Sul Filo del Rasoio 3: Commodity, Forex, Gov.Bonds, Breadth, Sentiment, Options.

  • Due nuove obbligazioni Societe Generale, in Euro e in Dollaro USA

    Societe Generale porta sul segmento Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana due obbligazioni, una in EUR e una in USD, a tasso fisso decrescente con durata massima di 15 anni e possibilità di rimborso anticipato annuale a discrezione dell’Emittente.

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Per me non ci sono altre possibilità.
Lo spread ingeneratosi con l'oil è evidentemente di natura semplicemente speculativa.. non c'è alcuna buona ragione per un oil raddoppiato dai minimi e per il gas così sotto pressione.
Questi valori vanno infatti a pregiudicare seriamente la crescita e le possibilità di sopravvivenza di un sacco di player: solo le estrazioni più comode mantengono la loro redditività mentre le altre diventano impraticabili ( penso ad esempio al coalbed methane: li i costi per l'estrazione ed eventuale depurazione da nitrogeno toccano i 5-6$ per i nuovi giacimenti.. con peak di produzione a 24 mesi oltretutto , quindi investire è un salto nel buio.. ). Questo permanere del gas ai minimi sicuramente ha portato a buoni risultati peri player maggiori , non in termini di corsi azionari ( anche se in effetti molte sono in ripresa.. specialmente i player osti oil/gas ) ma sicuramente stritolando la concorrenza e permettendo acquizioni di assets scontati.. anche se a dire il vero ci sono ancora un bel pò di piccole compagnie indipendenti , ed è l'unico segnale che mi porta a pensare che si possa rimanere bassi ancora un pò..
Ad ogni modo , un gas a questi prezzi conviene a pochi , se non a chi effettivamente dovrà utilizzarlo.. per questo lo spread con l'oil che si è ingenerato è 100% speculazione di breve..perchè quando si tratta di decidere cosa bruciare , specialmente nelle applicazioni in cui si può scegliere senza dover riadattare l'impianto , la differenza di prezzo balza agli occhi..

Certo i tuoi indicatori suggeriscono per ora di stare calmi , e anche il clima euforico del resto del mercato ci dice di andare coi piedi di piombo.. però SOTTO non vedo come ci si possa andare..

Valida interpretazione. Io però, con l'intuito ragno (da spider-man), ritengo che ci siano invece molti interessati al prezzo del gas basso perchè gli estrattori/produttori sono nettamente inferiori dei venditori alle industrie ed ai privati, ovvero le utility. Sono questi ultimi che acquistando a pochissimo rivendono poi con guadagni stratosferici. Basta guardare quanto paghiamo le bollette...in America è poco inferiore (mio suocero vive da trent'anni in California U.S.A. ed ho un sacco di parenti a Vancouver in Canada). Detto ciò prevedo nel breve (cioè almeno fino a fine 2010) un prezzo del gas che non supererà i 5-5,5 dollari.
 
salve salvi salvino a tutti!

sarei interessato a stock americane/europee operanti nel settore dello stocking lpg è troppo tardi o c' è ancora qualcosa a "sconto"
 
Crude Oil and Natural Gas Spread Widening [http://www.anthonyworlando.com/]

If you’ve been following the commodity market recently, you most definitely will have heard that the historically consistent multiple between crude oil and natural gas forward contracts is widening. This sudden change in the trend of this multiple is quite telling of industry fundamentals.

Why do crude oil and natural gas prices generally follow each other at a consistent multiple? The answer lies in the science.

The heating value of a barrel of crude oil and six million British thermal units of natural gas are effectively the same. Logic tells us that if two things do exactly the same thing they should be priced equivalently. What we should see then is that the multiple between a barrel of crude oil and one million British thermal units of natural gas to be approximately 6x. Over the past ten years, however, this multiple has averaged approximately 8.3x. But why?

Luckily I have a friend who asked this question of energy expert Peter Tertzakian at the International Student Energy Summit in Calgary, Canada, a few weeks ago. Tertzakian’s paraphrased answer to the question was, “In a perfect world where all sources of energy are completely substitutable, pricing would be based on energy content and efficiency and would essentially be equal across the board. However, because our society and infrastructure does not allow all energy sources to easily be substituted in and out, we experience decoupling in pricing. The oil and gas differential has a great deal to do with transportation. Because our infrastructure is set up around petroleum and is not easily changed away from this, it is valued differently.” In other words, Tertzakian is saying that the transportation infrastructure (pipelines, etc.) currently in place is made for petroleum products not natural gas.

What Tertzakian’s answer doesn’t explain, though, is why the spread has shot up to 19x in the past few weeks. The answer to this question lies in the fundamentals (or lack thereof). First, a disclaimer: The commodity market is broken and therefore can be quite deceiving. But that’s a discussion for another post.

Let’s look at crude oil. On the long-term fundamental side, oil is getting more difficult and more expensive to find, develop, and produce. (Don’t worry, we’re not running out; it’s just harder to get at.) The Canadian oil sands are an excellent example of the increase in cost of marginal price per barrel of oil. New oil sands projects have breakeven points in the range of $70-80/bbl. The resource is vast; it’s just expensive to produce. Shell recently reported that 10% of their new production had average breakeven points over $70/bbl. Add to that speculation that the U.S. recession is nearing an end driving up forward contracts as demand is expected to rise in the near future, and you have sharply rising oil prices.

Natural gas is a different story. Over the past decade, there have been major technological advances in natural gas transportation and recovery. Transporting natural gas long distances (i.e. across oceans) has become much easier with advances in liquefied natural gas (LNG) technologies. Now not only can the U.S. get its natural gas from pipeline-able locations like Canada, but from any location in the world-increasing supply. Similarly, there have been major technological advances in recovery of what is known as shale gas-again increasing supply. Basic economics tell you that as supply increases (without an increase in demand) prices will fall. This long-term fundamental change combined with increased U.S. natural gas inventories due to increased drilling in 2007 and 2008 has driven natural gas prices down.

Fundamentals and consumer sentiment are driving crude oil prices up and natural gas prices down: that’s why we see the multiple increasing to unseen levels.



Per me non ci sono altre possibilità.
Lo spread ingeneratosi con l'oil è evidentemente di natura semplicemente speculativa.. non c'è alcuna buona ragione per un oil raddoppiato dai minimi e per il gas così sotto pressione.
Questi valori vanno infatti a pregiudicare seriamente la crescita e le possibilità di sopravvivenza di un sacco di player: solo le estrazioni più comode mantengono la loro redditività mentre le altre diventano impraticabili ( penso ad esempio al coalbed methane: li i costi per l'estrazione ed eventuale depurazione da nitrogeno toccano i 5-6$ per i nuovi giacimenti.. con peak di produzione a 24 mesi oltretutto , quindi investire è un salto nel buio.. ). Questo permanere del gas ai minimi sicuramente ha portato a buoni risultati peri player maggiori , non in termini di corsi azionari ( anche se in effetti molte sono in ripresa.. specialmente i player osti oil/gas ) ma sicuramente stritolando la concorrenza e permettendo acquizioni di assets scontati.. anche se a dire il vero ci sono ancora un bel pò di piccole compagnie indipendenti , ed è l'unico segnale che mi porta a pensare che si possa rimanere bassi ancora un pò..
Ad ogni modo , un gas a questi prezzi conviene a pochi , se non a chi effettivamente dovrà utilizzarlo.. per questo lo spread con l'oil che si è ingenerato è 100% speculazione di breve..perchè quando si tratta di decidere cosa bruciare , specialmente nelle applicazioni in cui si può scegliere senza dover riadattare l'impianto , la differenza di prezzo balza agli occhi..

Certo i tuoi indicatori suggeriscono per ora di stare calmi , e anche il clima euforico del resto del mercato ci dice di andare coi piedi di piombo.. però SOTTO non vedo come ci si possa andare..

Valida interpretazione. Io però, con l'intuito ragno (da spider-man), ritengo che ci siano invece molti interessati al prezzo del gas basso perchè gli estrattori/produttori sono nettamente inferiori dei venditori alle industrie ed ai privati, ovvero le utility. Sono questi ultimi che acquistando a pochissimo rivendono poi con guadagni stratosferici. Basta guardare quanto paghiamo le bollette...in America è poco inferiore (mio suocero vive da trent'anni in California U.S.A. ed ho un sacco di parenti a Vancouver in Canada). Detto ciò prevedo nel breve (cioè almeno fino a fine 2010) un prezzo del gas che non supererà i 5-5,5 dollari.
 
Estimate Places Natural Gas Reserves 35% Higher
[http://www.nytimes.com/2009/06/18/business/energy-environment/18gas.html?_r=1]

Thanks to new drilling technologies that are unlocking substantial amounts of natural gas from shale rocks, the nation’s estimated gas reserves have surged by 35 percent, according to a study due for release on Thursday.


The report by the Potential Gas Committee, the authority on gas supplies, shows the United States holds far larger reserves than previously thought. The jump is the largest increase in the 44-year history of reports from the committee.

The finding raises the possibility that natural gas could emerge as a critical transition fuel that could help to battle global warming. For a given amount of heat energy, burning gas produces about half as much carbon dioxide, the main cause of global warming, as burning coal.

Estimated natural gas reserves rose to 2,074 trillion cubic feet in 2008, from 1,532 trillion cubic feet in 2006, when the last report was issued. This includes the proven reserves compiled by the Energy Department of 237 trillion cubic feet, as well as the sum of the nation’s probable, possible and speculative reserves.

The new estimates show “an exceptionally strong and optimistic gas supply picture for the nation,” according to a summary of the report, which is issued every two years by a group of academics and industry experts that is supported by the Colorado School of Mines.

Much of that jump comes from estimated gas in shale rocks, which drilling companies have only recently learned how to tap. They have developed a technique called hydraulic fracturing, in which water is injected at high pressure into wells to shatter rocks deep underground, helping to release trapped gas.

The method, perfected in recent years in places like Texas and Pennsylvania, has set off a boom in new drilling, but is coming under increasing regulatory and environmental scrutiny. Shale gas accounts for 616 trillion cubic feet of reserves, or a third of the total, according to the report.

“New and advanced exploration, well drilling and completion technologies are allowing us increasingly better access to domestic gas resources - especially ‘unconventional’ gas - which, not that long ago, were considered impractical or uneconomical to pursue,” said John B. Curtis, a geology professor at the Colorado School of Mines and the report’s principal author.

The huge increase in estimated gas supplies comes just as concerns about energy security and climate change are prompting the most profound shift in energy policy since the oil shocks of the 1970s.

The Obama administration has sought more stringent fuel standards for new cars, and Congress is debating regulations that would progressively limit carbon dioxide emissions throughout the economy. The administration has taken a cautious approach to conventional energy resources, freezing leases to develop oil shale reserves and carefully reviewing future offshore leases for oil and gas.

Instead, the administration seeks to increase the share of renewable energy, especially wind and solar power. But experts say that meeting these goals will prove challenging given the scale of the nation’s energy use and the costs involved in switching from fossil fuels.

Shale gas currently provides a small fraction of the nation’s total gas production. But many experts believe the rising supply of natural gas means it can substitute for other fossil fuels. With the output of conventional gas forecast to decline, the Energy Department expects that shale production will rise substantially to meet higher demand, as will imports.

Natural gas accounts for about a quarter of the nation’s total energy use, and 22 percent of electrical production. Coal accounts for about half of the nation’s power generation, while oil dominates transportation fuels. While gas generates less carbon dioxide than oil or coal, it still accounted for about 20 percent of domestic energy-related emissions in 2006.

The Energy Department estimates that demand for natural gas will rise by 13 percent by 2030. In the power sector, utilities have been switching to natural gas from coal, but further increases in the use of gas will most likely depend on whether Congress puts a price on carbon dioxide emissions, as it is considering. That would favor cleaner fuels like gas.

“It’s nice to have aspirations about renewable energy and efficiency, but we need to recognize these are long-term goals and that we need something to get us there in the meantime,” said Guy F. Caruso, a former administrator of the Energy Information Administration. “Natural gas has a role to play as a bridge because of the long lead time and scalability issues of renewable fuels.”

That the nation’s gas reserves were bigger than expected does not mean they will necessarily be developed, Mr. Caruso warned. “There are some things to be cautious about,” he said, “and obviously one of them is cost, and the other is regulatory risk.”

In recent years, industry executives and analysts have been surprised by the discovery and successful development of new supplies of shale gas, like the Barnett Shale in the area around Fort Worth.

But higher drilling costs and the extensive use of water to fracture shale rocks have raised concerns about the long-run commercial potential of these supplies. Some environmental groups fear that hydraulic fracturing will pollute drinking water, and Congress is considering tighter regulation of the practice.

Mr. Caruso said that gas prices needed to be around $4 to $6 per thousand cubic feet to justify developing shale beds. They have fallen below that level at times in recent months, though gas settled Wednesday at $4.25.

For advocates of the gas industry, the report vindicates the potential of natural gas in the economy.

“Natural gas is part of the solution for a low-carbon future, and not an impediment,” said Chris McGill, the managing director for policy analysis at the American Gas Association, a trade group. “It has been difficult to get policy makers over that hump. Many have a vision of gas as a resource we’re running out of, and that’s just not true.”



 
Ottimi link!
Quel che si dice nell'ultimo è , appunto , che molte delle ingenti riserve hanno prezzi di estrazione elevati , 50% sopra le quotazioni attuali.. quindi in pratica è come se non esistessero finchè il gas quoterà così basso.
La tassazione delle emissioni di CO2 sarebbe davvero un grande incentivo : l'amministrazione Obama potrebe e dovrebbe puntare verso queste forme di incentivo ( esistono già dei crediti sulle tasse , in verità ).

Anche il primo link è interessante: nonostante ci dica che lo spread è "naturale" , cioè dovuto ai maggiori costi di trasporto ( parzialmente smentito dal secondo link ) e dal fatto che le infrastrutture per il petrolio sono esistenti e difficilmente convertibili , ci suggerisce che il prezzo si sia stranamente allineato al costo di estrazione dei nuovi e più complessi giacimenti.
Quanto siano poi manipolati a scopo speculativo i mercati delle commodities risulta evidente:stamattina leggevo sul forum mercato italiano un post dell'utente Ing64 , che faceva notare come ad ogni scatto in avanti dell'oil seguivano avanzamenti di Exxon e Chevron , società che muovono l'indice DJ ; forse il caro gas è dimenticato perchè in questo momento è più utile trattare greggio mantenendo così alte le quotazioni di alcune blue chips del DJ e di conseguenza l'indice stesso ?

Io sempre su EROC ed in attesa di sviluppi prima di entrare su player puri.. stavo riguardando una mia vecchia fiamma , WRES , ma è un pò che non la seguo e quindi per reinquadrarla ci vorrà qualche giorno..
 
$@£.V€ a tutti.

Nella precedente serie di post ho tentato una approfondita analisi grafica del gas naturale dal punto di vista degli indici, commodity, ETF, ETC, Equity
http://www.finanzaonline.com/forum/showpost.php?p=22613780&postcount=83
http://www.finanzaonline.com/forum/showpost.php?p=22613780&postcount=84
http://www.finanzaonline.com/forum/showpost.php?p=22613780&postcount=85
http://www.finanzaonline.com/forum/showpost.php?p=22613780&postcount=86
http://www.finanzaonline.com/forum/showpost.php?p=22614100&postcount=90
http://www.finanzaonline.com/forum/showpost.php?p=22614194&postcount=91
http://www.finanzaonline.com/forum/showpost.php?p=22614194&postcount=92
http://www.finanzaonline.com/forum/showpost.php?p=22618876&postcount=98
http://www.finanzaonline.com/forum/showpost.php?p=22618876&postcount=99
http://www.finanzaonline.com/forum/showpost.php?p=22621705&postcount=100

In questa nuova serie di posts invece mi occuperò fondamentalmente delle varie forme di spread che possono essere indagate sul gas naturale, particolarmente quelle con l'oil (West Texas Light Crude Oil nello specifico) ma in piccola parte anche sull'energia nucleare.
Il primo chart è puramente esemplificativo della materia che voglio trattare e riguarda lo spread nat.gas vs. oil inteso come equivalente energetico tra i due idrocarburi. Sarebbe veramente prezioso avere chart auto-aggiornantisi su tale strumento di controllo delle quotazioni.

Anni davvero peculiari sono stati i seguenti:
-) 1990, 1991, 2007, con uno spread equivalente almeno di 0.5, ovvero a vantaggio dell'oil di oltre il doppio;
-) 1998, 2005, con uno spread equivalente superiore ad 1, ovvero a vantaggio del gas naturale sull'oil.




[http://en.wikipedia.org/wiki/Barrel_of_oil_equivalent. - The barrel of oil equivalent (BOE) is a unit of energy based on the approximate energy released by burning one barrel (42 US gallons) of crude oil. The US Internal Revenue Service defines it as equal to 5.8 × 106 BTU.[1]
5.8 × 106 BTU59 °F equals 6.1178632 × 109 J or about 6.1 GJ.
A BOE is roughly 6000 cubic feet (170 cubic meters) of typical natural gas.[2]
A commonly used multiple of the BOE is the kilo barrel of oil equivalent (kboe or kBOE), which is 1,000 times larger.
Other common multiples are the BBOe, (also BBOE), or billion barrel of oil equivalent, representing 109 barrels of oil, used to measure petroleum reserves,[3] and million barrels per day, MMbd (or MMBD), used to measure daily production and consumption.[4] Also used is the Mtoe, or Millions of tonnes of oil equivalent, a metric measurement equivalent to approximately 0.006841 BBOE.[5]
The BOE is used by oil and gas companies in their financial statements as a way of combining oil and natural gas reserves and production into a single measure.
]
 

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Di seguito invce riporto le due varianti i spread-ratio tra i future del gas naturale e del WTI Light Crude Oil:

-) WTI vs. Nat.Gas - visualizza il gas in multipli dell'oil.
-) Nat.Gas vs. WTI - visualizza il multiplo inverso.

Ambedue i chart non si aggiornano automaticamnte e sono stati prelevati dalla rete ed opportunamente modificati. Sono serviti e serviranno come benchmark decennali dell'andamento dello spread.
Seguiranno le analisi grafiche degli spreads.
 

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Prima di passare all'analisi grafica degli spread credo sia utile effettuare qualche breve commento su una serie di slides che riguardano proiezioni al 2025 per U.S. market sul gas naturale eseguite da un utorevole studio ad inizio decennio.

Nella prima si vede che la forbice o spread consumo vs. produzione raggiunse un primo picco nel 1998/2001, per poi vistosamente chiudersi nella seconda metà di questo decennio. Le prospettive delineate sono per una costante riapertura dello spread a partire dal 2008/2009, senza sosta per un ventennio. Il subsettore in crescita esponenziale sarà quello del liquid nat.gas.
Sul chart di lungo termine [http://www.finanzaonline.com/forum/showpost.php?p=22613780&postcount=83] il 1998/2001 corrisponde ad una prima impennata storica delle quotazioni della nrg-commodity, con appena un 2.5X di multiplo e 0.37 di spread Nat.Gas vs. Oil.

Nella seconda slide (spreads settoriali) si vede come le prospettive di crescita di utilizzo del gas naturale stimino un incremento notevole per i generatori elettrici e l'industria con interessanti risvolti intuibili per le BRIC country in piena fase espansiva proprio da metà di questo decennio.
Il settore veicoli è fortemente ininfluente nelle proiezioni ma potrebbe rappresentare un driver eccezionale e non previsto dalle slides, magari di brve durata (5-8 anni) ma sufficienti ad infiammare il settore.
 

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Prima di passare all'analisi grafica degli spread credo sia utile effettuare qualche breve commento su una serie di slides che riguardano proiezioni al 2025 per U.S. market sul gas naturale eseguite da un utorevole studio ad inizio decennio.

Nella prima si vede che la forbice o spread consumo vs. produzione raggiunse un primo picco nel 1998/2001, per poi vistosamente chiudersi nella seconda metà di questo decennio. Le prospettive delineate sono per una costante riapertura dello spread a partire dal 2008/2009, senza sosta per un ventennio. Il subsettore in crescita esponenziale sarà quello del liquid nat.gas.
Sul chart di lungo termine [http://www.finanzaonline.com/forum/showpost.php?p=22613780&postcount=83] il 1998/2001 corrisponde ad una prima impennata storica delle quotazioni della nrg-commodity, con appena un 2.5X di multiplo e 0.37 di spread Nat.Gas vs. Oil.

Nella seconda slide (spreads settoriali) si vede come le prospettive di crescita di utilizzo del gas naturale stimino un incremento notevole per i generatori elettrici e l'industria con interessanti risvolti intuibili per le BRIC country in piena fase espansiva proprio da metà di questo decennio.
Il settore veicoli è fortemente ininfluente nelle proiezioni ma potrebbe rappresentare un driver eccezionale e non previsto dalle slides, magari di brve durata (5-8 anni) ma sufficienti ad infiammare il settore.

ma da dove hai preso queste slide?

scrivo solo una cosa

attualmente gli stati uniti sono il secondo paese per riserve mondiali di gas

Jan-09 Feb-09 Mar-09 Apr-09 May-09 Jun-09 View
History
Total Consumption
2,699,856 2,305,587 2,156,803 1,735,968 1,499,143 1,522,628


Jan-09 Feb-09 Mar-09 Apr-09 May-09 Jun-09 View
History
Gross Withdrawals
2,251,042 2,073,042 2,290,683 2,191,136 2,239,300 2,151,221

attualmente la produzione è maggiore di 600000 unità altro che spread:D:D:D


guarda lo storico sono dati vecchi del 2002 ;)
 
Ultima modifica:
Lo so: per questo son proiezioni !
Si basano su studi precedenti (2000/2002) e tentano di delineare ragionevoli scenari per il futuro.
Sono utili per un inquadramento storico/prospettico del fenomeno Nat.Gas commodity.
Se non erro sono stati prodotti dalla EIA.

ma da dove hai preso queste slide?

scrivo solo una cosa

attualmente gli stati uniti sono il secondo paese per riserve mondiali di gas

Jan-09 Feb-09 Mar-09 Apr-09 May-09 Jun-09 View
History
Total Consumption
2,699,856 2,305,587 2,156,803 1,735,968 1,499,143 1,522,628


Jan-09 Feb-09 Mar-09 Apr-09 May-09 Jun-09 View
History
Gross Withdrawals
2,251,042 2,073,042 2,290,683 2,191,136 2,239,300 2,151,221

attualmente la produzione è maggiore di 600000 unità altro che spread:D:D:D


guarda lo storico sono dati vecchi del 2002 ;)
 
$@£.V€ a tutti.

In questa serie di chart considero i diversi spread-ratio sul Nat.Gas. basati sui due future: Nat.Gas vs. WTI.

Sul triennale (daily; ema 5/10/20) si segnala la sola discendente che unisce circa i low dello spread 2002/2006/2007/2008 [http://www.finanzaonline.com/forum/showpost.php?p=22631955&postcount=111] in quanto è l'unica trends ben visibile sul triennale di quelle impostate sullo storico.
Si vede subito lo sfondamento avvenuto in estate 2009 da parte del ratio, conseguendo il low assoluto su base ventennale a 0.04 ovvero un multiplo di 25X del Nat.Gas vs. Oil. Detto sfondamento ribassista è stato causato dall'abbandono della rilevantissima fascia statica indicata in nero che ha sovente contenuto gli afondi dello spread-ratio nel ventennio precedente [93, 95, 96, 97, 99, 00, 01, 06, 07, 08].

Gli oscillatori selezionati del resto sono entrati in assetto ribassista proprio in agosto sulla maturazione dei nuovi low in seguito al pull-back della discendente rossa segnalata. Comunque gli oscillatori segnalano fortissima divergenza tra low del ratio e low delle proprie curve, tale che è plausibile un forte punto di reverse nelle prossime settimane.

Sullo spread-ratio di lungo termine si vedono tre fasi molto cruente al ribasso verificatesi nell'arco di poco tempo, con un'amplissima price-action eseguita e low decrescenti [2001, 2006, 2009], mentre i recuperi rialzisti hanno conseguito top decrescenti in un tempo decisamente maggiore ma con una price-action decisamente più tranquilla. Queste caratteristiche sono segni di una strutturazione della curva tipicamente impulsiva. Pertanto il ribasso partito recentemente da quota 0.169 dovrebbe esser strutturato in 5/9/13/17/21/ecc. onde e di conseguenza si propone un conteggio direttamente sul chart, sapendo che ne sono possibili di alternativi.
Le possibili proiezioni dei corsi sul lungo termine potrebbero essere le seguenti:
perdita del 90% dal top recente: area 0.017-0.020;
perdita % pari alla price area del rettangolo ribassista perforato in estate 2009: area 0.022/0.020.
Sono comunque plausibili troncamenti del ribasso dovuti a mutamenti degli assetti nella geo-politica energetica e nel sentiment degli istituzionali sulle nrg-commodity, tale che vi siano imponenti reverse da parte dei fondi e degli operatori gasiferi.

Fatto sta che l'area 0.040/0.020 di spread-ratio si candida come area di forte volatilità e tensione sui corsi per la continua ricerca del low nell'hedgeing sugl'idrocarburi.

La struttura dello spread-ratio permarrà bearish fino alla discendente storica che collega i top 2000-2005-2008 ed attualmente in area 0.15/0.14, pari a multipli di 6.67/7.14X, ovvero in area di media a 10-y. Oltre detto livello lo spread-ratio muterà la struttura in bullish segnalando i nuovi low come occasioni di acquisto sul Nat.Gas e di vendita sull'Oil.
Rialzi in struttura bear sono perfettamente plausibili fino al livello delle daily-sma/200 e 500, in imminente ingresso nella fascia statica indicata in nero. Proprio dalle daily-sma di lungo termine vengono ulteriori conferme sulla cruda struttura bear dello spread:
d-sma/200 in flesso ribassista dalla primavera;
d-sma/500 ribassista ed in accelerazione di pendenza;
cross bearish della d-sma/200 vs. d-sma/500.
E' lecito attendersi un violento rimbalzo nelle prossime settimane da parte dello spread-ratio, in virtù sia delle cospicue divergenze che stanno maturando tra corsi ed oscillatori selezionati, sia della notevole distanza tra corsi e d-sma/200 e 500 e del set-up tra le due medie avvenuto la settimana appena conclusasi.

Sulla possibilità che tale violento rialzo possa spezzare il bear iniziato nel 2000 bisogna sapere che allo stato attuale dei chart è molto remota in quanto è propedeutico prima l'approccio di d-sma/200 e 500 e poi addirittura la discendente da top storico. Il percorso pertanto è lungo ma l'occasione del rialzo sarà quasi epocale per chi si occupa di hedgeing in idrocarburi energetici.



N.B.: per trasparenza si comunica che lo scrivente potrebbe possedere quote degli strumenti finanziari in oggetto. Non si forniscono in alcun modo raccomandazioni o segnali di vendita e/o acquisto sugli strumenti finanziari in oggetto.
Disclaimer manthra: http://www.finanzaonline.com/forum/showpost.php?p=22439498&postcount=58
 

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Di seguito i chart dello spread-ratio Nat.Gas vs. OIL e Nat.Gas vs. Nuclear-nrg calcolati sugli ETF.



N.B.: per trasparenza si comunica che lo scrivente potrebbe possedere quote degli strumenti finanziari in oggetto. Non si forniscono in alcun modo raccomandazioni o segnali di vendita e/o acquisto sugli strumenti finanziari in oggetto.
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Di seguito i chart P&F dei principali spread-ratio trattati, ovvero tra i futures e tra due degli svariati ETF/ETC sulle due nrg-commodity; ovviamente sempre nello stesso ordine, Nat.Gas vs. OIL .

Su tutti e tre gli strumenti si vede come tutti i recenti livelli di prezzo abbiano ceduto alla pressione ribassista, che sta agendo sull'hedgeing degli idrocarburi su tutti i frames.

StockChart non genera segnali automatici in merito agli spread sui P&F ma la strutturazione ribassista è palese e senza segnali di interruzione allo stato attuale.

Nella fase attuale, mentre sulla coppia di spread basata sugli ETF si nota una rilevante long tail bearish, sullo spread dei futures invece siamo in una situazione di debole doppio minimo di breve sulla price-box 43 (= 0.043 x 1000).



N.B.: per trasparenza si comunica che lo scrivente potrebbe possedere quote degli strumenti finanziari in oggetto. Non si forniscono in alcun modo raccomandazioni o segnali di vendita e/o acquisto sugli strumenti finanziari in oggetto.
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sal.vi...secondo me il natural gas...dovrebbe a breve reinvertire come tu hai proposto...forse a meta settembre in cerca di un massimo relativo a dicembre....come vedi tgc???
 
VOLTURE buondì.

Sullo stock-picking da eseguire sul Nat.Gas sono in difficoltà in quanto ho poco tempo a disposizione per analizzare l'intero settore.

Alcuni Gas-F.o.L.ers hanno segnalato le seguenti da mettere in osservazione

AAV (io)
CHNG [no pure player] (io)
EROC (MIRACLE e io)
WRES (MIRACLE)
GASS (non mi ricordo)
GMET (MORGAN S)
TGC (TU)

Ci vorrebbe un po più di supporto/collaborazione in modo tale da effettuare una comparazione tra dati fondamentali e grafici.



Su Gmet sono entrate poche settimane fa quasi in contemporanea, Goldman Sachs :D Morgan Stanley, Citigroup, Credit Suisse, Bank of America, per citarne alcune di grosse, ora siccome circolano voci dalla City che i big si sono posizionati pesanti sul gas per via di possibili tensioni internazionali con la Russia, volete che questi non sappiano prima le cose visto che sono LORO che creano queste tensioni? :D:p

Sapete no la storia del gasdotto Nabucco ( filoamericano ) e l'altro quello che porta dalla Russia il gas fino in italia dove Berlusconi ci ha rimesso le veline :D perchè ha fatto questo accordo con Putin?

Guerra sul gas ( probabilmente ) per via di questi 2 gasdotti concorrenti :yes:

Forse lo spingeranno ancora un pò giù fino a metà settembre :rolleyes:


Ottimi link!
Quel che si dice nell'ultimo è , appunto , che molte delle ingenti riserve hanno prezzi di estrazione elevati , 50% sopra le quotazioni attuali.. quindi in pratica è come se non esistessero finchè il gas quoterà così basso.
La tassazione delle emissioni di CO2 sarebbe davvero un grande incentivo : l'amministrazione Obama potrebe e dovrebbe puntare verso queste forme di incentivo ( esistono già dei crediti sulle tasse , in verità ).

Anche il primo link è interessante: nonostante ci dica che lo spread è "naturale" , cioè dovuto ai maggiori costi di trasporto ( parzialmente smentito dal secondo link ) e dal fatto che le infrastrutture per il petrolio sono esistenti e difficilmente convertibili , ci suggerisce che il prezzo si sia stranamente allineato al costo di estrazione dei nuovi e più complessi giacimenti.
Quanto siano poi manipolati a scopo speculativo i mercati delle commodities risulta evidente:stamattina leggevo sul forum mercato italiano un post dell'utente Ing64 , che faceva notare come ad ogni scatto in avanti dell'oil seguivano avanzamenti di Exxon e Chevron , società che muovono l'indice DJ ; forse il caro gas è dimenticato perchè in questo momento è più utile trattare greggio mantenendo così alte le quotazioni di alcune blue chips del DJ e di conseguenza l'indice stesso ?

Io sempre su EROC ed in attesa di sviluppi prima di entrare su player puri.. stavo riguardando una mia vecchia fiamma , WRES , ma è un pò che non la seguo e quindi per reinquadrarla ci vorrà qualche giorno..

sal.vi...secondo me il natural gas...dovrebbe a breve reinvertire come tu hai proposto...forse a meta settembre in cerca di un massimo relativo a dicembre....come vedi tgc???
 
anche linde air liquide potrebbero essere interessanti?


occhio che da giorni ci sono insistenti news internazionali che segnalano il gas come l' "affare del secolo" e lo spread petrolio/gas come in imminente riduzione

risultati venerdi il crudo ha toccato i 73 dollari ed il gas sfonda continuamente nuovi minimi:o:o:o:wall::wall::wall:

la cosa impressionante sono i consumi di petrolio usa che tutto sommato reggono bene con importazioni che non accennano a calare insomma per il petrolio la domanda c' è e come
 
Continuando le ricerche ho trovato un gigante del gas, BG Group Plc, ma non e' per niente sottovalutato :wall::wall::wall:
 
questa mi sembra davvero cheap cheap ConocoPhillips


a me interesserebbe qualche azienda che produce Lng plant in "poco tempo" non proprio una start up ma una middle cap piuttosto aggressiva ma non ne trovo:angry::angry::angry:
 
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