La misura del rischio Italia mediante CDS ; CDS-Giappone vs CDS-Italia : SURREALE...

  • Ecco la 68° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    La settimana è stata all’insegna degli acquisti per i principali listini internazionali. Gli indici americani S&P 500, Nasdaq e Dow Jones hanno aggiornato i massimi storici dopo i dati americani sui prezzi al consumo di mercoledì, che hanno evidenziato una discesa in linea con le aspettative, con l’inflazione headline al 3,4% e l’indice al 3,6% annuo, allentando i timori per un’inflazione persistente. Anche le vendite al dettaglio Usa sono rimaste invariate su base mensile, suggerendo un raffreddamento dei consumi che hanno fin qui sostenuto i prezzi. Questi dati, dunque, rafforzano complessivamente le possibilità di un taglio dei tassi a settembre da parte della Fed (le scommesse del mercato sono ora per due tagli nel 2024). Per continuare a leggere visita il link

  • Due nuove obbligazioni Societe Generale, in Euro e in Dollaro USA

    Societe Generale porta sul segmento Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana due obbligazioni, una in EUR e una in USD, a tasso fisso decrescente con durata massima di 15 anni e possibilità di rimborso anticipato annuale a discrezione dell’Emittente.

    Per continuare a leggere visita questo LINK

Blue Ray

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Vi segnalo i valori dei credit default swap a 5 anni, a questo indirizzo, si possono fare osservazioni interessanti :

http://www.markit.com/information/news/commentary/cds.html


G7 Industrialised Countries CDS

Japan 40
Italy 171

Great Britain 119
Germany 51
USA 59


Il confronto con il dato del Giappone mi sembra decisamente surreale :
questo perchè sia l'Italia che il Giappone sono in recessione (come del resto tutti i Paesi del G8),

ma -notate bene- il Giappone ha un rapporto tra Debito Pubblico e PIL che è prossimo o superiore al 200% ( http://www.indexmundi.com/g/g.aspx?v=143&c=ja&l=it ), e nonostante questo viene accreditato di un rischio CDS pari a solo 40.

Invece l'Italia, con il tanto "temuto" (...e sempre super-citato dai catastrofisti ) rapporto tra Debito Pubblico e PIL che è intorno al 105% (quindi circa la metà rispetto al Giappone , che nonostante questo è ritenuto dai mercati "super-sicuro"), ha un valore di rischio apparente -misurato dai CDS- enormemente superiore al Giappone, e pari a ben 171.

Quindi Italia in quanto a rischio "batte" Giappone 171 a 40.


Questi dati mi lasciano fortemente perplesso...
A mio avviso il rischio-Italia è decisamente sopravvalutato e il rischio-Giappone è sottovalutato.


La differenza è troppo grossa : numeri alla mano, mi sembra che siamo al surreale.

E' questo il prezzo che paghiamo all'estero per la solita immagine-clichè di inaffidabilità dell'Italia ?
 
Ultima modifica:
non so, magari bisogna leggerli così questi dati:
in giappone hanno molte aziende
in italia AVEVAMO molte aziende
Noi siamo passati dalla produzione ai servizi (complice la crescente burocrazia).
 
Eppure la spiegazione mi sembra semplice... :mmmm:

Il debito giapponese, come quello inglese o americano sono emessi nelle rispettive valute, che come si sa', valgono solo la carta su cui sono stampati. L'italia non ha piu' una moneta sovrana e la quantita' di euro che puo' stampare gli e' assegnata dalla BCE..

Indi, il giappone puo' sempre stamparsi gli yen per pagare...L'Italia :no:
 
visto che l'alternativa ai CDS è o meglio era il rating , ben vengano i CDS.
D'altra parte esiste all'interno dello stesso sistema monetario una relazione lineare tra i CDS ed il premio al rischio sui titoli di stato. Il CDS rappresenta ed anticipa in modo relativamente lineare lo spread tra i titoli ( es BTP/BUND) .
Poi un'altro utile indicatore è lo scostamento tra CDS paese e Spread titoli ( tipico il caso della Grecia dove lo spread è "superiore" al CDS. Solo la grecia e L'irlanda in europa hanno uno spread verso i bund superiore a quello italiano, ma solo la Grecia ha uno spread "disperato", cioè superiore al costo che un eventuale investitore istituzionale in titoli Grecia dovrebbe sopportare per "assicurarsi" contro il rischio di default.
Il vantaggio del CDS rispetto al rating è che il CDS quantifica in modo pratico il rischio.
In pratica una quotazione spread CDS rappresenta il fatto che qualcuno effettivamente investe sul rischio , non che una agenzia di rating decide la stima di un rischio... per poi fregarsene se si è sbagliata.

Poi se le valutazioni di ranking estratte dai CDS danno fastidio e rappresentano il rischio paese in modo politicamente sgradito, non c'è problema..... se non condividete le loro valutazioni potete benissimo offrirvi di controassicurare il rischio sui titoli italiani ad un prezzo inferiore.... :) (Fatelo sapere però a Tremonti che mi sembra abbia quotato i bond governativi di rifinanziamento bancario un buon 300 pbs sul tasso di rifinanziamento a cui le banche italiane possono accedere a livello europeo... )
 
Eppure la spiegazione mi sembra semplice... :mmmm:

Il debito giapponese, come quello inglese o americano sono emessi nelle rispettive valute, che come si sa', valgono solo la carta su cui sono stampati. L'italia non ha piu' una moneta sovrana e la quantita' di euro che puo' stampare gli e' assegnata dalla BCE..

Indi, il giappone puo' sempre stamparsi gli yen per pagare...L'Italia :no:
:D:clap::D:clap::D

io ti leggo così:

se ci tenevamo la lira eravamo molto più ... affidabili ?? ... credibili ?? ... ?? :rolleyes:

:D:mmmm::D

è possibile considerare solo il rischio paese, a prescindere dal rischio valutario :confused::rolleyes:
 
:D:clap::D:clap::D

io ti leggo così:

se ci tenevamo la lira eravamo molto più ... affidabili ?? ... credibili ?? ... ?? :rolleyes:

:D:mmmm::D

è possibile considerare solo il rischio paese, a prescindere dal rischio valutario :confused::rolleyes:

Sai Andrea, dipende da quale valuta emetti i bond.... :D

Quelli in lire non avevamo problemi a pagarli... Solo che l'Italia ha ( e aveva) bond in USD, CHF, etc. etc. ed e' li' dove casca l'asino :cool:
 
Sai Andrea, dipende da quale valuta emetti i bond.... :D

Quelli in lire non avevamo problemi a pagarli... Solo che l'Italia ha ( e aveva) bond in USD, CHF, etc. etc. ed e' li' dove casca l'asino :cool:
non so adesso, ma ai tempi della lira il debito in valuta estera era molto limitato ... e credo che anche ora quello non in € sia < 10% del totale :o:o
 
non so adesso, ma ai tempi della lira il debito in valuta estera era molto limitato ... e credo che anche ora quello non in € sia < 10% del totale :o:o

Davvero? Eppure io ho diverse issues in valuta altra che lira/euro emessi dall'Italia ;)
 
Andrea..:bow:

Ho provato a cercare la percetuale di bond in valuta estera dell'Italia ma non ho trovato niente di concreto come data ponts :rolleyes:
 
visto che l'alternativa ai CDS è o meglio era il rating , ben vengano i CDS.
D'altra parte esiste all'interno dello stesso sistema monetario una relazione lineare tra i CDS ed il premio al rischio sui titoli di stato. Il CDS rappresenta ed anticipa in modo relativamente lineare lo spread tra i titoli ( es BTP/BUND) .
Poi un'altro utile indicatore è lo scostamento tra CDS paese e Spread titoli ( tipico il caso della Grecia dove lo spread è "superiore" al CDS. Solo la grecia e L'irlanda in europa hanno uno spread verso i bund superiore a quello italiano, ma solo la Grecia ha uno spread "disperato", cioè superiore al costo che un eventuale investitore istituzionale in titoli Grecia dovrebbe sopportare per "assicurarsi" contro il rischio di default.
Il vantaggio del CDS rispetto al rating è che il CDS quantifica in modo pratico il rischio.
In pratica una quotazione spread CDS rappresenta il fatto che qualcuno effettivamente investe sul rischio , non che una agenzia di rating decide la stima di un rischio... per poi fregarsene se si è sbagliata.

Poi se le valutazioni di ranking estratte dai CDS danno fastidio e rappresentano il rischio paese in modo politicamente sgradito, non c'è problema..... se non condividete le loro valutazioni potete benissimo offrirvi di controassicurare il rischio sui titoli italiani ad un prezzo inferiore.... :) (Fatelo sapere però a Tremonti che mi sembra abbia quotato i bond governativi di rifinanziamento bancario un buon 300 pbs sul tasso di rifinanziamento a cui le banche italiane possono accedere a livello europeo... )

Vedo che sei un esperto.
Puoi spiegarci allora, secondo te, quali sono i motivi di questo scostamento fra CDS e spread nel caso dell'Italia?

(Un'altra domanda, per chiarirmi il meccanismo che forse non ho capito: se la Grecia ha un CDS inferiore al suo spread con i titoli tedeschi non è un fatto positivo? Non significa che gli investitori la ritengono meno rischiosa di quanto indicato dallo spread?)
 
Blue Ray ma tu lo sai quanti depositi hanno le banche Giap. ?
E soprattutto le Poste Giap. ?
e chi detiene il debito giap ?
.
Piccole considerazioni: I Giap si sono stracciate le vesti
perchè Toyota forse chiude il 2008 in rosso. Già..vero
solo che avviene per la prima volta in 40 anni (anno più anno meno)
40 anni di utili, probabilmente moltiplicato per quai tutte
le aziende giap...ma ti rendi conto di quanta ricchezza è stata
accumulata ?
 
x san Siro

forse mi sono espresso male... la grecia dai dati che ho ha uno spread titoli/bund superiore al CDS mi riferisco alle ultime aste ed in particolare da inizio anno.
Per questo l'ho definito disperato, in quanto pur di racogliere liquidità sono obbligati ad alzare "fuori mercato" i rendimenti dei titoli.
Il perchè non lo so...a parte l'oggettiva sfiducia ed incapacità dell'attuale governo greco si deve tener conto che "purtroppo" il rating dei vari S&P Fitch ecc.ecc.. a livello di sistemi paese ha ancora una forte influenza ed i recenti declassamenti , o peggio ancora le dichiarazioni di creditwatch tipo quella di S&P contro la Spagna spostano le quotazioni dei titoli ( da quello che scrivo si capirà che quando a causa crisi le società di rating chiuderanno la baraca io non versero' una lacrima).

Gli altri paesi a alto rischio Irlanda e Italia non hanno spread titoli superiori al CDS, dimostrando una maggiore "forza".
Addirittura all'ultima asta lo spread irlanda non ha risentito del picco dei CDS dovuto alla nazionalizzazione della AgloIrish bank.
Concludendo se lo spread è allineato al CDS siamo nella norma ( in teoria la curva dovrebbe essere perfettamente covariante ), se lo spread è leggermente inferiore, significa che altri fattori ( tra cui non ininfluente le valutazioni delle società di rating , ma anche la capactà di controllare il consenso e la fiducia dei diversi sistemi politici) premiano il titolo, il contrario se è superiore ( in grecia ci sono le barricate per strada al primo colpo di vento ). Questa è la mia opinione personale.

A parte la pausa ottimistica dei primissimi giorni dell'anno la situazione generale è in netto peggioramento e la tendenza è rivedere a breve i CDS ai massimi di dicembre scorso. ( L'Italia supero' 180 ).

Per quanto fuorviante, il rischio default paese (5Y) che si ricava dai CDS è per la Grecia sopra al 18%, Irlanda appena sotto 15% per l'italia appena sotto al 14%...dato fuorviante inquanto calcolato con un recovery rate del 40% quando a mio giudizio un eventuale default paese in europa anche se di paesi "minori" comporterebbe il cosidetto Haircut dell'ordine di grandezza del 70% ( in sostanza non ripagano gli interessi ), piuttosto che un recovery rate del 40% .
La brutta situazione greca è evidenziata dal fatto che mentre l' "ottimismo" di inizio anno ha abbassato il rischio Irlanda dal 17,5% di dicembre al 13,8%, la Grecia è passata dal picco di dicembre di 19% al 18,5% attuale senza praticamente mai scendere sotto al 18%.

La situazione italiana è migliore, infatti nonostante la meritata sfiducia che produce questo governo a livello internazionale ( ricordo che le elezioni furono "festeggiate" con un picco decisamente anomalo nello spread BTP/BUND ) l'arretratezza del nostro sistema bancario oltre che il non trascurabile controllo/consenso che il nostro governo è in grado di produrrre ci mette in una situazione molto migliore di come i semplici dati macroeconomici farebbero pensare...alla faccia di qualche trader che nelle dealing room londinesi da mesi scommette sul ns. prossimo disastro.

Sul confronto Italia Giappone concordo con Ramirez e Tonaus , a parte un po' di tifoseria calcistica, considerare il sistema economico Italia forte come quello Giapponese è una assurdità...
Nonostante la trappola della liquidità e la crisi partita negli anni 90...il Giappone ha una "forza" economico industriale che noi ce la sognamo.
 
Blue Ray ma tu lo sai quanti depositi hanno le banche Giap. ?
E soprattutto le Poste Giap. ?
e chi detiene il debito giap ?
.
Piccole considerazioni: I Giap si sono stracciate le vesti
perchè Toyota forse chiude il 2008 in rosso. Già..vero
solo che avviene per la prima volta in 40 anni (anno più anno meno)
40 anni di utili, probabilmente moltiplicato per quai tutte
le aziende giap...ma ti rendi conto di quanta ricchezza è stata
accumulata ?

Ragazzi a voi i commenti su ciò che ho segnalato, cioè una disparità abnorme nei cds Italia e cds Giappone.

In conclusione:
tutti i fattori che citate voi devono davvero pesare tantissimo a favore del Giappone, fino al punto di annullare con gli interessi il fatto che il Giappone ha un debito pubblico in rapporto al pil doppio del nostro, nonchè praticamente superiore ad un valore enorme, il 200%.
Insomma voi mi assicurate che il paradosso sarebbe solo apparente.
Risultato : cds Giappone 40, e cds Italia 171 ,

Meglio così, in caso contrario vorrebbe dire che il rischio Italia è davvero sovrastimato.
 
Ultima modifica:
x san Siro

forse mi sono espresso male... la grecia dai dati che ho ha uno spread titoli/bund superiore al CDS mi riferisco alle ultime aste ed in particolare da inizio anno.
Per questo l'ho definito disperato, in quanto pur di racogliere liquidità sono obbligati ad alzare "fuori mercato" i rendimenti dei titoli.
Il perchè non lo so...a parte l'oggettiva sfiducia ed incapacità dell'attuale governo greco si deve tener conto che "purtroppo" il rating dei vari S&P Fitch ecc.ecc.. a livello di sistemi paese ha ancora una forte influenza ed i recenti declassamenti , o peggio ancora le dichiarazioni di creditwatch tipo quella di S&P contro la Spagna spostano le quotazioni dei titoli ( da quello che scrivo si capirà che quando a causa crisi le società di rating chiuderanno la baraca io non versero' una lacrima).

Gli altri paesi a alto rischio Irlanda e Italia non hanno spread titoli superiori al CDS, dimostrando una maggiore "forza".
Addirittura all'ultima asta lo spread irlanda non ha risentito del picco dei CDS dovuto alla nazionalizzazione della AgloIrish bank.
Concludendo se lo spread è allineato al CDS siamo nella norma ( in teoria la curva dovrebbe essere perfettamente covariante ), se lo spread è leggermente inferiore, significa che altri fattori ( tra cui non ininfluente le valutazioni delle società di rating , ma anche la capactà di controllare il consenso e la fiducia dei diversi sistemi politici) premiano il titolo, il contrario se è superiore ( in grecia ci sono le barricate per strada al primo colpo di vento ). Questa è la mia opinione personale.

A parte la pausa ottimistica dei primissimi giorni dell'anno la situazione generale è in netto peggioramento e la tendenza è rivedere a breve i CDS ai massimi di dicembre scorso. ( L'Italia supero' 180 ).

Per quanto fuorviante, il rischio default paese (5Y) che si ricava dai CDS è per la Grecia sopra al 18%, Irlanda appena sotto 15% per l'italia appena sotto al 14%...dato fuorviante inquanto calcolato con un recovery rate del 40% quando a mio giudizio un eventuale default paese in europa anche se di paesi "minori" comporterebbe il cosidetto Haircut dell'ordine di grandezza del 70% ( in sostanza non ripagano gli interessi ), piuttosto che un recovery rate del 40% .
La brutta situazione greca è evidenziata dal fatto che mentre l' "ottimismo" di inizio anno ha abbassato il rischio Irlanda dal 17,5% di dicembre al 13,8%, la Grecia è passata dal picco di dicembre di 19% al 18,5% attuale senza praticamente mai scendere sotto al 18%.

La situazione italiana è migliore, infatti nonostante la meritata sfiducia che produce questo governo a livello internazionale ( ricordo che le elezioni furono "festeggiate" con un picco decisamente anomalo nello spread BTP/BUND ) l'arretratezza del nostro sistema bancario oltre che il non trascurabile controllo/consenso che il nostro governo è in grado di produrrre ci mette in una situazione molto migliore di come i semplici dati macroeconomici farebbero pensare...alla faccia di qualche trader che nelle dealing room londinesi da mesi scommette sul ns. prossimo disastro.

Sul confronto Italia Giappone concordo con Ramirez e Tonaus , a parte un po' di tifoseria calcistica, considerare il sistema economico Italia forte come quello Giapponese è una assurdità...
Nonostante la trappola della liquidità e la crisi partita negli anni 90...il Giappone ha una "forza" economico industriale che noi ce la sognamo.

Complimenti per la disamina e le relative articolazioni.

Aggiungo qualche osservazione :

la Grecia che è sempre stata strutturalmente più debole dell'Italia,
paga ancora il peante fardello debitorio delle Olimpiadi,
ha un'altissima evasione fiscale ( come noi probabilmente ).
consenso sociale ai minimi termini,
corruzione e fragilità politica che si è accentuata.

E' la più probabile ( al momento un 30% di possibilità ) candidata ad uscire dall'Euro
e per questo il premio del rischio è lievitato considerevolmente.

Se tornano alla Dracma ahiahai

Comunque per l'importanza geopolitica che ricopre è probabile che a mali estremi
otterrà aiuto dal FMI.

L'Irlanda è l'altra malata grave, e questa costituisce una mezza sorpresa.
Ma vi è da dire che è stata preda della Bolla Immobiliare come la vicina Inghilterra,
ed il sistema bancario boccheggia e non poco in virtù di ciò.

Inoltre il sistema produttivo, finanziario sta franando,
poichè molti attori/investitori in gran parte esteri stanno tirando i remi in barca.

Sinceramente non la vedo assai bene.

Per l'Italia, attanagliata dal fardello debito, il vero/i costi arriveranno nel 2009/2010,
con la necessità di rifinanziare la CIG ( quadruplicherà ) e le miriadi di aziende e relativi dipendenti a rischio default/chiusura,
oltre a registare un Deficit delle Entrate IMPONENTE per il 2009,
dovuto in buona parte alla pesante recessione e per la parte rimanente dall'Evasione
che con l'attuale establishment governativo sta e pernderà sempre più piede.
 
Ecco un articolo interessante che ho appena letto.
Ce ne e' un po per tutti: Spagna, Irlanda, Grecia...e Italia
Monetary union has left half of Europe trapped in depression


By Ambrose Evans-Pritchard
Last Updated: 9:36AM GMT 18 Jan 2009

Comments 9 | Comment on this article

Events are moving fast in Europe. The worst riots since the fall of Communism have swept the Baltics and the south Balkans. An incipient crisis is taking shape in the Club Med bond markets. S&P has cut Greek debt to near junk. Spanish, Portuguese, and Irish bonds are on negative watch.

Dublin has nationalised Anglo Irish Bank with its half-built folly on North Wall Quay and €73bn (£65bn) of liabilities, moving a step nearer the line where markets probe the solvency of the Irish state.

A great ring of EU states stretching from Eastern Europe down across Mare Nostrum to the Celtic fringe are either in a 1930s depression already or soon will be. Greece's social fabric is unravelling before the pain begins, which bodes ill.

Each is a victim of ill-judged economic policies foisted upon them by elites in thrall to Europe's monetary project – either in EMU or preparing to join – and each is trapped.

As UKIP leader Nigel Farage put it in a rare voice of dissent at the euro's 10th birthday triumph in Strasbourg, EMU-land has become a Völker-Kerker – a "prison of nations", to borrow from the Austro-Hungarian Empire.

This week, Riga's cobbled streets became a war zone. Protesters armed with blocks of ice smashed up Latvia's finance ministry. Hundreds tried to force their way into the legislature, enraged by austerity cuts.

"Trust in the state's authority and officials has fallen catastrophically," said President Valdis Zatlers,
who called for the dissolution of parliament.

In Lithuania, riot police fired rubber-bullets on a trade union march. Dogs chased stragglers into the Vilnia river. A demonstration outside Bulgaria's parliament in Sofia turned violent on Wednesday.

These three states are all members of the Exchange Rate Mechanism (ERM2), the euro's pre-detention cell. They must join. It is written into their EU contracts.

The result of subjecting ex-Soviet catch-up economies to the monetary regime of the leaden West has been massive overheating. Latvia's current account deficit hit 26pc of GDP. Riga property prices surpassed Berlin.

The inevitable bust is proving epic. Latvia's property group Balsts says Riga flat prices have fallen 56pc since mid-2007. The economy contracted 18pc annualised over the last six months.

Leaked documents reveal – despite a blizzard of lies by EU and Latvian officials – that the International Monetary Fund called for devaluation as part of a €7.5bn joint rescue for Latvia. Such adjustments are crucial in IMF deals. They allow countries to claw their way back to health without suffering perma-slump.

This was blocked by Brussels – purportedly because mortgage debt in euros and Swiss francs precluded that option. IMF documents dispute this. A society is being sacrificed on the altar of the EMU project.

Latvians have company. Dublin expects Ireland's economy to contract 4pc this year. The deficit will reach 12pc of GDP by 2010 on current policies. "This is not sustainable," said the treasury. Hence the draconian wage deflation now threatened by the Taoiseach.

The Celtic Tiger has faced the test bravely. No government in Europe has been so honest. It is a tragedy that sterling's crash should have compounded their woes at this moment. To cap it all, Dell is decamping to Poland with 4pc of GDP. Irish wages crept too high during
the heady years when Euroland interest rates of 2pc so beguiled the nation.

Spain lost a million jobs in 2008. Madrid is bracing for 16pc unemployment by year's end.

Private economists fear 25pc before it is over. Spain's wage inflation has priced the workforce out of Europe's markets. EMU logic is wage deflation for year after year. With Spain's high debt levels, this is impossible.

Either Mr Zapatero stops the madness, or Spanish democracy will stop him. The left wing of his PSOE party is already peeling off, just as the French left is peeling off to fight "l'euro dictature capitaliste".

Italy's treasury awaits each bond auction with dread, wondering if can offload €200bn of debt this year. Spreads reached a fresh post-EMU high of 149 last week. The debt compound noose is tightening around Rome's throat. Italian journalists have begun to talk of Europe's "Tequila Crisis" – a new twist.

They mean that capital flight from Club Med could set off an unstoppable process.

Mexico's Tequila drama in 1994 was triggered by a combination of the Chiapas uprising, a current account haemorrhage, and bond jitters. The dollar-peso peg snapped when elites began moving money to US banks. The game was up within days.

Fixed exchange systems – and EMU is just a glorified version – rupture suddenly. Things can seem eerily calm for a long time. Politicians swear by the parity. Remember John Major's "soft-option" defiance days before the ERM blew apart in 1992? Or Philip Snowden's defence of sterling before a Royal Navy mutiny forced Britain off the Gold Standard in 1931.

Don't expect tremors before an earthquake – and there is no fault line of greater historic violence than the crunching plates where Latin Europe meets Teutonia.


Greece no longer dares sell long bonds to fund its debt. It sold €2.5bn last week at short rates, mostly 3-months and 6-months. This is a dangerous game. It stores up "roll-over risk" for later in the year. Hedge funds are circling.

Traders suspect that investors are dumping their Club Med and Irish debt immediately on the European Central Bank in "repo" actions.

In other words, the ECB is already providing a stealth bail-out for Europe's governments – though secrecy veils all.

An EU debt union is being created, in breach of EU law. Liabilities are being shifted quietly on to German taxpayers. What happens when Germany's hard-working citizens find out?

Fonte:
Daily Telegraph
http://www.telegraph.co.uk/finance/...eft-half-of-Europe-trapped-in-depression.html
 
Ecco un articolo interessante che ho appena letto.
Ce ne e' un po per tutti: Spagna, Irlanda, Grecia...e Italia
Monetary union has left half of Europe trapped in depression


By Ambrose Evans-Pritchard
Last Updated: 9:36AM GMT 18 Jan 2009


Italy's treasury awaits each bond auction with dread, wondering if can offload €200bn of debt this year. Spreads reached a fresh post-EMU high of 149 last week. The debt compound noose is tightening around Rome's throat. Italian journalists have begun to talk of Europe's "Tequila Crisis" – a new twist.

They mean that capital flight from Club Med could set off an unstoppable process.

Mexico's Tequila drama in 1994 was triggered by a combination of the Chiapas uprising, a current account haemorrhage, and bond jitters. The dollar-peso peg snapped when elites began moving money to US banks. The game was up within days.


Don't expect tremors before an earthquake – and there is no fault line of greater historic violence than the crunching plates where Latin Europe meets Teutonia.

Fonte:
Daily Telegraph
http://www.telegraph.co.uk/finance/...eft-half-of-Europe-trapped-in-depression.html

L'articolo che citi contiene alcune esagerazioni giornalistiche, ad esempio quando cita presunti giornalisti italiani che parlano di rischio "Tequila Crisis" : insomma Italia come il Messico, sì e magari come l'Uganda, il Burundi, il Togo , già che ci siamo.

Se poi usi il motore di ricerca Google News e scrivi "tequila" troverai che l'unica nota giornalistica italiana in cui si parla di "Tequila Crisis" è questa, presa da un sito che definire minore è già un eufemismo, ed è di oggi :
http://www.finanzainchiaro.it/dblog/articolo.asp?articolo=2175

dove si legge che il rischio Tequila è stato ipotizzato da un anonimo funzionario della BCE, non dai poveri giornalisti italiani che non c'entrano un bel nulla.
Piuttosto lì si fa notare che :

"Giova ricordare che in Messico a rendere devastante una situazione già grave fu la decisione dell’élite del paese di spostare capitali e fondi negli Usa quando si rese conto che la tempesta stava arrivando: una palla di neve che si autoalimentava e alla fine travolse tutto. «La situazione diverrà davvero seria se una banca dell’eurozona - italiana, spagnola, greca - comincerà e trasferire fondi a filiali tedesche o olandesi». "


In generale noto che la stampa anglosassone quando parla di Italia è un incorreggibile campionario di pregiudizi :
basti notare che spesso "onorano" l'Italia e altri paesi dell' area mediterranea con l'affettuosissimo acronimo di PIGS (che significa "maiali", in inglese : dove P sta per Portogallo, I Italia, G Grecia e S Spagna).

Direi che è meglio cercare di ragionare con la nostra testa, più che affidarsi a simili commenti della stampa anglosassone.
 
Ultima modifica:
La stampa Inglese è veramente da incorniciare. Chiama Pigs noi del sud dell'Europa e ci dice che siamo falliti, quando:
1)Ad Ottobre Gordon Brown ha dovuto varare un paccheto di 450 Miliardi di € di aiuti al sistema finanziario Britannico, interamente finanziato dal debito pubblico, pena il fallimento.
2)Oggi occorre varare un ulterione pacchetto di salvataggio per le Banche Inglesi pari a 250 Milardi di €, ancora una volta pagandolo con il debito pubblico.
In totale 700 Milardi di € in quattro mesi, in questo modo si calcola che a fine anno il Debito Publlico di sua Maestà supererà il 90% del Pil, a cui va aggiunto inoltre un indebitamento privato di oltre il 130% del Pil.
Domanda facciamo a gara tra chi è fallito e chi è strafallito???
 
Bel articolo, quello riportato da pmap, molto istruttivo sul come la politica ( il Telegraph è un giornale decisamente conservatore ) possa reinterpretare a proprio piacimento i fatti.
Carina la battuta : " Don't expect tremors before an earthquake – and there is no fault line of greater historic violence than the crunching plates where Latin Europe meets Teutonia "..

Anche se mescolando i riferimenti ai paesi baltici poi a quelli latini ed all'irlanda non si capisce dove sta la linea di demarcazione ....
Che l'attuale svalutazione della sterlina abbia in pochi mesi riportato l'UK sotto all'Italia nel ranking dei paesi piu' industrializzati evidentemente ai Tory inglesi non glielo hanno ancora detto.

Poi i riferimenti alle tequila crisis mi sembrano completamente fuori luogo.

1 il malato grave sono gli Usa
2 in europa almeno per ora da quando c'e' l'euro il FMI non ha potuto giocare il ruolo nefasto (opinione molto personale) che ha giocato nelle varie crisi centrosudamericane ( x yellow: guardati dai greci che portano doni...in questo caso :guardati dal FMI e dai suoi "aiuti"..:) ); spero che Obama da quelle parti (FMI e Banca Mondiale) faccia pulizia.....
3 operare all'interno di un sistema valutario omogeneo come l'Euro e' una delle prime difese contro le Tequila crisis che furono alimentate dalle tensioni valutarie.
4 in tempi di credit cruch si deve guardare ai sistemi paese in termini di indebitamento globale non in termini di solo debito pubblico ....

Non condivido i toni da "perfida albione" di Landing che generalizza partendo da un articolo verso un sistema dell'informazione, quello inglese, molto piu' indipendente e "democratico" del nostro.
Poi a sparare a zero sul sistema politico-finanziario italiano non e' la stampa inglese...ma la stampa mondiale.
Ora la cosa potrebbe essere frutto del retaggio di vecchi stereotipi ma potrebbe essere anche la semplice constatazione di cose assolutamente vere, che ci da fastidio sentirci dire .
In un mondo di scambi, la cosa ( cioe' se sia vero che siamo un paese di baluba ) e' purtroppo poco rilevante in quanto conta di piu' il fatto che gli altri lo pensino.
Per capire se lo pensano davvero, in economia , i numeri contano piu' dei convincimenti politici o nazionalisti ,
vediamo le prossime aste dei btp : potrebbero andare metaforicamente "deserte" o potrebbero vedere i fondi pensione inglesi che comprano a piene mani i ns. btp .........
 
.....
Gli UK avevano industrie e le hanno smantellate, e la loro unica fiorente attività era l'industria finanziaria. Adesso l'industria finanziaria è distrutta, è finita un epoca, e gli UK rimangono con un pugno di mosche.
.....

Se aggiungiamo un po' di petrolio del Mare del Nord, in effetti non resta molto agli amici inglesi, se non quella atavica forza d'anima, squisitamente anglosassone, che li ha contraddistinti nella storia.
Spero per loro che gli sia rimasta.
 
................................................

L'Irlanda è l'altra malata grave, e questa costituisce una mezza sorpresa.
Ma vi è da dire che è stata preda della Bolla Immobiliare come la vicina Inghilterra,
ed il sistema bancario boccheggia e non poco in virtù di ciò.

Inoltre il sistema produttivo, finanziario sta franando,
poichè molti attori/investitori in gran parte esteri stanno tirando i remi in barca.

Sinceramente non la vedo assai bene.

Una preoccupazione confermata da questa smentita :

19.01.09 11:55 - *EU's Almunia: Denies Ireland Will Need IMF Help
 
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