Enertad :Eolico e altre fonti Energetiche - News -

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Mercoledì 23 Agosto 2006, 19:15


Energia:Ue In 2030 Ancora Troppo Dipendente Da Petrolio/Ansa


(ANSA) - BRUXELLES, 23 AGO - Nel 2030 il petrolio sarà ancora la principale fonte di energia in Europa, ma la domanda di questa fonte energetica del Vecchio continente sarà soddisfatta per il 90% dall'import da Paesi terzi: anche per questo, nel frattempo, è importante riflettere su altre fonti energetiche, compreso il nucleare.
E' il messaggio lanciato oggi dal Commissario Ue all'Energia, Andris Piebalgs, durante un suo intervento alla conferenza dei Mari del Nord in Norvegia, appuntamento biennale che fa il punto sull'industria europea degli idrocarburi.
Piebalgs è stato chiaro. In futuro, ha osservato, la domanda di energia dell'Europa sarà soddisfatta solo se oltre al petrolio e al gas si svilupperanno nuove risorse alternative.
Il Commissario ha sottolineato che nel 2030 il petrolio fornirà il 34% del fabbisogno totale di energia nell'Ue, rappresentando quindi "ancora la principale fonte di energia".
E al secondo posto ci sarà sempre il gas, che soddisferà il 29% del fabbisogno complessivo. Inoltre, se la domanda di petrolio verrà soddisfatta dalle importazioni da Paesi terzi per il 90%, per la domanda di gas questa quota sarà di circa l'80%.
"L'Europa è entrata in una nuova era per quanto riguarda l'energia, con una crescita della dipendenza dall'esterno e con l'aumento della competizione tra le risorse energetiche globali", ha spiegato il Commissario.
Per questo motivo, la strategia europea, già contenuta nel Libro Verde sull'energia pubblicato da Bruxelles lo scorso marzo, "deve guardare alle fonti alternative al petrolio e al gas, come le energie rinnovabili, il carbone e il nucleare".
Le fonti rinnovabili, secondo Piebalgs, non solo riducono il problema delle emissioni dei gas serra, ma limitano anche la dipendenza dagli idrocarburi importati, contribuendo così a proteggere l'Europa dalle oscillazioni dei prezzi dell'energia.
Il Commissario, che ha definito lo sfruttamento delle energie rinnovabili "una delle nostre priorità strategiche", ha ricordato che dal 1997 l'Europa sta lavorando affinché entro il 2010 salga al 12% la presenza delle fonti rinnovabili nel bilancio energetico europeo. "Oggi - ha aggiunto - siamo ancora al 6%".
Per quanto riguarda il nucleare, Piebalgs è convinto che l'opzione debba rimanere "aperta" per tutti quegli Stati che vogliano produrre o consumare questo tipo di energia. "Ci sono tredici Stati membri che producono energia nucleare e sono ancora di più quelli che la utilizzano", ha osservato.
Secondo alcune stime citate dallo stesso Commissario Ue, il nucleare soddisfa oggi il 32% della domanda di elettricità nel territorio europeo. Inoltre, questa fonte di energia, ha osservato, non produce gas nocivi e - come spiega il Libro Verde - è al momento la forma più diffusa di energia pulita ('carbon freé) presente in Europa.
"Sappiamo che non c'é futuro per il nucleare se i cittadini non l'accettano", ha comunque ammesso Piebalgs, ricordando che uno dei problemi maggiormente sentiti è la difformità nelle misure di sicurezza applicate dai diversi Paesi alle centrali nucleari.
Da parte sua, ha concluso, "la Commissione europea ha sempre sostenuto le azioni volte a fare una corretta informazione sulle tematiche legate al nucleare e su eventuali nuovi progetti industriali". (ANSA).
 
Iran punta su energie rinnovabili, dice vice-ministro
Reuters - Lun 21 Ago


FIRENZE (Reuters) - L'Iran punta a produrre una quantità maggiore di elettricità da fonti di energia rinnovabile perché condivide la lotta globale ai cambiamenti climatici . Lo ha detto a Reuters un membro ufficiale del governo.

La dichiarazione arriva in un periodo in cui i piani del Paese ricco di petrolio di sviluppare energia nucleare, considerata da molti una fonte energetica pulita, hanno innescato una disputa con l'Occidente, che accusa Teheran di voler utilizzare la tecnologia per produrre armamenti.

Attualmente l'Iran produce meno dell'1% della sua energia elettrica da fonti rinnovabili, senza contare l'energia idroelettrica, ma vuole aumentare la quota all'1,5% entro il 2009, ha detto il vice-ministero dell'Energia, Hamid Chitchian.

La capacità produttiva dovrebbe crescere a 750 megawatt da 110 MW, ha aggiunto. "L'Iran vuole essere in linea con il resto del mondo nel tentativo di ridurre i danni all'ambiente", ha dichiarato Chitchian a margine del congresso mondiale sulle energie rinnovabili in corso a Firenze.

"Abbiamo cominciato dieci anni fa e stiamo lavorando intensamente per aumentare la quantità di energia rinnovabile", ha detto Chitchian, che ha menzionato diversi progetti in eolico, solare e fotovoltaico per un investimento complessivo di circa 750 milioni di dollari, la metà dei quali sarebbe coperta dal governo, il resto da investitori privati.

"Siamo aperti a investimenti stranieri", ha detto il vice-ministro, che ha aggiunto che il governo ha già lavorato con investitori tedeschi nel fotovoltaico e produce turbine eoliche con una licenza della danese Vestas Wind Systems .

Come altri Paesi, anche l'Iran si è messo all'opera per abbassare i costi per la produzione di energia attraverso le fonti rinnovabili, che potrebbero quindi diventare competitive con le energie fderivanti da carburanti fossili nei prossimi cinque anni, specialmente se il prezzo del petrolio rimarrà elevato come i livelli attuali che superano i 70 dollari al barile, analizza Chitchian.

L'Iran produce il 75% dell'energia elettrica dal gas, il 10% dall'acqua e meno dell'1% dalle fonti rinnovabili, il resto proviene dal greggio, ha spiegato il vice-ministro.

Svetlana Kovalyova
 
L'altro thread era terminato?

Per non stare più a cercarlo, allora
 
A Dubai grattacielo a energia eolica

Sarà alto 250 metri e formato da piani rotanti indipendenti A Dubai grattacielo a energia eolica Progettato in Italia. Sarà dotato di eliche e pannelli solari che garantiranno l'autosufficienza energetica DUBAI - Un grattacielo alto 250 metri, con piani rotanti staccati uno dall'altro, così da potersi muovere in modo indipendente. E, aspetto ancora più eclatante, più che autosufficiente dal punto di vista energetico, grazie allo sfruttamento dell'energia del vento e del sole.
Sarà costituto a Dubai, negli Emirati Arabi, ma è stato progettato in Italia, per la precisione a Firenze, da David Fisher (l'inventore), Fabio Bettazzi e Marco Sala, con la partecipazione di Leslie Robertson, l'ingegnere statunitense ideatore del «World Trade Center» di New York.
Il progetto è stato presentato questa mattina nell'ambito dell'ultima giornata del Wrec 2006, il nono congresso mondiale sull'energia rinnovabile, che si è tenuto in questi giorni a Firenze.
«Ognuno dei 59 piani della torre ospiterà un appartamento e ruoterà in maniera indipendente - ha spiegato David Fischer - cosicché il risultato sarà un edificio in continua trasformazione. Gli spostamenti avranno una velocità molto lenta, così da non risultare fastidiosi per gli inquilini della torre, che non percepiranno il movimento, ma potranno svegliarsi vedendo dalla propria camera il sorgere del sole e cenare davanti al tramonto». «L'energia elettrica - ha aggiunto - sarà prodotta da una serie di ventole che verranno installate negli spazi liberi tra i piani e sfrutteranno la forza del vento come se fossero mulini. Inoltre anche i singoli piani, girando grazie al vento, produrranno energia. Infine ci sarà l'apporto dei pannelli solari, che verranno posizionati sui tetti di ciascun piano e che durante la giornata, ruotando, rimarranno parzialmente esposti alla luce. In questo modo l'edificio non solo produrrà l'energia che gli è necessaria, ma sarà anche in grado di venderla all'esterno. Secondo i nostri calcoli in un anno la torre fornirà circa 190 milioni di kilowatt di energia, per un valore di oltre 7 milioni di euro».
■ Video
Si tratterà della prima costruzione interamente girevole al mondo. Finora sono stati realizzati ambienti ruotanti, specialmente in cima alle torri, ma che occupavano solo una parte dell'edificio.
Il progetto, secondo quanto riferiscono gli architetti, essendo costituito da piani singoli e distinti, dispone di una resistenza ed elasticità che lo rendono antisismico.
I lavori prenderanno il via fra tre mesi a Dubai e il loro termine è previsto dopo due anni e mezzo circa. Il costo? Intorno ai 500 milioni di dollari. La torre avrà un nucleo centrale portante in cemento armato, su cui verranno installate meccanicamente unità prefabbricate e finite, complete di impianti elettrici ed idraulici, che comporranno gli appartamenti. Un intero piano, in questo modo, potrà essere assemblato in pochi giorni».
26 agosto 2006
 
SCARONI: "IL CARO-PETROLIO SI BATTE CON MENO SPRECHI"

(AGI) - Roma, 28 ago. - Intervista di Repubblica al numero uno dell'Eni, Paolo Scaroni, convinto che "l'Occidente sconta i pochi investimenti negli anni '90". L'amministratore delegato del cane a sei zampe sostiene che e' stata persa un' occasione: "Quando il greggio era a 15 dollari bisognava incentivare ricerca e sviluppo dei giacimenti". A suo avviso, inoltre, per battere il caro- petrolio occorre evitare gli 'sprechi' e alcuni stili di vita dannosi: "Mode irrazionali spingono i consumi: negli Usa comprano auto che fanno 5 km con un litro". A parte il greggio, sarebbe opportuno sviluppare le fonti alternative, a cominciare da quelle rinnovabili: l'eolico, il solare, il geotermico, le biomasse. Queste fonti rappresentano ancora una quota "troppo esigua" per incidere sul mercato dell'energia ma "nei prossimi 30-40 anni il loro contributo puo' diventare significativo". Per il momento, il passo piu' urgente e' "un uso piu' razionale ed efficiente dell'energia".

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Installata un'antenna di 40 metri per il test del vento
Cerignale,rilevazioni al via in vista di un'eventuale centrale eolica
CERIGNALE - Dopo il sopralluogo effettuato il 26 luglio scorso dai tecnici della società Amga di Genova, è stato installato l'apparecchio scientifico detto anemometro nella località Cariseto di Cerignale. Grazie allo strumento, nell'arco di un anno o due sarà possibile valutare le possibilità di redigere un progetto da sottoporre alle autorità competenti, per realizzare un impianto eolico. La zona - a detta dei tecnici - si presta, in quanto è in una posizione di valico tra la Valtrebbia e la Valdaveto a oltre 1.000 metri d'altezza, si trova molto lontano dalle abitazioni ed è facilmente raggiungibile percorrendo la strada provinciale di Cariseto. La località in cui è stato installato l'anemometro si trova salendo da Cerignale in direzione del passo dei Veri. La lunghissima antenna, alta 40 metri da terra, genera curiosità e attenzione nei passanti e nei turisti, che si fermano a osservare l'asta alta e sottile conficcata in mezzo al campo.
Se il test del vento darà esito positivo e ricorreranno le altre condizioni necessarie, si procederà alla costruzione della centrale eolica. L'impianto è di solito costituito da una struttura metallica di sostegno, che porta alla sua sommità la cosiddetta "gondola" o "navicella". Nella gondola sono contenuti l'albero di trasmissione lento, il moltiplicatore di giri, l'albero veloce, il generatore elettrico e i dispositivi ausiliari. All'estremità dell'albero lento e all'esterno della gondola è fissato il rotore, costituito da un mozzo, sul quale sono montate le pale. L'aerogeneratore funziona già con un vento di circa tre metri al secondo (dieci chilometri orari) e raggiunge la massima potenza quando arriva a circa 17 metri al secondo (50-60 chilometri orari).

Entro il 2010 l'Italia dovrà investire 20 miliardi di euro per rispettare gli impegni sottoscritti nel protocollo di Kyoto. Entro quattro anni dunque la fonte eolica dovrà fornire 1,32 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) contro le 0,007 del 1999.

Giorgio Guasti
 
Un Parco Eolico per favorire energia alternativa

Aquara – Entro il 2010 nel territorio di Aquara sarà realizzato un Parco Eolico che produrrà, a regime, circa 40 megawatt di energia elettrica pulita ottenuta con la forza del vento. L’amministrazione di Aquara, retta da Franco Martino, ha infatti stipulato una convenzione per la realizzazione di aerogenerastori da due megawatt di potenza ciascuno. I lavori di realizzazione inizieranno tra 16 mesi; all’inizio del 2008 il parco sarà iniziato ed entro il 2010 sarà messo in funzione e potrà cedere l’energia prodotta all’Enel. Notevoli i vantaggi che dovrebbe portare: per il comune, che arriverà ad incassare circa 200.000 euro all’anno; per i proprietari dei terreni sui quali sarà costruito il parco, che otterranno un’indennità annuale di circa 6.000 euro per ogni pala installata; per i professionisti locali, che saranno impegnati nella realizzazione, prima, e nella gestione, poi, della struttura.
"Innanzitutto – sostiene il sindaco Franco Martino - ci sarà una ricaduta diretta dal punto di vista occupazionale: nei quasi due anni di lavoro, così come previsto dalla convenzione stipulata con il Comune, lavorerà soprattutto manodopera locale, mentre il materiale occorrente sarà acquistato in loco”.
L’impianto, per il quale sarà necessario un investimento di 50 milioni di euro, sarà realizzato nelle contrade di Camporotondo e Timpe. Intanto, già sono stati portati a termine diversi sopralluoghi con tecnici e specialisti del settore per verificare le potenzialità del vento sul territorio: a breve saranno installati gli anemometri per verifica e la certificazione prescritta dei dati del vento.
“Quando l’impianto sarà stato costruito – continua Martino - circa sei persone saranno impiegate nella manutenzione ordinaria dell'impianto, e verranno assunte con contratto a tempo indeterminato. Inoltre verrà costituita una società di servizi con persone che hanno fatto ed hanno una seria formazione professionale per la manutenzione straordinaria”.
Benefici per tutti, dunque, senza considerare che con gli incassi del comune potrebbero essere abolite sia la tassa sugli immobili che quella sui rifiuti, e potrebbe essere abbattuto il costo dell’erogazione dell’acqua.

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30/08/2006 Energia

L´energia rinnovabile viene dai passeggeri del metrò
E´ pronta la prima minicentrale che raccoglie e trasforma in energia la pressione idraulica prodotta dai passeggeri della metropolitana londinese

LONDRA. Spesso diciamo che sprechiamo inutilmente le nostre energie, gli inglesi ci hanno pensato ed hanno trovato la soluzione: non un passo andrà perduto nella metropolitana di Londra e i 7 watt prodotti da ogni suola che calpesta le banchine verrà catturata dall’"energy harvesting".

E’ già pronta infatti la prima di una serie di piccole centrali elettriche che saranno alimentate dai miliardi di passi dei londinesi. Una tecnologia che nasce ad uso militare, inventata per risparmiare ai soldati britannici il pesante fardello delle batterie per far funzionare i moderni dispositivi da guerra.

Il pavimento delle stazioni più affollate della metropolitana verrà dotato di generatori a pressione idraulica pronti a catturare l’energia prodotta dai passi, ma il passo (è il caso di dirlo) successivo, sarà quello di sfruttare le vibrazioni di treni o auto di passaggio per dare energia all´illuminazione pubblica. Praticamente i lampioni stradali sarebbero alimentati dal traffico.

Un progetto che potrebbe sembrare un futuristico uovo di colombo e che permetterà alle città di risparmiare e inquinare un po’ di meno, ma in movimento.
E’ evidente che la necessità, lo spettro di una prossima crisi energetica globale ed il caro petrolio aguzzano l’ingegno e che quel che prima sarebbe stato liquidato come bizzarria di ricercatori sta diventando parte della sperimentazione e ricerca di ogni forma di energia sfruttabile.

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complimenti per le notizie postate, continua cosi'! OK!
 
Doctor Future ha scritto:
Saluti.

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Ambiente & Energia
Sicilia: imprese e banche per fonti rinnovabiliStipulato un accordo tra l'Aper e l'Irfis per imprimere un forte impulso allo sviluppo delle energie alternative nell'Isola - L'importo del finanziamento dei singoli progetti sarà inizialmente tra uno e venticinque milioni di euro.
di Bartolomeo Buscema


Come noto la diffusione delle fonti rinnovabili non può oggi prescindere sia da incentivi pubblici sia da finanziamenti a tasso agevolato da Istituti di credito.
Se focalizziamo la nostra attenzione sullo sfruttamento delle fonti rinnovabili e in particolare dell'energia eolica in Sicilia , anche in presenza di un decremento dei costi di produzione dell'energia elettrica con gli aerogeneratori (oggi, il costo di un kWh di energia elettrica da eolico è ben 5 volte inferiore rispetto a quello degli anni '80), registriamo una lentezza nella diffusione di tale tecnologia pulita.

Le ragioni di tale passo di tartaruga sono da ricercare principalmente nella mancanza di un piano energetico regionale , che nella fattispecie detti regole agili e certe di insediamento di campi eolici , e in un sistema di finanziamenti pubblici insufficienti e non sempre di facile accesso.
In tale contesto si inserisce la meritoria convenzione recentemente siglata tra l'Aper (l'Associazione dei Produttori di Energia da Fonti rinnovabili) e l'Irfis Medio credito della Sicilia SpA, oggi facente parte del gruppo bancario Capitalia, ma che , come ricorda l'acronimo, è l'ex Istituto Regionale per il Finanziamento alle Industrie in Sicilia.

Tale accordo ,che definisce le condizioni di finanziamento agevolate per le aziende associate all'Aper, mira a imprimere un forte impulso allo sviluppo delle energie rinnovabili in Sicilia .
E i presupposti sono incoraggianti anche perché l'Aper metterà a disposizione degli associati, esperti del settore elettrico, con i quali potranno essere preliminarmente discussi i progetti per una migliore caratterizzazione tecnico-economica delle iniziative da proporre.
E solo dopo tale fase, e quindi dopo aver analizzato gli aspetti tecnico-economici dell'iniziativa e stabilito la fattibilità dell'intervento, che l'Irfis proporrà un finanziamento a medio – lungo termine.

La consulenza di esperti nel settore non è l'unico aspetto saliente della convenzione. Sono effettivamente attraenti anche le condizioni riguardanti l'importo del finanziamento, la durata e le garanzie che definiscono il progetto.
L'importo del finanziamento dei singoli progetti sarà inizialmente compreso tra 1 e 25 milioni di euro, fermo restando che potranno essere esaminati dai competenti organi deliberanti anche programmi di importo superiore, mentre la durata dell'operazione potrà variare da 5 a 10 anni. è un bell' esempio di sinergia tra sistema bancario e imprenditoria associata .

Siamo certi che tale accordo porterà buoni frutti sia per le dimensioni dell'Aper ,che oggi conta più di 250 associati, oltre 400 impianti per un totale di circa 2000 MW di potenza elettrica installata u una produzione di circa 7 miliardi di KWh all'anno a cui corrisponde una riduzione di emissioni di CO2 di oltre 5 milioni di tonnellate annue, sia per l'attuale fisionomia dell'Irfis oggi particolarmente sensibile alle esigenze d'impresa ed aperta al dialogo con gli imprenditori.
 
USA: ARRIVANO I BIONEERS, PIONIERI DEL VERDE PERDUTO




Sono i duri e puri dell'ecologia. Milizia pacifica del nuovo ambientalismo nato negli Usa. E sono forti dell'appoggio di Hollywood


Mangiano bio. Coltivano secondo natura. Guidano auto a basso impatto di inquinamento. Riciclano. Costruiscono eco e tengono d'occhio i consumi. E indicano tutti il verde, quando si tratta di scegliere il colore preferito. Quello dei soldi? No, della terra. Da proteggere e guarire. Perché - dicono loro - se il pianeta si salva, si salvano anche gli uomini. Parola di bioneers (dall'inglese biological e pioneers), i nuovi pionieri ambientalisti decisi a salvaguardare il mondo: scienziati e artisti, medici e sciamani, giardinieri e agricoltori, architetti, giornalisti, preti, poliziotti, mamme, insegnanti. Si incontrano una volta all'anno in California e ogni minuto sul web, nella community virtuale di www.bioneers.org. Scrivono libri, conducono programmi radio e tv, disegnano fumetti. Organizzano incontri, conferenze e workshop. Si scambiano consigli, informazioni, testimonianze. Fondano associazioni, si mobilitano per risanare un quartiere, un bosco, un acro di terreno, un corso d'acqua.

Per piantare un albero o raccogliere un frutto, per difendere la qualità del cibo, delle medicine, degli indumenti. Negli Usa, dove hanno sede - in New Mexico - ma non soltanto. Nell'ultimo biennio, il movimento verde ha conquistato simpatizzanti anche oltreconfine, in Canada, Messico, Brasile, Giappone e in Europa (Gran Bretagna, Spagna, Russia, Croazia). E dire che, quindici anni fa, quando il fondatore Kenny Ausubel coniò per primo la definizione di 'bioniere', ora entrata di diritto nelle enciclopedie e nei dizionari inglesi, non erano che un centinaio, per di più etichettati dalla stampa come l'ennesima formazione di stampo new age.

Oggi, i bioneers sono decine di migliaia - oltre duecento le comunità negli Stati Uniti - e vengono considerati un vero movimento culturale, il più interessante e capillare del Paese a stelle e strisce nell'ultimo ventennio. Trasversale, apartitico, influente. Tanto da meritarsi l'attenzione della classe politica, di attori, registi, sociologi. E oltre dodicimila presenze, tra partecipanti e ascoltatori via satellite, all'annuale appuntamento con la Bioneers Conference (vero e proprio festival dei bio-pionieri: il prossimo è fissato a San Rafael, California, dal 20 al 22 ottobre). Insomma, sono diventati una forza della natura. Quasi una milizia armata di pazienza e buone intenzioni.

I loro principi? Sostenibilità e salute, interdipendenza e cooperazione.
"Ogni giorno cerchiamo soluzioni e strategie per 'restaurare' il pianeta", spiega Kenny Ausubel. "Le soluzioni? È la Terra stessa a indicarle. Nel mondo naturale, tutto è strettamente connesso e tutto lavora per la propria conservazione. Non ci sono sprechi, non ci sono malattie. Basta osservare, studiare. E rendersi conto che chi ha messo in pericolo la salute del pianeta ha il dovere di prendersene cura. Non è un caso che i Bioneers siano nati negli Usa: il rimedio, come recita un detto dell'Amazzonia, si trova sempre vicino al veleno", conclude.

Come loro la pensano molti connazionali. Le statistiche parlano chiaro: sono sempre più numerosi gli americani decisi a impegnarsi nel risanamento del globo. Coloro che si dichiarano preoccupati per le sorti dell'ambiente sono cresciuti dal 66 al 77 per cento in due anni (fonte: Gallup polling data). Gli uragani abbattutisi sul Nordamerica negli ultimi anni (Katrina su New Orleans in primis) hanno dimostrato che c'è in gioco la sopravvivenza del pianeta e dei suoi abitanti. E le campagne eco-oriented di Robert Fitzgerald Kennedy Jr. e di Al Gore hanno fatto proseliti, così come il film-documentario interpretato proprio da Al Gore e diretto dal regista David Guggengheim ha spopolato nelle sale cinematografiche d'oltreoceano. Si intitola 'An inconvenient truth' e spiega, senza mezzi termini, le conseguenze del surriscaldamento globale. I colpevoli? Petrolio, governi e multinazionali, d'accordo. Ma anche ogni essere umano, negli Stati Uniti o in ogni altro metro quadrato del mondo.

"Il futuro della Terra dipende da ognuno di noi e dai nostri comportamenti", si infervora l'architetto e designer William McDonough, autore della bibbia dei greeners, 'Cradle to Cradle' (giunto alla quinta ristampa), nonché accanito sostenitore della bioneer-filosofia e della necessità per le aziende di trasformarsi e diventare eco-friendly. "Il mio consiglio? Prendete l'oggetto che più vi è caro - l'auto, la borsa, le scarpe - e rivolgetevi al produttore. Pretendete che la replichi rispettando la natura e le sue 'istruzioni'", dice.

Per niente facile. Ma con lui si sono schierati tanti volti noti dello star system, a dare il buon esempio di impegno eco-sostenibile. Lo hanno fatto, tra gli altri, Billy Bob Thorton e Daryl Hannah, Kevin Bacon e Robert Redford, James Taylor e Cameron Diaz.

Ognuno di loro ha confessato il suo 'segreto verde'. E se riciclare è l'imperativo in casa Thorton, la Hannah fa scorta di cibo soltanto nei supermarket biologici. Bacon fa attenzione al packaging ed evita la plastica di sacchetti e confezioni, mentre Redford e Taylor preferiscono dare il loro contributo alle associazioni ambientaliste. La Diaz è più radicale. Oltre a utilizzare soltanto detersivi bio-compatibili e degradabili, da conduttrice di Trippin' (nel 2005, su MTV) ha costretto amici e colleghi dello showbiz, compreso il fidanzato Justin Timberlake, a viaggiare con lei alla scoperta di parchi nazionali e mete naturalistiche. Lo scopo? Imparare le regole fondamentali dell'eco-turismo.

L'attrice è stata tra le prime, con Leonardo Di Caprio, ad acquistare e guidare l'auto che secondo i bioneers risulta, a tutt'oggi, la più eco-corretta: la Toyota Prius Hybrid Sinergy Drive. Ha due motori, uno elettrico e uno tradizionale. E consente di risparmiare sul carburante (e pertanto di limitare le emissioni di ossido di carbonio). Con meno di 4 litri di benzina fa oltre 80 chilometri, per la gioia dei bioneers e della casa automobilistica giapponese.

Così sono le Prius ad affollare i parcheggi e i garage dei pionieri biologici, insieme alle biciclette, ai nuovi materiali ecologici e ai pannelli solari nelle case a basso impatto ambientale. Secondo il settimanale 'Newsweek', che alla fortissima tendenza verde ha dedicato un intero numero, sono in aumento gli americani e gli europei che stanno rivoluzionando il loro stile di vita, assumendosi le proprie responsabilità. Le grandi aziende non possono stare a guardare. Tesco, ad esempio, colosso inglese del commercio, ha ufficializzato la decisione di trasformare i propri supermarket in veri eco-store: registratori di cassa alimentati da un innovativo sistema eolico, forno-panetteria a energia solare, toilette ad acqua piovana e l'invito, rivolto a tutti i clienti, a non usare buste di plastica per gli acquisti. Anche altre catene hanno annunciato di voler percorrere lo stesso cammino, come la statunitense Wal Mart, che ha puntato su carte e materiali provenienti non dal petrolio ma dal grano, per impacchettare i giocattoli. E ha acquistato grandi quantità di cotone bio per i capi d'abbigliamento sportivi: 190mila tute da yoga sono state vendute in sole dieci settimane. "Gli acquirenti non sono le poche star di Hollywood", ha commentato Lee Scott, amministratore del gruppo, "bensì i nuovi LOHAS", cioè gli 'illuminati' che hanno scelto di adottare bio-comportamenti nella loro routine quotidiana.

LOHAS è l'acronimo di Lifestyle Of Health and Sustainibility, cioè uno stile di vita improntato alla salute e alla sostenibilità ambientale. Lo stesso predicato dai Bioneers sul web, nei programmi radio e tv (premiati e riconosciuti a livello internazionale), nelle loro pubblicazioni: una nuova etica per un nuovo eco-mondo. Nel quale, però, come fa notare il filosofo Umberto Galimberti in un intervento su 'Repubblica', "la natura oggi può sopravvivere soltanto grazie all'assistenza tecnica che, un giorno, l'ha compromessa, modificando le condizioni d'esistenza del mondo umano e animale nel loro ricambio organico naturale". Non basta. "L'etica di cui disponiamo - che ha subordinato tutti gli enti di natura all'uomo, in conformità al messaggio biblico- non è adeguata alla salvaguardia della natura e quindi neanche dell'uomo, che ha nell'ambiente la condizione imprescindibile della sua esistenza", prosegue Galimberti. Così oggi il pericolo non viene più dalla natura, ma dal potere conseguito dall'uomo per dominarla. Fino all'usura.

A questo sfruttamento del pianeta, i 'bionieri' hanno proposto e opposto le loro soluzioni. Si sono incaricati di farsi rete, community, luogo di connessione e punto di incontro tra i tanti singoli che, nei luoghi e nelle condizioni più diverse, si impegnano per instaurare una 'bio-crazia' consapevole. "A un certo punto mi sono reso conto che tanti stavano lavorando nella stessa direzione, ma nessuno di loro lo sapeva", riprende Kenny Ausubel, l'ideatore del bioneer-pensiero. "Ho ritenuto che dovessero conoscersi, incontrarsi e confrontarsi. Così sono nati i bio-pionieri. In realtà esistevano già, ma non avevano un nome e non facevano gruppo".

Oggi, quel gruppo sta rivoluzionando il mondo che intende salvare. E, in piena Age of Nature Restoration (l'età della restaurazione del pianeta), come dicono loro, hanno riscoperto che l'unione fa la forza. Della natura. (segue...)


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Petrolio: CsC stima sopra 70 usd/barile in ultimi 4 mesi 2006

ROMA (MF-DJ)--Il Centro Studi di Confindustria prevede che "le quotazioni del greggio si situeranno sopra i 70 dollari al barile negli ultimi quattro mesi del 2006 (69,1 dollari per barile in media d'anno)". E' quanto si legge nelle "Note economiche" diffuse oggi dall'associazione degli industriali, secondo cui "nella determinazione dei prezzi sembrano continuare a prevalere le scarsita' nel settore a valle e i vari fattori extra-economici: al di la' di oscillazioni di brevissimo periodo, come quella in corso, e' quindi probabile che il prezzo del Brent resti elevato".
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... con la bolletta della luce paghiamo la voce "costruzione impianti fonti rinnovabili", voce che dovrebbe finanziare le energie rinnovabili - l'eolico, il solare ...

AMBIENTE. 6 settembre: 5^ giornata mondiale contro l’incenerimento rifiuti
05/09/2006 -

Vari momenti di informazione e protesta animeranno le piazze italiane tra il 6 e il 10 settembre. Anche quest'anno la mobilitazione italiana sarà dedicata alla denuncia della truffa dei finanziamenti pubblici agli inceneritori. Per chiederne la cancellazione, Greenpeace e Rete Nazionale Rifiuti Zero saranno a Roma il 28 settembre a consegnare la petizione popolare

Sono centinaia i comitati popolari, le associazioni e i gruppi locali che in tutto il nostro paese, da Nord a Sud, si battono contro una gestione dei rifiuti che ha disseminato il territorio di discariche inquinanti, senza attivare alcun sistema serio di controllo sanitario e ambientale sul ciclo dei rifiuti, né sul loro traffico nazionale ed internazionale. Al contrario, sottolineano le due associazioni, Rete Nazionale Rifiuti Zero e Greenpeace, proprio quando i costi di gestione e le normative europee indicavano come prioritarie politiche di riduzione dei rifiuti, riuso e riciclaggio, l'Italia ha progettato di raddoppiare il numero degli impianti di incenerimento, aggravando così il problema delle discariche, di cui gli inceneritori hanno bisogno per smaltire le ceneri e gli altri residui tossici della combustione.

La combustione dei rifiuti - sia in inceneritori sia in cementifici - si legge dalla nota stampa diffusa - è tra le maggiori fonti di diossine e furani, inquinanti organici persistenti che si accumulano negli organismi ai vertici della catena alimentare, soprattutto nell'uomo, con effetti devastanti. Tali composti sono infatti tossici, mutageni, teratogeni, cancerogeni e interferiscono con il sistema endocrino. La costruzione e la gestione di un inceneritore s'accompagna inoltre a processi decisionali autoritari che spesso escludono la partecipazione diretta e le proposte alternative dei cittadini.

Gli inceneritori sono impianti costosi che non starebbero sul mercato se non ricevessero i contributi statali attraverso il sistema dei certificati verdi e cip6. Incenerire conviene ai gestori degli impianti solo perché possono vendere l'energia da loro prodotta come energia "a tariffe incentivate" e quindi farsi pagare dal gestore nazionale fino a 3 volte il prezzo di mercato dell'energia. Questa maggiorazione è a carico di noi cittadini che con la bolletta della luce paghiamo la voce "costruzione impianti fonti rinnovabili", voce che dovrebbe finanziare le energie rinnovabili - l'eolico, il solare, il geotermico, ecc. - ma va agli inceneritori. Permettendo ciò, l'Italia viola apertamente la direttiva europea in materia di rinnovabili (2001/77/CE). Per questo l'Unione Europea ha avviato una procedura d'infrazione contro il nostro Paese.

Come ci dicono le norme comunitarie, ribadiscono Rete Nazionale Rifiuti e Greenpeace, l'energia prodotta dagli inceneritori bruciando rifiuti non è rinnovabile: viene per lo più da carta e plastica (le due frazioni merceologiche col potere calorifico più alto), materiali che dovrebbero essere avviati al riciclaggio, non essere bruciati. In particolare la plastica è un prodotto del petrolio, combustibile fossile che tutti noi sappiamo essere né pulito né rinnovabile.

Eppure gestire i rifiuti senza ricorrere all' incenerimento è possibile: lo dimostrano città e regioni in Canada, Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda che, in un arco di tempo relativamente breve (in genere 5 anni o meno), hanno ottenuto riduzioni molto significative di smaltimento in discarica, senza ricorrere a impianti di incenerimento. Nel Regno Unito, l'Essex è stata la prima contea ad adottare il target del 60% entro il 2007; Halifax, una cittadina di 350.000 abitanti in Canada, ha raggiunto il 61% di riduzione della quantità di rifiuti destinati allo smaltimento finale; San Francisco, 800 mila abitanti, ha raggiunto il 64% nel 2005; Edmonton, 900.000 abitanti nello stato di Alberta, ha raggiunto il 70% nel 2000.

Lo dimostrano anche diverse realtà italiane che hanno raggiunto risultati significativi grazie all'introduzione della raccolta "porta a porta". Ad esempio, Asti, circa 73.000 abitanti, è passata dal 20.8% di Raccolta Differenziata nel 2002 al 56% nel gennaio 2005; il Consorzio Priula, 22 comuni del trevigiano, già nel 2004 raggiungeva una media del 73% di raccolta differenziata; Montebelluna, comune di circa 29.000 abitanti in provincia di Treviso, è passato da 49.6% del 2002 al 74% di RD nel 2005, riducendo la produzione di rifiuti pro capite da 280 a 100 Kg/anno; Capannori, comune in provincia di Lucca, ha raggiunto l'83% di R.D. nelle sue due frazioni più popolose.

Le due associazioni chiedono di tutelare la salute e l'ambiente, promovendo in particolare :

una raccolta differenziata spinta al 70-75%, specie col metodo della raccolta domiciliare;
il compostaggio di qualità della frazione organica;
filiere industriali del riutilizzo e del riciclaggio adeguatamente sostenute da incentivi statali;
il trattamento a freddo del residuo (quel 25-30% che rimane a valle di una raccolta differenziata spinta) con una impiantistica di stabilizzazione meccanico-biologica
ricerca e design industriale volti all'abbandono di materiali non riciclabili o compostabili
responsabilizzazione e controllo delle utenze non domestiche affinché si facciano carico dei propri rifiuti, anziché assimilarli a rifiuti urbani.
 
“Poseidone”: nuovo avviso di garanzia

CATANZARO. La Procura della Repubblica di Catanzaro ha emesso un nuovo avviso di garanzia e disposto nuove perquisizioni nell’ambito dell’inchiesta Poseidone sui presunti illeciti nell’erogazione di finanziamenti da parte della Regione Calabria nel settore della depurazione delle acque. Illeciti risalenti alla precedente legislatura regionale, quando era in carica una Giunta regionale espressione di una maggioranza di centrodestra. La nuova informazione di garanzia è stata emessa dal magistrato che sta conducendo l’inchiesta, il sostituto procuratore Luigi de Magistris, nei confronti di Franco Bonferroni, di 68 anni, di Reggio Emilia, vicepresidente della Pianimpianti spa, una delle società cui sarebbero stati erogati i finanziamenti oggetto dell’inchiesta. Bonferroni, tra l’altro, secondo quanto si è appreso in ambienti giudiziari, sarebbe legato a persone che hanno occupato ed occupano tuttora ruoli istituzionali a livello nazionale. Perquisizioni nell’ambito della stessa inchiesta sono state effettuate dai carabinieri del Reparto operativo di Catanzaro nelle sedi delle società Eurosviluppo industriale, con sedi a Catanzaro e Crotone; Enertad, del gruppo Agarini (Milano); Eurosviluppo elettrica (Crotone) ed Elettroambiente (Sesto San Giovanni). Perquisizioni sono state eseguite anche nelle sedi di Sviluppo Italia e della Fincalabra, la finanziaria della Regione Calabria. Oggetto di questo specifico filone dell’inchiesta Poseidone sono i finanziamenti regionali, statali e comunitari per la realizzazione degli impianti nel settore dell’energia realizzati o da realizzare in tre centri del crotonese, Scandale, Strongoli e Cutro, ed a Simeri Crichi, nel catanzarese. Si tratta di finanziamenti Cipe originariamente destinati alla bonifica dell’area dell’ex Pertusola sud, a Crotone. Secondo quanto si è appreso, inoltre, sarebbero emersi dei punti di connessione tra l’inchiesta Poseidone e quella che ieri ha portato all’emissione di un’informazione di garanzia nei confronti del vicepresidente della Regione Calabria, Nicola Adamo, e della moglie Enza Bruno Bossio.
 
Caso depurazione: perquisizioni e un altro avviso - di Redazione -


La Procura della Repubblica di Catanzaro ha emesso un nuovo avviso di garanzia e disposto nuove perquisizioni nell'ambito dell'inchiesta «Poseidone» sui presunti illeciti nell'erogazione di finanziamenti da parte della Regione Calabria nel settore della depurazione delle acque. La nuova informazione di garanzia è stata emessa nei confronti di Franco Bonferroni, di 68 anni, di Reggio Emilia, vicepresidente della Pianimpianti spa, una delle società cui sarebbeto stati erogati i finanziamenti oggetto dell'inchiesta. Bonferroni, tra l'altro, secondo quanto si è appreso in ambienti giudiziari, sarebbe legato a persone che hanno occupato ed occupano tuttora ruoli istituzionali a livello nazionale.
Perquisizioni nell'ambito della stessa inchiesta sono state effettuate dai carabinieri del Reparto operativo di Catanzaro nelle sedi delle società Eurosviluppo industriale, con sedi a Catanzaro e Crotone; Enertad, del gruppo Agarini (Milano); Eurosviluppo elettrica (Crotone) ed Elettroambiente (Sesto San Giovanni).
 
sembra il tread di legambiente più che finanza on line ..
 
rialzo ha scritto:
sembra il tread di legambiente più che finanza on line ..
non leggere :no: :D (cosa che credo fai.. :yes: )
cosi non ti sembra. ;)
Saluti
 
Ricerca Usa: l'Italia ha grande potenziale per l'eolico



ROMA - «Dagli Usa arriva la conferma che l’Italia è ad alto potenziale eolico». Lo afferma l’Anev, l’Associazione nazionale energia del vento, in merito a uno studio della Stanford University che ha quantificato la potenza globale offerta dalle correnti aeree su mari e continenti e che include anche l’Italia.
«Il recente studio divulgato dalla Stanford University - ha detto Simone Togni, Segretario Generale dell’Anev in riferimento a quanto pubblicato oggi sul Corriere della Sera - conforta pienamente quanto da tempo sostenuto dall’Associazione e fornisce ulteriori motivazioni ai pubblici decisori che seguono sempre di più la strada che porta allo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia».
«I dati che riguardano l’eolico nel nostro Paese - prosegue Togni - confermano la correttezza delle previsioni dell’Anev che indicano un obiettivo di oltre 8.000 MW di potenza installabile al 2.012. Anche la disponibilità della risorsa eolica risulta ampiamente in linea con quella di altri paesi europei molto più avanti in questo settore».
«Questa ulteriore conferma che l’Italia può facilmente raggiungere il 15 TWh di energia elettrica dalla sola fonte eolica, deve far riflettere i nostri pubblici decisori sul tempo perduto in questo settore», afferma ancora Togni sottolineando che l’Italia «è ancora in tempo per sfruttare il suo enorme potenziale e per raggiungere gli obbiettivi fissati da Kyoto. Serve urgentemente che i responsabili politici finalmente - conclude Togni - forniscano quelle certezze normative di cui gli operatori hanno bisogno dando finalmente piena attuazione anche nel nostro Paese alla direttiva comunitaria».

6/9/2006
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Nuovo parco eolico nel Leccese


ROMA - Nasce un nuovo parco eolico in Puglia. Le turbine verranno installate nei pressi di Surbo, un paese di 12.000 abitanti in provincia di Lecce e soddisferà la domanda di energia di 33 mila famiglie. Lo rende noto la Vestas che ha ricevuto un nuovo ordine di fornitura di 18 turbine del modello V90-2.0 MW, per un totale di 36 MW installati. Il cliente del contratto è Inergia S.p.a., nuova azienda di Ascoli Piceno impegnata nella produzione di energia da fonti rinnovabili che, a partire da questo contratto, riferisce la Vestas in una nota, avrà per la prima volta al suo attivo la produzione di energia da fonte eolica.
Lecce 3, questo il nome del progetto, si legge nella nota Vestas, «rappresenta un passo avanti nella distribuzione geografica di parchi eolici finora osservata nella Regione Puglia: è il primo sostanzioso progetto che si collocherà nell’area del Salento, nella parte meridionale della regione, a differenza dei MW installati finora, circa 300, prevalentemente nell’area del Gargano, a nord della regione».
I lavori alla costruzione sono già iniziati, e si prevede che il nuovo parco eolico entrerà in funzione per Marzo 2007.
Secondo le ultime stime pubblicate da Terna, ricorda la Vestas, la Puglia è la regione italiana che ha registrato il più alto tasso di crescita della domanda di energia nel 2005: +3,9%. «Il nuovo parco eolico Lecce 3, soddisferà la domanda di energia di 33 mila famiglie pugliesi - afferma Ebbe Funk, Presidente di Vestas Mediterranean A/S - il tutto senza danni all’ambiente, al contrario si eviterà l’emissione in atmosfera di ben 51 mila tonnellate di CO2 l’anno».

6/9/2006
 
RIFIUTI: WWF, FUTURO E' NEL RICICLO NO IN TERMOVALORIZZATORI
(ANSA) - ROMA, 6 set - ''A favore della riduzione e del riciclo e contro una politica che avvantaggia la pratica di bruciare i rifiuti'', questa la posizione ''fortemente critica'' espressa dal WWF a sostegno della V giornata mondiale contro gli inceneritori'' ''Tutti i dati dimostrano come un qualunque approccio di tipo impiantistico al problema di gestione dei rifiuti risulta fallimentare - hanno detto dal WWF in un comunicato - in quanto nessun impianto potra' mai risolvere un problema che e' gestionale e fortemente legato ai modelli di produzione e consumo oggi dominanti. E' per questo motivo che il WWF vede nell'azzeramento dei rifiuti entro il 2020 l'obiettivo ultimo di sostenibilita' cui tendere''. ''Sappiamo - hanno continuato - che esistono soluzioni gestionali all'avanguardia che permettono di ridurre la produzione di rifiuti e che spingono le raccolte differenziate ben oltre l'80%, e che invece i fantasiosi nomi che in Italia sono stati dati agli inceneritori (termovalorizzatori, termodistruttori)sono fuorvianti e errati da un punto di vista scientifico. La fisica ci insegna infatti che la materia non puo' essere distrutta - hanno spiegato - ma solo trasformata, e una corretta analisi energetica dimostra che e' possibile recuperare molte piu' energia con il riciclaggio che attraverso la combustione dei rifiuti''. Quanto alla politica di gestione dei rifiuti in Italia, secondo il WWF ''e' totalmente ribaltata, in quanto e' estremamente deficitaria nel promuovere politiche di riduzione e riciclo dei rifiuti e sembra aver scoperto la convenienza di bruciarli in impianti di generazione elettrica fortemente incentivati attraverso la tariffe nazionali che permette di scaricarne i costi sulle bollette elettriche. E' quanto accaduto - hanno ricordato - con il sistemi Cip 6 che invece di premiare le fonti rinnovabili vere (solare, eolico, biomasse) ha scorrettamente avvantaggiato, per oltre l'80% gli scarti di raffineria, i combustibili fossili e i rifiuti non rinnovabili''. ''Solo una volta poste in essere tutte le attivita' per la riduzione, il riutilizzo, il riuso e il riciclaggio - hanno concluso - si potra' ragionare sulle migliori modalita' di trattamento della frazione residuale dei rifiuti, nel pieno rispetto dei cittadini e dell'ambiente''. (ANSA).
06/09/2006

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L´Anev chiede all´Ue più attenzione all´eolico
Intanto il settimo programma Ue per la ricerca sull´energia assegna 226 milioni alle rinnovabili


ROMA. C’è ancora molto cammino da fare sul fronte delle rinnovabili. Almeno in una parte dell’Europa. Lo si evince ancora una volta incrociando le notizie che arrivano dai mezzi di informazione. In questo caso vogliamo fare una riflessione partendo dalla richiesta dell’Anev (Associazione nazionale energia del vento) di un coordinamento europeo sull’eolico. Che, sempre secondo l’Anev, deve essere preceduto da un’azione unitaria a livello nazionale.

L’associazione, per bocca del suo presidente Oreste Vigorito, guarda in particolar modo al traguardo europeo del 2030, ovvero 23% di produzione elettrica ottenuta attraverso il vento. Un traguardo che ritiene possibile, a patto che «le risorse umane più tradizionaliste», non «si nascondano nel labirinto della politica e nel linguaggio politichese per rallentare lo sviluppo eolico, non comprendendo il danno arrecato alle economie anche in termini ambientali da tale atteggiamento ostativo».

Ed è qui che c’è molto da lavorare. Perché nell’Ue accade quasi in contemporanea che il Parlamento debba rimettere in calendario una misura per indirizzare risorse – si parla di 226 milioni di euro - sulle energie verdi. Questo a causa del fatto che la Commissione europea e il Consiglio europeo stanno mostrando scarso interesse per il rafforzamento del settore, come si è visto durante l’ultimo Consiglio competitività che sulle rinnovabili non ha preso alcuna posizione.

Stupisce e deve far riflettere tutti, quindi, ciò che sta accadendo in Spagna. La Penisola iberica, infatti, secondo uno studio commissionato da Greenpeace, potrà essere autosufficiente dal punto di vista energetico entro il 2050, sfruttando proprio le energie verdi.
 
Venerdì 8 Settembre 2006.Capitalia, cooptato nel cda Ernesto Monti


Il cda di Capitalia , riunitosi ieri per l'approvazione della relazione semestrale, ha cooptato Ernesto Monti, in sostituzione di Giampaolo Angelucci, quale rappresentante della società Tosinvest S.A., la quale partecipa al patto di sindacato in misura pari al 2,11%. Monti è titolare della cattedra di "Finanza Aziendale" presso l'Università Luiss-Guido Carli e ricopre i seguenti incarichi: presidente del gruppo Astaldi e del gruppo Tosinvest, consigliere di amministrazione di Enertad e di Finmeccanica .
 
re

EnerTAD
11/09/2006 - ore 14.30 - First Half 2006 Results - Conference Call
 
vz ha scritto:
EnerTAD
11/09/2006 - ore 14.30 - First Half 2006 Results - Conference Call


EnerTad: torna all'utile nel 1* sem. (+1 mln)

MILANO (MF-DJ)--Nel 1* semestre 2006 Enertad torna all'utile registrando un utile netto consolidato di 1 mln euro contro una perdita di 6,3 mln dell'analogo periodo del 2005. I ricavi, informa una nota, ammontano a 16,7 mln (7,3 mln in 1* sem.'05), l'Ebitda a 9,2 mln (1,3 mln), il risultato operativo a 4,7 mln (-0,5 mln) ed il risultato pre-tasse a 1,13 mln (-2,07 mln). Al 30 giugno scorso l'indebitamento finanziario netto e' pari a 150 mln (235,5 mln al 31 dicembre 2005) ed il patrimonio netto a 143,9 mln (135,2 mln). LA capogruppo chiude il semestre con un utile netto di 8,4 mln (-2,1 mln in 1* sem.'05) e ricavi per 1,1 mln (1,6 mln).
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Enertad col vento in poppa. Una buona semestrale e qualche dubbio

lunedì 11 settembre 2006


Pubblicati i dati del bilancio semestrale di Enertad, il mercato attende la conference call che comincerà oggi pomeriggio alle quattro. Intanto qualche precisazione utile sui dati appena usciti non dispiacerà. La società torna dopo diverso tempo in utile. Finalmente la bottom line del conto economico riporta una cifra positiva di circa un milione di euro per il gruppo 30 giugno scorso contro la perdita d’esercizio di una anno prima che era di 6,3 milioni di euro. Piazza Affari, però, non si unisce alla festa e lascia il titolo ancorato al palo in attesa di più chiare notizie sulla governance della società e sul suo futuro assetto azionario.


Il risanamento della società è passato per scelte dolorose e vicende difficili, alcune delle quali non ancora concluse. In primis la rinuncia ai diversi asset nell’acciaio e nel segmento dei termovalorizzatori ha permesso di fare cassa e di riequilibrare almeno in parte la situazione patrimoniale di Enertad. Una cura dimagrante che ha portato l'indebitamento finanziario netto consolidato a 150 milioni di euro, in diminuzione di 85,5 milioni di euro rispetto ai 235 milioni di inizio anno.


Su un altro versante è stata utile la focalizzazione sul nuovo core business dell’eolico che ha anche attirato le brame di diversi altri gruppi e i consensi di diversi analisti. Si è infatti assistito nei mesi scorsi ad un intervento di Erg che ha lanciato un’opa da 3 euro per azione miseramente fallita. Un’altra scelta è stata quella di un tentativo di accordo fra Luigi Agarini, attuale azionista di maggioranza della società, che, grazie ad un’intesa con la banca Alerion di Giuseppe Garofano interessato al business dell’eolico, aveva trovato un comodo escamotage per evitare il costo di un’opa e racimolare il denaro necessario alle banche. Purtroppo a questo punto sono state le stesse banche a mettere il loro veto sull’operazione. Un cartellino rosso legittimato dai debiti dello stesso Agarini che impegnano quel 52% della stessa Enertad che lui ha in portafoglio bloccando spesso le scelte del gruppo nell’ufficio dei creditori.

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Milano: 11/09/2006 -

ENERTAD. I SEM VEDE RITORNO ALL'UTILE PER 1 MLN EURO
Nel primo semestre del 2006 Enertad annuncia di esser tornata in utile. Lo rende noto un comunicato della società precisando che nel periodo considerato il risultato netto si è attestato a 1 milione di euro, contro la perdita di 6,3 milioni dell'analogo periodo del 2005. Buone notizie anche per i ricavi che sono saliti da 7 a 16,5 milioni con un margine operativo di 9,2 milioni, in crescita dagli 1,3 milioni dell'esercizio passato. L'indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2006 è risultato pari a 150 milioni di euro, in calo dai 235 milioni del 31 dicembre 2005.
(B.S.)

(Ilnuovomercato.it)

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Dati del bilancio semestrale di Enertad

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Enertad: I sem., utile netto di gruppo in positivo per 0,76 mil. euro

Enertad ha chiuso il primo semestre 2006 con un utile netto di gruppo (dopo gli interessi di minoranza) positivo per 0,76 milioni di euro. I ricavi delle attività continue (sostanzialmente il business eolico dopo la dismissione delle attività nell'acciaio e nei termovalorizzatori) sono pari a 16,5 milioni di euro, aumentati di 9,5 milioni rispetto ai ricavi del primo semestre 2005 (+137,1%). La crescita è riconducibile principalmente al business “Eolico” ha detto la società in una nota. Il margine operativo lordo, sempre delle attività continue è pari a 9,2 milioni di euro, è in aumento di circa 8 milioni di euro. Il risultato operativo consolidato è pari a 4,7 milioni di euro, in aumento aumentato di 5,2 milioni di euro. L'indebitamento finanziario netto consolidato al 30 giugno 2006, su cui impattano positivamente le cessioni, è di 150 milioni di euro, in diminuzione di 85,5 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2005 (235,5 milioni di euro) di cui 105,1 milioni di euro “non recourse” (project financing).

Finanza.com
 
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