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18/09/15
Fondo avvoltoio: per Scioli e l'opposizione bisogna riuscire una sistemazione in 2016
La discussione per il debito in default *. Gli economisti di Scioli, Macri e Massa esposero che bisognerà accordare perché sarebbe la maniera di ottenere finanziamento per infrastruttura.
I relativi dei partiti che si disputano la poltrona presidenziale in ottobre si manifestarono ieri di accordo in una questione: sostengono, benché con leggere sfumature che il prossimo governo deve arrivare ad una sistemazione per il conflitto col fondi avvoltoio.
Così lo fecero in una cima finanziaria i relativa dello sciolismo: il direttore della Banca Provincia, Gustavo Marangoni, ed il ministro di Economia della Provincia di Buenos Aires, Silvina Batakis; quelli del Pro, il presidente della Banca Città, Rogelio Frigerio, e l'economistico Carlos Melconian; e da parte del Fronte Rinnovatore, l'Ex direttore della Banca Centrale, Martin redrado.
Durante l'incontro organizzato per la rivista Latinfinance, Marangoni sostenne che "l'Argentina chiude il capitolo del debito e quello è virtuoso". Nella stessa linea si manifestò Frigerio: "È un commercio per l'Argentina fare lo sforzo e tornare al mercato per finanziare i progetti di investimento pubblico e privato", affermò il titolare della Banca Città. Marangoni che cercò differenziarsi, chiarì che "la ricerca di credito nell'esterno deve stare vincolato quasi esclusivamente all'infrastruttura."
Il seminario cominciò presto di mattina. Nel primo pannello, Batakis si era mostrato già a beneficio di risolvere il problema con gli avvoltoi. Anticipò che:
La "Argentina chiude un capitolo, il mondo cambia e viene una nuova tappa", nella quale bisogna pensare il tema dell'investimento ed abbordare anche il tema dei holdouts, ma deve essere in beneficio dell'Argentina". "Siamo convinti che bisogna risolverlo", affermò, ma si differenziò dal macrismo dicendo che non possiamo pensare come il candidato del Pro ed uscire a pagare tutto."
Melconian attraversò a Batakis e richiamò a ricordare "di dove viene il problema" ed a mettere "in contesto la situazione", poiché "il prossimo governo siede e lo va sistemare", ma lo farà "senza riserve monetarie ed in inferiorità di condizioni paragonato a quando si tenevano US $50 mille milioni nella Banca Centrale". L'economista puntualizzò che "questo è uno dei temi centrali dell'agenda che lascia il governo."
Il relativo del Pro segnalò tuttavia che dal suo spazio andranno "a cercare tutti i fondi possibili al mercato internazionale" e gli faranno più priorità risolvere "20 giudizi dell'Organizzazione Mondiale di Commercio" contro il paese che alla questione dei "holdouts."
Lo specialista del Fronte Rinnovatore, Martín Redrado, patrocinò per una "soluzione integrale" che includa al 7 percento delle forchette di debito che non accettarono entrare allo scambio realizzato per l'Argentina.
"Il mondo guarda per 5 secondi al paese dopo del 10 di dicembre, necessitiamo per quel motivo un presidente che prenda dosate che mostri integracionalidad", disse, e mirò contro Macri affermando che "solo con la maglietta non basta affinché i mercati ci guardino."
D'altra parte prese distanza di un accordo immediato quando indicò che non è certo che debba sistemarsi "sé o sì" coi holdouts dopo le elezioni presidenziali dovuto alla mancanza di dollari nel sistema. "Se c'è razonabilidad ci piacerebbe risolvere in 30 giorni, ma se esigono riscuotere il 100 percento lo vedo difficile", affermò.
Dentro un altro pannello che analizzò le strategie di finanziamento, Gabriel Torres, analista di debito sovrano dell'agenzia Moody's, indicò che "se si risolve, il conflitto coi holdouts, sarebbe molto positivo per il paese e porteranno su scalini" dentro il sistema di puntaje.
Torres segnalò che le valutazioni che fa l'agenzia "servono come un soffitto al resto dalle qualificazioni", ed in caso di migliorare vari attori locali potrebbero vedere la sua punteggiatura salire", come banche o imprese. "Solamente questa decisione potrebbe essere un cambiamento drastico del rischio percepito in Argentina", assicurò. Benché chiarisse che manca molto per raggiungere paesi come "Colombia" o "Perù."
gente disperata
Fondo avvoltoio: per Scioli e l'opposizione bisogna riuscire una sistemazione in 2016
La discussione per il debito in default *. Gli economisti di Scioli, Macri e Massa esposero che bisognerà accordare perché sarebbe la maniera di ottenere finanziamento per infrastruttura.
I relativi dei partiti che si disputano la poltrona presidenziale in ottobre si manifestarono ieri di accordo in una questione: sostengono, benché con leggere sfumature che il prossimo governo deve arrivare ad una sistemazione per il conflitto col fondi avvoltoio.
Così lo fecero in una cima finanziaria i relativa dello sciolismo: il direttore della Banca Provincia, Gustavo Marangoni, ed il ministro di Economia della Provincia di Buenos Aires, Silvina Batakis; quelli del Pro, il presidente della Banca Città, Rogelio Frigerio, e l'economistico Carlos Melconian; e da parte del Fronte Rinnovatore, l'Ex direttore della Banca Centrale, Martin redrado.
Durante l'incontro organizzato per la rivista Latinfinance, Marangoni sostenne che "l'Argentina chiude il capitolo del debito e quello è virtuoso". Nella stessa linea si manifestò Frigerio: "È un commercio per l'Argentina fare lo sforzo e tornare al mercato per finanziare i progetti di investimento pubblico e privato", affermò il titolare della Banca Città. Marangoni che cercò differenziarsi, chiarì che "la ricerca di credito nell'esterno deve stare vincolato quasi esclusivamente all'infrastruttura."
Il seminario cominciò presto di mattina. Nel primo pannello, Batakis si era mostrato già a beneficio di risolvere il problema con gli avvoltoi. Anticipò che:
La "Argentina chiude un capitolo, il mondo cambia e viene una nuova tappa", nella quale bisogna pensare il tema dell'investimento ed abbordare anche il tema dei holdouts, ma deve essere in beneficio dell'Argentina". "Siamo convinti che bisogna risolverlo", affermò, ma si differenziò dal macrismo dicendo che non possiamo pensare come il candidato del Pro ed uscire a pagare tutto."
Melconian attraversò a Batakis e richiamò a ricordare "di dove viene il problema" ed a mettere "in contesto la situazione", poiché "il prossimo governo siede e lo va sistemare", ma lo farà "senza riserve monetarie ed in inferiorità di condizioni paragonato a quando si tenevano US $50 mille milioni nella Banca Centrale". L'economista puntualizzò che "questo è uno dei temi centrali dell'agenda che lascia il governo."
Il relativo del Pro segnalò tuttavia che dal suo spazio andranno "a cercare tutti i fondi possibili al mercato internazionale" e gli faranno più priorità risolvere "20 giudizi dell'Organizzazione Mondiale di Commercio" contro il paese che alla questione dei "holdouts."
Lo specialista del Fronte Rinnovatore, Martín Redrado, patrocinò per una "soluzione integrale" che includa al 7 percento delle forchette di debito che non accettarono entrare allo scambio realizzato per l'Argentina.
"Il mondo guarda per 5 secondi al paese dopo del 10 di dicembre, necessitiamo per quel motivo un presidente che prenda dosate che mostri integracionalidad", disse, e mirò contro Macri affermando che "solo con la maglietta non basta affinché i mercati ci guardino."
D'altra parte prese distanza di un accordo immediato quando indicò che non è certo che debba sistemarsi "sé o sì" coi holdouts dopo le elezioni presidenziali dovuto alla mancanza di dollari nel sistema. "Se c'è razonabilidad ci piacerebbe risolvere in 30 giorni, ma se esigono riscuotere il 100 percento lo vedo difficile", affermò.
Dentro un altro pannello che analizzò le strategie di finanziamento, Gabriel Torres, analista di debito sovrano dell'agenzia Moody's, indicò che "se si risolve, il conflitto coi holdouts, sarebbe molto positivo per il paese e porteranno su scalini" dentro il sistema di puntaje.
Torres segnalò che le valutazioni che fa l'agenzia "servono come un soffitto al resto dalle qualificazioni", ed in caso di migliorare vari attori locali potrebbero vedere la sua punteggiatura salire", come banche o imprese. "Solamente questa decisione potrebbe essere un cambiamento drastico del rischio percepito in Argentina", assicurò. Benché chiarisse che manca molto per raggiungere paesi come "Colombia" o "Perù."
gente disperata