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Mercoledì 23 Agosto 2006, 19:15
Energia:Ue In 2030 Ancora Troppo Dipendente Da Petrolio/Ansa
(ANSA) - BRUXELLES, 23 AGO - Nel 2030 il petrolio sarà ancora la principale fonte di energia in Europa, ma la domanda di questa fonte energetica del Vecchio continente sarà soddisfatta per il 90% dall'import da Paesi terzi: anche per questo, nel frattempo, è importante riflettere su altre fonti energetiche, compreso il nucleare.
E' il messaggio lanciato oggi dal Commissario Ue all'Energia, Andris Piebalgs, durante un suo intervento alla conferenza dei Mari del Nord in Norvegia, appuntamento biennale che fa il punto sull'industria europea degli idrocarburi.
Piebalgs è stato chiaro. In futuro, ha osservato, la domanda di energia dell'Europa sarà soddisfatta solo se oltre al petrolio e al gas si svilupperanno nuove risorse alternative.
Il Commissario ha sottolineato che nel 2030 il petrolio fornirà il 34% del fabbisogno totale di energia nell'Ue, rappresentando quindi "ancora la principale fonte di energia".
E al secondo posto ci sarà sempre il gas, che soddisferà il 29% del fabbisogno complessivo. Inoltre, se la domanda di petrolio verrà soddisfatta dalle importazioni da Paesi terzi per il 90%, per la domanda di gas questa quota sarà di circa l'80%.
"L'Europa è entrata in una nuova era per quanto riguarda l'energia, con una crescita della dipendenza dall'esterno e con l'aumento della competizione tra le risorse energetiche globali", ha spiegato il Commissario.
Per questo motivo, la strategia europea, già contenuta nel Libro Verde sull'energia pubblicato da Bruxelles lo scorso marzo, "deve guardare alle fonti alternative al petrolio e al gas, come le energie rinnovabili, il carbone e il nucleare".
Le fonti rinnovabili, secondo Piebalgs, non solo riducono il problema delle emissioni dei gas serra, ma limitano anche la dipendenza dagli idrocarburi importati, contribuendo così a proteggere l'Europa dalle oscillazioni dei prezzi dell'energia.
Il Commissario, che ha definito lo sfruttamento delle energie rinnovabili "una delle nostre priorità strategiche", ha ricordato che dal 1997 l'Europa sta lavorando affinché entro il 2010 salga al 12% la presenza delle fonti rinnovabili nel bilancio energetico europeo. "Oggi - ha aggiunto - siamo ancora al 6%".
Per quanto riguarda il nucleare, Piebalgs è convinto che l'opzione debba rimanere "aperta" per tutti quegli Stati che vogliano produrre o consumare questo tipo di energia. "Ci sono tredici Stati membri che producono energia nucleare e sono ancora di più quelli che la utilizzano", ha osservato.
Secondo alcune stime citate dallo stesso Commissario Ue, il nucleare soddisfa oggi il 32% della domanda di elettricità nel territorio europeo. Inoltre, questa fonte di energia, ha osservato, non produce gas nocivi e - come spiega il Libro Verde - è al momento la forma più diffusa di energia pulita ('carbon freé) presente in Europa.
"Sappiamo che non c'é futuro per il nucleare se i cittadini non l'accettano", ha comunque ammesso Piebalgs, ricordando che uno dei problemi maggiormente sentiti è la difformità nelle misure di sicurezza applicate dai diversi Paesi alle centrali nucleari.
Da parte sua, ha concluso, "la Commissione europea ha sempre sostenuto le azioni volte a fare una corretta informazione sulle tematiche legate al nucleare e su eventuali nuovi progetti industriali". (ANSA).
Energia:Ue In 2030 Ancora Troppo Dipendente Da Petrolio/Ansa
(ANSA) - BRUXELLES, 23 AGO - Nel 2030 il petrolio sarà ancora la principale fonte di energia in Europa, ma la domanda di questa fonte energetica del Vecchio continente sarà soddisfatta per il 90% dall'import da Paesi terzi: anche per questo, nel frattempo, è importante riflettere su altre fonti energetiche, compreso il nucleare.
E' il messaggio lanciato oggi dal Commissario Ue all'Energia, Andris Piebalgs, durante un suo intervento alla conferenza dei Mari del Nord in Norvegia, appuntamento biennale che fa il punto sull'industria europea degli idrocarburi.
Piebalgs è stato chiaro. In futuro, ha osservato, la domanda di energia dell'Europa sarà soddisfatta solo se oltre al petrolio e al gas si svilupperanno nuove risorse alternative.
Il Commissario ha sottolineato che nel 2030 il petrolio fornirà il 34% del fabbisogno totale di energia nell'Ue, rappresentando quindi "ancora la principale fonte di energia".
E al secondo posto ci sarà sempre il gas, che soddisferà il 29% del fabbisogno complessivo. Inoltre, se la domanda di petrolio verrà soddisfatta dalle importazioni da Paesi terzi per il 90%, per la domanda di gas questa quota sarà di circa l'80%.
"L'Europa è entrata in una nuova era per quanto riguarda l'energia, con una crescita della dipendenza dall'esterno e con l'aumento della competizione tra le risorse energetiche globali", ha spiegato il Commissario.
Per questo motivo, la strategia europea, già contenuta nel Libro Verde sull'energia pubblicato da Bruxelles lo scorso marzo, "deve guardare alle fonti alternative al petrolio e al gas, come le energie rinnovabili, il carbone e il nucleare".
Le fonti rinnovabili, secondo Piebalgs, non solo riducono il problema delle emissioni dei gas serra, ma limitano anche la dipendenza dagli idrocarburi importati, contribuendo così a proteggere l'Europa dalle oscillazioni dei prezzi dell'energia.
Il Commissario, che ha definito lo sfruttamento delle energie rinnovabili "una delle nostre priorità strategiche", ha ricordato che dal 1997 l'Europa sta lavorando affinché entro il 2010 salga al 12% la presenza delle fonti rinnovabili nel bilancio energetico europeo. "Oggi - ha aggiunto - siamo ancora al 6%".
Per quanto riguarda il nucleare, Piebalgs è convinto che l'opzione debba rimanere "aperta" per tutti quegli Stati che vogliano produrre o consumare questo tipo di energia. "Ci sono tredici Stati membri che producono energia nucleare e sono ancora di più quelli che la utilizzano", ha osservato.
Secondo alcune stime citate dallo stesso Commissario Ue, il nucleare soddisfa oggi il 32% della domanda di elettricità nel territorio europeo. Inoltre, questa fonte di energia, ha osservato, non produce gas nocivi e - come spiega il Libro Verde - è al momento la forma più diffusa di energia pulita ('carbon freé) presente in Europa.
"Sappiamo che non c'é futuro per il nucleare se i cittadini non l'accettano", ha comunque ammesso Piebalgs, ricordando che uno dei problemi maggiormente sentiti è la difformità nelle misure di sicurezza applicate dai diversi Paesi alle centrali nucleari.
Da parte sua, ha concluso, "la Commissione europea ha sempre sostenuto le azioni volte a fare una corretta informazione sulle tematiche legate al nucleare e su eventuali nuovi progetti industriali". (ANSA).