American Investors Intelligence Indexes.
$@!V€ A TUTTI. Breve commento-analisi sugli American Investors Intelligence Indexes.
Gli American Investors Intelligence Indexes sono degli indicatori costruiti mediante un algoritmo che procede ad una sorta di sommatoria dei sondaggi degli addetti ai lavori sui vari settori dell’assett allocation (sottostante: SP500; indicatore in fase).
Ciò li rende pertanto assimilabili come sentiment instruments al Market Vane ed ai sondaggi perpetui mentre li rende molto distanti dagli indicatori di sentiment che si basano sulle transazioni in azioni (Insider Sell Buy Spread; Odd-Lot Indicator) o opzioni (Options BSG Index; Volatility Indexes; Put/Call spread-ratio; Short data; ecc.).
La bande colorate (rosso = ipercomprato-like; verde = ipervenduto-like) sono adattive e funzionano come delle envelope.
Comunque da tali sondaggi si ottengono due indicatori, uno bull e l’altro bear; consuetudine vuole che si esegua lo spread-ratio tra i due in modo da ottenere un chart 0-100 (= 0-1); è possibile però ottenere anche lo spread-differential bull-bear.
L'indicatore fornito in spread-ratio weekly simple moving average, frame 4, mostra i seguenti punti grafici (Chart I):
-) evidenti divergenze rialziste nel corso del 2008, spezzate dal low 2009, inferiore ai precedenti, ma soprattutto ai minimi del decennio;
-) ampio canale ribassista (marcato in rosso) superato a rialzo a fine 2009, con evidente pubb-back e ri-recuperio che ne validerebbe il completo reverse del bear status dell'indicatore;
-) top dell'indicatore nel 2004 e massimi decrescenti in divergenza di lungo col sottostante, con discendente primaria che contiene i rialzi equivalente al bordo superiore del canale discendente, con l'eccezione dell'ultimo top (2010);
-) i 4 low 2008/2009 hanno costruito un interessante plateau di lows assoluti che ha rappresentato un forte segnale di pausa/arresto dal ribasso.
Attualmente l'indicatore proviene da un top d'inizio anno e fuori dai canali, sia discendente che ascendente, ma dentro la banda rossa adattiva, ed un secondo top fuori canale rosso, in full test del canale nero (ascendente) e sotto la banda rossa adattiva, in evidente divergenza coi due top del sottostante.
La struttura dell'indicatore pertanto ha cessato di essere ribassista ed è in procinto di cessare anche la fase di neutralità mutando in bullish strutturale.
Sul breve termine l'importante divergenza qualificatasi col sottostante e la rilevanza dei livelli raggiunti, consenti di affermare che il sentiment degli investors sottostante al SP500 s'è sensibilmente deteriorato nel corso dell'inverno; se tale divergenza non verrà annullata si potrà incorrere in un correttivo primaverile sul sottostante.
La SP500 price-action darà ovviamente conferma o meno alla divergenza osservata.
Il bull-cross del canale nero (ampiezza 0.12 circa) proietterà l'indicatore sulla 0.7-area circa, con un consistente rigurgito rialzista del sottostante.
Il bear-cross dell'area gialla sul chart potrebbe comportare/accompagnare ri-accensione del bear sul sottostante.
La permanenza nell'area gialla invece accompagnerà una naturale correzione sul sottostante eventualmente corredata da rotazione settoriale.
Al Chart II si colloca invece una sua versione più volatile dell'indicatore, non smussato da media.
Le considerazioni sono esattamente congruenti e si vede maggiormente l'insieme di elementi chiave configuratasi nell'autunno-inverno 2009/2010.
Interessante il full-test della curva sulla banda rossa, sul recente top di SP500, in divergenza col precedente top di inizio anno (top maggiore per l'indicatore, minore per il sottostante).
Seguire questa divergenza e soprattutto il suo confermato re-ingresso nella banda rossa o meno.
Gli stessi indicatori possono essere settorializzati in assets (Chart III-V).
Lo stock allocation (Chart III) dopo una discesa ai minimi assoluti di periodo (ventennali), sta eseguendo un corposo bull-recovery ma pur sempre rispettando la sequenza nettamente decrescente di tops dal 2000 e quindi divergente col sottostante (SP500).
Attualmente è in fase di incisivo storno durante il turn del nuovo anno.
Il bear pertanto è stato spezzato strutturalmente e l'attuale fase di recovery si tramuterà in bull sull'indicatore se e solo se verrà cancellata l'attuale discendente che ne imprigiona in max.
Il set-up grafico fornito dal triangolo disegnato è davvero rilevante. Il sentiment sull'equity fornito dall'indicatore non rispecchia la performance ottenuta da mar.2009 a mar.2010.
Il bond allocation (Chart IV) ha frenato la sua corsa ben sopra i massimi assoluti ventennali (metà 2009), e sta eseguendo auna ampia banda di oscillazione ma pur sempre di area di massimi.
Ciò è segno che c'è una forte e violenta attività di trading sul bond segment basata su elevatissimo interesse (rischio basso o percepito come basso).
L'indicatore non ha seguito sul breve-medio il sottostante, ovvero non rinnova nuovi low al rinnovarsi dei nuovi top dell'SP500.
Nonostante il fiume impetuoso di sentiment e news positive sull'economia e sull'equity, vi è una notevole difficoltà a cedere posizioni importanti detenute in Bond.
Il cash allocation (Chart V) mostra un violentissimo sell-off che lo riporta sulla statica chiave ove ha trovato recupero rialzista.
In buona sostanza la forte pendenza che ha interessato il declino del cash indicator è stata assorbita dagli altri due segmenti.
La permanenza nel rettangolo bullish accompagnerà una ritirata correttiva sui due segmenti alternativi, stocks in primis; l'entità di tale correttivo sarà positivamente correlato al livello di penetrazione nel rettangolo della cash-curve.
Una rottura della 20/18-area invece causerà un rigurgito di cash nei due segmenti antitetici, con rinnovo di positività su ambedue.
Sul lungo termine la strutturazione dei tops & lows dei tre indicatori non è confortante in virtù delle divergenze ribassiste multiple evidenziatesi rispetto al sottostante e ciò rende ancora ben plausibile il verificarsi di rovesci ribassisti sugli equity indexes nei prossimi trimestri.
Gli stessi indicatori precedenti sono disponibili anche per i soli strategist operanti a W.S. (Chart VI-VIII).
Lo strategists stock allocation (Chart VI) dopo una discesa ai minimi dal 1998 ha registrato un timido rialzo della curva, segno di una veramente scarna fiducia degli addetti ai lavori sull'assets, in decisa contrapposizione allo stock-assets allocation indicator generale prima visto (Ch.III).
Lo strategists bond allocation (Chart VII) ricalca bene la curva generale vista al Ch.IV ma l'attuale fase non è di trading-range sui massimi ma bensì di incisivo correttivo ribassista. Ciò è segno di una brusca frenata del sentiment sui governativi da parte dei strategists che stanno distribuendo bonds dall'estate-2009 ed in continua accelerazione durante il trading range visto sul Ch.IV.
Lo strategists cash allocation (Chart VIII) non mostra le violente fasi dell'indicatore generale. Gli strategists infatti sembrano nutrire verso il cash-asset un sentiment fondamentalmente neutrale, difficilmente analizzabile dalla curva in questione.
Sul lungo termine la strutturazione dei tops & lows dei tre indicatori non è confortante in virtù del basso livello di fiducia che gli strategists hanno riposto nell'equity asset durante il 2009.
Gli stessi indicatori possono essere settorializzati per giudizi operativi rilasciati dagli analisti di W.S. (Chart IX-XI).
Non si eseguono commenti alle curve limitandomi solo a sottolineare i livelli epocalmente bassi di buy (Ch.IX) vs. epocalmente alti di hold (Ch.XI). Sostanzialmente invece c'è una sorta di plateau nelle indicazioni sell (Ch.X) dal 2007, nonostante ciò che è successo (2008/2009).
N.B.: per trasparenza si comunica che lo scrivente potrebbe possedere, direttamente e/o indirettamente, quote degli strumenti finanziari in oggetto o ad essi correlati. Non si forniscono pertanto in alcun modo, raccomandazioni e/o segnali di vendita-acquisto sugli strumenti finanziari in oggetto o ad essi correlati.
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