vedere la parte del bicchiere piena rispetto a quella vuota per Ineos (e non solo) e focalizza sul fatto che il calo del valore delle vendite e del risultato operativo sia dovuto alla debolezza dell'USD (rivela in particolare come al netto della svalutazione dell'USD il fatturato, anziché declinare y-o-y, sarebbe rimasto stabile) e sulla circostanza per cui su base annua il debito di Ineos si sia ridotto.

Circostanza vera, come l'altra, rilevata anche da S&P, di una buona posizione in cash detenuta attualmente da Ineos, ma è un guardare all'indietro: il mercato pare più pensieroso per le prospettive future che non incline ad apprezzare quanto fatto nell'opera di riduzione del debito negli scorsi 12 mesi, in cui la società ha goduto di un trend della petrolchimica, come già detto, particolarmente forte e difficilmente ripetibile nel prossimo futuro.

http://www.jyskebank.dk/_jb/commoninc/bin.asp?id=215813&src=20071211ineosq32007.pdf
 
Graduatoria di S&P sugli emittenti della chimica, classati per profilo di rischio collegato all'andamento dell'attività di ciascuno e allo stato di salute finanziaria...

Posto il breve commento di testo che precede la graduatoria... non granché di nuovo rispetto al report del 12 dicembre scorso: si confermano aspettative per una stabilizzazione dei rating e la previsione del 2008 come altro "anno buono" per il comparto per intero...

La graduatoria riporta datazione al 28 dicembre scorso

Issuer Ranking: European Chemical Companies, Strongest To Weakest

European and Middle Eastern chemical companies look set for another good year of strong operating conditions in 2008, with credit profiles expected to stabilize as firms adopt more conservative financial policies in preparation for the expected downturn in the industry cycle in 2009.

The still sound economic growth across the globe and a prolonged petrochemical cycle in 2007 has helped petrochemical and agrochemical producers in particular to achieve good results this year.

Overall robust global demand and tight capacities have resulted in strong operating rates in the industry. The majority of companies have enjoyed strong pricing power, enabling them to pass on the higher raw-material costs to their customers.

On average, operating margins and cash flow generation across the sector improved, leading to better cash flow protection ratios for most rated companies.

Only the specialty-chemicals segment in Europe experienced some operational challenges, as some of the companies were unable fully to pass on higher raw-material costs to customers.

The following list ranks all the rated companies in this industry from strongest to weakest based on rating and outlook. Companies with the same rating and outlook are further ranked by our opinion of credit quality based primarily on business risks for investment-grade companies and primarily on financial risks for speculative-grade companies.

Ratings are displayed as long-term rating/outlook or CreditWatch/short-term rating. A double dash (--) indicates no rating. Issuer credit ratings are identical for local and foreign currency unless noted with the "LC" and "FC" designations.

For the related industry report card, please see "European Chemicals Still Riding A Strong Cycle Into 2008—But Slowdown Ahead," published on Dec. 12, 2007.
 

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Giorgio Squinzi, presidente di Fedrchimica Italiana, vede nero per il 2008 (Il Sole 24 Ore del 30/12/2007) per tutto il comparto a livello europeo.
 
Giorgio Squinzi, presidente di Fedrchimica Italiana, vede nero per il 2008 (Il Sole 24 Ore del 30/12/2007) per tutto il comparto a livello europeo.

Evidentemente la pensa in maniera diversa dagli analisti di S&P... il mondo è bello perché è vario... :D ;)
 
Lo spero anche io (sono pieno di Ineos) :)

La Chimica è un settore molto ciclico, che alterna periodi molto positivi a periodi molto negativi. Nei periodi buoni tutte le società chimiche fanno soldi, le migliori tanti, le altre abbastanza da credere di aver risolto i loro problemi. (La chimica italiana ha trovato negli ultimi 30 anni molti finti risanatori) Nei periodi cattivi le società migliori rimangono in nero anche se di poco, mentre le altre sprofondano nel rosso.
Le dichiarazioni di Squinzi non mi sorprendono, perchè il 3Q 2007 delle società petrolifere è stato peggiore di quanto previsto e molte società hanno annullato o rinviato gli investimenti previsti in nuove capacità, in particolare negli Stati Uniti. Fatto questo che preannuncia o almeno ipotizza periodi non facili.
http://uk.reuters.com/article/oilRpt/idUKN0657298420070906

Per quanto riguarda INEOS, non sono in grado di giudicare la società nel suo insieme, ma per quanto riguarda la parte petrolifera, (raffineria di Laverà, in Francia e di Grangemouth in Gran Bretagna, acquistate dalla BP) posso dire che presentano l'indubbio vantaggio di essere integrate con la petrochimica, ma che necessiteranno di ingenti investimenti e quindi andranno ad aggravare il problema principale di INEOS e cioè la sua struttura finanziaria.
La chimica europea è piena di esempi di buone medie società che si sono espanse in periodi positivi, ma che non hanno saputo sopravvivere per motivi finanziari ai periodi di vacche magre.
 
L'indebitamento è pesante, il fatturato ha registrato una forte flessione, l'EBITDA si è invece tenuto su livelli elevati... aspetto di poter leggere i dati dell'ultima trimestrale sul report di Jyske (non li ho per ora trovati altrove), ma suppongo che stiano procedendo, dopo una lunghissima campagna acquisti, a porre in essere quelle ristrutturazioni che dovrebbero consentirgli di elevare il margine operativo.

In negativo due elementi: 1) l'andamento del mercato dell'HY, sul quale le prospettive di andamento negativo eccedono, allo stato, quelle di un miglioramento delle condizioni; 2) l'andamento del settore della petrolchimica europea in generale, sul quale ti rimetto a quanto scritto nelle pagine precedenti del 3D, ed in particolare al report di S&P postato alcune settimane fa.

In positivo il fatto che Ineos sia attualmente la terza azienda chimica mondiale per fatturato, e fra le prime aziende manifatturiere inglesi, se non addirittura la prima.

Sul newsflow, una forte incidenza avranno anche le decisioni degli organismi antitrust della UE su alcune acquisizioni recenti, decisioni sospese fino al prossimo febbraio 2008, riguardanti l'acquiszione per tramite delle stesse di una posizione dominante su alcuni mercati.

Uno degli obiettivi di Ineos nella sua campagna acquisizioni era infatti quello di conseguire posizioni abbastanza forti da poterne rafforzare la capacità di pricing su certi mercati, oltre che quella di ottenere negli stessi sinergie attraverso l'abbattimento dei costi.

Se tuttavia la UE dovesse ritenere che per questa via si è ecceduto, determinando concentrazioni di mercato contrarie alle normative antitrust, allor la strategia di Ineos sarebbe almeno per certi versi vanificata...

EU sets new antitrust probe deadline for Ineos bid for Norsk Hydro's polymers unit
The Associated PressPublished: November 7, 2007

BRUSSELS, Belgium: European Union antitrust regulators on Wednesday set a Feb. 18 deadline to decide whether to clear Ineos Enterprises Ltd.'s €670 million (US$905 million) bid for a polymers unit of Norwegian power company Norsk Hydro SA.

The European Commission had to freeze its review of the deal in late October as the companies failed to provide requested information, but the data required has now been given, the EU executive said.

The EU opened an in-depth investigation in September saying the deal could give the British chemicals group a stranglehold over the supply of PVC to the plastics industry.

Ineos agreed in May to buy Kerling ASA — the polymers unit of Norsk Hydro — shortly after it snapped up another Norwegian petrochemical company, Borealis Group.

The EU approved that deal in August, but said it had "serious doubts" about the Kerling purchase.

Buying the unit would give Ineos such a strong position in several EU countries — particularly Britain, Norway and Sweden — that it would be able to prevent other players from gaining market share or stop it hiking prices for suspension polyvinyl chloride, or S PVC, regulators have said.

S PVC is mainly used to make plastic PVC tubes, window frames and PVC films.

Notizie di una serie di verifiche "a sorpresa" condotte dagli organismi UE negli stabilimenti di Ineos e di Kerling deprimono pesantemente i corsi del bond della prima società

Ineos / Kerling: EU looks for clues of merger rule violations


European Commission competition authorities have carried out unannounced raids on PVC production sites in the UK belonging to Kerling (Oslo / Norway; www.hydropolymers.com) and Ineos Vinyls (Lyndhurst / UK; www.ineosvinyls.com), searching for clues that rules banning pre-merger exchange of information may have been violated.

The Commisson evidently has strong reservations about allowing Ineos to take over the former Hydro Polymers. It has repeatedly postponed a decision on the proposed transaction and now is not due to complete its review until 18 February 2008.

European Commission competition authorities have carried out unannounced raids on PVC production sites in the UK belonging to Kerling (Oslo / Norway; www.hydropolymers.com) and Ineos Vinyls (Lyndhurst / UK; www.ineosvinyls.com), searching for clues that rules banning pre-merger exchange of information may have been violated.

The Commisson evidently has strong reservations about allowing Ineos to take over the former Hydro Polymers. It has repeatedly postponed a decision on the proposed transaction and now is not due to complete its review until 18 February 2008.

© Plastics Information Europe, Bad Homburg
 
Notizie di una serie di verifiche "a sorpresa" condotte dagli organismi UE negli stabilimenti di Ineos e di Kerling deprimono pesantemente i corsi del bond della prima società

... Mah, sarà veramente questo il motivo? Oppure il grosso indebitamento unito al fatto che molti fondi stanno liquidando per fare cassa? Ineos è presente in molti fondi ed è un titolo molto liquido.
 
Secondo me, sia quel motivo, sia la circostanza della crisi della petrolchimica preventivata da S&P (e già in essere negli USA... noi in Europa siamo parzialmente protetti dal cambio)...

In poco più di un mese, Ineos è scesa dal picco di rimbalzo toccato sopra quota 95 ai corsi attuali... sono quasi 15 punti pct... ha underperformato pesantemente l'andamento di altri bond HY di analoghe caratteristiche...

Nè si vede ragione per cui i fondi dovrebbero liquidare giusto questi bond per fare cassa e non altri...
 
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