Rinnovabili Americane/Cinesi/Tedesche - 36

  • Ecco la 69° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Settimana difficile per i principali indici europei e americani, solo il Nasdaq resiste alle vendite grazie ai conti di Nvidia. Il leader dei chip per l’intelligenza artificiale ha riportato utili e prospettive superiori alle attese degli analisti, annunciando anche un frazionamento azionario (10 a 1). Gli investitori però valutano anche i toni restrittivi dei funzionari della Fed che hanno ribadito la visione secondo cui saranno necessari più dati che confermino la discesa dell’inflazione per convincere il Fomc a tagliare i tassi. Anche la crescita degli indici Pmi, che dipingono un’economia resiliente con persistenti pressioni al rialzo sui prezzi, rafforzano l’idea di tassi elevati ancora a lungo. Per continuare a leggere visita il link

  • Due nuove obbligazioni Societe Generale, in Euro e in Dollaro USA

    Societe Generale porta sul segmento Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana due obbligazioni, una in EUR e una in USD, a tasso fisso decrescente con durata massima di 15 anni e possibilità di rimborso anticipato annuale a discrezione dell’Emittente.

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Solari Weekly Analysis 13 feb 2009 (A)

PREZZI
Il “metatitolo” GSI segna in chiusura di ottava $ 14.10 contro $ 14.30 del p.w. (-1.40%).
Nella settimana 8 titoli sono advancing (32%) e 17 declining (68%). La migliore performance è di ENER (+12.4%) e la peggiore di EMKR (-20.2%).
Nelle ultime 3 settimane due soli titoli sono stati continuativamente advancing: ENER e la norvegese REC.
Nello stesso periodo, un solo titolo è stato sempre declining: CSUN. Nelle tre settimane la migliore performance è di SOLR (+47%) e la peggiore di CSUN (-25%).
YTD, il prezzo del GSI è diminuito del 4%, vi sono 7 titoli advancing (28%) e 18 declining (72%); la migliore performance è di SOLR (+77.5%) e la peggiore di ESLR (-48%).

VOLUMI
I volumi medi giornalieri nella settimana sono stati in totale del 14% superiori di quelli rilevati nel p.w. e del 17% inferiori rispetto a quelli del trimestre. Rispetto al p.w. i più trattati sono stati JASO e CSUN (oltre il doppio) ed i meno trattati QCE (-30%) e SOLR (-30%). Rispetto all’avg. trimestrale, i più trattati sono stati ENER (+55%) e ESLR (+31%) ed i meno trattati SPIR (-67%) e SOLF (-58%).

Segue Medie Mobili e Indicatori

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Solari Weekly Analysis 13 feb 2009 (B)

Moving Average (ma)
La media mobile a 50 giorni del GSI è $ 16.20 contro $ 14.12 del p.w. (+14.73%). 9 titoli quotano sopra la ma50 (36%) mentre nel p.w. erano 6 (24%). Nel loro complesso, i titoli solari prezzano -5.5% rispetto alla propria ma50, nel p.w. il gap era -5.3%.

La media mobile a 200 giorni del GSI è $ 23.63 contro $ 22.65 del p.w. (+4.33%). Nessun titolo quota sopra la ma200. Nel loro complesso, i titoli solari prezzano -42.8% rispetto alla propria ma200, nel p.w. il gap era -46.7%.

L’analisi delle ma condotta sull’intero paniere dei 25 titoli solari del GSI mostra quindi un innalzamento sia della ma50 sia della ma200; ciò significa che, in ambedue i casi, i 5 valori nuovi (entranti nel conteggio della ma) sono superiori ai 5 più vecchi (uscenti nel conteggio della ma).
Domanda: visto in un’ottica di trend, quanto detto sopra, ci autorizza a dire che l’ultima settimana ha aumentato la componente “bullish” del trend dei solari?
La risposta, se esauriente, non può che essere un po’ “articolata” (o… “pallosa” detto in lingua swahili:)).
Intanto occorre tenere presente che qui si considerano due finestre temporali ben precise (50 e 200 sedute borsistiche), trascurando le infinite altre possibili. Ebbene, limitiamoci a considerare la ma50, dato che considerazioni identiche si applicano alla ma200. Più sopra si è detto che la media delle ma50 dei titoli solari questa settimana è aumentata del 14.73% rispetto alla settimana precedente.
Per ogni titolo, la attuale ma50 è ottenuta partendo dai 50 valori (daily close) che entravano nella formazione della ma50 della settimana precedente, eliminando i 5 valori più vecchi ed aggiungendo i 5 valori più nuovi (quelli dell’ultima settimana). Se la ma50 attuale è (per un titolo qualsiasi) il 14.73% superiore alla ma50 della scorsa settimana, per il meccanismo costruttivo appena detto, i 5 valori inseriti (nuovi) sono (tutti od alcuni) maggiori dei 5 valori tolti (vecchi). Immaginando di rappresentare su due grafici distinti (“last” e “prev.”) le due situazioni descritte (quella attuale e quella di una settimana addietro), porremo in ascisse il tempo in giorni (50 date giornaliere) ed in ordinate il prezzo (close) del titolo in tali 50 giorni; nel primo quadrante avremo per ciascun grafico 50 punti che, uniti, ci danno una linea “spezzata”. Se in ciascuno dei due grafici costruiamo una linea (di regressione) che interpola al meglio la “nuvola” dei 50 punti detti, dovremmo ottenere che per il grafico “last” questa linea interpolatrice è più inclinata della linea interpolatrice del grafico “prev.”


CHANGE % FROM 52 W. HIGH & LOW
In media i titoli solari quotano ad un prezzo che è -42.8% del suo max a 52 settimane (-46.7% nel p.w.) e +70.5% del suo min a 52 settimane (+66.4% nel p.w.). Il range delle distanze % dal max va da -54.4% (FSLR) a -90.4% (csiq), mentre il range delle distanze % dal min va da +9.2% (ESLR) a +483% (SOLR).

MACD
La media delle divergenze (fra MACD e trigger line) è ora +0.091 contro +0.060 del p.w. (+51.7%).
Per verificare per quali titoli si hanno le divergenze più significative, è comunque preferibile riferirsi alla colonna del “last to prev. %”, infatti in essa è “neutralizzato” l’effetto della entità del prezzo sul dato della divergenza. La media delle divergenze su questa colonna, è +0.65 contro +0.39 del p.w. (+66.6%); le divergenze più accentuate riguardano EMKR e REC.
Il rapporto fra le divergenze “last” e quelle “prev.” ci segnala il grado della forza del movimento che è avvenuta per ciascun titolo e, soprattutto, la presenza di eventuali “cross”; con tale ultimo termine ci si riferisce all’attraversamento (dal basso verso l’alto o viceversa) del grafico dell’MACD rispetto alla propria linea segnale (trigger line); la presenza di un “cross” è segnalata da un valore negativo del rapporto last/prev. divergence; in virtù di ciò possiamo dire che nella settimana il “cross” si è avuto per HOKU e per TSL; poiché questi attraversamenti (cross) sono anticipatori di un mutamento di trend è nostra cura cercare di trovarli e monitorare con la massima attenzione i titoli sottostanti.
Dato che HOKU ha questa settimana MACD negativo è ovvio che esso era positivo la settimana precedente; questo significa che il cross è consistito in un attraversamento dall’alto verso il basso dell’MACD nei confronti della trigger line: segnale bearish.
TSL ha questa settimana MACD positivo e quindi MACD negativo nel p.w.; il cross in questo caso avviene dal basso verso l’alto: segnale bullish.
Queste sono due indicazioni di AT; tali indicazioni contribuiranno (insieme al altre tecniche, fondamentali, quantitative, macroecomiche, news e rumors) a formare il cosiddetto “movimento operativo consapevole”.

RSI
Il valore medio di RSI è 47.39 contro 49.10 del p.w. (-3.48%) un lieve generale movimento verso il basso (zona di ipervenduto). Considerando 70/100 zona di ipercomprato e 30/0 zona di ipervenduto, si deve concludere che non vi sono titoli solari in tali zone; infatti il range di RSI va da un min di 30.13 (CSUN) ad un max di 61.32 (SOLR). Il movimento più marcato verso la zona bassa di ipervenduto è stato per la tedesca SWV (-26%) mentre il movimento più consistente verso la zona alta di ipercomprato è stato di TSL (+19%).

ADX +DI -DI
Con questa settimana introduciamo il nuovo indicatore ADX che riteniamo utile e preciso per misurare la forza del trend (sia esso bullish o bearish) e la forza del trend nelle due separate componenti bullish (+DI) e bearish (-DI).

ADX è acronimo di Average Direction Index ed è un oscillatore che può fluttuare fra 0 e 100, anche se raramente è dato da osservare valori superiori a 60. Indicazioni di trend corrente robusto (toro od orso) si hanno per valori di ADX superiori a 40, mentre indicazioni di lateralizzazione o comunque di trend corrente assai debole si hanno per valori di ADX inferiori a 20.
Giova ripetere che ADX non misura la forza di un trend toro o di un trend orso ma esclusivamente la forza del trend attuale (senza riferimento a nessun…animale:no:); così un ADX di 50 può stare a segnalare che è in atto un forte trend toro oppure un forte trend orso.
L’autore dell’ADX J.W. Wilder, ha perfezionato il suo stesso ADX introducendo altri due indicatori che nella pratica della AT si usano in congiunzione con l’ADX: il +DI (Positiv Directional Indicator) ed –DI (Negativ Directional Indicator). Il +DI misura la forza della componente “bullish” del trend in atto mentre il –DI misura la forza della componente “bearish” del trend in atto.
Poiché ADX è ottenuto utilizzando sia +DI sia –DI , non fornisce indicazioni circa la “direzione” del trend ma solamente una misura della sua forza.
Segnali di buy e sell si possono trarre dai “cross” fra +DI e –DI; più precisamente abbiamo un segnale “buy” quando +DI attraversa dal basso verso l’alto –DI ed abbiamo un segnale “sell” quando –DI attraversa dal basso verso l’alto +DI; occorre tenere presente che in situazioni di mercato laterale, questo sistema produce numerosi falsi segnali, per cui tale sistema andrebbe usato congiuntamente alle concomitanti indicazioni di altri tools (MA, MACD, RSI..).


Il GSI ha un ADX di 15.40 con +DI=20.93 e –DI=20.28.
Con questi tre dati dovremmo concludere: calma piatta, lateralizzazione senza appello! Infatti ADX è sotto 20, quindi il trend non esiste oppure è assai debole; inoltre sono bassi anche i valori di +DI e di –DI vale a dire debole componente bullish e debole componente bearish; inoltre +DI e –DI sono quasi uguali a conferma ulteriore che il toro e l’orso in questi periodi si equivalgono.

Segue Indici, Volumi, Crude & Cross
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Solari Weekly Analysis 13 feb 2009 (C)

INDICI
L’indice solare GSI vale 35.895 contro 37.080 del p.w. (-3.20%); l’indice “clean energy” CELS vale 148.330 contro 153.12 (-3.13%); l’industry semiconduttori vale 649.190 contro 676.44 (-4.03%).
Nel comparto Oil & Gas, il GOI vale 59.188 contro 61.638 (-3.98%) ed il NYE vale 9116.330 contro 9554.03 (-4.58%).
Per i mercati più vasti, il DJI vale 7850.410 contro 8280.59 (-5.20%), il Nasdaq C. vale 1534.360 contro 1591.71 (-3.60%), lo SP500 vale 826.840 contro 868.60 (-4.81%). L’indice solare declina in misura analoga dell’industry, dell’O&G e del mercato in generale.
YTD, il GSI segna -8.48% facendo moglio solo rispetto al DJI (-10.55%); CELS e semiconduttori sono advancing come pure i due indici O&G. I tre grandi indici di mercato sono tutti declinig, con il tecnologico in posizione assai migliore rispetto agli altri due.

VOLUMI
Per il GSI, i volumi giornalieri mediamente scambiati in settimana sono 52M contro 46M del p.w. (+14%) e 55M dei 3 mesi (-5%).
Per CELS i volumi medi giornalieri della settimana sono 78M contro 76M del p.w. (+3%) e 82M dei 3 mesi (-4%).
Per l’indice dell’O&G GOI, i volumi sono 236M contro 220M del p.w. (+8%) e 248M dei 3 mesi (-5%).
Per lo SP500, i volumi giornalieri in settimana sono stati 4123M contro 4275M del p.w. (-4%) e 5673 dei 3 mesi (-27%).
I solari hanno quindi una discreta ripresa dei volumi rispetto al p.w. avvicinandosi a quelli medi del trimestre; il risultato volumetrico, in termini di ripresa sul p.w., è lievemente favorevole ai solari rispetto all’industry ed al mercato.

Segue Ratios
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Solari Weekly Analysis 13 feb 2009 (D)

VALUATION RATIOS
Il P/E dell’indice GSI vale 13.65 contro 15.32 del p.w. (-11%); l’industry ha un P/E di 6.69 contro 6.51 del p.w. (+2.76%); l’SP500 ha un P/E di 13.36 contro 13.23 del p.w. (+0.98%).
In tabella, le celle con fondo verde nella colonna del P/E stanno ad indicare i valori di P/E inferiori sia alla media dei solari, sia all’industry, sia all’SP500.
Il P/B dell’indice GSI vale 2.61 contro 2.65 del p.w. (-1.51%); l’industry ha P/B=1.18 contro 1.19 del p.w. (-0.84%); l’SP500 ha P/B=2.58 come nel p.w.
Anche qui, le celle con fondo verde stanno ad indicare i valori di P/B inferiori sia alla media dei solari, sia all’industry, sia all’SP500.
Il P/S dell’indice GSI vale 2.40 contro 2.52 del p.w. (-4.76%); l’industry ha P/E=0.51 contro 0.50 del p.w. (+2%); l’SP500 ha P/S=1.63 contro 1.64 del p.w. (-0.61%).
Le celle con fondo verde stanno ad indicare i valori di P/S inferiori sia alla media dei solari, sia all’industry, sia all’SP500.
Il P/CF del GSI vale 6.63 contro 7.49 del p.w. (-11.48%); l’industry ha P/CF=2.31 contro 2.27 del p.w. (+1.76%); l’SP500 ha P/S=6.43 contro 6.81 del p.w. (-5.6%).

PROFITABILY RATIOS
Queste tre serie di ratios restano uguali al p.w., salvo i dati riferiti alle società che hanno diffuso i dati trimestrali durante la settimana (ENER ed YGE). A livello di GSI, il Gross Margin resta invariato a 27.71%, l’Operating Margin passa da 1.75% a 1.87% (+6.8%) ed il Net Margin passa da -0.58% a -0.61% (-5%). Si può affermare che le due nuove trimestrali non hanno modificato l’assetto preesistente dei profitability ratios.

MANAGEMENT EFFECTIVENESS RATIOS
Anche queste quattro serie di ratios restano uguali al p.w. salvo i dati riferiti a ENER ed YGE. A livello di GSI, il ROA passa da 3.36% a 3.22% (-4%), il ROE passa da 5.79% a 11.18% (+93%), il ROI passa da 5.94% a 5.74% (-3%) ed infine il ROS passa da 5.94% a 6.06% (+2%). Anche questi ratios di redditività non variano significativamente in virtù delle nuove trimestrali, salvo il notevole balzo del ROE, per il quale ci riserviamo una verifica ulteriore.

FINANCIAL STRENGHT RATIOS
Anche i financial ratios mutano solo in virtù delle nuove trimestrali. A livello di GSI, il Q.R. passa da 2.41 a 2.36 (-2%), il C.R. passa da 2.82 a 2.77 (-1.8%). Il working capital migliora passando da 422M a 441M. La forza finanziaria di breve periodo risulta lievemente scalfita se si considerano il QR ed il CR, mentre si rafforza se di considera il working cap.
Per la forza finanzia di lungo periodo, si ha che il L.T.D.T.E. passa da 0.22 a 0.24; il T.D.T.E. passa da 0.41 a 0.44; il Debt ratio passa da 0.13 a 0.17. Poiché, contrariamente ai financials di breve, per i financials di lungo termine valori più bassi sono segnale di maggiore robustezza finanziaria, possiamo concludere che rispetto al p.w. si erode un po’ la forza finanziaria di lungo periodo (ciò si verifica per tutti i tre ratios).

Segue Short Sentiment
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Solari Weekly Analysis 13 feb 2009 (E)

Per quanto riguarda l’analisi dello short sentiment, si prendono in considerazione 3 indici: short ratio (o days to cover), lo short of float (sof), il short percent increase/decrease. Di essi si osservano i valori relativi all’ultimo rilasco del 10 febbraio confrontandoli con quelli del rilascio precedente (cfr. p.w.); il confronto consiste nel calcolo del change %.
A livello di indice GSI, lo short ratio è passato da 6.2 giorni a 8 giorni (+29%); il s.o.f. è passato dal 10.86% al 10.42% (-4%); il % increase/decrease è passato da +0.79% a -6.72%. Per lo short sentiment abbiamo quindi segnali contrastati: un indice (s.r.) segnala un rafforzamento, mentre gli altri due indicano un indebolimento. Viene da dire che, in situazione di incertezza e di lateralità, che non poteva essere altrimenti.

Grazie per l’attenzione.
Buona Settimana a tutti.
giugin:bye:
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Grazie Giugin! :bow:

A mio parere questa settimana sono osservate speciali TSL, CSIQ, QCE e SOL per un buon ingresso, JASO per la sua volatilita'. OK!
 
Forum: Suntech on Strike, Employees Solicited by Second Competitor

Buongiorno.

Suntech (NYSE:STP) management and technology employees attended a job fair held by Solarfun Power Holdings (Nasdaq:SOLF) on February 15, according to a post on solarzoom.com.
According to the post, Suntech's "large-scale" layoffs have resulted in stoppages in several production lines, and most employees are receiving monthly pay of RMB 1,000 (roughly $146) including overtime.

An ensuing post said that a strike in Suntech's cell production department has stopped production on multiple lines, and staff is resigning in large numbers. On February 7, hundreds of Suntech employees attended a job fair held by Trina Solar (NYSE:TSL), the post said.
 
SWV recupera parzialmente il disastro di venerdi scorso, ma resta comunque a rischio ulteriore slittone:

15min:
 

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Grazie Giugin! :bow:

A mio parere questa settimana sono osservate speciali TSL, CSIQ, QCE e SOL per un buon ingresso, JASO per la sua volatilita'. OK!


Concordo, aggiungendo il monitoraggio anche di CSUN nell'ambito delle "cheap" salvo vedere un po' i "conti" e quel P/E stranamente elevato:mmmm:

a dopo.
giugin:bye:
 
ma che si fa oggi, che in Usa fanno la loro ennesima festa e wally è chiusa? Si va a fare un giro a Piazza Affari? Dicono che la Trocadero oggi è scesa sotto i 2 euro..:)

giugin:bye:
 
suggerimento del giorno

:D

SMA is the world market leader for photovoltaic inverters

S92G.DE SMA SOLAR TECH S92 DE000A0DJ6J9

mi sono accorto che fin'ora nessuno a mai seguito questo titolo con interesse .. stiamo parlando di uno dei + grossi produttori d'inverter

http://www.sma.de/en/investor-relations/overview.html


03/31/2009
Publication Annual Report 2008 Press Conference on Annual Results
 
:D

SMA is the world market leader for photovoltaic inverters

S92G.DE SMA SOLAR TECH S92 DE000A0DJ6J9

mi sono accorto che fin'ora nessuno a mai seguito questo titolo con interesse .. stiamo parlando di uno dei + grossi produttori d'inverter

http://www.sma.de/en/investor-relations/overview.html


03/31/2009
Publication Annual Report 2008 Press Conference on Annual Results

thanks!

L'hanno quotata a luglio 08, timing invidiabile..
Graficamente e' bellina ma, a spanne, non sembra a sconto come i produttori di pannelli.
 

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Scarto Quadratico Medio (Standard Deviation) come misura di Volatitlità dei Titoli

Lo scarto quadratico medio (s.q.m.) viene detto in inglese “standard deviation” (s.d.): per pigrizia qui userò la più breve dizione sd.
La sd è un indice statistico preciso ed utile per misurare “volatilità” di una grandezza, intendendo con ciò la tendenza dei valori veri di una distribuzione statistica a “disperdersi” attorno alla propria media.
Quindi la sd trova applicazione in tutte le discipline scientifiche, tecniche, sociali ed economiche ogniqualvolta si voglia misurare, accanto al valore di sintesi di una serie di dati (classicamente la media), anche l’entità della dispersione dei dati veri della distribuzione attorno a tale valore di sintesi.

Una fabbrica ha due macchinari M1 ed M2 che producono entrambi chiodi, entrambi ne fabbricano 100000 al giorno di lunghezza 10 cm esatti per entrambi. L’addetto al controllo della qualità si limita a registrare la media della lunghezza dei chiodi prodotti e non riferisce alcuna diversità fra i due macchinari. Successivamente, per esempio a seguito di contestazioni da parte di alcuni clienti, egli affina i suoi controlli e, oltre alla media, registra anche la sd delle due linee di produzione (lo fa in modo campionario, ma qui trascuriamo la cosa). La sopresa non tarda ad arrivare: infatti mentre la sd per M1 è 0.1mm, per M2 è 0.4mm. Il macchinario M2 viene così sottoposto a controlli e revisioni o, al limite, sostituito. Grazie all’utilizzo della sd, la fabbrica è in grado di azzerare i “complaints” della clientela.
Se Trilussa avesse conosciuto la sd, ci avrebbe risparmiato la storiella dei due polli..


Applichiamo la sd al mercato azionario e precisamente a quella particolare parte di esso che qui più ci interessa: i titoli dell’energia solare.
Purchè si disponga dei dati, il time frame può essere 1’, 5’, 15’, 60’, 1d, 1w,…: l’importante, ai fini di una significativa misura della sd, è che il numero di periodi sia significativamente elevato.
Qui di seguito considero dati daily. Quali dati? Prezzi (ad esempio il close) oppure rendimenti?
Se si misura la sd per una finestra temporale abbastanza limitata (es. 3 o 6 mesi) e per un solo titolo, si può considerare la sd del close daily. Se però la serie storica di daily close è lunga (alcuni anni o più) è conveniente passare dalla serie dei “daily close price” a quella corrispondente dei rendimenti (change%) ed effettuare quindi il calcolo della sd sulla serie dei rendimenti daily. Fare ciò è necessario per eliminare (neutralizzare) l’influenza della grandezza prezzo sulla misura della sd. Voglio chiarire il concetto.

Supponiamo di avere la serie storica dei prezzi daily di un titolo; questa serie storica parta dal 15 febbraio 1999 ed arrivi ad oggi: 10 anni, 2500 dati (daily close prices); il prezzo sia intorno ai $ 2.00 per le date più remote ed intorno ai $ 35.00 in questi ultimi giorni. E’ facile intuire che il risultato della misura della sd risentirà consistentemente del trend che ha subito il prezzo nei 10 anni di osservazione. Tale ostacolo non si aggira spezzettando la serie in sottofinestre temporali (ad es. di 1 anno), in quanto comunque il confronto fra le sd ottenute è comunque falsato dalle diverse entità della grandezza prezzo.

Se, ed è il caso che a noi più interessa, lo studio deve essere condotto non su un titolo ma su un insieme piuttosto numeroso di titoli (ad esempio i 25 titoli del GSI) l’importanza della distorsione introdotta dal fattore “grandezza del prezzo” sulla misurazione della sd è ancora più evidente e grave. Si usa dire che le serie storiche dei prezzi non sono serie “stazionarie” e quindi non sono adatte per questi ed altri fini. Viceversa, le serie storiche dei “rendimenti” sono serie storiche “stazionarie” e quindi noi useremo tali serie per il calcolo della sd.
D’altro canto, anche se la nostra fonte di dati ci fornisce solo date, prezzi e volumi ma non i rendimenti (è il mio caso), è banale e veloce costruire la corrispondente serie dei rendimenti: ((close di oggi – close di ieri) / close di ieri) * 100.
Più elevata è la sd, più elevata è la volatilità del titolo; minore è la sd, più bassa è la volatilità del titolo. Abbiamo in questo modo di confrontare la volatilità di un titolo nel tempo e soprattutto possiamo confrontare la volatilità fra titolo e titolo, oppure fra un titolo (o gruppo di titoli) e la volatilità di aggregati maggiori (l’industry, il settore, il mercato).
Se per il titolo T otteniamo una sd=4, poiché la media della serie storica dei rendimenti è assai prossima a zero, possiamo con buona approssimazione affermare che con probabilità del 68% il rendimento del titolo in un giorno qualunque sarà compreso fra +2% e -2% (cioè 1 sd) e che con 95% di probabilità tale rendimento sarà compreso fra +4% e -4% (cioè 2 sd).

La formula costruttiva della sd è molto semplice:
1) Si abbia a disposizione, per il titolo T, la serie storica formata da 3000 rendimenti daily.
2) Sia M la media aritmentica semplice di questi 3000 termini (ossia il rendimento medio).
3) Si costruisca la "serie delle deviazioni" dei valori dei rendimenti dalla media M (3000 differenze)
4) Si costruisca la "serie dei quadrati delle deviazioni"
5) Si effettui la somma dei 3000 termini di questa ultima serie
6) Si divida la somma così ottenuta per 3000
Questo valore è esso stesso un indice statistico detto varianza
7) Si esegua la radice quadrata della varianza, ottenendo la sd.
La funzione è presente in excel, per cui il "bieco" lavoro di calcolo è quasi annullato.

Titoli con alta sd sono titoli più volatili e quindi titoli che tendono ad amplificare le risultanze dei mercati (come vedremo è proprio il caso dei titoli solari). Titoli con bassa sd sono meno volatili e quindi tendono a smorzare le risultanza dei mercati (tipicamente le utilities).
Purtroppo le Charts che ci sono in circolazione, o per lo meno quello che conosco, misurano la SD con riferimento ai prezzi; per quello che ho scritto sopra ciò non serve al nostro scopo, per cui mi vedo costretto a scaricare le serie storiche dei prezzi, aggiungere la colonna dei rendimenti e calcolarvi la SD.
Va bene.
Lo farò domani, per i 25 titoli solari del GSI.

Buona Notte.
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Lo scarto quadratico medio (s.q.m.) viene detto in inglese “standard deviation” (s.d.): per pigrizia qui userò la più breve dizione sd.
La sd è un indice statistico preciso ed utile per misurare “volatilità” di una grandezza, intendendo con ciò la tendenza dei valori veri di una distribuzione statistica a “disperdersi” attorno alla propria media.
Quindi la sd trova applicazione in tutte le discipline scientifiche, tecniche, sociali ed economiche ogniqualvolta si voglia misurare, accanto al valore di sintesi di una serie di dati (classicamente la media), anche l’entità della dispersione dei dati veri della distribuzione attorno a tale valore di sintesi.

Una fabbrica ha due macchinari M1 ed M2 che producono entrambi chiodi, entrambi ne fabbricano 100000 al giorno di lunghezza 10 cm esatti per entrambi. L’addetto al controllo della qualità si limita a registrare la media della lunghezza dei chiodi prodotti e non riferisce alcuna diversità fra i due macchinari. Successivamente, per esempio a seguito di contestazioni da parte di alcuni clienti, egli affina i suoi controlli e, oltre alla media, registra anche la sd delle due linee di produzione (lo fa in modo campionario, ma qui trascuriamo la cosa). La sopresa non tarda ad arrivare: infatti mentre la sd per M1 è 0.1mm, per M2 è 0.4mm. Il macchinario M2 viene così sottoposto a controlli e revisioni o, al limite, sostituito. Grazie all’utilizzo della sd, la fabbrica è in grado di azzerare i “complaints” della clientela.
Se Trilussa avesse conosciuto la sd, ci avrebbe risparmiato la storiella dei due polli..


Applichiamo la sd al mercato azionario e precisamente a quella particolare parte di esso che qui più ci interessa: i titoli dell’energia solare.
Purchè si disponga dei dati, il time frame può essere 1’, 5’, 15’, 60’, 1d, 1w,…: l’importante, ai fini di una significativa misura della sd, è che il numero di periodi sia significativamente elevato.
Qui di seguito considero dati daily. Quali dati? Prezzi (ad esempio il close) oppure rendimenti?
Se si misura la sd per una finestra temporale abbastanza limitata (es. 3 o 6 mesi) e per un solo titolo, si può considerare la sd del close daily. Se però la serie storica di daily close è lunga (alcuni anni o più) è conveniente passare dalla serie dei “daily close price” a quella corrispondente dei rendimenti (change%) ed effettuare quindi il calcolo della sd sulla serie dei rendimenti daily. Fare ciò è necessario per eliminare (neutralizzare) l’influenza della grandezza prezzo sulla misura della sd. Voglio chiarire il concetto.

Supponiamo di avere la serie storica dei prezzi daily di un titolo; questa serie storica parta dal 15 febbraio 1999 ed arrivi ad oggi: 10 anni, 2500 dati (daily close prices); il prezzo sia intorno ai $ 2.00 per le date più remote ed intorno ai $ 35.00 in questi ultimi giorni. E’ facile intuire che il risultato della misura della sd risentirà consistentemente del trend che ha subito il prezzo nei 10 anni di osservazione. Tale ostacolo non si aggira spezzettando la serie in sottofinestre temporali (ad es. di 1 anno), in quanto comunque il confronto fra le sd ottenute è comunque falsato dalle diverse entità della grandezza prezzo.

Se, ed è il caso che a noi più interessa, lo studio deve essere condotto non su un titolo ma su un insieme piuttosto numeroso di titoli (ad esempio i 25 titoli del GSI) l’importanza della distorsione introdotta dal fattore “grandezza del prezzo” sulla misurazione della sd è ancora più evidente e grave. Si usa dire che le serie storiche dei prezzi non sono serie “stazionarie” e quindi non sono adatte per questi ed altri fini. Viceversa, le serie storiche dei “rendimenti” sono serie storiche “stazionarie” e quindi noi useremo tali serie per il calcolo della sd.
D’altro canto, anche se la nostra fonte di dati ci fornisce solo date, prezzi e volumi ma non i rendimenti (è il mio caso), è banale e veloce costruire la corrispondente serie dei rendimenti: ((close di oggi – close di ieri) / close di ieri) * 100.
Più elevata è la sd, più elevata è la volatilità del titolo; minore è la sd, più bassa è la volatilità del titolo. Abbiamo in questo modo di confrontare la volatilità di un titolo nel tempo e soprattutto possiamo confrontare la volatilità fra titolo e titolo, oppure fra un titolo (o gruppo di titoli) e la volatilità di aggregati maggiori (l’industry, il settore, il mercato).
Se per il titolo T otteniamo una sd=4, poiché la media della serie storica dei rendimenti è assai prossima a zero, possiamo con buona approssimazione affermare che con probabilità del 68% il rendimento del titolo in un giorno qualunque sarà compreso fra +2% e -2% (cioè 1 sd) e che con 95% di probabilità tale rendimento sarà compreso fra +4% e -4% (cioè 2 sd).

La formula costruttiva della sd è molto semplice:
1) Si abbia a disposizione, per il titolo T, la serie storica formata da 3000 rendimenti daily.
2) Sia M la media aritmentica semplice di questi 3000 termini (ossia il rendimento medio).
3) Si costruisca la "serie delle deviazioni" dei valori dei rendimenti dalla media M (3000 differenze)
4) Si costruisca la "serie dei quadrati delle deviazioni"
5) Si effettui la somma dei 3000 termini di questa ultima serie
6) Si divida la somma così ottenuta per 3000
Questo valore è esso stesso un indice statistico detto varianza
7) Si esegua la radice quadrata della varianza, ottenendo la sd.
La funzione è presente in excel, per cui il "bieco" lavoro di calcolo è quasi annullato.

Titoli con alta sd sono titoli più volatili e quindi titoli che tendono ad amplificare le risultanze dei mercati (come vedremo è proprio il caso dei titoli solari). Titoli con bassa sd sono meno volatili e quindi tendono a smorzare le risultanza dei mercati (tipicamente le utilities).
Purtroppo le Charts che ci sono in circolazione, o per lo meno quello che conosco, misurano la SD con riferimento ai prezzi; per quello che ho scritto sopra ciò non serve al nostro scopo, per cui mi vedo costretto a scaricare le serie storiche dei prezzi, aggiungere la colonna dei rendimenti e calcolarvi la SD.
Va bene.
Lo farò domani, per i 25 titoli solari del GSI.

Buona Notte.
giugin:bye:

Thanks! :bow:
Linkato in prima pagina! ;)

Il Light oggi sembra aver voluto chiudere la forchetta col brent in 2 gaps...
Cambio di future?
 

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Piccola domanda...
Eventuali misure protezionistiche da parte di USA ed Europa...
Quanto potrebbero incidere sul futuro fatturato delle nostre amate cinesi?
Thx.
apuo
 
Piccola domanda...
Eventuali misure protezionistiche da parte di USA ed Europa...
Quanto potrebbero incidere sul futuro fatturato delle nostre amate cinesi?
Thx.
apuo

Molto. USA e europa fanno oltre l'80% del mercato:

Dati e proiezioni sullo sviluppo delle rinnovabili (2009)
http://www.weforum.org/pdf/climate/Green.pdf
..anche questo con buone proiezioni:
https://www.erstegroup.com/sPortal/ebgroup_de_0196_ACTIVE/Downloads/Presse/presse2009/pi20090204.pdf

...Ma non penso si voglia fare una rivoluzione verde senza pale e badili.
Inoltre si continua ad ammonire sul pericolo di protezionismi (e i cinesi tengono il debito americano per le palle).
Non lo vedo insomma un grosso problema.
Piu' probabile che vengano incentivate le americane che ricercano nel thin film, ma penso siano briciole davanti all'intero indotto del settore.
 

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