Probabilità > 10% di default degli Italy bonds secondo i calcoli degli econometristi

2) come da relazione precedentemente allegata dal sottoscritto, si capisce che dal recovery rate dipende l'implied prob. of default;

Per questa necessita' ho formulato la richiesta del dato del recovery rate per l'Italia

0.4 è un valore comunemente accettato per dati corporate, mentre per i governi non esistono dati sufficenti per estrapolazioni;
ne consegue che la soluzione migliore è una stima "su misura", fatta partendo dall'analisi dell'issuer

Chi sarebbe questo "issuer" e, se esistente, quali stime avrebbe fatto per l'Italia se diverse da quelle esplicitate poc'anzi (80%)?

Senza alcuna ambizione di essere irriverente, ma io non sono evoluto al tuo livello econometrico, per cui abbi un po' di pazienza verso un ignorante come me che non ha competenza alcuna sull'argomento dei default.

Ciao
 
Ma che sta a dì? uno spread è uno spread :D



2 cose:

1) quello allegato non è un modello econometrico
2) come da relazione precedentemente allegata dal sottoscritto, si capisce che dal recovery rate dipende l'implied prob. of default;
0.4 è un valore comunemente accettato per dati corporate, mentre per i governi non esistono dati sufficenti per estrapolazioni;
ne consegue che la soluzione migliore è una stima "su misura", fatta partendo dall'analisi dell'issuer

Non esistono modelli econometrici per credit default di stati.
Per i corporate esistono delle analisi multivariate, che poco hanno a che fare
con tassi e loro serie storiche.

Peraltro la loro valenza è probabilistica. Per cui sono
analisi che vanno applicate su diversificazioni di investimenti creditizi.
Comprare un credito e solo quello anche se ha un rating altissimo è sempre
estremamente pericoloso.

Per modelli econometrici in Italia
abbiamo:

- Il CSC quaterly di Confindustria (VAR + equazioni parametriche)
- L'ITEM per le analisi del Tesoro
- Analisi dell'inflazione di Bankitalia

In campo internazionale famosissimo il Taylor Rules (Stanford Universitiy)
per le previsioni dei tassi FED in relazioni ai parametri macro.

L'analisi dell'emittente, dici bene, è la via maestra del credit scoring.
Tecnica molto lontana dal piccolo investitore e lontana anni luce dal FOLista
quadratico medio che tende a semplificare tutto e banalizzare in quattro
papocchie di regolette pseudo tecniche.

:)
 
I ratings delle tre (SP, Moody's, Fitche) sugli stati come emittenti di titoli
di credito (issuers) non sono affatto delle probabilità di default.

A posteriori si ricollega che determinati ratings sono + o - ricollegabili
ad un certo numero di defaults.
La casistica è vastissima per le imprese, ma molto ridotta per gli stati.


Le procedure di ratings analizzano la solidità patrimoniale dell'emitttente,
la sua solvibilità prospettica con l'analisi dei flussi prospettici (PIL, valore aggiunto). Il tutto contestualizzato nel quadro socio politico.
Tuttavi il rating non è proprio del paese ma molto dell'emissione.
Cioè significa: questo prestito lo puo' rimborsare, ci sono le entrate future.


;)
 
Mi permetto di richiamare l'attenzione dei convenuti.

Recovery rate e Default sono cose profondamente diverse e solo
parzialmente correlate.

Default è un evento. Mille euro o un milione d'euro di creditori sempre default
è.

Il recovery è il rapporto da massa creditori e beni a disposizione per la loro
soddisfazione.

Un recovery rate prospettico piu' alto di un altro non è detto che comporti
implicitamente e necessariamente un probabilità minore che l'evento default
in se e per se accada o che accada piu' tardi.

Esempio i mutui. Se il mutuatario perde il posto di lavoro il suo default
è quasi certo. Ma il recovery rate è pari al 60% (statisticamente), mettendo
all'asta il cespite patrimoniale.

Se presto 20000 euro ad un commerciante ben avviato ho un recovery rate prossimo allo zero perchè non ho garanzie reali (ipoteca), ma una probabilità di default bassissima sinchè continua a fatturare e vendere in utile.
 
"Non esistono modelli econometrici per credit default di stati."=mentre per i governi non esistono dati sufficenti per estrapolazioni;

Sui modelli per tasso di recupero corpoarate (da pag 502 di Hull 6 edizione)

recovery rate(R)=50,3% - 6,3*tasso di insolvenza (h)

a pie pagina i dettagli della regressione (r2=0.6) dati usa dal 1982 al 2003 e i riferimenti agli studi

ricordo che h=s/(1-R)

data la difficoltà di stabilre R appare chiaro come stabilire probabilità di insolvenza certe è alquanto opinabile :D :yes:
l'unica cosa che possiamo avere sono ordini di grandezza

per issuer intendevo emittente: piuttosto che fare stime strampalate su pochi dati, molto meglio mettersi li ad analizzare l'emittente direttamente, e nel caso di un paese: situazione e prospettive economiche e politiche.
Appare chiaro come le prospettive del nostro paese non siano rosee su entrambi i fronti -> spread che si eleva al peggiorare delle condizioni macro mondiali -> condizioni che vengono attualizzate dagli indici azionari -> e quindi negli indici di volatilità-> ecco spiegato perchè anche certi govs bond risentono della vola nello spread, tipicamente gli emergenti, fra cui evidentemente il mercato ci sta cominciando a piazzare
 
"Non esistono modelli econometrici per credit default di stati."=mentre per i governi non esistono dati sufficenti per estrapolazioni;

Sui modelli per tasso di recupero corpoarate (da pag 502 di Hull 6 edizione)

recovery rate(R)=50,3% - 6,3*tasso di insolvenza (h)

a pie pagina i dettagli della regressione (r2=0.6) dati usa dal 1982 al 2003 e i riferimenti agli studi

ricordo che h=s/(1-R)

data la difficoltà di stabilre R appare chiaro come stabilire probabilità di insolvenza certe è alquanto opinabile :D :yes:
l'unica cosa che possiamo avere sono ordini di grandezza

per issuer intendevo emittente: piuttosto che fare stime strampalate su pochi dati, molto meglio mettersi li ad analizzare l'emittente direttamente, e nel caso di un paese: situazione e prospettive economiche e politiche.
Appare chiaro come le prospettive del nostro paese non siano rosee su entrambi i fronti -> spread che si eleva al peggiorare delle condizioni macro mondiali -> condizioni che vengono attualizzate dagli indici azionari -> e quindi negli indici di volatilità-> ecco spiegato perchè anche certi govs bond risentono della vola nello spread, tipicamente gli emergenti, fra cui evidentemente il mercato ci sta cominciando a piazzare

Il recovery rate per il singolo emittente è

a priori
R = stima flussi finanziari potenziali / Debito da risarcire.

a posteriori

R = incassi da liquidazione / debito originario



:D
 
Che contributo ! Grazie!

Saluti

Pierluigi

Prego, non c'è di che

http://www.affaritaliani.it/economia/coca-cola201008.html

http://www.corriere.it/economia/08_...ce_c18cdd5c-bb14-11dd-9330-00144f02aabc.shtml

http://www.corriere.it/economia/08_...si_106aeed4-bb1d-11dd-9c2a-00144f02aabc.shtml


Telefoneme pure se te serve quacquosartro OK!

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Tremonti: e' allarme per i titoli di Stato
E Sacconi: "Rischio sui conti"

19:04 - (3 dicembre 2008) Tremonti preoccupato per il mercato finanziario e per i Bot. E il ministro Sacconi alza il livello dell'allarme.

"Non possiamo permetterci neanche lontanamente che vada deserta un'asta pubblica di titoli di Stato".

Non è tanto il patto di stabilità, dunque, a preoccupare il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ma il mercato finanziario. La politica economica italiana deve essere dettata dalla ''prudenza'' perché ''il nostro Paese ha il terzo debito pubblico del mondo e questo debito sarà in competizione con le emissioni crescenti fatti da altri Paesi a sostegno delle ricapitalizzazioni bancarie''.

Per mantenere la credibilità sul mercato finanziario, avverte dunque il ministro dell'Economia, "l'impegno, non dico del governo, ma della Repubblica italiana è di non aumentare il debito".

Considerazioni preoccupanti, che si traducono in allarme con le affermazioni del ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Nello spiegare che non esistono dissidi con il suo collega all'Economia, Sacconi aggiunge di essere anche lui "preoccupato per il rischio di default del Paese.

E c'è - ha proseguito - qualcosa di peggiore della recessione che è la bancarotta dello Stato, una ipotesi improbabile ma comunque possibile".

Sacconi, nel corso del suo intervento, ha inoltre sottolineato: "Non possiamo permetterci neanche lontanamente che vada deserta un'asta pubblica di titoli di Stato. Ci sarebbe una carenza di liquidità per pagare pensione e stipendi e faremmo come l'Argentina".

 
egregio P.A.T.

Ti traduco il tutto tremontese e il sacconiano.

Mettiamo la cacarella di un evento impossibile tanto non ci capisce una mazza il 90% del popolo.
Tanto non ci capiscono nulla di euro/maastricht e affini.
Facciamo la tattica del poliziotto buono e uno meno buono.

Perchè da un po' di tempo ci è entrata la fissa di poste italiane cassa depositi e prestiti.
Siamo in fissa per poste italiaaanee(musichetta).
Facciamo fare buoni fruttiferi lunghi.
Ma questo perchè:confused: , perchè è piu' facile maneggiare i soldi li dentro, metterci le mani , con i titoli di stato non è possibile.
Un po' di spalmenchespalmala*****infaccia sui titoli di stato qualche dichiarazione pilotante tra dico e non dico , poste italianeeeeee(musichetta)



Dato che se l'italia fa default con un 104%/114% , non credo rimanga molta strada per altri stati eu che in media viaggiano sui 75%/80% facenti parte di un sistema monetario unico.
75%/80% si questa è la cifra .Questo perchè tolte le balle e i vari tipi di municipalità , autonomie varie grandie e piccole , tutti camuffi contabili a fini bilanci statali centrali son presi tutti male.

Facendo queste sparate mettono le mani avanti , se po' fa c'è la crisi.
Facendo queste sparate dimostrano solo una totale sottovalutazione della materia.
Questo perchè io gli credo , ci vogliono bene come ai figli.



:bye:
 
ps:

Non si scherza su i titoli di stato , se poi altri ci credono o si infastidiscono.....
e fanno averare la profezia.

C'è una scuola di pensiero economico che spiega ciò o no:confused:
:bye:
:p
 
Uno dei piu' quotati economisti italiani insegnante negli Usa (non faccio nomi, trovate l'articolo integrale sul sito dell'Espresso) scrive che la probabilita' di fallimento dell'Italia e' cresciuta ancora dal 10% iniziale di un paio di mesi fa, quando avevamo aperto il 3d.

Siamo ad una probabilita' del 13% nei prossimi 3 anni.

Un saluto

-------------ooOoo---------------


Il nostro Paese secondo alcune Cassandre rischia il fallimento.
Ma cosa succederebbe se davvero accadesse?
[FONT=Helvetica, Arial, sans-serif]L'Italia non ce la fa, andava ripetendo Rudiger Dornbusch illustre e rimpianto economista di Mit, nel lontano 1989. E si riferiva al debito pubblico. Dornbusch sosteneva non solo che il nostro debito era insostenibile, ma che dichiarare default era la soluzione migliore per l'Italia. Un forte taglio del debito avrebbe reso possibile una riduzione del carico fiscale, permettendo all'Italia una crescita più elevata. Dornbusch sosteneva addirittura che un default fosse giusto, visto che lo Stato aveva pagato per molti anni un forte premio per il rischio. Una restituzione solo parziale avrebbe solo riportato il rendimento effettivo dei titoli pubblici a livelli normali. [/FONT]

[FONT=Helvetica, Arial, sans-serif]Le sue previsioni si dimostrarono errate. Negli ultimi vent'anni l'Italia non solo è riuscita a sostenere il peso del debito pubblico, ma addirittura a ridurlo: da più del 120 per cento del Pil a 'solo' il 105 per cento. Ma è riuscita a farlo in condizioni economiche globali molto favorevoli e al prezzo di una crescita molto limitata: solo l'1,4 per cento l'anno contro il 2,3 per cento della media europea. [/FONT]

[FONT=Helvetica, Arial, sans-serif]A fare la Cassandra oggi non è più Dornbusch, prematuramente scomparso, ma il più impersonale mercato dei credit default swap, un nome complicato per indicare contratti di assicurazione contro i rischi di fallimento. [/FONT]


[FONT=Helvetica, Arial, sans-serif]Dal costo di questa assicurazione si può dedurre la probabilità di default attribuita dal mercato: per lo Stato italiano 4,6 per cento all'anno (circa il 13 per cento su tre anni). [/FONT]

[FONT=Helvetica, Arial, sans-serif]È ragionevole? [/FONT]

[FONT=Helvetica, Arial, sans-serif]Per rispondere a questa domanda è necessario capire come e quando gli Stati sovrani dichiarano bancarotta (come fece l'Argentina nel 2001). Un'impresa paga i suoi debiti per evitare che i creditori se ne impossessino, vendendone i beni. Nel caso di uno Stato sovrano non è così. Fortunatamente, i creditori dello Stato italiano non possono impadronirsi del Colosseo e venderlo all'asta. L'unica arma in loro possesso è quella di non prestare più. Questo rischio è sufficiente a indurre la maggior parte dei paesi a non fare default perché la maggior parte dei paesi (tra cui il nostro) sono perennamente in deficit e quindi bisognosi di prendere a prestito continuamente. Da un punto di vista strettamente economico, un default diventa conveniente solo se un governo risparmia così tanto in spese da interessi da non dover tornare più sul mercato del credito per molti anni. [/FONT]

[FONT=Helvetica, Arial, sans-serif]Con una spesa per interessi pari al 5 per cento del Pil e un deficit che viaggia intorno al 3 per cento, difficilmente un default eliminerebbe all'Italia la necessità di nuovi prestiti. Anche se seguissimo l'Argentina, ripagando solo il 20 per cento del debito (portando la spesa per interessi all'1 per cento del Pil), ci troveremmo con un avanzo di bilancio di solo l'1 per cento del Pil, troppo poco per fronteggiare una recessione severa senza accesso al debito.[/FONT]

[FONT=Helvetica, Arial, sans-serif]Si sbaglia il mercato? In questo periodo di forte volatilità è possibile che le probabilità implicite in questi contratti riflettano più l'avversione al rischio degli operatori che una stima accurata della probabilità che un default si realizzi. D'altra parte anche il governo americano (che puo' stampare la sua moneta) ha una probabilità di bancarotta pari al 1,5 per cento all'anno o 4,4 per cento su tre anni. [/FONT]
[FONT=Helvetica, Arial, sans-serif]Se vogliamo credere a queste stime, gli scenari più plausibili sono due. Il primo è di una crisi dell'euro dovuto a tensioni interne su come fronteggiare la recessione. [/FONT]
[FONT=Helvetica, Arial, sans-serif]Se l'euro dovesse disintegrarsi sull'opportunità di una politica monetaria e fiscale espansiva, l'Italia, con una moneta debole, si troverebbe a dover pagare tassi di interesse proibitivi. A questo punto il default sarebbe una necessità, non una scelta. Il secondo scenario vede l'Italia soccombere alla tentazione di una svalutazione competitiva. Se, come si teme, la recessione è molto seria con una caduta del Pil superiore al 5 per cento, la tentazione populista di uscire dall'euro per svalutare e ridare fiato alle esportazioni potrebbe diventare seria. Anche in questo caso, il default sarebbe una conseguenza inevitabile dell'uscita dall'euro. Quello che rende questo scenario possibile è che nel breve periodo l'Italia trarrebbe dei benefici rilevanti da questa doppia manovra. Con più di metà del debito pubblico detenuto all'estero, il default sarebbe una tassa pagata prevalentemente dagli stranieri.[/FONT]

[FONT=Helvetica, Arial, sans-serif]Un'impennata di inflazione, non solo possibile ma anche probabile con una moneta nazionale, ridurrebbe il valore delle promesse pensionistiche, permettendo una riduzione del peso dei contributi sociali e quindi favorendo l'occupazione. La svalutazione, se non seguita da una serie di svalutazioni competitive degli altri paesi europei, permetterebbe una esplosione delle esportazioni, rimettendo in moto la crescita. [/FONT]


[FONT=Helvetica, Arial, sans-serif]Ovviamente questa strategia avrebbe costi molti elevati nel lungo periodo.[/FONT][FONT=Helvetica, Arial, sans-serif] L'ancoraggio della nostra valuta all'euro era una scommessa che le nostre istituzioni potessero adeguarsi a quelle europee. Il default sarebbe un'ammissione non solo che abbiamo fallito in questo adeguamento (purtroppo questo è già evidente), ma che abbiamo perso perfino la speranza di riuscirci in futuro. [/FONT]
[FONT=Helvetica, Arial, sans-serif]Se a prevenire il default fossero solo i costi di lungo periodo, non dormiremmo sonni tranquilli: difficilmente i politici, tanto più quelli nostrani, sacrificherebbero un guadagno immediato per un costo futuro. A prevenire il default sono invece gli effetti redistributivi. La doppia manovra tasserebbe gli anziani (che possiedono più titoli pubblici e diritti pensionistici) e favorirebbe i giovani, che si vedrebbero ridotti il carico fiscale e aumentate le prospettive occupazionali. Da un punto di vista sociale potrebbe trattarsi di una redistribuzione giustificata. Se oggi abbiamo un elevato debito pubblico e pensionistico è perché la generazione dei nostri padri ha speso senza pagare le tasse, scaricando il costo su di noi. [/FONT]

[FONT=Helvetica, Arial, sans-serif]E se oggi il peso delle pensioni è così elevato, è perché quella stessa generazione si è promessa (sulla nostra pelle) pensioni sproporzionate rispetto ai contributi versati. Un default sarebbe solo una vendetta, crudele sì ma non del tutto ingiustificata. Ma a prevenire che questa vendetta possa consumarsi osta il fatto che quella generazione è ancora al potere. Con un presidente del Consiglio ultrasettantenne e un presidente della Repubblica ultraottantenne, l'interesse dei giovani può aspettare e i titoli di Stato sono al sicuro... Europa permettendo.[/FONT]
 
Probabilita' di fallimento oggi a > 15% entro prossimi tre anni.

Spread rendimento Btp/bund 10 anni a nuovo max 170 punti base
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Reuters - 22/01/2009 16:08:34
 
ps:

Non si scherza su i titoli di stato , se poi altri ci credono o si infastidiscono.....
e fanno averare la profezia.

C'è una scuola di pensiero economico che spiega ciò o no:confused:
:bye:
:p

1,00% di maggiorazione di tasso annuo di interesse con la Germania corrisponde secondo calcoli econometrici a 10 % di rischio su tre anni.

1,20% di maggiorazione di tasso annuo di interesse con la Germania corrisponde secondo calcoli econometrici a 15 % di rischio su tre anni (poco piu' del 4% annuo composto).

Oggi siamo oltre 1,70%, che non so a quanto possa approssimare il rischio, perche' i calcoli non li so ancora fare di preciso.

Che dire ? Puo' la Germania offrire il 2% e l'Italia il 3,70% ? Evidentemente si.

Quanto potra' offrire l'Italia in piu' prima che sia evidente quell'ipotesi di default la cui discussione e' cosi' accuratamente evitata dai media ?

Ad esempio puo' offrire l'Italia il 5% ed egualmente gli investitori esteri non lasciare deserte le aste di titoli di stato ? Non conosco la risposta, ma sicuramente non c'e' linearita' del fenomeno aumento tassi di interesse -->>> capacita' di assorbimento degli investitori.
E se gli esteri non sottoscrivessero i nostri titoli di Stato ?
Se continua cosi' entro breve tempo, qualche giorno,sara' necessario un messaggio istituzionale di qualcuno, ad esempio un appello del Presidente alla Nazione, a sottoscrivere i titoli di Stato.
Questi giorni rischiano di essere davvero gli ultimi giorni del nostro benessere.

Meglio essere preparati al peggio.

P.S.

Ma non si diceva che l'Italia non corre il "rischio Argentina"?
Alcuni politici lo spergiuravano.
E l'invito del buon Berlusconi a "consumare di più"?
Le rassicurazioni di Tremonti, che va dicendo da tempo che l'Italia uscirà dalla crisi meglio degli altri paesi europei?
 
Ma allora perchè??

All'asta dei semestrali di ieri hanno assegnato 10,5 miliardi di BOT contro una richiesta di 14,8 (+41%). Il rendimento lordo annuo è 1,902%. 2,5 miliardi di CTZ sono stati assegnati contro una richiesta di 3,9 (+56%), con un rendimento lordo annuo del 2,969%.
I BTP a tre anni sono stati assegnati ieri per 2 MLD, contro i 3,2 richiesti. I BTP a 10 anni sono stati assegnati per 3 MLD, contro una richiesta di 4. I CCT, 900 MLN contro 1,5 MLD offerti.
http://www.dt.tesoro.it/Aree-Docum/Debito-Pub/index.htm
All'asta dei BOT trimestrali di oggi hanno assegnato 5,5 MLD, contro una richiesta di 9,8 MLD (+78%). I BOT annuali sono stati assegnati per 7,5 MLD, contro una richiesta di 10,6 (+41%).
http://www.dt.tesoro.it/Aree-Docum/Debito-Pub/index.htm

:bye:
 
Ma allora perchè??


...
:bye:

Tra le risposte possibili me ne vengono in mente al momento 3:

A) la situazione e' ancora sotto il controllo delle Autorita' e pienamente gestibile. Siamo infatti a 170 bps, non certo 1.000-1.200 come l'Argentina
B) consociativismo dei grandi acquirenti esteri di titoli di stato italiani, che sono nello stesso tempo market maker e che rinunciando alle aste perderebbero i loro privilegi sul mercato del reddito fisso italiano.
C) Tra i PIGS le disgrazie della Spagna ci hanno temporaneamente tolto dalla luce dei riflettori.

Stiamo comunque sempre ragionando su scenari probabilistici, non su rapporti di causa-effetto.

Buon weekend
 
Tra le risposte possibili me ne vengono in mente al momento 3:

A) la situazione e' ancora sotto il controllo delle Autorita' e pienamente gestibile. Siamo infatti a 170 bps, non certo 1.000-1.200 come l'Argentina
B) consociativismo dei grandi acquirenti esteri di titoli di stato italiani, che sono nello stesso tempo market maker e che rinunciando alle aste perderebbero i loro privilegi sul mercato del reddito fisso italiano.
C) Tra i PIGS le disgrazie della Spagna ci hanno temporaneamente tolto dalla luce dei riflettori.

Stiamo comunque sempre ragionando su scenari probabilistici, non su rapporti di causa-effetto.

Buon weekend

Si ho capito , praticamente il metro di misura all'estero degli istituzionali di scorporare il popolo Italiano dai governi italiani.
Quindi di pesare i tds Italiani

Popolo Italiano = casa di proprietà , formichina , molto sommerso , la fascia degli indebitati credit cards e affini è spostata a 80% su redditi fissi(statali).
Alla fine , se la cavano sempre.

Buon weekend
:bye:
 
Quanto potra' offrire l'Italia in piu' prima che sia evidente quell'ipotesi di default la cui discussione e' cosi' accuratamente evitata dai media ?

Ad esempio puo' offrire l'Italia il 5% ed egualmente gli investitori esteri non lasciare deserte le aste di titoli di stato ? Non conosco la risposta, ma sicuramente non c'e' linearita' del fenomeno aumento tassi di interesse -->>> capacita' di assorbimento degli investitori.
E se gli esteri non sottoscrivessero i nostri titoli di Stato ?
Se continua cosi' entro breve tempo, qualche giorno,sara' necessario un messaggio istituzionale di qualcuno, ad esempio un appello del Presidente alla Nazione, a sottoscrivere i titoli di Stato.
Questi giorni rischiano di essere davvero gli ultimi giorni del nostro benessere.

Meglio essere preparati al peggio.

P.S.

Ma non si diceva che l'Italia non corre il "rischio Argentina"?
Alcuni politici lo spergiuravano.
E l'invito del buon Berlusconi a "consumare di più"?
Le rassicurazioni di Tremonti, che va dicendo da tempo che l'Italia uscirà dalla crisi meglio degli altri paesi europei?

Personalmente sono tra quelli che pensano che oggi come oggi ci sia una forte componente emotiva nella stima del rischio di certi Paesi : e per alcuni di essi (come l'Italia) il rischio default è ampiamente sopravvalutato.
Diciamo che c'è un extra-spread dovuto all' emotività del mercato o semplicemente ai suoi pregiudizi negativi verso certi Paesi (vedi le note porcherie tipo Italia=PIGS, e altre carinerie di pari livello), e pregiudizi positivi verso altri Paesi.


Pat su questo tema ti segnalo ad esempio il seguente articolo di oggi sulla prima pagina del Corriere della Sera ("Italia-Germania, quello spread è bugiardo"), dove si osserva che :

http://archiviostorico.corriere.it/...a_quello_Spread_Bugiardo_co_9_090123008.shtml
"Analisti finanziari hanno inoltre rilevato che lo spread dei titoli italiani è eccessivo e che sarebbe più ragionevole un solo punto di remunerazione in eccesso sui Bund. "

Poi, come dicevo sopra, in questo momento c'è una forte componente emotiva da parte del mercato che fa sì che lo spread effettivo sia più elevato rispetto allo spread che un'analisi più obbiettiva dei rischi potrebbe suggerire.
 
Ultima modifica:
Personalmente sono tra quelli che pensano che oggi come oggi ci sia una forte componente emotiva nella stima del rischio di certi Paesi : e per alcuni di essi (come l'Italia) il rischio default è ampiamente sopravvalutato.
Diciamo che c'è un extra-spread dovuto all' emotività del mercato o semplicemente ai suoi pregiudizi negativi verso certi Paesi (vedi le note porcherie tipo Italia=PIGS, e altre carinerie di pari livello), e pregiudizi positivi verso altri Paesi.


Pat su questo tema ti segnalo ad esempio il seguente articolo di oggi sulla prima pagina del Corriere della Sera ("Italia-Germania, quello spread è bugiardo"), dove si osserva che :

http://archiviostorico.corriere.it/...a_quello_Spread_Bugiardo_co_9_090123008.shtml
"Analisti finanziari hanno inoltre rilevato che lo spread dei titoli italiani è eccessivo e che sarebbe più ragionevole un solo punto di remunerazione in eccesso sui Bund. "

Poi, come dicevo sopra, in questo momento c'è una forte componente emotiva da parte del mercato che fa sì che lo spread effettivo sia più elevato rispetto allo spread che un'analisi più obbiettiva dei rischi potrebbe suggerire.

1) "Analisti finanziari hanno inoltre rilevato che lo spread dei titoli italiani è eccessivo e che sarebbe più ragionevole un solo punto di remunerazione in eccesso sui Bund."

Qualche volta mi è capitato di leggere la Torre di Guardia :D : spesso in molti articoli vengono citati anonimi "noti scienziati", "noti ricercatori", che avrebbero dimostrato, fra l'altro:
- che la terra è piatta, in contrapposizione a cio che si crede comunemente :D
- che è il sole a girare intorno alla terra, come testimoniano appunto le Scritture.

Oltre che contrario alla pratica del giornalismo serio, il non citare le fonti indica che lo scop del'articolo è propagandistico, più che informativo...

2) nessuno si è accorto che lo spread btp bund a n anni tocca i massimi ogni volta che lo sp500 sfiora i minimi, o la vix tocca i massimi relativi? no, mai notato il curioso fenomno? :D componente emotiva traslata? :D

3) nota per i poveri di spirito: qual'è la definizione di default? implicitamente nella discussione si attribuisce a tal termine il significato di bancarotta, ma default è ogni rinegoziazione del debito, per es a seguito dell'uscita dall'€ :yes:

4) un default/bancarotta sarebbe per il popolo italiano solo un bene, ovvero non si dovrebbe pagare oggi per la scellerata politica dei governi corrotti degli anni 80.

:bye:
 
1) "Analisti finanziari hanno inoltre rilevato che lo spread dei titoli italiani è eccessivo e che sarebbe più ragionevole un solo punto di remunerazione in eccesso sui Bund."

Qualche volta mi è capitato di leggere la Torre di Guardia :D : spesso in molti articoli vengono citati anonimi "noti scienziati", "noti ricercatori", che avrebbero dimostrato, fra l'altro:
- che la terra è piatta, in contrapposizione a cio che si crede comunemente :D
- che è il sole a girare intorno alla terra, come testimoniano appunto le Scritture.

Oltre che contrario alla pratica del giornalismo serio, il non citare le fonti indica che lo scop del'articolo è propagandistico, più che informativo...
Sicuramente l'autore dell' articolo avrebbe fatto meglio a citare le fonti, per non esporsi a critiche come le tue, comunque prendo atto che per te l'autore dell' articolo probabilmente è in malafede quando parla di analisti finanziari a cui ha fatto riferimento...

E comunque quegli analisti sono tanto anonimi quanto lo sei tu...

[NB] Magari l'autore dell'articolo del Corriere della Sera ha le stesse fonti del Sole 24 Ore, che sempre ieri ha sostenuto la stessa tesi del giornalista del Corriere della Sera (...poi vedo di rintracciare su internet anche l'articolo completo del Sole 24Ore se ci riesco).

23/01/2009 09.38
http://finanza.lastampa.it/notizie/0,334383/Debiti_sovrani_bene_le_aste_ma_spread_eccessivi.aspx
Debiti sovrani: bene le aste ma spread eccessivi (Sole24Ore).

Il Sole 24 Ore, che dedica stamane un articolo all'argomento, evidenzia però anche che i differenziali dei rendimenti fra i titoli del debito tedesco e quelli delle altre nazioni sono troppo elevati .


[Aggiornamento del 25 gennaio 2009] Restando in tema, ho trovato un ALTRO articolo del Sole 24 Ore, stavolta del 17 gennaio (che quindi precede di pochi giorni l'articolo del Corriere della Sera), dove fra le altre cose si cita un "anonimo" analista finanziario che testualmente dichiara :

"Per lo strategist di Goldman Sachs Francesco Garzarelli, tuttavia, il differenziale attuale tra BTp e Bund (i Buoni del Tesoro Febbraio 2018 contro i Bund Gennaio 2018 sono arrivati a 154) è troppo elevato, «dovrebbe orbitare attorno ai 100 centesimi». "
http://www.ilsole24ore.com/art/Sole...4-306b0d36508c&DocRulesView=Libero&fromSearch

Per correttezza il giornalista del Corriere avrebbe fatto meglio a spendere qualche parola in più per specificare le sue fonti, comunque come abbiamo visto non c'è nulla di particolarmente "esoterico" in quello che ha scritto...
[Fine aggiornamento del 25 gennaio 2009].



2) nessuno si è accorto che lo spread btp bund a n anni tocca i massimi ogni volta che lo sp500 sfiora i minimi, o la vix tocca i massimi relativi? no, mai notato il curioso fenomno? :D componente emotiva traslata? :D

Oltre a rilevare il fenomeno (come nel caso del Corriere mi fido della tua parola senza chiederti le fonti) dovresti chiederti perchè ciò accade.
Penso che verosimilmente ci sia anche una componente emotiva in questo fenomeno che ci vede così penalizzati dagli investitori internazionali nei momenti di crisi.

Chiaramente se sui media internazionali passano messaggi diffamatori (non saprei come altro definirli) del tipo Italia=PIGS,
secondo te ciò -in momenti di crisi acuta (come questo che stiamo vivendo)- ci avvantaggerà o penalizzerà in termini di fiducia concessa dagli investitori internazionali al sistema-Italia ?

Detto per inciso :
se la crisi fosse accaduta nel pieno dello scandalo spazzatura a Napoli, in cui ogni giorno la nostra immagine era pesantamente screditata sui media internazionali, il nostro spread rispetto al bund sarebbe verosimilmente superiore a 200, o anche molto peggio...

E' così fuori dal mondo includere una componente emotiva in queste dinamiche del mercato secondo te ?

Meno spocchia please...
:bye:
 
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