When Attitudes Become Form

  • Ecco la 67° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Nell’ultima settimana borsistica, i principali indici globali hanno messo a segno performance positive. In assenza di dati macro di rilievo, gli operatori si sono focalizzati sugli utili societari e sulle banche centrali. La stagione delle trimestrali è infatti entrata nel vivo in Europa e a Piazza Affari con oltre la metà dei 40 titoli che compongono il Ftse Mib ad alzare il velo sui conti. Per quanto riguarda le banche centrali, la Reserve Bank of Australia ha lasciato i tassi di interesse invariati, come previsto. Anche la Bank of England ha lasciato fermi i tassi, con due voti a favore di un taglio immediato sui nove totali. La Riksbank svedese ha invece tagliato i tassi per la prima volta in otto anni, riducendo il costo del denaro di 25 punti base al 3,75%, evidenziando la divergenza dell’Europa dalla linea dura della Fed. Per continuare a leggere visita il link

Alessandro Celli

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con questo primo 3D è mia intenzione, se gradite, segnalare quelle mostre e quegli eventi che in qualche modo hanno
rivoluzionato l'arte :yes::yes:

Inizio quindi dall'evento del grandissimo Harald Szeemann:bow::bow:, che nel periodo marzo / aprile del 1969
realizzò "When Attitudes Become Form " in quel di Kunsthalle Bern


Con un taglio decisamente concettuale ecco gli artisti che parteciparono:
Carl Andre, Giovanni Anselmo, Richard Artschwager, Thomas Bang, Jared Bark, Robert Barry, Joseph Beuys, Alighiero Boetti, Mel Bochner, Marinus Boezem, Bill Bollinger, Michael Buthe, Pier Paolo Calzolari, Paul Cotton, Hanne Darboven, Walter de Maria, Jan Dibbets, Ger van Elk, Rafael Ferrer, Barry Flanagan, Ted Glass, Hans Haacke, Michael Heizer, Eva Hesse, Douglas Huebler, Paolo Icaro, Alain Jacquet, Neil Jenney, Stephen Kaltenbach, Jo Ann Kaplan, Edward Kienholz, Yves Klein, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Gary B. Kuehn, Sol LeWitt, Bernd Lohaus, Richard Long, Roelof Louw, Bruce McLean, David Medalla, Mario Merz, Robert Morris, Bruce Nauman, Claes Oldenburg, Dennis Oppenheim, Panamarenko, Pino Pascali, Paul Pechter, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini, Markus Raetz, Allen Ruppersberg, Reiner Ruthenbeck, Robert Ryman, Frederick Lane Sandback, Alan Saret, Sarkis, Jean-Frédéric Schnyder, Richard Serra, Robert Smithson, Keith Sonnier, Richard Tuttle, Frank Lincoln Viner, Franz Erhard Walther, William G. Wegman, Lawrence Weiner, William T. Wiley, Gilberto Zorio..

Ed infine qualche immagine.

:bye::bye:
 

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Immenso
Harald Szeemann;)

“È evidente che la mostra organizzata da Szeemann nel 1969 è stata un’apertura verso un’immaginazione libera quanto politicamente inutile: un buon proposito di un fare rappresentativo che si connetteva alle avanguardie del modernismo. Si può assumere quale gesto morale e critico verso le proposte tradizionali del fare arte, che respingeva la realtà solo per rappresentarla e sottoporla ad un processo mimetico. Le ricerche mostrate a Berna, come in Op Losse Schroeven, realizzata in contemporanea allo Stedelijk Museum di Amsterdam, che presero il nome di Land art, Process art, Arte povera, Conceptual art, erano un ulteriore tentativo di rivalutare la dimensione pragmatica del vedere e del sentire. Vale a dire un cambio di segno espresso nell’attenzione alle tecniche e ai materiali, per esaltare una concezione poetica rispetto a una contemplativa, in cui l’essere umano è spinto a immergersi e non semplicemente guardare. Basta osservare la documentazione che riguarda l’arrivo in scena del pubblico, per capire come tale arte tendesse a un coinvolgimento fisico e corporale. Naturalmente, tale porsi è stato visto, allora, come un eccesso di negatività e di trasgressione rispetto all’istituzione. Qualcosa di ingovernabile e senza regole, che spingeva verso una demitizzazione della sacralità della pittura e della scultura: un rifiuto delle forme classiche per un’esaltazione della dimensione informe – all’epoca definita anche anti-form – della marginalità artistica. Con il suo interesse per il carattere insignificante e concreto delle materie e delle cose l’esposizione del 1969 solennizzò il carattere fortuito e caotico dell’arte, la sua permeabilità a tutti i possibili linguaggi e a tutte le possibili materie, dal piombo all’acqua, dal fuoco alla cera, dalla margarina al tubo fluorescente, dal cuoio al feltro, dai vetri rotti al ghiaccio, dalla cenere al cotone, così come a tutti gli strumenti utili, non privilegiati, dalla pala al caterpillar, dal giornale al cartellone, dalla lettura al camminare… Da cui la de-sacralizzazione di una cultura visiva che si era identificata solo con il dipingere e lo scolpire come con la dislocazione o lo spiazzamento linguistici dell’oggetto trovato. È una celebrazione del significato dell’insignificante, della realtà che si pone in sintonia proprio con il carattere effimero e temporaneo di un esistere sociale e culturale: un doppio senza valore da contrapporre a una catastrofe dei valori passati. E la sanzione prima della presenza di fare rovinoso e frammentario, dissolto e fluido, contrario ad ogni uni-dimensionalità dell’arte”.
 

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" E’ stato sicuramente l’evento che ha portato Szeemann a definire la
propria figura quale exhibition maker indipendente. A partire da qui
Szeemann ha fondato una carriera che che è stata presa come esempio
concreto da un'intera generazione di curatori.

"Attitudes", rappresenta la concezione romantica del curatore come partner dell'artista, il curatore
diventa un attore creativo, fonte di ispirazione per l’artista, che genera
idee originali e crea struttura affinché l’opera diventi materia
d’esposizione e gesto collettivo.

E’ stato il promotore e il sostenitore della nuova arte emersa negli anni '60, in tutta la diversità delle sue forme, dal
concettualismo al post minimalismo americano, dalla Land Art all’Arte Povera Italiana"
 

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Carlo Alessandro, questi tuoi contributi mantengono vivo il forum con argomenti che arricchiscono e mantengono viva l'attenzione su quello che dovrebbe essere lo spirito del forum stesso, troppo impegnato recentemente in discussioni su televendite e partigianerie.
Bravo !
 
Da appassionato di Munari e collegandoni ai 3D di Garau e Veronesi, rispondo con la prima esposizione del MAC nel dicembre '48 alla Libreria Salto a Milano.
:bow::) Ciao!!

Movimento Arte Concreta (MAC)

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