Primo giugno,qualcosa accadeà

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Primo giugno,qualcosa accadrà

Questo thread solo per notizie e link,senza commenti,please
 
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c'è chi dà per scontato il no ad opaxio,i dati di oggi dei competitor mi lascian un po' perplesso,ma rileggendo i dati sulla sopravvivenza relativi ad opaxio.la fiducia rimane indenne
scusate,ma quando dico di lasciare un thread solo per le notizie,da rilegger nel tempo ,mi par di parlar a dei fanciulli,scusate lo sfogo di un vecchio medico di campagna

Cmq caro doct. attualmente cell non sconta nulla per quanto riguarda l'opaxio, quella potrebbe essere la grande sorpresa OK!
 
Nel marzo 2008 abbiamo presentato la domanda di registrazione (MAA) e EMEA l'ha ammessa alla procedura di revisione ai fini dell'approvazione Europea per OPAXIO™ sulla base dell'equivalenza di efficacia (non inferiorità) e migliore tollerabilità come agente terapeutico singolo di prima linea in pazienti con Performance Status 2 affetti da NSCLC.


Paclitaxel potenziato biologicamente

OPAXIO™ (paclitaxel poliglumex, CT-2103; denominato in precedenza XYOTAX) è il nostro agente chemioterapico potenziato biologicamente che coniuga il paclitaxel ad un polimero poliglutammico biodegradabile, dando luogo ad una nuova entità chimica.

I taxani, inclusi il paclitaxel (Taxol®) e il docetaxel (Taxotere®), sono ampiamente impiegati per il trattamento di diversi tumori solidi, quali il tumore del polmone non-microcitoma, dell’ovaio, della mammella e della prostata. Secondo la Tandem Cancer Audit 2006, più della metà dei taxani, utilizzati su tumori avanzati sensibili ai taxani, è impiegata su tumori del polmone e dell’ovaio.
Migliore veicolazione del paclitaxel

OPAXIO è stato sviluppato per migliorare la veicolazione del paclitaxel nel tessuto tumorale. Coniugando il paclitaxel ad un carrier di aminoacidi biodegradabili, l’agente chemioterapico è inattivo nel circolo ematico, proteggendo così i tessuti sani dagli effetti collaterali tossici tipici della chemioterapia. Una volta all’interno del tessuto tumorale, l’agente chemioterapico coniugato viene attivato e rilasciato dall’azione di un enzima chiamato catepsina B. L’attività di questo enzima e quindi la velocità di rilascio del paclitaxel poliglumex è aumentata in presenza di estrogeni. Studi clinici e preclinici dimostrano che il metabolismo di OPAXIO da parte di alcune cellule tumorali può essere influenzato dagli estrogeni, i quali potrebbero determinare un migliore rilascio di paclitaxel nonché una migliore efficacia nelle donne affette da tumore al polmone rispetto alle terapie standard.

Dato che il polimero è idrosolubile, OPAXIO può essere somministrato evitando l’impiego di solventi ed altre premedicazioni. Può essere inoltre somministrato per infusione in un arco di tempo variabile da dieci a venti minuti. OPAXIO rimane stabile nel circolo ematico per parecchi giorni dopo la sua somministrazione e questo tempo di circolo prolungato permette l’accumulo passivo di OPAXIO nel tessuto tumorale.
OPAXIO - Ricerca clinica

Stiamo attualmente valutando OPAXIO in diversi studi clinici pilota per il trattamento del tumore al polmone non-microcitoma (Non Small Cells Lung Cancer - NSCLC), del tumore ovarico ed altri tumori.
OPAXIO - Strategia regolatoria

Nel marzo 2008 abbiamo presentato la domanda di registrazione (MAA) e l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMEA) l’ha ammessa alla procedura di revisione ai fini dell’approvazione Europea per OPAXIO sulla base dell’equivalenza di efficacia (non inferiorità) e migliore tollerabilità come agente terapeutico singolo di prima linea in pazienti con Performance Status 2 affetti da NSCLC.

Negli Stati Uniti prevediamo di richiedere l’approvazione per l’impiego del farmaco come terapia di mantenimento nel trattamento del tumore ovarico a seguito di una completa remissione dopo la terapia di prima linea.

Taxol® è un marchio registrato della società Bristol-Meyers Squibb. Taxotere® è un marchio registrato di Aventis Pharma S.A.
OPAXIO™ in azione Video sulla tecnologia
 
Il Journal of Thoracic Oncology pubblica i risultati completi dello studio di comparazione di OPAXIO™ con gemcitabina o vinorelbina nei pazienti affetti da tumore non-microcitoma del polmone con performance status 2
I risultati sono alla base della domanda di registrazione presentata da CTI, attualmente in corso di revisione da parte dell’EMEA
7 luglio 2008, Seattle e Bresso — Cell Therapeutics, Inc. (CTI) (NASDAQ e MTA: CTIC) ha annunciato oggi la pubblicazione sul Journal of Thoracic Oncology (Volume 3, Numero 7, Luglio 2008) dei risultati del suo studio randomizzato di fase III di comparazione tra OPAXIO™ (paclitaxel poliglumex, CT-2103) e gemcitabina o vinorelbina nei pazienti con PS2 (performance status 2) affetti da tumore non-microcitoma del polmone (NSCLC) non precedentemente trattato. I risultati hanno dimostrato che la sopravvivenza globale era simile in entrambi i gruppi di trattamento a confronto (hazard ratio di 0,95; OPAXIO - controllo). I pazienti trattati con OPAXIO hanno avuto minore necessità di terapie di supporto, incluse minori trasfusioni di globuli rossi, di fattori di crescita emopoietici e di analgesici oppioidi rispetto ai pazienti trattati con gemcitabina o vinorelbina. In entrambi i gruppi sono state osservate relativamente poche tossicità di grado 3 e 4 di tipo non ematopoietico. Inoltre, i pazienti trattati con OPAXIO hanno avuto minore necessità di visite cliniche grazie al suo schema di somministrazione, una volta ogni tre settimane, ed al breve tempo di infusione, rispetto ai pazienti trattati con gemcitabina o vinorelbina.
L’obiettivo dello studio, noto come STELLAR 4, era di determinare se OPAXIO avrebbe migliorato la sopravvivenza globale quando comparato con i trattamenti convenzionali ad agente singolo a base di gemcitabina o vinorelbina, impiegati nel trattamento dei pazienti affetti da NSCLC avanzato e con PS2, non precedentemente trattati con chemioterapia. Lo studio clinico non aveva raggiunto l’endpoint primario. Obiettivi secondari dello studio includevano la misurazione dell’efficacia e della tollerabilità dei trattamenti. OPAXIO ha dimostrato una sopravvivenza globale simile ed una riduzione della necessità di terapie di supporto per i pazienti.
Un totale di 190 pazienti affetti da NSCLC avanzato sono stati randomizzati nel ramo di confronto; 191 sono stati randomizzati nel gruppo OPAXIO con un dosaggio di 175 mg/m^2, e 96 sono stati randomizzati nel gruppo OPAXIO con un dosaggio di 235 mg/m^2. Il dosaggio di OPAXIO è stato ridotto a 175 mg/m^2 dopo il trattamento di 96 pazienti, perché il Data Monitoring Committee aveva rilevato un aumento dei decessi associati a neutropenia nei pazienti che avevano ricevuto la dose di 235 mg/m^2. I dati seguenti si riferiscono ai pazienti trattati con una dose di OPAXIO di 175 mg/m^2. Il numero medio di cicli somministrati è stato di 4, con una media di 3,5 nel braccio di controllo. Sono stati somministrati in totale 754 cicli di OPAXIO e 652 cicli nel ramo di confronto. Nel gruppo OPAXIO un numero maggiore di pazienti ha ricevuto 6 cicli di trattamento (38% versus 23%; p = 0,002). La progressione della malattia è stata la ragione più comune per il mancato completamento dei 6 cicli (55% nel gruppo OPAXIO e 59% nel gruppo di confronto). Un numero minore di pazienti trattati con OPAXIO (12%) ha interrotto il trattamento come risultato di eventi avversi, rispetto al 17% nel gruppo di controllo. La sopravvivenza, il tempo alla progressione (TTP) e i tassi di risposta sono risultati simili in entrambi i gruppi. La sopravvivenza globale media è stata di 7,3 mesi nel braccio con OPAXIO e 6,6 mesi nel braccio di controllo. Il tasso di sopravvivenza stimato ad 1 anno è stato lo stesso in entrambi i gruppi (26%), e il tasso di sopravvivenza approssimato a 2 anni è risultato numericamente più elevato nel gruppo OPAXIO (15%) rispetto al braccio di comparazione (10%). Si è reso necessario un minor ricorso a trasfusioni di globuli rossi (p = 0,001), minor impiego di eritropoietina (p = 0,014), di fattori di crescita mieloidi (p = 0,032), e di nuovi analgesici narcotici (p = 0,034) nel braccio con OPAXIO rispetto al gruppo di controllo. Non ci sono state evidenti differenze significative tra i due gruppi per quanto riguarda la qualità della vita sulla base delle valutazioni FACT-LCS. Sui pazienti del gruppo OPAXIO sono stati osservati minori eventi avversi di tipo ematologico (p <0,001) e gastrointestinale (p = 0,004). La neuropatia è stata rilevata con maggior frequenza nel braccio con OPAXIO rispetto al gruppo di controllo (30% versus 5%, (p <0,001)), neuropatia di grado 3 si è verificata nel 4% dei pazienti trattati con OPAXIO, mentre non si sono verificati casi di neuropatia di grado 4. Nel braccio con OPAXIO è stata osservata una minore incidenza di alopecia (2% versus 5% rispettivamente, p = 0,085), nonché di fatica (16% versus 25%, p= 0,055), astenia (11% versus 16%, p = 0,169), e di calo ponderale (7% versus 12%, p = 0,121).
Dettagli dello studio

Lo studio clinico di fase III, randomizzato, multicentrico, è stato riportato da Mary E. R. O’Brien, F.R.C.P., et al, del Royal Marsden Hospital e Kent Cancer Centre nel Surrey, Regno Unito. Lo studio è stato condotto in 83 centri in 10 paesi, e randomizzato su un rapporto di 1:1 per valutare l’efficacia e la tollerabilità di questo regime terapeutico nei pazienti affetti da NSCLC non sottoposti a trattamento chemioterapico precedente. I pazienti affetti da NSCLC avanzato di stadio IIIb/IV con PS 2 sono stati trattati con OPAXIO al giorno 1 di un ciclo di 21 giorni, mentre i pazienti del gruppo con gemcitabina sono stati trattati al giorno 1, 8, e 15 di ogni ciclo di 28 giorni. Vinorelbina è stata somministrata al giorno 1, 8, e 15 di ogni ciclo di 21 giorni. I pazienti hanno ricevuto fino a 6 cicli di trattamento e non sono stati trattati fino a che le tossicità significative rilevate sono regredite (inferiori o uguali a grado 1). L’obiettivo primario era l’efficacia sulla sopravvivenza e gli obiettivi secondari erano la determinazione dell’efficacia e della tollerabilità dei trattamenti.

grazie kotku
 
ORLANDO (30 maggio) - Il tumore ai polmoni è il primo della lista nei paesi occidentali per mortalità: sono 1,5 milioni i nuovi casi che ogni anno si contano nel mondo e 35.000 solo in Italia, con un alto tasso di mortalità (3.000 morti al giorno complessivamente nel mondo).

Due molecole però danno nuove speranze nella terapia. Sono le bevacizumab e erlotinib: hanno dimostrato di aumentare la sopravvivenza dei pazienti bloccando, appunto, l'avanzare della malattia. La novità arriva da due studi presentati al Congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco) in corso a Orlando. Il primo è lo studio Atlas di fase III: ha evidenziato che i pazienti con tumore al polmone avanzato non a piccole cellule (l'85% di tutti i cancri al polmone; una forma molto aggressiva, tanto che meno del 5% dei malati sopravvive dopo 5 anni) se sottoposti ad una terapia di mantenimento “combinata” con le due molecole, registrano un aumento del 39% del tempo di sopravvivenza senza progressione della malattia. L'efficacia di Erlotinib è dimostrata anche da un altro studio di fase III, Saturn.

I risultati dei due studi, ha rilevato Federico Cappuzzo dell'Istituto clinico Humanitas Irccs di Milano e principale coordinatore dello studio Saturn, «sono molto importanti, poichè l'allungamento del tempo che il paziente vive senza progressione della malattia è un obiettivo chiave per il trattamento di questo tumore. Inoltre - ha aggiunto - si evitano gli effetti collaterali della chemioterapia e migliora la qualità di vita del malato».

Test per chemioterapia. Ma oltre alle molecole frena-cancro, sono pronti anche nuovi esami per finalizzare i trattamenti: è il caso del test, sempre presentato all'Asco, per identificare (a seconda della presenza di una particolare proteina nell'organismo) quali pazienti risponderanno meglio alla chemioterapia. E se le terapie fanno passi avanti, la prevenzione resta fondamentale.

Gli oncologi lo ricordano alla vigilia della Giornata mondiale senza tabacco, che si celebra domani 31 maggio. Proprio il fumo da sigaretta, ribadiscono, è la causa dell'insorgenza del tumore al polmone in 9 casi su 10. Un uomo che fuma, infatti, ha 23 volte maggiore probabilità di ammalarsi di tale patologia, mentre per la donna il pericolo è 13 volte maggiore. E se in Italia si registra un calo della mortalità maschile (-2,6%), sale quella femminile (+1%) per la maggiore abitudine al fumo tra le donne (il 30% di nuovi casi di cancro al polmone ogni anno riguarda proprio le donne). Per correre ai ripari, però, non è mai troppo tardi: se un tabagista smette di fumare, avvertono gli oncologi, il rischio di sviluppare il tumore al polmone si riduce progressivamente, fino a diventare, dopo 10-15 anni, pari a quello di chi non ha mai fumato
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» 2009-05-30 19:09
Fumo: 15 anni per pulire i polmoni
Congresso di oncologia, nel mirino uno dei tumori piu' diffusi
(ANSA) - ORLANDO, 30 MAG - Per prevenire il tumore, smettere di fumare e' il primo passo. Ma per ripulire i polmoni dall'effetto delle sigarette servono 10-15 anni. Lo spiega l'oncologo Giorgio Scagliotti dell'Universita' di Torino, a margine del congresso della Societa' americana di oncologia clinica (Asco) in corso ad Orlando. I dati di sopravvivenza al cancro al polmone, considerato un tumore big-killer, non sono incoraggianti: l'80% dei pazienti non sopravvive e la sopravvivenza a 5 anni e' del 14%.
 
Ultima modifica:
29/05/2009 15.24
Cell Therap. (+6,26%): il mercato scommette sul Pixantrone


FTA Online News

Pioggia di acquisti su Cell Therapeutics. Il titolo guadagna quota 2,45 centesimi con un rialzo del 6,26% dopo aver toccato i 95,4 centesimi. Negli ultimi sei mesi il titolo ha guadagnato il 708% ma il saldo annuale rimane negativo del 76,24 per cento.

La società, nonostante il primo trimestre abbia mostrato una perdita da 13,1 milioni di euro, ha migliorato i propri margini rispetto al primo quarto del 2008. Questo è da attribuire al dimezzamento degli investimenti in ricerca e sviluppo e al taglio del 20% circa dei costi amministrativi.

La cessione delle quote nella joint venture sullo Zevalin stretta con Spectrum ha poi apportato ulteriori risorse. Da ricordare anche la cessione in corso del centro di ricerca italiano di Bresso.

Entro giugno la società attende novità sul Pixantrone, farmaco antitumorale tra i più importanti sviluppati dalla casa di Seattle, che dovrebbe completare il percorso di analisi da parte della FDA: il via libero dell'autorità americana che vigila sul mercato farmaceutico e sui nuovi prodotti dovrebbe giungere per dicembre, mentre in Europa il Pixantrone dovrebbe essere disponibile a partire dal 2010 e raggiungere dunque ricavi potenziali complessivi da 1 miliardo di dollari entro il 2014 (stime di Axia). (GD)






Software licenced by FST a cura di
 
postato per far vedere il muretto a 5,5$? :)
no,postato perchè uno lunedi' uno non chieda,datemi un link per vedere Cell:yes::D
ovviamente aspetto altri link che qualcuno vuol porre,questo vorrebbe esser un thread per notizie,link,non commenti
 
Roma, 28 mag. (Adnkronos Salute) - Lo spettro della nuova influenza A/H1N1 non ha fermato l'esercito di 30 mila 'camici bianchi' armati di oltre 4.000 studi, tabelle e diapositive, attesi da domani al 2 giugno all'Orange County Convention Center di Orlando (Florida) per il 45esimo Meeting annuale dell'Asco (American Society of Clinical Oncology). Un appuntamento dedicato quest'anno allo studio di cure sempre più personalizzate contro i tumori.





"Molti degli studi che saranno descritti quest'anno cambieranno la pratica clinica, e dimostrano che si sono fatti importanti passi avanti in ogni area della ricerca oncologica", assicura Richard L. Schilsky, presidente dell'Asco e docente di medicina dell'Università di Chicago, alla vigilia del meeting. "Molti lavori quest'anno riflettono progressi nel campo della medicina personalizzata dei tumori, in cui la terapia può essere disegnata su misura, in base alla genetica del tumore di ciascun paziente, e non solo sulla sua localizzazione e il suo stadio di avanzamento".

"E' molto incoraggiante sapere che gli Stati Uniti hanno iniziato a reinvestire nella ricerca oncologica, dopo anni di mancanza di fondi", rileva Douglas Blayney, presidente eletto dell'Asco e docente di medicina interna dell'University of Michican Medical School.

"Aumenti sostenuti dei finanziamenti alla ricerca sono cruciali per continuare a migliorare la sopravvivenza dei malati. Ugualmente importante è rendere i frutti di questa ricerca disponibili per tutti. La riforma del servizio sanitario deve assicurare a tutti - sottolinea - l'accesso agli screening salvavita e ai trattamenti anti-tumore".

Fra le ricerche presentate al congresso, i risultati di un'immunoterapia sperimentale, che migliora la sopravvivenza dei bimbi con neuroblastoma. Un trattamento che riduce il pericolo di ricadute dei piccoli pazienti affetti da questo tumore del sistema nervoso.

Non solo. L'Asco Cancer Foundation premierà oltre 100 oncologi di tutto il mondo con il premio Idea (International development and Education Award) e i Merit Award. Riconoscimenti nati per promuovere la formazione e lo sviluppo dei ricercatori impegnati nello studio dei tumori e nell'assistenza ai malati. In particolare, Idea sostiene le carriere di giovani oncologi di tutto il mondo, e rappresenta un'opportunità unica per gli specialisti dei Paesi in via di sviluppo.
 
2009-05-30 20:02
Tumore polmone: studi promettenti
Congresso Asco, ecco le molecole che aumentano la sopravvivenza
(ANSA) - ORLANDO, 30 MAG - Due molecole si sono dimostrate efficaci contro il tumore al polmone, aumentando la sopravvivenza dei pazienti: bevacizumab e erlotinib. L'annuncio e' contenuto in due studi presentati al congresso della Societa' americana di oncologia clinica (Asco) in corso a Orlando: Atlas e Saturn, entrambi di fase III. Oltre alle molecole frena-cancro, sono pronti anche nuovi esami per finalizzare i trattamenti: e' il caso del test per identificare quali pazienti risponderanno meglio alla chemioterapia.
Maintenance Treatment With Avastin and Tarceva in Combination Helps Lung Cancer Patients Live Longer Without Their Disease Worsening

/NOT FOR DISTRIBUTION TO U.S. NEWSWIRE SERVICES OR FOR DISSEMINATION IN
THE UNITED STATES/

- Phase III ATLAS Study Achieves a New Milestone in Treating Advanced
Lung Cancer

BASEL, Switzerland, May 30 /CNW/ - Roche announced today that the Phase
III ATLAS study showed patients with advanced non-small cell lung cancer
(NSCLC) who received Avastin(R) (bevacizumab) and Tarceva(R) (erlotinib) as
combined first-line maintenance treatment had a 39 percent improvement in the
time they lived without the disease advancing (progression-free survival or
PFS, the primary endpoint of the study), compared with those who received
Avastin alone(1). The ATLAS study was stopped early because of the superior
efficacy for patients in the combined treatment group.

To view the Multimedia News Release, please click:

http://www.prnewswire.com/mnr/roche/38591/

Avastin-based therapy is already proven to offer patients with advanced
NSCLC over 12 months survival - the longest survival time ever
demonstrated(2),(3). Now results from the ATLAS study show that after initial
treatment with Avastin and chemotherapy, combined maintenance treatment with
Avastin and Tarceva extends the time patients live without their disease
getting worse to 4.8 months compared to 3.7 months with Avastin maintenance
therapy alone. Advanced NSCLC progresses rapidly and this benefit represents a
new milestone in the treatment of the disease. Importantly, this improvement
was achieved without the need for continued chemotherapy.
The value of Tarceva for maintenance treatment in advanced NSCLC was
confirmed in a second Phase III study - SATURN(4), also presented today at
ASCO. Patients in the SATURN trial received maintenance treatment with Tarceva
if their cancer had not progressed on initial chemotherapy. The data showed a
significant 41% improvement in the length of time patients lived without their
disease getting worse compared to placebo. The improvement was seen in both
squamous cell and non-squamous cell lung cancer patients.
Commenting on the two studies Professor Federico Cappuzzo, principal
investigator on the SATURN study from the Istituto Clinico Humanitas IRCCS,
Milan said, "ATLAS and SATURN bring welcome news for patients and their
physicians since extending the time patients live without their disease
advancing is a key goal of treatment in lung cancer. Stopping the cancer
growing for as long possible reduces symptoms and helps improve the patient's
life. Being able to achieve these benefits without the need for chemotherapy
is important since the side effects of chemotherapy add considerably to the
physical and psychological burden of cancer for many patients."
Lung cancer is the most common cancer worldwide with 1.5 million new
cases annually(5) and NSCLC accounts for almost 85 percent of all lung
cancers(6). NSCLC progresses rapidly. Less than 5% of advanced NSCLC patients
survive for five years(6). Extending the time patients live without their
disease progressing and managing side effects are key treatment goals. Each
day, more than 3,000 people die from lung cancer worldwide(5).
Results of the ATLAS study were featured today during a press briefing at
the 45th annual meeting of the American Society of Clinical Oncology (ASCO).
Full results will be presented tomorrow by Dr. Vincent A. Miller, M.D., lead
investigator of the ATLAS study, and Associate Attending Physician, Memorial
Sloan-Kettering Cancer Center (Abstract No.LBA8002 - Sunday, May 31, 2009,
9:30 a.m. - 9:45 a.m. EST, West Hall E1). Full results of SATURN will also be
presented tomorrow (Abstract No.8001 - Sunday, May 31, 2009, 9:15 a.m. - 9:30
a.m. EST, West Hall E1).

Study background and key results

ATLAS

A global multicentre, randomised, double blind, placebo controlled study
that enrolled 1,160 patients with locally advanced, recurrent or metastatic
NSCLC. Patients were initially given first line treatment of four cycles of
Avastin in combination with investigators' choice of multiple platinum-based
chemotherapy regimens. If their cancer did not progress patients were then
randomised (n=743 ITT) to receive maintenance therapy with Avastin in
combination with Tarceva or Avastin plus placebo, until disease progression.
- The ATLAS study met its primary endpoint with a statistically
significant extension in the time patients live without their disease
worsening; 39% improvement compared to those who received maintenance therapy
with Avastin alone. Median progression free survival (PFS) was 4.8 months for
the combination compared to 3.7 months for Avastin maintenance therapy alone
with a highly significant hazard ratio of 0.722 (p-value=0.0012).

SATURN

A global multicentre, double blind, randomised, prospective phase III
study to evaluate the efficacy of Tarceva or placebo in patients with
advanced, recurrent or metastatic NSCLC who had not progressed following first
line platinum based chemotherapy. The study involved more than 880 patients
from approximately 160 centres; 438 received Tarceva and 451 placebo.
- The study met its primary endpoint demonstrating a statistically
significant extension of the time patients live without their disease
worsening; there was a 41% increase compared with placebo (hazard ratio= 0.71.
p-value (less than)0.0001).
Adverse events in both the ATLAS and SATURN studies were consistent with
previous Avastin or Tarceva studies, as well as with trials evaluating the two
medicines together, and no new safety signals were observed.

About Avastin

Avastin is an antibody that specifically binds and blocks VEGF (vascular
endothelial growth factor). VEGF is the key driver of tumour angiogenesis - an
essential process of development and maintenance of blood vessels which is
required for a tumour to grow and to spread (metastasize) to other parts of
the body. Avastin's precise mode of action helps control tumour growth and
metastases with only a limited impact on side effects of chemotherapy.
Avastin has proven survival benefits across multiple tumour types.
Avastin is approved in Europe for the treatment of the advanced stages of four
common types of cancer: colorectal cancer, breast cancer, lung cancer and
kidney cancer. These types of cancer collectively cause nearly 3 million
deaths each year. In the US, Avastin was the first anti-angiogenesis therapy
approved by the FDA and is now approved for the treatment of four tumour
types: breast, colorectal, glioblastoma, and non-small cell lung cancer
(NSCLC).
More than 500,000 patients have been treated with Avastin so far. A
comprehensive clinical programme with more than 450 clinical trials is
investigating the use of Avastin in various tumour types (including
colorectal, breast, lung, brain, gastric, ovarian, prostate and other cancers)
and different settings (advanced or early stage disease).

About Tarceva

Tarceva is different from conventional chemotherapies and has been shown
to potently inhibit EGFR. It is the first and only EGFR oral targeted agent in
second line with a proven and significant survival and symptom benefit in a
broad range of patients with advanced lung cancer without the side effects
associated with chemotherapy. Tarceva has been approved in the EU since
September 2005 and in the US since November 2004 for the treatment of patients
with locally advanced or metastatic NSCLC after failure of at least one prior
chemotherapy regimen.
Furthermore, Tarceva in combination with chemotherapy is the first
treatment in over a decade to have shown a significant survival benefit in
treating patients with pancreatic cancer. It is approved in the US in
combination with gemcitabine for the first line treatment of patients with
locally advanced, unresectable or metastatic pancreatic cancer and in the EU
for treatment of metastatic pancreatic cancer. Since its initial launch three
years ago, Tarceva has been used to treat more than 250,000 patients and has
been approved in over 80 countries worldwide.

About Roche

Information about the Roche Group is available on the Internet at
http://www.roche.com
All trademarks used or mentioned in this release are protected by law.

References
---------------------------------
(1) Miller V et al. Abstract LBA8002 presented at ASCO 2009 Annual
Meeting, Orlando, US.
(2) Sandler A, et al. N Engl J Med. 2006:355; 2542-50.
(3) Sandler AB et al. J Thor Oncol 2008; 3 (1) Supplement 4, S283.
(4) Cappuzzo F et al. Abstract 8001 presented at ASCO 2009 Annual
Meeting, Orlando, US.
(5) Garcia M et al. Global Cancer Facts & Figures. Atlanta, GA: American
Cancer Society, 2007.
(6) Allen J et al. J Natl Compr Canc Netw 2008; 6(3): 285-93.


For further information: Roche Group Media Relations, Phone:
+41-61-688-8888/e-mail: basel.mediaoffice@roche.com - Daniel Piller (Head), -
Alexander Klauser, - Martina Rupp, - Claudia Schmitt, - Nina
Schwab-Hautzinger; Anna Gray, Galliard, Tel Direct: +44-(0)20-7663-2271,
Mobile: +44-(0)7590-711189, email: agray@galliardhealth.com




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Ultima modifica:
Cell Therapeutics, diffusi dati sul profilo di tollerabilità

(Teleborsa) - Roma, 19 mag - Cell Therapeutics, Inc. (CTI) ha divulgato oggi i dati sul profilo di tollerabilità emersi dal proprio studio clinico di fase III EXTEND (PIX 301), a dimostrazione dell'efficacia di pixantrone impiegato in pazienti affetti da linfoma non Hodgkin (NHL) aggressivo, recidivato o refrattario, per i quali i farmaci associati alle antracicline sono tipicamente sconsigliati a causa del maggiore rischio di insufficienza cardiaca.
Come evidenziato da Craig Philips, Presidente di CTI, durante la sua presentazione: "Il regime chemioterapico standard (CHOP) per questa affezione espone i pazienti ad un rischio pari o inferiore a quello rappresentato da 300 mg/m2 di doxorubicina, una dose alla quale si prevede che il 5,6% dei pazienti possa sviluppare un'insufficienza cardiaca congestizia (CHF). A dosi cumulate di doxorubicina superiori a 600 mg/m2, il 48% dei pazienti evidenzia una CHF".
Philips ha continuato: "Alla luce di queste statistiche di riferimento, abbiamo esaminato l'occorrenza di CHF per qualsiasi causa tra i pazienti dello studio PIX 301 trattati in precedenza con dosi standard di doxorubicina (<=300 mg/m2), e tra quelli che avevano ricevuto un esteso previo trattamento a base di doxorubicina, in comparazione ai tassi dei pazienti trattati con doxorubicina standard riportati storicamente. Nonostante i pazienti avessero ricevuto una dose mediana totale cumulata doxorubicina-equivalente pari a 535 mg/m2, la frequenza di CHF tra i destinatari di pixantrone nello studio PIX 301 non è risultata dipendere dalla dose ed è stata significativamente più bassa di quella riportata per la doxorubicina a livelli simili di trattamento".
Ad un'esposizione totale cumulata equivalente ad una dose di doxorubicina > 600 mg/m2, la frequenza di CHF tra i pazienti dello studio PIX 301 è stata del 4% rispetto al 48% riportato per la doxorubicina.


19/05/2009 -
 
Abstract su OPAXIO all'ASCO

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Abstract:

Background: Paclitaxel poliglumex (PPX) is a drug conjugate that links paclitaxel to poly-L-glutamic acid thereby increasing its radiation enhancement factor to 4.0 to 8.0 compared to 1.5-2.0 for paclitaxel. The Brown University Oncology Group previously performed a phase I study establishing the dose of single agent PPX with radiation, and the combination of PPX, cisplatin and radiation for esophagogastric cancer. A phase II study was therefore initiated to evaluate the pathologic response rate of neoadjuvant PPX, cisplatin and radiation for patients with esophageal cancer. Methods: Eligible patients had pathologically confirmed adenocarcinoma or squamous cell carcinoma of the esophagus or GE junction with no evidence of distant metastasis. Celiac nodal disease was allowed. Patients received weekly PPX 50mg/m2 and cisplatin 25mg/m2 for 6 weeks with concurrent with 50.4Gy of radiation. Six to eight weeks after completion of chemoradiotherapy, patients underwent surgical resection. Results: Twenty-three eligible patients have been enrolled. The median age is 63 years. Grade 3/4 treatment related toxicities in the first 15 patients include dehydration (n=5), anorexia (n=5), esophagitis/dysphagia (n=4), electrolyte abnormalities (n=3), nausea (n=2), hypersensitivity (n=2), weight loss (n=1), and anemia (n=1). One patient developed carcinomatous meningitis during treatment. Five of the first 11 patients (45%) undergoing resection had a pathologic complete response. Conclusions: This preliminary data suggests that PPX may provide enhanced radiosensitization as compared to standard paclitaxel, consistent with the preclinical data of PPX and radiation.


albatros
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I





Abstract:

Background: Taxanes continue to play an important role in the treatment of advanced NSCLC. Paclitaxel poliglumex (XyotaxTM) is an ester α-poly-L-glutamic acid conjugate of paclitaxel allowing for solubility in aqueous solution, not requiring Cremophor or ethanol for intravenous administration or premedications. This is a non-randomized single-arm, single-institution open label dose-ranging study was designed to evaluate the combination of pemetrexed and paclitaxel poliglumex. Methods: The primary objective of this study was to evaluate the safety of this combination. Patients (pts) were enrolled in 2 different dosing levels. The first 6 received 135 mg/m2 paclitaxel poliglumex and 500 mg/m2 pemetrexed intravenously every 3 wks. None of the 6 pts experienced an initial dose limiting toxicity (IDLT) following 2 cycles of therapy and the paclitaxel poliglumex was then escalated to 175 mg/m2 with 500 mg/m2 pemetrexed. Eligibility included advanced NSCLC, one or more measurable lesions (RECIST), ECOG = 0-2, prior chemotherapy and radiation allowed, no grade 2+ peripheral neuropathy, no untreated brain metastases, and no active cardiac disease. Results: Twelve pts were enrolled, 6 pts to each dose level. Four of the pts were female, the median age was 65 years (48- 74), 11 had a performance status of 0-1, and only 1 pt received prior chemotherapy. There were no IDLTs at the first dose level, and there was one IDLT of infection with neutropenia at the second dose level. The median number of cycles completed was 5 (range 1-12 cycles). Aside from grade 3 fatigue in 2 pts there were no grade 3 or greater non-hematologic toxicities. Common non-hematologic toxicities included peripheral neuropathy, constipation, fatigue, and alopecia. Of the 12 pts, the best response was stable disease in 9 pts, 2 are without disease progression, and 6 pts are alive to date. The median progression free survival was 3.3 months (range 0.7-10.7 months). Conclusions: The combination of paclitaxel poliglumex and pemetrexed was well tolerated at the proposed phase II dose of 175 mg/m2 and 500 mg/m2. The PFS is encouraging and future studies of this combination are recommended.

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Ultima modifica di albatros : 15-05-09 alle ore 01:06




15-05-09, 01:09 #3
Brostallicina:

A phase I study of brostallicin (B) combined with either bevacizumab (BV) or irinotecan (I) in patients (pts) with advanced solid malignancies

Abstract:

Background: B is a DNA minor groove binding (MGB) agent with single agent cytotoxic activity. B has shown synergy with BV and I. The combinations were studied using a "complete" phase I design. Methods: The primary objective was to determine the maximally tolerated dose (MTD) and dose limiting toxicities (DLT) of B+BV and B+I. For B+BV cohort 1 both drugs were infused on day 1 of a 21 day cycle. BV was dosed at 15mg/kg, B was dosed at 6 mg/m2. For cohort 2, the BV dose was unchanged, and B dose reduced to 4 mg/m2. For B+I cohort 1 both drugs were also infused on cycle day 1. I was dosed at 200 mg/m2 with B at 4 mg/m2. For cohort 2, I was reduced to 125 mg/m2 and B reduced to 2 mg/m2. Cycle 1 DLT was defined: grade 4 neutropenia lasting ≥ 5 days, grade 3 or higher febrile neutropenia, grade 4 thrombocytopenia or grade 3 or 4 thrombocytopenia with bleeding, grade 3 or higher diarrhea, nausea or vomiting despite optimal management, grade 3 or higher for all other non-hematologic toxicities. For pts receiving BV, grade 2 or higher proteinuria. Eligible pts had treatment refractory metastatic/unresectable solid tumors, acceptable performance status, and adequate hematologic parameters and organ function. Results: 19 pts were enrolled. 11 pts received B+BV and 8 received B+I. Median age was 58 years. For B+BV 5 patients were treated in cohort 1, 6 in cohort 2. For B+I, 2 patients were treated in cohort 1, 6 in cohort 2. The MTD has not been defined for either treatment combination. In the current preliminary dataset 18/19 pts (93.3%) experienced one or more adverse events (AEs). In the B+BV group, grade 4 neutropenia was reported in 2/11 patients, both in cohort 1, and grade 3 neutropenia in one additional patient, also in cohort 1. In the B+I group, grade 4 AEs included neutropenia (DLT), febrile neutropenia (DLT), severe abdominal pain, and thrombocytopenia. Of the evaluable pts, no complete or partial responses were seen. For B+BV 5/11 pts have received 4 or more cycles, and for B+I 2/8. Conclusions: The combination of B+BV and B+I show manageable toxicity in advanced solid tumors at the doses reached in cohort 2. Additional data will be provided at the time of presentation.


albatros
 
sembra che Opaxio come indicazioni/mercato(scusate il termine) valga 10 volte il pix.?
 
numeri brutali,ma che danno un'idea

sembra che Opaxio come indicazioni/mercato(scusate il termine) valga 10 volte il pix.?
La risposta,brutale ma obbiettiva,che ti posso dare è questa
solo in Italia muoiono all'anno 40000 persone l'anno per tumore al polmone,in gran parte NSCL
nel mondo muoiono all'anno230000 persone l'anno di linfoma,in gran parte di LNH
solo il numero dei decessi rende un'idea,purtroppo ,di quante persone potranno utilizzare i due farmaci
 
Sindrome di Quirra e campi magnetici
[ Scie Chimiche :: Patologie correlate ] by Edoardo Capuano @ 30.05.2009 14:49 CEST
Pubblichiamo un articolo sulla sindrome di Quirra. “È questa la dicitura con cui sono raggruppate gravi patologie (tumori, leucemie, linfoma non Hodgkin) diffuse nel Sarrabus, sulla costa sud-orientale della Sardegna, a circa 80 km da Cagliari. Sorge qui la più grande base N.A.T.O. del Mediterraneo, il più vasto poligono sperimentale interforze d'Europa. È una presenza oscura, lì da più di trent'anni, chiusa e inquietante con i suoi strani bersagli per le esercitazioni sparsi sul litorale o negli altopiani dell'entroterra”.

“Almeno sin dal 1977, in quest'area, comprendente i comuni di Villaputzu, con la tristemente nota frazione di Quirra, e di Perdasdefogu, sono numerose le morti per malattie tumorali e le nascite di bimbi con malformazioni orribili.

Quasi tutte le vittime operavano all'interno del poligono di tiro per un’azienda, la Vitrociset, che si occupa della manutenzione delle apparecchiature interne, o abitavano nelle campagne circostanti. Le persone colpite, per lo più soldati e pastori, appartengono a tutte le fasce tutte le età. Le analisi ed i prelievi del terreno hanno rilevato la presenza di uranio impoverito, di cesio 136 e tungsteno.

In questi ultimi tempi, è stato accertato che le patologie riscontrate, sono collegabili non alla radioattività degli elementi chimici sopra citati, ma alle nanoparticelle che, non trovando, a causa delle loro ridottissime dimensioni, idonee barriere nell'organismo, penetrano nel cervello, nel fegato, nella milza, nelle ghiandole linfatiche con effetti devastanti”.

Il testo correla la casistica delle patologie alle microonde emesse dal potente impianto radar della zona: certo, questo è molto probabile, ma i campi elettromagnetici appaiono una concausa, poiché le nanoparticelle svolgono il loro pernicioso ruolo.

Ringraziamo l'amico A.P. per la segnalazione

Rilevata la presenza di campi elettromagnetici nella banda delle microonde (frequenza superiore ai 3 GHz) in prossimità di abitazioni e di aree coltivate nella zona di Quirra (comune di Villaputzu, CA), in prossimità del poligono militare

Nelle prime due settimane di Maggio 2007 si è svolta nella zona di Quirra (comune di Villaputzu, CA) in prossimità del poligono militare, una indagine ambientale finalizzata a rivelare l'eventuale presenza di campi elettromagnetici e la possibile esposizione della popolazione.

Si è trattato senz’altro di un'indagine preliminare, limitata nello spazio e nel tempo, finanziata da privati cittadini e da associazioni e avente come finalità la tutela della salute umana. La ricerca è stata fortemente penalizzata dalla totale assenza di informazioni, da parte dei militari, riguardo alle attrezzature di telecomunicazione e radar impiegate dal poligono e alla natura e all'intensità delle loro emissioni.

Ciò nonostante, grazie all'altissima qualità delle attrezzature impiegate (seppure per un breve periodo di tempo), è stato possibile evidenziare la presenza di campi elettromagnetici in prossimità di abitazioni e di aree coltivate durante il periodo delle esercitazioni. É stato inoltre possibile stabilire che l’emissione avviene nella banda delle microonde, a frequenze superiori ai 3 GHz, e che dunque con ogni probabilità è originata dai radar utilizzati dal poligono.

La totale ignoranza riguardo alle caratteristiche essenziali delle sorgenti dei campi rivelati impedisce però di determinare quale sia la loro effettiva intensità. Per i campi osservati è stato comunque possibile fissare almeno un limite inferiore: ad esempio siamo sicuri che in prossimità del bar di Quirra, l'intensità campo rivelato la mattina del 4/5/07 non era inferiore a 1.4± 0.4 V/m . Le incertezze legate alla non-conoscenza della frequenza e della forma degli impulsi sono però molto grandi, e nulla vieta di pensare che in quel sito il livello effettivo di campo possa essere, ad esempio, dieci o venti volte superiore.

In definitiva, per poter proseguire le indagini, è necessario conoscere le caratteristiche essenziali delle sorgenti dei campi osservati (ubicazione, potenza, frequenza di funzionamento, guadagno d'antenna, etc.). In assenza di queste informazioni è praticamente impossibile ottenere una stima quantitativa dei campi elettromagnetici presenti in zona e del livello di esposizione della popolazione.

La natura variabile nello spazio e nel tempo dei campi osservati (verosimilmente legati alle attività del poligono) impone inoltre che ulteriori rilevazioni vengano effettuate attraverso una rete fissa di misurazione. Al momento non è stato possibile neppure stabilire se e dove vengano superati i limiti di legge stabiliti per l'intensità dei campi di microonde (6 V/m).

Quindi il sospetto che i campi elettromagnetici di altissima frequenza possano avere un ruolo nell'insorgenza anomala di tumori emolinfatici tra la popolazione che vive e/o lavora in prossimità del poligono (la cosiddetta sindrome di Quirra) è perfettamente giustificato.

Tanto più che nella zona è già stata rilevata la presenza di inquinanti chimici (le nanoparticelle evidenziate negli studi della Dottoressa Gatti) e non è affatto escluso che i campi e.m. possano agire come un co-fattore, né che effetti di reciproca promozione tumorale possano potenziarsi reciprocamente.
 
cell

ciao timtimer sono fiducioso
grazie per quello che mi hai consigliato su cell
ho mediato in usa da 1.57 a 1.50 e oggi sono quasi in pari a 1.46 after hours
metre in italia sono in gain 0.88

cosi dche pensi per martedi prossimo approvazione?
secondo me supera i 2 dollari
a proposito mia moglie procede bene con le radioterapie
ha incominciato dopo 2 mesi e mezzo dall'asportazione del muscolo addominale
secondo te è passato molto tempo
pero' al controllo con latac non avevano piu' riscontrato niente
ciao
 
Cell e sarcomi

ciao timtimer sono fiducioso
grazie per quello che mi hai consigliato su cell
ho mediato in usa da 1.57 a 1.50 e oggi sono quasi in pari a 1.46 after hours
metre in italia sono in gain 0.88

cosi dche pensi per martedi prossimo approvazione?
secondo me supera i 2 dollari
a proposito mia moglie procede bene con le radioterapie
ha incominciato dopo 2 mesi e mezzo dall'asportazione del muscolo addominale
secondo te è passato molto tempo
pero' al controllo con latac non avevano piu' riscontrato niente
ciao
per quanto riguarda cell mi attendo dati molto positivi per il pixantrone dall'oncologa di londra,relatrice,che le quotazioni attuali non incorporano e tali da accelerare l'iter del pixantrone,Gli ematologi bolognesi,tra i migliori al mondo,come documentato,hanno una gran stima per il pixantrone ed ecco perchè,da medico emiliano,sono ancora piu' convinto del pixantrone
 
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