Crollo prezzi BTP lunghi

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Giornanta molto negativa per i ns. TSD e soprattutto per i BTP più lunghi, con ribassi anche oltre il 3,50%:

Btp deboli con borsa su Consulta, calo lunghissimi anche su 'core' 05/05/2015 12:48 - RSF
MILANO, 5 maggio (Reuters) - Sul secondario continua a regnare una certa volatilità, i cui driver i trader non riescono a mettere a fuoco. L'Italia appare particolarmente indebolita, una fiacchezza che, insieme a quella di Piazza Affari, gli operatori ascrivono almeno in parte alla reazione di Bruxelles alla sentenza con cui giovedì scorso la Consulta ha bocciato il mancato adeguamento all'inflazione delle pensioni superiori a 1.500 euro nel biennio 2012-2013.

"Sul mercato italianopesano probabilmente in qualche misura le parole della Commissione europea sulla sentenza della Corte Costituzionale" dice un trader.

Il commissario per gli Affari economici e monetari Pierre Moscovici, illustrando le nuove stime di primavera, haspiegato che la sentenza potrebbe avere ricadute sui saldi di finanza pubblica italiani e che starà al governo italiano la decisione di varare provvedimenti necessari a coprire un eventuale 'buco' (news).

"I lunghissimi, dal 15 anni inpoi, sono in sofferenza per fattori prevalentemente tecnici. Un movimento partito dalla Germania, quando il trentennale tedesco ha toccato i livelli minimi di rendimento, fattore che ha spinto gli investitori ad abbandonare il segmento e che si èriflesso a cascata anche sui periferici" dice il trader.

Un irripidimento della curva, osservano i trader, è abbastanza visibile su tutti i mercati della zona euro.

Il differenziale sul segmento 10-30 si attesta a metà seduta a 106 puntibase, con un marcato balzo rispetto alla chiusura di ieri a 99 punti base.
 
Ma Draghi dove sta ?
Non acquista, non sostiene ?
QE che fine ha fatto ?
 
In pratica un paese che rischia di tornare verso il baratro per il "nobile fine" di continuare con il furto costituzionalmente garantito dei superpensionati retributivi.

Sono oltre 10 miliardi da cacciare per i superpensionati (con 15 miliardi si ristruttura il debito di tutta l'ucraina) ai quali con il contributivo spetterebbe molto meno della metà di quello che prendono ora

Ricalcolo contributivo per tutti e basta con i furti legalizzati spacciati per diritti acquisiti !
 
10 mld di euro...quattro soldi. Reazione esagerata.
Si potrebbe anche non fare alcuna correzione, tanto non andiamo sotto il 3% l'anno prossimo.
 
In pratica un paese che rischia di tornare verso il baratro per il "nobile fine" di continuare con il furto costituzionalmente garantito dei superpensionati retributivi.

Sono oltre 10 miliardi da cacciare per i superpensionati (con 15 miliardi si ristruttura il debito di tutta l'ucraina) ai quali con il contributivo spetterebbe molto meno della metà di quello che prendono ora

Ricalcolo contributivo per tutti e basta con i furti legalizzati spacciati per diritti acquisiti !

:clap::clap::clap:

L’Italia delle pensioni sembra l’isola di Pasqua
scritto da Beniamino Piccone il 30 Aprile 2015
Tasche vostre




La distribuzione della ricchezza per classi di età fornita dal Servizio Studi della Banca d’Italia mostra come negli ultimi anni post crisi finanziaria la situazione dei giovani (fino a 34 anni e della fascia 35-44 anni) sia peggiorata sensibilmente. Quali sono le cause?
Gustavo Zagrebelsky nel suo volume Contro la dittatura del presente (Laterza-L’Espresso, 2014) racconta la storia di Pasqua, l’isola polinesiana a 3700 chilometri a est delle coste del Cile scoperta dagli europei nel 1722, celebre per i 397 megaliti, raffiguranti giganteschi tronchi umani: “L’enigma di Pasqua è un grandioso e minaccioso apologo su come le società possono distruggere da sé il proprio futuro per gigantismo e imprevidenza”.
Mentre per i polinesiani di Pasqua, l’imprevidenza fu deforestazione, cioè la dissipazione della principale risorsa naturale su cui si basava la vita nell’isola, nel caso italiano le classi dirigenti – le possiamo ancora chiamare tali? – hanno precluso ogni speranza alla generazione successiva, attraverso la creazione di un welfare quasi esclusivamente basato sulle pensioni.

Come scrive Zagrebelsky, “Pasqua è un monito. Non parla soltanto di polinesiani d’un millennio fa. Parla di noi (…), per soddisfare appetiti di oggi, non si è fatto caso alle necessità di domani. Ogni generazione s’è comportata come se fosse l’ultima, trattando le risorse di cui disponeva come sue proprietà esclusive, di cui usare e abusare”. L’esempio ce l’abbiamo sotto i nostri occhi. Quando la demografia italiana ha iniziato a segnalare profondi mutamenti – natalità in forte calo, allungamento della vita media – i politici, supportati da una classe sindacale di bassissimo livello (aridatece Giuseppe Di Vittorio!), hanno impostato e mantenuto una politica pensionistica non sostenibile.
Il sistema retributivo avvantaggia le classi in pensione o prossime alla pensione. Sia lodata Elsa Fornero – e l’introduzione del sistema contributivo pro-rata per tutti – per aver fermato la deriva pensionistica. Detto ciò, rimane il fatto che ogni anno le pensioni calcolate con il sistema retributivo sono sussidiate dalla fiscalità generale per circa 30 miliardi di euro.
Come hanno sintetizzato Tito Boeri e Roberto Perotti, abbiamo bisogno di “Meno pensioni, più welfare” (il Mulino, 2002); la spesa sociale in Italia è oggi fortemente sbilanciata a favore delle pensioni (che pesano oltre il 16% del Pil) e a svantaggio di misure contro la povertà. Il paradosso, fa notare Giovanni Perazzoli in “Contro la miseria” (Laterza, 2014), è che le pensioni, oltre ad essere straordinariamente costose, sono anche inique, nel senso che se ne beneficia in alto nella scala sociale ma non in basso. Come può una repubblica fondata sul lavoro focalizzare gli ammortizzatori sociali sulle pensioni, che sono diventate anche un invito al lavoro nero?
Sono ancora valide le considerazioni di Nicola Rossi in “Meno ai padri, più ai figli” (il Mulino, 1997). Abbiamo assoluto bisogno di redifinire le politiche redistributive per assicurare a tutti una reale uguaglianza delle opportunità. Mentre all’estero – anche nei Paesi anglosassoni – esiste un sussidio universale di disoccupazione, in Italia non abbiamo le risorse per introdurlo poichè le risorse sono tutte impegnate nella previdenza.
L’Italia è il paese che dedica la maggior parte delle risorse destinate alla protezione sociale alle pensioni: 62,2% contro il 46,5% della media europea (fonte: Eurostat). E’ nelle ultime posizioni per risorse assegnate alle famiglie, ai disoccupati, agli esclusi.
Zagrebelsky ha ragione: “Gli abitanti di Pasqua vollero agire liberi da ogni debito nei confronti dei successori, per divorare la res publica”. Le classe dirigenti hanno creato un welfare zoppo che tutela solo i pensionati a retributivo. Gli altri si devono arrangiare con il welfare familiare. Ma chi non ha genitori o nonni con risorse a disposizione, non ha alcun supporto da uno Stato iniquo.
 
In pratica un paese che rischia di tornare verso il baratro per il "nobile fine" di continuare con il furto costituzionalmente garantito dei superpensionati retributivi.

Sono oltre 10 miliardi da cacciare per i superpensionati (con 15 miliardi si ristruttura il debito di tutta l'ucraina) ai quali con il contributivo spetterebbe molto meno della metà di quello che prendono ora

Ricalcolo contributivo per tutti e basta con i furti legalizzati spacciati per diritti acquisiti !

:bow:
 
In pratica un paese che rischia di tornare verso il baratro per il "nobile fine" di continuare con il furto costituzionalmente garantito dei superpensionati retributivi.

Sono oltre 10 miliardi da cacciare per i superpensionati (con 15 miliardi si ristruttura il debito di tutta l'ucraina) ai quali con il contributivo spetterebbe molto meno della metà di quello che prendono ora

Ricalcolo contributivo per tutti e basta con i furti legalizzati spacciati per diritti acquisiti !

Oddio, definire superpensionato uno con 1501 euro mensili di pensione mi sembra quantomeno eccessivo.
 
draghi sta a fare trading... sto QE gia non serve una mazza per l'economia reale.... se non ci fa manco guadagnare la pagnotta qua a noi comuni mortali vuol dire devono magnare i soliti noti :wall:
 
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L’Italia delle pensioni sembra l’isola di Pasqua
scritto da Beniamino Piccone il 30 Aprile 2015
Tasche vostre




La distribuzione della ricchezza per classi di età fornita dal Servizio Studi della Banca d’Italia mostra come negli ultimi anni post crisi finanziaria la situazione dei giovani (fino a 34 anni e della fascia 35-44 anni) sia peggiorata sensibilmente. Quali sono le cause?
Gustavo Zagrebelsky nel suo volume Contro la dittatura del presente (Laterza-L’Espresso, 2014) racconta la storia di Pasqua, l’isola polinesiana a 3700 chilometri a est delle coste del Cile scoperta dagli europei nel 1722, celebre per i 397 megaliti, raffiguranti giganteschi tronchi umani: “L’enigma di Pasqua è un grandioso e minaccioso apologo su come le società possono distruggere da sé il proprio futuro per gigantismo e imprevidenza”.
Mentre per i polinesiani di Pasqua, l’imprevidenza fu deforestazione, cioè la dissipazione della principale risorsa naturale su cui si basava la vita nell’isola, nel caso italiano le classi dirigenti – le possiamo ancora chiamare tali? – hanno precluso ogni speranza alla generazione successiva, attraverso la creazione di un welfare quasi esclusivamente basato sulle pensioni.

Come scrive Zagrebelsky, “Pasqua è un monito. Non parla soltanto di polinesiani d’un millennio fa. Parla di noi (…), per soddisfare appetiti di oggi, non si è fatto caso alle necessità di domani. Ogni generazione s’è comportata come se fosse l’ultima, trattando le risorse di cui disponeva come sue proprietà esclusive, di cui usare e abusare”. L’esempio ce l’abbiamo sotto i nostri occhi. Quando la demografia italiana ha iniziato a segnalare profondi mutamenti – natalità in forte calo, allungamento della vita media – i politici, supportati da una classe sindacale di bassissimo livello (aridatece Giuseppe Di Vittorio!), hanno impostato e mantenuto una politica pensionistica non sostenibile.
Il sistema retributivo avvantaggia le classi in pensione o prossime alla pensione. Sia lodata Elsa Fornero – e l’introduzione del sistema contributivo pro-rata per tutti – per aver fermato la deriva pensionistica. Detto ciò, rimane il fatto che ogni anno le pensioni calcolate con il sistema retributivo sono sussidiate dalla fiscalità generale per circa 30 miliardi di euro.
Come hanno sintetizzato Tito Boeri e Roberto Perotti, abbiamo bisogno di “Meno pensioni, più welfare” (il Mulino, 2002); la spesa sociale in Italia è oggi fortemente sbilanciata a favore delle pensioni (che pesano oltre il 16% del Pil) e a svantaggio di misure contro la povertà. Il paradosso, fa notare Giovanni Perazzoli in “Contro la miseria” (Laterza, 2014), è che le pensioni, oltre ad essere straordinariamente costose, sono anche inique, nel senso che se ne beneficia in alto nella scala sociale ma non in basso. Come può una repubblica fondata sul lavoro focalizzare gli ammortizzatori sociali sulle pensioni, che sono diventate anche un invito al lavoro nero?
Sono ancora valide le considerazioni di Nicola Rossi in “Meno ai padri, più ai figli” (il Mulino, 1997). Abbiamo assoluto bisogno di redifinire le politiche redistributive per assicurare a tutti una reale uguaglianza delle opportunità. Mentre all’estero – anche nei Paesi anglosassoni – esiste un sussidio universale di disoccupazione, in Italia non abbiamo le risorse per introdurlo poichè le risorse sono tutte impegnate nella previdenza.
L’Italia è il paese che dedica la maggior parte delle risorse destinate alla protezione sociale alle pensioni: 62,2% contro il 46,5% della media europea (fonte: Eurostat). E’ nelle ultime posizioni per risorse assegnate alle famiglie, ai disoccupati, agli esclusi.
Zagrebelsky ha ragione: “Gli abitanti di Pasqua vollero agire liberi da ogni debito nei confronti dei successori, per divorare la res publica”. Le classe dirigenti hanno creato un welfare zoppo che tutela solo i pensionati a retributivo. Gli altri si devono arrangiare con il welfare familiare. Ma chi non ha genitori o nonni con risorse a disposizione, non ha alcun supporto da uno Stato iniquo.

i giovani nel nostro paese sono una minoranza e di conseguenza soccombe come succede ad ogni minoranza...
 
Ma Draghi dove sta ?
Non acquista, non sostiene ?
QE che fine ha fatto ?

Si sta ripetendo pari pari quello che è successo durante i 3 QE in usa, i Tbond hanno fatto il massimo quasi all'inizio del QE (poco prima o poco dopo) e poi durante il QE sono scesi a volte anche notevolmente.
Non scendono solo i BTP, anche i titoli di stato esteri stanno correggendo in maniera netta, il future sul bund ha perso più di 5 punti in 9 sedute.
Prima o poi doveva succedere, non era possibile mantenere tassi a zero con previsioni di inflazione nel 2016 quasi al 2%, secondo me il bund dovrebbe andare a rendere intorno al 2% nel giro di qualche mese e il nostri BTP decennali oltre il 3%, quelli sarebbero rendimenti ragionevoli con l'inflazione confermata all'1.8% nel 2016.
 
Prima o poi doveva succedere, non era possibile mantenere tassi a zero con previsioni di inflazione nel 2016 quasi al 2%,

L'inflazione europea è passata dal -0.1% di marzo allo 0% di aprile.

E perchè si dovrebbero assestare adesso i tassi su un'iflazione presunta da raggiungere tra 18 mesi?
 
Si sta ripetendo pari pari quello che è successo durante i 3 QE in usa, i Tbond hanno fatto il massimo quasi all'inizio del QE (poco prima o poco dopo) e poi durante il QE sono scesi a volte anche notevolmente.
Non scendono solo i BTP, anche i titoli di stato esteri stanno correggendo in maniera netta, il future sul bund ha perso più di 5 punti in 9 sedute.
Prima o poi doveva succedere, non era possibile mantenere tassi a zero con previsioni di inflazione nel 2016 quasi al 2%, secondo me il bund dovrebbe andare a rendere intorno al 2% nel giro di qualche mese e il nostri BTP decennali oltre il 3%, quelli sarebbero rendimenti ragionevoli con l'inflazione confermata all'1.8% nel 2016.

il target inflazione della ecb è al 2% a 5 anni, quindi nel 2020. Il mercato adesso "prezza" un inflazione europea ex tobacco armonizzata pari al 1.20% circa, ben distante dal target del 2%. Il crollo dei bonds dipende principalmente da due fattori:

1) l'avvicinarsi della data del 11 maggio, giorno in cui la Grecia dovrà rimborsare un importante tranche al FMI di quasi 1 bil euro

2) il rallentamento della crescita USA che ha indebolito il dollaro contro l'euro, contribuendo a ridurre le aspettative di utili delle azione in EU, sensibili alle esportazioni vs gli stati uniti.

Di fatto, ci si trova a gestire da quasi due mesi ormai uno scenario che non ha + niente a che fare con quello di inizio anno. Il QE è come se si fosse arrestato dato che i flussi in vendita sono decisamente superiori a quelli in acquisto. Soltanto la BCE non è più in grado di sostenere il mercato, motivo per cui è molto probabile che nei prossimi 3 mesi i mercati continueranno a scendere. Cosa accadrà in futuro dipenderà principalmente da due fattori:

1) default della Grecia SI / NO... e se si SI in quale dei tanti modi previsti
2) eurusd di nuovo in area 1.18/1.22, il che significa un bello stop alla nostra crescita e minore efficacia del QE europeo.
3) aumento dei tassi in usa sulla parte a lunga della curva.

La BCE come sappiamo non è mai rapida a intervenire quando gli scenari cambiano. Per ora immagino che l'allargamento degli spread e conseguente aumento dei rendimenti faciliti l'acquisto dei titoli. Nel lungo però se il trend di mercati in EU dovesse diventare ribassista viene meno l'"effetto ricchezza" che un QE dovrebbe generare, così come la fiducia da parte dei risparmiatori / consumatori in un futuro in crescita.

Meno fiducia = meno consumi = meno crescita = meno inflazione, l'opposto dell'obiettivo del QE. Cosa faranno quindi??? lo vedremo nei prossimi mesi, per ora rischi bassi sui portafogli, scadenze medie dei titoli preferibilmente inferiori ai 3 anni, short future a copertura e chiusura rischio cambio.

Qualora la grecia dovesse davvero uscire dall' euro e/o dall' UE prepararsi a pesantissime vendite su tutti i titoli, in altre parole uno scenario simile a quello già visto nel 2012 che nessuno di noi si augura di rivedere ma che purtroppo alla luce delle ultime dichiarazioni dei vari ministri irresponsabili del centro Europa diventa uno scenario sempre + probabile

Buon pomeriggio a tutti
 
nell'intervista del 01 maggio sto Campora ci aveva preso:

Campora (Allianz): porto a casa i profitti e mi fermo per un mesetto | Assinews - il portale del sapere assicurativo

.....

D. Quindi a maggio si vende?

R. Sì, siamo in un anno di quelli classici. L'effetto-gennaio ha prodotto una performance straordinaria, ma ora... sell in May and go away, come dicono gli inglesi.

D. Però questa volta ci sono in campo le banche centrali. Il Qe di Draghi pompa liquidità e la Fed tentenna sul rialzo dei tassi; gli ottimisti pensano che ad andare contro queste forze si rischia solo di perdere soldi. Che cosa non la convince di quest'analisi?

R. L'analisi mi convince, ma il mondo non è fatto per prendere una posizione e restare fermi. Se si lavora nei mercati finanziari bisogna sapere quando è il momento di vendere, girandosi in maniera tattica e giocando al ribasso con tutta la forza possibile. Dopodiché bisogna rimettersi nel trend di fondo, che resta positivo, visto che nelle principali aree mondiali l'economia sottostante è in miglioramento.....
 
Oddio, definire superpensionato uno con 1501 euro mensili di pensione mi sembra quantomeno eccessivo.

superpensionato no
pero' se con i contributi che ha versato con il contributivo ne avrebbe prese 1.000 possiamo definirlo superfortunato.
e gli squilibri del sistema sono in alto, piu' uno ha una pensione alta e piu' e' stato "fortunato"
 
il target inflazione della ecb è al 2% a 5 anni, quindi nel 2020. Il mercato adesso "prezza" un inflazione europea ex tobacco armonizzata pari al 1.20% circa, ben distante dal target del 2%. Il crollo dei bonds dipende principalmente da due fattori:
Perchè compari la ex tobacco (and food) attuale con quella armonizzata futura?
IL target 2% non è ex tobacco.

Questa è l'inflazione europea di aprile: zero percento.

File:Euro area annual inflation and its main components, January 2005-April-2015-e.png - Statistics Explained
 
il target inflazione della ecb è al 2% a 5 anni, quindi nel 2020. Il mercato adesso "prezza" un inflazione europea ex tobacco armonizzata pari al 1.20% circa, ben distante dal target del 2%. Il crollo dei bonds dipende principalmente da due fattori:

1) l'avvicinarsi della data del 11 maggio, giorno in cui la Grecia dovrà rimborsare un importante tranche al FMI di quasi 1 bil euro

2) il rallentamento della crescita USA che ha indebolito il dollaro contro l'euro, contribuendo a ridurre le aspettative di utili delle azione in EU, sensibili alle esportazioni vs gli stati uniti.

Di fatto, ci si trova a gestire da quasi due mesi ormai uno scenario che non ha + niente a che fare con quello di inizio anno. Il QE è come se si fosse arrestato dato che i flussi in vendita sono decisamente superiori a quelli in acquisto. Soltanto la BCE non è più in grado di sostenere il mercato, motivo per cui è molto probabile che nei prossimi 3 mesi i mercati continueranno a scendere. Cosa accadrà in futuro dipenderà principalmente da due fattori:

1) default della Grecia SI / NO... e se si SI in quale dei tanti modi previsti
2) eurusd di nuovo in area 1.18/1.22, il che significa un bello stop alla nostra crescita e minore efficacia del QE europeo.
3) aumento dei tassi in usa sulla parte a lunga della curva.

La BCE come sappiamo non è mai rapida a intervenire quando gli scenari cambiano. Per ora immagino che l'allargamento degli spread e conseguente aumento dei rendimenti faciliti l'acquisto dei titoli. Nel lungo però se il trend di mercati in EU dovesse diventare ribassista viene meno l'"effetto ricchezza" che un QE dovrebbe generare, così come la fiducia da parte dei risparmiatori / consumatori in un futuro in crescita.

Meno fiducia = meno consumi = meno crescita = meno inflazione, l'opposto dell'obiettivo del QE. Cosa faranno quindi??? lo vedremo nei prossimi mesi, per ora rischi bassi sui portafogli, scadenze medie dei titoli preferibilmente inferiori ai 3 anni, short future a copertura e chiusura rischio cambio.

Qualora la grecia dovesse davvero uscire dall' euro e/o dall' UE prepararsi a pesantissime vendite su tutti i titoli, in altre parole uno scenario simile a quello già visto nel 2012 che nessuno di noi si augura di rivedere ma che purtroppo alla luce delle ultime dichiarazioni dei vari ministri irresponsabili del centro Europa diventa uno scenario sempre + probabile

Buon pomeriggio a tutti

Tutto giusto.
Ma il pair a 1.18/1.22 dovresti spiegarlo meglio, altrimenti è come dare i numeri del lotto...
 
Nel frattempo stanno dando delle legnate che non si vedevano da tempo :

btpi 41 oltre -5% in un sol giorno
 
Kepler Cheuvreux, appena ricevuto

A lesson in investment risk

In yesterday’s EIN we drew attention to the sell-off in the EZ’s debt markets that began last week, centred upon the highest quality German segment, triggered by the realisation that US$-euro is not a one-way trade. We said:

“We would need to see yields on 10-year German bunds trade above the level of 40-45bpts in order to conclude that the price trend has reversed. This said, the argument that the extension of negative yields throughout the universe of EZ core government debt is inevitable has received a confutation: three months gains gone in three trading sessions. The lowest yields of EZ core government debt in modern times were recorded in April: just 5bpts for the benchmark 10-year German issue. We have now a reference point. We do not think that we will see these yields go lower. “

In the last chart of the note on page 20 (see also below), we drew attention to the support for the 10-year German benchmark Bund at the level of 40-45bpts. Well, the support is breaking - - - the selling is spreading. At the same time we are receiving the first reports of massive losses in hedge funds over-exposed to these assets. This is why EZ equity is falling, led by EZ peripheral markets most exposed to the reversal in the debt markets (it’s not Greece - -- ).
 
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