Nucleare, pro o contro?

otcrider

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Il principio fondamentale grazie al quale si produce energia nelle centrali nucleari è la fissione (divisione) dei nuclei degli atomi provocata da neutroni. Questi ultimi, assieme ai protoni, costituiscono il nucleo di un atomo. Quando un neutrone colpisce il nucleo di un atomo, esso, dividendosi in due o più nuclei più piccoli, libera energia e allo stesso tempo vengono liberati dalla fissione due o tre neutroni che a loro volta permetteranno nuove fissioni scatenando una reazione a catena.



Il nucleare in Svizzera

In Svizzera ci sono cinque reattori nucleari: Beznau I e II, Mühleberg, Gösgen e Leibstadt. A causa del raggiungimento della fine del loro ciclo vitale, tre di essi dovranno essere smantellati tra il 2019 e il 2022 (Beznau I e II e Mühleberg), Gösgen e Leibstadt lo saranno rispettivamente nel 2029 e 2034. Essendo che tutte le centrali coprono circa il 40% del fabbisogno svizzero di energia elettrica, negli anni 2020 bisognerà avere a disposizione nuovi fonti di energia elettrica in grado di coprire questa mancanza (che peraltro secondo la tendenza attuale si allargherà sempre più, basti pensare che il consumo di energia dalla metà degli anni 50 ad oggi è più che quadruplicato).

A mio parere, allo stato attuale, la soluzione migliore per colmare la futura mancanza di energia elettrica risiede nel nucleare, ecco le mie argomentazioni:



1) Il problema delle radiazioni (ordinarie)

Spesso una delle argomentazioni contro le centrali nucleari risiede nella paura delle radiazioni che ci sarebbero nelle vicinanze degli impianti.

Osservando i dati, però, si evince che la dose di radiazioni alla quale sono esposti i dipendenti delle centrali stesse (quindi i più vicini alla fonte) si attesta tra gli 1 e i 2 mSv annui1, a titolo di paragone una radiografia convenzionale comporta l’assorbimento da parte del paziente di circa 1mSv. Dunque le persone più a rischio assorbono mediamente in un anno la stessa quantità di radiazioni di 2 radiografie. Per non parlare di esami come la PET (da 10 a 20 mSv) o addirittura il trattamento di tumori con radioterapia durante la quale il tumore viene bombardato con 40 Sv (= 40'000 mSv)2.



2) Il problema delle radiazioni (non ordinarie)

Il disastro di Chernobyl ha scatenato un diffuso terrore nei riguardi delle centrali nucleari.

L’incidente è stato causato dalla tragica concomitanza di due carenze: una progettuale ed una umana. Da una parte infatti l’impianto denotava qualche errore di progettazione mentre dall’altra si è verificata una sconsiderata violazione di ogni protocollo o procedura durante un azzardato test di sicurezza. Va notato che probabilmente, se questi fattori non si fossero verificati contemporaneamente, il disastro non sarebbe mai avvenuto.Una successione di errori dunque altamente improbabile da riprodurre ai giorni nostri, le norme di sicurezza vigenti sono infatti estremamente restrittive.

Attualmente, infatti, grazie ai risultati della ricerca sulla sicurezza dei reattori, sono messe in pratica una serie di misure tecniche estremamente sicure (come ad esempio sistemi automatizzati di contenimento in grado di mantenere l’area sicura anche in caso di guasto e barriere di sicurezza multiple in acciaio e cemento armato).

Inoltre, in rapporto all’energia prodotta, i morti correlati alla produzione di energia elettrica tramite centrali nucleari risultano essere nettamente inferiori rispetto a quelli causati da qualsiasi altra fonte (vedi grafico)3

Titoli come "Grave incidente della circolazione" o "marea nera" sono titoli spesso presenti nella stampa quotidiana ma, malgrado le evidenze scientifiche, l’incidente di Chernobyl di 25 anni or sono fa molta più paura di questi ben peggiori titoli. Per i trasporti infatti si tollerano incidenti in continuazione mentre per l’energia nucleare non viene ammesso il minimo errore.



3) Il problema delle scorie

In realtà si tratta di un problema nettamente ridimensionato rispetto all’opinione popolare: una centrale produce in un anno circa 4m3 di scorie percicolose4, una cifra estremamente bassa poichè i prodotti di reazione vengono riprocessati e per la maggior parte riutilizzati.

Secondo le previsioni5, le scorie (altamente, mediamente e debolmente radioattive) di tutte e cinque le centrali nucleari attive in Svizzera sommate alle scorie derivanti dallo smantellamento delle suddette e a tutte le scorie prodotte dall’industria, dalla medicina e dalla ricerca, per un periodo di 50 anni, ammonterebbero a ca. 100'000m3, corrispondenti grossomodo all’atrio della stazione centrale di Zurigo.

Per quanto riguarda lo stoccaggio abbiamo una dimostrazione da parte della natura di come immagazzinare le scorie in modo totalmente sicuro: 1.8 miliardi di anni fa, nel Gambon (Africa), sottoterra sono avvenute in modo completamente spontaneo delle reazioni di fissione nucleare a causa dell’ingente presenza di Uranio-235. I prodotti (le scorie) di queste reazioni sono rimasti racchiusi nella roccia senza contaminare l’ambiente circostante. La soluzione che verrà adottata sarà dunque quella di depositare le scorie in strati geologici profondi: dapprima le scorie verranno fuse in una matrice di vetro (già in grado di contenerle per migliaia di anni), il tutto verrà racchiuso in un fusto d’acciaio (il quale per circa 10'000 anni impedirà alle sostanze radioattive di fuoriuscire), questa barriera tecnica verrà poi completamente circondata da argilla, essa in presenza di umidità si gonfia e sarà dunque in grado di colmare eventuali crepe. Tutto ciò verrà depositato sotto quasi un chilometro di roccia estremamente stabile5.



4) Impatto ecologico

Ci si potrebbe poi chiedere se una centrale nucleare abbia un impatto ecologico come emissioni di CO2. Anche in questo caso la risposta è a favore del nucleare poichè non vi è alcuna emissione di gas serra durante la reazione che porta alla produzione di energia (quel fumo molto scenografico che fuoriesce dalla torre di raffreddamento è semplicemente vapore acqueo, infatti l’acqua viene utilizzata per abbassare le elevate temperature che si sviluppano). Vi sono delle emissioni di CO2 indirette, dovute cioè all’estrazione e al trasporto delle materie prime. Esse risultano in ogni caso inferiori alle emissioni (sempre indirette) dovute all’utilizzo di energia solare o eolica, leggermente inferiore risulta invece l’emissione dovuta all’energia idroelettrica. (vedi grafico)6.

D’altro canto lo sfruttamento dell’acqua per produrre energia ha come conseguenza periodi di secca e di piena dannosi per gli ecosistemi fluviali.



5) Costo

Non bisogna dimenticare, oltre alla sicurezza e all’impatto ambientale, la questione dei costi.

Il costo della combustione di gas naturale o carbone è minore o uguale a quello per l’energia nucleare, queste combustioni comportano però un ingente tasso di inquinamento dovuto alle emissioni di CO2 nell’atmosfera, contribuendo in questo modo al surriscaldamento globale. La produzione idroelettrica si attesta a parimerito con il nucleare mentre le altre forme di produzione come l’eolico o il solare risultano avere costi nettamente più alti (vedi grafico)7.



6) Il futuro

La maggioranza delle centrali nucleari nel mondo (e tutte quelle svizzere) utilizzano dei reattori detti di II generazione. Se si decidesse di costruire una nuova centrale però verrebbero ora utilizzati reattori di III generazione i quali sono uno sviluppo tecnico dei reattori di II generazione. Essi dispongono di caratteristiche estremamente interessanti, utilizzandoli infatti si avrebbe una sicurezza teorica senza danneggiamenti tali ad causare un disastro ambientale per 100’000’000 di anni. Il che significa che un reattore costruito all’epoca della sparizione dei dinosauri, oggi avrebbe meno del 50% di probabilità di subire guasti gravi. Inoltre potrebbero permettere una produzione ancora minore di scorie8.

Guardando ancora un po’ più avanti nel tempo si intravvedono i reattori di IV generazione, si tratta di nuove tecnologie attualmente allo studio. Essi saranno in grado di trasformare nuclei d’atomi non fissili in nuclei fissili, generandone più di quanti se ne consumino. In tal modo si sfrutterebbe l’intero tenore energetico dell’uranio naturale il che significa risorse di uranio disponibili per secoli e quantità e durata di vita delle scorie ridottissima9.

Durante la seconda metà di questo secolo, saranno probabilmente disponibili commercialmente le centrali a fusione nucleare. L’idea è quella di utilizzare la stessa fonte di energia delle stelle ed alla fine degli anni ’90 in Gran Bretagna è stato dimostrato che è possibile realizzarla anche sulla Terra. Si tratta di fondere, ad una temperatura di qualche milione di gradi, deuterio e trizio (atomi di idrogeno pesanti) in elio. Questa reazione libererebbe una grande quantità di energia. La ricerca sta avanzando ed è già in costruzione un prototipo nel Sud della Francia. I vantaggi di questa tecnologia sono la facilissima reperibilità delle materie alla base della reazione e la loro quasi illimitatezza. Inoltre vi sarebbe la completa assenza di scorie radioattive9.



Conclusioni

In questo, spero esaustivo, articolo abbiamo dunque osservato che:

· Le radiazioni emesse e potenzialmente dannose sono estremamente ridotte e trascurabili in rapporto ad altri utilizzi più comunemente accettati.

· Un incidente del calibro di Chernobyl è improbabile, le misure di sicurezza sono elevatissime e il pericolo di incidenti diminuisce coi miglioramenti tecnici apportati nei reattori di nuova generazione.

· Il problema delle scorie è molto ridimensionato rispetto all’aspettativa popolare e il loro stoccaggio in strati geologici profondi è senz’ombra di dubbio sicuro.

· L’impatto ecologico è nettamente più basso di qualsiasi altra forma di produzione di energia.

· Il rapporto costo/inquinamento è il migliore in assoluto.

· In futuro si possono prevedere ulteriori miglioraramenti in ognono di questi punti.



Fonti

1 "Strahlenschutzbericht 2009 - Der Strahlenschutz in den schweizerischen Kernanlagen 2009" - Ispettorato Federale della Sicurezza Nucleare, 2010.

2 http://it.wikipedia.org/wiki/Sievert

3 "Risks and Benefits of Nuclear Energy" – Organisation for Economic Cooperation and Development, Nuclear Energy Agency, sulla base di dati ENSAD "Energy-related Severe Accident Data-base".

4 "Impianti Nucleari" – Carlo Lombardi, Politecnico di Milano, 2006.

5 "Scorie radioattive" – Società Cooperativa Nazionale per lo Smaltimento delle Scorie Radioattive, 2008.

6 "Evaluation of Power Generation Technologies in Terms of Lifecycle CO2 Emissions" - Central Research Institute of Electric Power Industry, 2000.

7 "Levelized Cost of New Electricity Generating Technologies" – Institute for Energy Research, 2010.

8 http://it.wikipedia.org/wiki/Reattore_nucleare_di_III_generazione

9 "Energia Nucleare" – Foro Nucleare Svizzero, 2006.
 
Bel post..purtroppo non me la sento di rispondere perchè non credo di essere all'altezza..mi piacerebbe però assistere ad un dibattito pro nucleare-contro nucleare su questa cosa...sarebbe molto interessante e ricco di spunti :)
 
Bel post..purtroppo non me la sento di rispondere perchè non credo di essere all'altezza..mi piacerebbe però assistere ad un dibattito pro nucleare-contro nucleare su questa cosa...sarebbe molto interessante e ricco di spunti :)

Il web ne è pieno.
La realtà è che ci vogliono 10 anni, un bel pacco di soldi e noi stiamo con le pezze al sederino.
 
eh lo so, ma il problema è che in mezzo a tanta informazione, c'è pure tanta disinformazione (più o meno come per i termovalorizzatori/inceneritori). Siccome qui so che la maggior parte delle persone che parlano lo fa perchè è preparata, mi sento più sicuro che le cose che si dicono qui sono più vere rispetto ad altre parti
 
Bel post..purtroppo non me la sento di rispondere perchè non credo di essere all'altezza..mi piacerebbe però assistere ad un dibattito pro nucleare-contro nucleare su questa cosa...sarebbe molto interessante e ricco di spunti :)

E' un problema di quanta energia vuoi consumare.

Il problema è che l'economia non cresce abbastanza, giusto?

Che vi sono ostacoli ai commerci, giusto?

Quant'è il consumo energetico oggi?

100?

Bene. Speriamo che fa dieci anni sia 200 e fra venti 400.

In questa logica, certo, il nucleare non solo va bene, ma è indispensabile.
 
Può darsi che ricorrere al nucleare sia indispensabile. Comunque propongo altri spunti di riflessione:
1) Costo futuro dell'Uranio
Non sappiamo cosa succederà se tutti gli stati ricorrono al nucleare. Sembra chiaro che non c'è Uranio a sufficienza, e che quindi il prezzo si impennerà, molte centrali rimarranno inattive e saranno antieconomiche.
2) Problema dose-risposta.
Vero i discorso di 1-2 radiografie all'anno, ma ciò solo in assenza di incidenti (anche minimi e limitati al solo personale addetto). Inoltre un conto è essere sottoposto ad una radiografia e poi basta, un conto è essere sottoposto a piccole dosi continue nel tempo di radiazioni. La risposta dell'organismo non è la stessa. Modificazioni genetiche in un individuo giovane sono poi molto gravi perchè si trasmettono alla progenie. In un individuo adulto (che ha già avuto figli) sono molto relative.
3) Problema dei costi
Difficilmente si parla dei costi che tengono conto di tutte le operazioni. Se parliamo solo in termini di bilancio energetico e di costi relativi alla sola fissione è ovvio che il nucleare venga favorito. Occorre però tenere conto di costi di costruzione, costi di gestione, costi del combustibile, costi di riprocessamento, costi di trasporto (affatto indifferenti), costi di decommissioning della centrale, costi di gestione delle scorie (il monitoraggio dovrebbe durare millenni).
Vorrei poi far notare che durante il riprocessamento si creano rifiuti ad alta attività tutt'altro che trascurabili, con un rapporto di circa 4:1 (quindi 4 kg di scorie per ogni kg di materiale fissile riutilizzabile).
4) Il problema delle scorie è lontano dall'essere semplice da risolvere. Nessuno conosce siti geologici sicuri. Tutto ciò ammesso che si possano solidificare le scorie (processo di vetrificazione) cosa che risulta estremamente onerosa.
5) problema morale
Abbiamo preso in prestito la terra dai nostri figli. Sarebbe giusto consegnarla a loro almeno nelle condizioni in cui l'abbiamo trovata. Si vedranno riconsegnata una eredità pesante, molti di loro senza una contropartita. Non mi sembra corretto.

Saluti
 
Il principio fondamentale grazie al quale si produce energia nelle centrali nucleari è la fissione (divisione) dei nuclei degli atomi provocata da neutroni. Questi ultimi, assieme ai protoni, costituiscono il nucleo di un atomo. Quando un neutrone colpisce il nucleo di un atomo, esso, dividendosi in due o più nuclei più piccoli, libera energia e allo stesso tempo vengono liberati dalla fissione due o tre neutroni che a loro volta permetteranno nuove fissioni scatenando una reazione a catena.




Il nucleare in Svizzera

In Svizzera ci sono cinque reattori nucleari: Beznau I e II, Mühleberg, Gösgen e Leibstadt. A causa del raggiungimento della fine del loro ciclo vitale, tre di essi dovranno essere smantellati tra il 2019 e il 2022 (Beznau I e II e Mühleberg), Gösgen e Leibstadt lo saranno rispettivamente nel 2029 e 2034. Essendo che tutte le centrali coprono circa il 40% del fabbisogno svizzero di energia elettrica, negli anni 2020 bisognerà avere a disposizione nuovi fonti di energia elettrica in grado di coprire questa mancanza (che peraltro secondo la tendenza attuale si allargherà sempre più, basti pensare che il consumo di energia dalla metà degli anni 50 ad oggi è più che quadruplicato).

A mio parere, allo stato attuale, la soluzione migliore per colmare la futura mancanza di energia elettrica risiede nel nucleare, ecco le mie argomentazioni:



1) Il problema delle radiazioni (ordinarie)

Spesso una delle argomentazioni contro le centrali nucleari risiede nella paura delle radiazioni che ci sarebbero nelle vicinanze degli impianti.

Osservando i dati, però, si evince che la dose di radiazioni alla quale sono esposti i dipendenti delle centrali stesse (quindi i più vicini alla fonte) si attesta tra gli 1 e i 2 mSv annui1, a titolo di paragone una radiografia convenzionale comporta l’assorbimento da parte del paziente di circa 1mSv. Dunque le persone più a rischio assorbono mediamente in un anno la stessa quantità di radiazioni di 2 radiografie. Per non parlare di esami come la PET (da 10 a 20 mSv) o addirittura il trattamento di tumori con radioterapia durante la quale il tumore viene bombardato con 40 Sv (= 40'000 mSv)2.



2) Il problema delle radiazioni (non ordinarie)

Il disastro di Chernobyl ha scatenato un diffuso terrore nei riguardi delle centrali nucleari.

L’incidente è stato causato dalla tragica concomitanza di due carenze: una progettuale ed una umana. Da una parte infatti l’impianto denotava qualche errore di progettazione mentre dall’altra si è verificata una sconsiderata violazione di ogni protocollo o procedura durante un azzardato test di sicurezza. Va notato che probabilmente, se questi fattori non si fossero verificati contemporaneamente, il disastro non sarebbe mai avvenuto.Una successione di errori dunque altamente improbabile da riprodurre ai giorni nostri, le norme di sicurezza vigenti sono infatti estremamente restrittive.

Attualmente, infatti, grazie ai risultati della ricerca sulla sicurezza dei reattori, sono messe in pratica una serie di misure tecniche estremamente sicure (come ad esempio sistemi automatizzati di contenimento in grado di mantenere l’area sicura anche in caso di guasto e barriere di sicurezza multiple in acciaio e cemento armato).

Inoltre, in rapporto all’energia prodotta, i morti correlati alla produzione di energia elettrica tramite centrali nucleari risultano essere nettamente inferiori rispetto a quelli causati da qualsiasi altra fonte (vedi grafico)3

Titoli come "Grave incidente della circolazione" o "marea nera" sono titoli spesso presenti nella stampa quotidiana ma, malgrado le evidenze scientifiche, l’incidente di Chernobyl di 25 anni or sono fa molta più paura di questi ben peggiori titoli. Per i trasporti infatti si tollerano incidenti in continuazione mentre per l’energia nucleare non viene ammesso il minimo errore.



3) Il problema delle scorie

In realtà si tratta di un problema nettamente ridimensionato rispetto all’opinione popolare: una centrale produce in un anno circa 4m3 di scorie percicolose4, una cifra estremamente bassa poichè i prodotti di reazione vengono riprocessati e per la maggior parte riutilizzati.

Secondo le previsioni5, le scorie (altamente, mediamente e debolmente radioattive) di tutte e cinque le centrali nucleari attive in Svizzera sommate alle scorie derivanti dallo smantellamento delle suddette e a tutte le scorie prodotte dall’industria, dalla medicina e dalla ricerca, per un periodo di 50 anni, ammonterebbero a ca. 100'000m3, corrispondenti grossomodo all’atrio della stazione centrale di Zurigo.

Per quanto riguarda lo stoccaggio abbiamo una dimostrazione da parte della natura di come immagazzinare le scorie in modo totalmente sicuro: 1.8 miliardi di anni fa, nel Gambon (Africa), sottoterra sono avvenute in modo completamente spontaneo delle reazioni di fissione nucleare a causa dell’ingente presenza di Uranio-235. I prodotti (le scorie) di queste reazioni sono rimasti racchiusi nella roccia senza contaminare l’ambiente circostante. La soluzione che verrà adottata sarà dunque quella di depositare le scorie in strati geologici profondi: dapprima le scorie verranno fuse in una matrice di vetro (già in grado di contenerle per migliaia di anni), il tutto verrà racchiuso in un fusto d’acciaio (il quale per circa 10'000 anni impedirà alle sostanze radioattive di fuoriuscire), questa barriera tecnica verrà poi completamente circondata da argilla, essa in presenza di umidità si gonfia e sarà dunque in grado di colmare eventuali crepe. Tutto ciò verrà depositato sotto quasi un chilometro di roccia estremamente stabile5.



4) Impatto ecologico

Ci si potrebbe poi chiedere se una centrale nucleare abbia un impatto ecologico come emissioni di CO2. Anche in questo caso la risposta è a favore del nucleare poichè non vi è alcuna emissione di gas serra durante la reazione che porta alla produzione di energia (quel fumo molto scenografico che fuoriesce dalla torre di raffreddamento è semplicemente vapore acqueo, infatti l’acqua viene utilizzata per abbassare le elevate temperature che si sviluppano). Vi sono delle emissioni di CO2 indirette, dovute cioè all’estrazione e al trasporto delle materie prime. Esse risultano in ogni caso inferiori alle emissioni (sempre indirette) dovute all’utilizzo di energia solare o eolica, leggermente inferiore risulta invece l’emissione dovuta all’energia idroelettrica. (vedi grafico)6.

D’altro canto lo sfruttamento dell’acqua per produrre energia ha come conseguenza periodi di secca e di piena dannosi per gli ecosistemi fluviali.



5) Costo

Non bisogna dimenticare, oltre alla sicurezza e all’impatto ambientale, la questione dei costi.

Il costo della combustione di gas naturale o carbone è minore o uguale a quello per l’energia nucleare, queste combustioni comportano però un ingente tasso di inquinamento dovuto alle emissioni di CO2 nell’atmosfera, contribuendo in questo modo al surriscaldamento globale. La produzione idroelettrica si attesta a parimerito con il nucleare mentre le altre forme di produzione come l’eolico o il solare risultano avere costi nettamente più alti (vedi grafico)7.



6) Il futuro

La maggioranza delle centrali nucleari nel mondo (e tutte quelle svizzere) utilizzano dei reattori detti di II generazione. Se si decidesse di costruire una nuova centrale però verrebbero ora utilizzati reattori di III generazione i quali sono uno sviluppo tecnico dei reattori di II generazione. Essi dispongono di caratteristiche estremamente interessanti, utilizzandoli infatti si avrebbe una sicurezza teorica senza danneggiamenti tali ad causare un disastro ambientale per 100’000’000 di anni. Il che significa che un reattore costruito all’epoca della sparizione dei dinosauri, oggi avrebbe meno del 50% di probabilità di subire guasti gravi. Inoltre potrebbero permettere una produzione ancora minore di scorie8.

Guardando ancora un po’ più avanti nel tempo si intravvedono i reattori di IV generazione, si tratta di nuove tecnologie attualmente allo studio. Essi saranno in grado di trasformare nuclei d’atomi non fissili in nuclei fissili, generandone più di quanti se ne consumino. In tal modo si sfrutterebbe l’intero tenore energetico dell’uranio naturale il che significa risorse di uranio disponibili per secoli e quantità e durata di vita delle scorie ridottissima9.

Durante la seconda metà di questo secolo, saranno probabilmente disponibili commercialmente le centrali a fusione nucleare. L’idea è quella di utilizzare la stessa fonte di energia delle stelle ed alla fine degli anni ’90 in Gran Bretagna è stato dimostrato che è possibile realizzarla anche sulla Terra. Si tratta di fondere, ad una temperatura di qualche milione di gradi, deuterio e trizio (atomi di idrogeno pesanti) in elio. Questa reazione libererebbe una grande quantità di energia. La ricerca sta avanzando ed è già in costruzione un prototipo nel Sud della Francia. I vantaggi di questa tecnologia sono la facilissima reperibilità delle materie alla base della reazione e la loro quasi illimitatezza. Inoltre vi sarebbe la completa assenza di scorie radioattive9.



Conclusioni

In questo, spero esaustivo, articolo abbiamo dunque osservato che:

· Le radiazioni emesse e potenzialmente dannose sono estremamente ridotte e trascurabili in rapporto ad altri utilizzi più comunemente accettati.

· Un incidente del calibro di Chernobyl è improbabile, le misure di sicurezza sono elevatissime e il pericolo di incidenti diminuisce coi miglioramenti tecnici apportati nei reattori di nuova generazione.

· Il problema delle scorie è molto ridimensionato rispetto all’aspettativa popolare e il loro stoccaggio in strati geologici profondi è senz’ombra di dubbio sicuro.

· L’impatto ecologico è nettamente più basso di qualsiasi altra forma di produzione di energia.

· Il rapporto costo/inquinamento è il migliore in assoluto.

· In futuro si possono prevedere ulteriori miglioraramenti in ognono di questi punti.



Fonti

1 "Strahlenschutzbericht 2009 - Der Strahlenschutz in den schweizerischen Kernanlagen 2009" - Ispettorato Federale della Sicurezza Nucleare, 2010.

2 http://it.wikipedia.org/wiki/Sievert

3 "Risks and Benefits of Nuclear Energy" – Organisation for Economic Cooperation and Development, Nuclear Energy Agency, sulla base di dati ENSAD "Energy-related Severe Accident Data-base".

4 "Impianti Nucleari" – Carlo Lombardi, Politecnico di Milano, 2006.

5 "Scorie radioattive" – Società Cooperativa Nazionale per lo Smaltimento delle Scorie Radioattive, 2008.

6 "Evaluation of Power Generation Technologies in Terms of Lifecycle CO2 Emissions" - Central Research Institute of Electric Power Industry, 2000.

7 "Levelized Cost of New Electricity Generating Technologies" – Institute for Energy Research, 2010.

8 http://it.wikipedia.org/wiki/Reattore_nucleare_di_III_generazione

9 "Energia Nucleare" – Foro Nucleare Svizzero, 2006.


a parte uno spottino pro nucleare non vedo cosa c'entri con la macroeconomia questo post.
Per me sei OT alla grande, che ne dici ?
 
chissà perchè nessun privato le acquista
 
Del problema delle grandi quantità di acqua che necessita una centrale nucleare, cosa ci puoi dire ?


l'acqua viene semplicemente utilizzata per raffreddare e poi viene rilasciata normalmente nella stessa fonte da cui era stata prelevata, senza alcun inquinante ,ben inteso....ecco perchè i nuke plant vengono costruiti vicino a fiumi o mari......alcuni nuovi progetti prevedono anche l'ingegnerizzazione di sistemi che possano sfruttare l'elettricità notturna (meno richiesta) e il calore di risulta( che viene sempre prodotto) per implementare l'HTE (high temperature Electrolysis) che permette una notevolissima produzione di idrogeno , in maniera assolutamente pulita (senza emissione di CO2 come avviene invece nei processi di raffineria) ed economica (dato che il calore di risulta , mediamente intorno ai 700° permette l'elettrolisi diretta dell'acqua in idrogeno e ossigeno con il 50% di corrente elettrica in meno rispetto alla temperatura ambiente , migliorando enormemente il EROEI che altrimenti sarebbe svantaggioso):)
 
Altro problema poco citato: anche l'uranio come il petrolio è una fonte energica non rinnovabile e a quanto ne so non ce ne è moltissimo sul pianeta nelle mineire conosciute. Più aspetti a fare le centrali più rischi di arrivare quando manca la materia prima per farle andare...
 
Altro problema poco citato: anche l'uranio come il petrolio è una fonte energica non rinnovabile e a quanto ne so non ce ne è moltissimo sul pianeta nelle mineire conosciute. Più aspetti a fare le centrali più rischi di arrivare quando manca la materia prima per farle andare...


di uranio (e torio) ce n'è moltissimo perchè:


1) l'uranio 235 , quello arricchito , che fa funzionare la maggior parte delle 450 centrali nuke attualmente in funzione nel mondo , ai ritmi attuali è stimato durare un secolo circa

2) esistono reattori a fissione che possono utilizzare al posto dell'uranio 235 , l'uranio 238 (quello naturale che non richiede arricchimento e quello che in realtà si estrae da sempre). l'isotopo 238 è 150 volte più abbondante del 235 (fai tu i conti di quanti secoli di autonomia abbiamo). i reattori che lo sfruttano sono quelli a tipologia CANDU (tecnologia canadese, sono una trentina in tutto il mondo )

3) gli stessi CANDU , possono ,da progetto utilizzare al posto dell'uranio 238 , addirittura il torio, che è 500 volte più abbondante del 235...il torio è molto diffuso a livello mondiale. l'india sta implementando la costruzione di reattori simil-CANDU e CANDU per sfruttare le sue enormi risorse di torio, di cui è particolarmente ricca

4) le centrali di quarta generazione (che saranno commercialmente operative a partire dal 2030 circa, quindi tra una ventina di anni) sono in grado di implementare a livello progettuale , le tecnologie di tipo "autofertilizzante" che consentono di amplificare virtualmente all'infinito il combustibile nucleare (perchè funzionano in modo da produrre più combustibile di quello che consumano).........sempre queste centrali potranno anche utilizzare le scorie stesse delle centrali di seconda generazione come combustibile fino a inertizzarle, bruciarle completamente , rendendole innocue e prive di radioattività (funzione di "burner"...anche il CANDU può gia farlo)....tutto questo consentirà , volendolo, di eliminare il concetto di deposito geologico di lunga permanenza e di utilizzare come risorsa ciò che era rifiuto
 
4) le centrali di quarta generazione (che saranno commercialmente operative a partire dal 2030 circa, quindi tra una ventina di anni) sono in grado di implementare a livello progettuale , le tecnologie di tipo "autofertilizzante" che consentono di amplificare virtualmente all'infinito il combustibile nucleare (perchè funzionano in modo da produrre più combustibile di quello che consumano).........sempre queste centrali potranno anche utilizzare le scorie stesse delle centrali di seconda generazione come combustibile fino a inertizzarle, bruciarle completamente , rendendole innocue e prive di radioattività (funzione di "burner"...anche il CANDU può gia farlo)....tutto questo consentirà , volendolo, di eliminare il concetto di deposito geologico di lunga permanenza e di utilizzare come risorsa ciò che era rifiuto

e l'Italia vorrebbe metter su tra dieci anni centrali nucleari, quando tra venti sarà disponibile questa tecnologia?:rolleyes:

questa cosa del combustibile che si autoproduce non è contro le leggi della termodinamica?
 
questa cosa del combustibile che si autoproduce non è contro le leggi della termodinamica?

:no::no:

vale per l'universo nel suo complesso, noi riceviamo energia dal sole

a parte che ho molti dubbi anche sul valore universale del II principio (vedi universi paralleli, multiversi, salti quantici, ecc.)
 
e l'Italia vorrebbe metter su tra dieci anni centrali nucleari, quando tra venti sarà disponibile questa tecnologia?:rolleyes:

questa cosa del combustibile che si autoproduce non è contro le leggi della termodinamica?


per arrivare alla quarta generazione non si è potuto e non si potrà prescindere dalla prima , seconda e terza;)....l'esperienza, lo sviluppo delle tecnologie ,delle geometrie costruttive e dei sistemi di sicurezza annessi (attivi prima, passivi poi) e dei materiali si ottiene solo dai paradigmi precedenti: tutto si evolve:yes:


l'autofertilizzazione non viola in alcun modo il secondo principio della termodinamica
 
:no::no:

vale per l'universo nel suo complesso, noi riceviamo energia dal sole

a parte che ho molti dubbi anche sul valore universale del II principio (vedi universi paralleli, multiversi, salti quantici, ecc.)



ma no dai, nessun dubbio;)


....e poi in questo contesto limitiamoci alle teorie che hanno avuto le piene verifiche sperimentali e ci hanno fornito e forniscono tutt'ora ottime capacità predittive:yes:
 
per arrivare alla quarta generazione non si è potuto e non si potrà prescindere dalla prima , seconda e terza;)....l'esperienza, lo sviluppo delle tecnologie ,delle geometrie costruttive e dei sistemi di sicurezza annessi (attivi prima, passivi poi) e dei materiali si ottiene solo dai paradigmi precedenti: tutto si evolve:yes:


l'autofertilizzazione non viola in alcun modo il secondo principio della termodinamica

la possibilità di usare pochissimo "carburante" e di smaltire le vecchie scorte sarebbe un'ottima cosa, eliminerebbe costi molto importanti.

Preferirei una partnership coi paesi più avanzati, che spender soldi su una tecnologia obsoleta.
 
la possibilità di usare pochissimo "carburante" e di smaltire le vecchie scorte sarebbe un'ottima cosa, eliminerebbe costi molto importanti.

Preferirei una partnership coi paesi più avanzati, che spender soldi su una tecnologia obsoleta.


è la funzione di "burner" che hanno gli attuali CANDU e avranno anche i futuri fourth generation:yes:


per partnership tu intendi quello che fa , ad esempio, l'enel , in questo momento nelle varie facility nuke di mezza europa? quindi partecipazione a progetti esteri e mai installazione in italia? certo, si può fare anche così, con la certezza però che non svilupperemo mai il know how neppure per le future generazioni di nuke (perchè non è che si può sperare di cominciare dalla quarta o quinta generazione senza aver affrontato sul campo tutte le problematiche inerenti il nuke).....significherebbe in futuro, se mai succederà, importare tutto chiavi in mano, gestione compresa......una vera tristezza. A questo punto, meglio non cimentarsi neppure , patendo però anche la concreta possibilità di non fruire di enormi ricadute tecnologiche positive di cui tutti i paesi più industrializzati godono
 
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