Yoghi
vengo subito!!!
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Sarà bene iniziare il nuovo thread mettendo in chiaro delle verità.
Il precedente si chiedeva se fossero venduti i gelati.
Ebbene sì, lo sono.
Uova e polli: cotti e tranquilli
28-10-2005
Si continua a parlare (ma soprattutto straparlare) sui giornali dei possibili rischi connessi a una eventuale diffusione della cosiddetta "influenza aviaria", una malattia che solitamente interessa gli uccelli, sia selvatici, sia di allevamento (tra cui i polli).
In un primo momento hanno destato un'ovvia preoccupazione le ripetute previsioni allarmistiche, secondo le quali sarebbe stato da ritenere addirittura sicuro che l'influenza aviaria si trasformerà in una devastante epidemia, che colpirà tutto il mondo occidentale, provocando milioni di casi di malati e migliaia di morti.
Di fronte a queste notizie, di fondamento più che incerto, abbiamo assistito dapprima a un aumento dei vaccini contro l'influenza di stagione (che con l'aviaria non c'entra niente); poi a un assalto ai farmaci antivirali (la cui utilità nell'influenza aviaria non è neppure certa); quindi al crollo di consumo di carne di pollo, infine a sospetti anche sulle uova.
Gli interventi, anche pertinenti, delle autorità sanitarie sono spesso stati stravolti sulla stampa, provocando un'autentica epidemia, questo sì, ma di disinformazione.
Ad oggi il panico riguardante la probabilità di una epidemia devastante sembra fortunatamente in forte calo, come è logico, visto che i casi di influenza aviaria negli uomini continuano a contarsi in poche decine, tutti confinati nelle zone orientali del mondo e - a quanto se ne sa - sempre in contesti di forte promiscuità tra uomini e animali (si sono ammalati, tra l'altro non sempre con esito mortale, soprattutto lavoratori negli allevamenti, per esempio chi uccide i polli, chi li spiuma e così via).
Mentre il temuto contagio da uomo a uomo - necessario per l'instaurarsi di una epidemia - non risulta ancora mai essersi verificato.
Resta comunque l'incertezza dei consumatori, di cui molti con ogni evidenza non si fidano più di consumare carne di pollo.
Peccato, perché a quanto se ne sa oggi e a quanto confermano tutte le fonti più autorevoli in materia:
1) la presenza del virus dell'influenza aviaria non è stata segnalata in nessun caso su pollame commercializzato in Europa;
2) non c'è a oggi nessun dato che suggerisca che un eventuale virus dell'influenza aviaria possa trasmettersi all'uomo attraverso il consumo di carne di pollo o uova.
L'Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha dichiarato che non c'è bisogno, in rapporto all'influenza aviaria, di alcuna ulteriore precauzione oltre a quelle che da sempre esistono e che anche Altroconsumo da sempre consiglia: consumare la carne di pollo e le uova ben cotte. Non per problemi (molto poco realistici, al momento) di influenza aviaria. Ma per evitare la Salmonella, un rischio sempre presente se si consumano carne di pollo o uova crude.
Il precedente si chiedeva se fossero venduti i gelati.
Ebbene sì, lo sono.
Uova e polli: cotti e tranquilli
28-10-2005
Si continua a parlare (ma soprattutto straparlare) sui giornali dei possibili rischi connessi a una eventuale diffusione della cosiddetta "influenza aviaria", una malattia che solitamente interessa gli uccelli, sia selvatici, sia di allevamento (tra cui i polli).
In un primo momento hanno destato un'ovvia preoccupazione le ripetute previsioni allarmistiche, secondo le quali sarebbe stato da ritenere addirittura sicuro che l'influenza aviaria si trasformerà in una devastante epidemia, che colpirà tutto il mondo occidentale, provocando milioni di casi di malati e migliaia di morti.
Di fronte a queste notizie, di fondamento più che incerto, abbiamo assistito dapprima a un aumento dei vaccini contro l'influenza di stagione (che con l'aviaria non c'entra niente); poi a un assalto ai farmaci antivirali (la cui utilità nell'influenza aviaria non è neppure certa); quindi al crollo di consumo di carne di pollo, infine a sospetti anche sulle uova.
Gli interventi, anche pertinenti, delle autorità sanitarie sono spesso stati stravolti sulla stampa, provocando un'autentica epidemia, questo sì, ma di disinformazione.
Ad oggi il panico riguardante la probabilità di una epidemia devastante sembra fortunatamente in forte calo, come è logico, visto che i casi di influenza aviaria negli uomini continuano a contarsi in poche decine, tutti confinati nelle zone orientali del mondo e - a quanto se ne sa - sempre in contesti di forte promiscuità tra uomini e animali (si sono ammalati, tra l'altro non sempre con esito mortale, soprattutto lavoratori negli allevamenti, per esempio chi uccide i polli, chi li spiuma e così via).
Mentre il temuto contagio da uomo a uomo - necessario per l'instaurarsi di una epidemia - non risulta ancora mai essersi verificato.
Resta comunque l'incertezza dei consumatori, di cui molti con ogni evidenza non si fidano più di consumare carne di pollo.
Peccato, perché a quanto se ne sa oggi e a quanto confermano tutte le fonti più autorevoli in materia:
1) la presenza del virus dell'influenza aviaria non è stata segnalata in nessun caso su pollame commercializzato in Europa;
2) non c'è a oggi nessun dato che suggerisca che un eventuale virus dell'influenza aviaria possa trasmettersi all'uomo attraverso il consumo di carne di pollo o uova.
L'Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha dichiarato che non c'è bisogno, in rapporto all'influenza aviaria, di alcuna ulteriore precauzione oltre a quelle che da sempre esistono e che anche Altroconsumo da sempre consiglia: consumare la carne di pollo e le uova ben cotte. Non per problemi (molto poco realistici, al momento) di influenza aviaria. Ma per evitare la Salmonella, un rischio sempre presente se si consumano carne di pollo o uova crude.
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