Carissimo ambrosio,
Premettendo & scrivendolo nuovamente nero su bianco come peraltro vado qui sul forum facendo dal' ormai lontanissimo 18-07-2007
sono lieto del tuo interesse per il lavoro di Liliana Moro che credo sia ,insieme ad Arienti ed Airò, una delle esponenti più significative di questa generazione di artisti.
Detto ciò però
mi sembri troppo severo (
) quando scrivi certe cose rivolte ( anche
) a me.
Mi spiego meglio, se scrivi su google: “finanzaonline” + “Liliana Moro” vedrai che sono sempre stato qui sul forum, il primo quando non l'unico ( alcuni -pochissimi- hanno scritto di lei però sempre in risposta a mie precise domande poste loro su di lei ) a scrivere SEMPRE e sempre EGREGIAMENTE di lei e del suo Lavoro.
Quindi visto che ormai è assodato che
NON http://www.finanzaonline.com/forum/...biare-il-destino-artistico-di-un-artista.html e assodato che qui sul forum io sia ( almeno tra chi scrive pubblicamente e non chi legge solo ) il più grande “piccolo fans” della Moro,
non mi piace quando scrivi “E magari tu come altri non l'acquisterai neanche quando (credo già ora), costi 2000 euro ogni foglio A4” come se avere 2.000 Euro da investire “d'amblè” sia cosa banale e immediata.
Uno perché dai 4.500 + i.v.a. Euro richiesti per la serie dei 4 disegni inscindibili “dei cani” a 2.000 vi è una bella differenza ( ed a 2.000 potrei anche arrivarci, sempre con sacrificio economico ! ) e
Due perché ad oggi non ho trovato alcuna Opera della Moro su foglio “A4” che mi piace, anzi a dir il vero non ho mai trovato/avuto risposta a mie mail spedite a tutti i Galleristi che la trattano o l'hanno trattata di proposte di Lavori di quel formato ( o similari ) e comunque a cifre alle quali ( con sacrificio economico ! ) potrei anche arrivare.
Come diceva bene l'”Amico dell'Arte” Reportage nel suo messaggio numero 1574 alla pagina web
http://www.finanzaonline.com/forum/...io-artistico-p-p-nr-7-a-158.html#post31533094 :
“Grazia Toderi è ben messa anche se il suo mercato è di protezionismo assoluto come quello di Eva Marisaldi e Luca Vitone e Mario Airò. Molta qualità, ma troppe poche opere per poter fare un mercato internazionale, rischiano la situazione di Remo Salvadori, Bagnoli e Diego Esposito: conosciuti ed apprezzati, cari, ma non acquistati.”
Non vorrei, ritornando ai tuoi quesiti, che molti Artisti avendo un Mercato talmente “di nicchia” siano cari perché vendendo molto meno devono comunque “guadagnare” ( GIUSTAMENTE dico io ! ) lo stesso anche loro. Mi esprimo meglio, visto che sono pochi quelli che li acquistano ( almeno ad oggi ), quei pochi sono disposti a pagare di più di quello che il mercato direbbe ( sempre ad oggi ) pur di possedere un loro Lavoro.
E ripeto mi permetto di dire questo perché io AMO ( già oggi ) la loro produzione e gli STIMO come Artisti.
Per concludere, visto che ultimamente non sento più parlare, o meglio non sento mai parlare abbastanza, come sarebbe invece giusto fare sempre, di violenza sulle donne, mancanza di pari opportunità tra uomo & donna, infibulazione, ecc.
voglio spendere due parole io a difesa delle donne e dei loro sacrosanti diritti, e voglio quindi parlare di un Lavoro di Liliana Moro ( capolavoro, almeno per me ) del 1988, “Casa Circondariale” 4 specchi retrovisori per camion, Casa Circondariale di Novi Ligure.
Con Amicizia & Stima.
investart
P.S. : ma ci incontreremo/sentiremo mai personalmente noi due ?!?!?!
Perchè a dri la verità sottoscrivo al 100% quello che hai detto sopra
Questa era il post su cui volevo maggiormente continuasse la conversazione. Ora, caro Invest, non devi mai sentirti addosso critiche personali, lo sai che sono spesso caustico, forse faccio anche incavolare qualcuno, ma cerco sempre di ancorarmi ai fatti. Quindi nulla di personale. Però - ecco quello si - con quell'esempio mi permettevo di prenderti "da cavia" (lo dico amicalmente): perchè trovo sia uno di grandi temi poco compresi dal mercato e da chi compra arte.
Cosi come lo è quello che poni tu, riguardo al "volume" del mercato. Ma ci arrivo dopo.
Iniziamo col dire cosi: spazziamo via ogni esempio, prendiamo in astratto una consolidata artista (abbiamo detto Moro),ma per non saper ne leggere ne scrivere prendiamo Arienti. A me chiesero 1400 tra il 2002 e il 2004. Non ricordo il momento con precisione, comunque si trattava di un disegno "oggi sposi", A4. Disegno colorato, comunque opera su carta. Credo oggi si dovrebbe parlare di almeno 2000 per ogni A4. Trovo sia logico presupporlo anche per Moro, poi se mi sbaglio, mi sbaglio di poco,ma mi tollererete.
Cosa succede, succede che spesso, e non è il caso dei galleristi di Moro o di Arienti, come abbiamo già visto, molti collezionisti "propongono" una cifra, e non di rado molti galleristi accettano. E questo è molto molto negativo, ed il primo che ci perde è proprio il collezionista che sta compiendo l'investimento. Se poi si calcola che spesso il gallerista che si piega a tali logiche non tratta proprio pezzi consolidati, ma giovanissimi artisti tutti "da farsi", beh allora la cosa è ancora piu grave. Certo, perchè molti non si rendono conto che il primo ad esser interessato alla conferma del prezzo è proprio chi compra. Comprare non è solo diventare possessori di un'opera d'arte,ma anche partecipare, passando da interessati a sostenitori, alla crescita del prezzo di un dato artista. Se tutti facessero a gara, come spesso abbiamo visto succedere, perchè il prezzo s'abbassi - vien da sè - che il prezzo non si alzerà mai. Questo molti collezionisti non lo capiscono, anzi a loro pare di aver fatto un'ottima cosa ad abbassare il più possibile. QUESTO DISCORSO VALE SOLO PER ARTISTI SENZA MERCATO SECONDARIO. Perchè per quelli, nel caso vi sia una massa troppo ampia di opere sul mercato,e le aste sono un mercato secondario non controllabile per definizione (salvo casi artatamente pilotati che costituiscono specchietti per le allodole), di fatto è un via libera all'abbassamento del prezzo. Ed anche questo è un fatto. Prendi ad esempio Rabarama (solo per non voler toccare molti artisti anni 90 meno solidi di altri). Qualche post fa, addirittura, non voglio dire ne nome ne cognome, ma tu lo ricorderai di certo, un amico chiedeva il perchè, un certo artista poco più che trentenne, non fosse reperibile nelle aste! Ma come? Se uno ha si e no qualche anno di carriera alle spalle e già lo trovi alle aste (poi c'è anche da vedere quale casa d'asta ...stendiamo un velo...) è meglio che ti preoccupi un pochetto. Eppure anche questi sono sintomi di quanto sia radicata l'opinione che tra gli obbiettivi del collezionismo vi sia anche quello di acquistare "al miglior prezzo assoluto". Anche a costo di passar da una casa d'asta di "ampie vedute", pur di portare a casa un giovanissimo. Non rendendosi neanche conto che si partecipa ad uno strumento depressivo per il prezzo dell'artista giovane di turno (non confondiamo la cosa con Fontana o altri maestri del '900).
In altre parole: alla base della logica di chi volesse (oh te lo gia ricordato che non centri nulla tu - sto solo parlando in astratto -eh!) arrivare al minimo prezzo d'acquisto possibile , c'è la mancanza prospettica riguardo all'acquisto come strumento per consolidare i parametri economici di un artista. Insomma, in altre parole "Io acquisto bene, poi sarà il mercato a far crescere le cifre": quasi che, a quel "mercato", questo dato collezionista non appartenga affatto. E neppure pensando che, cosi come abbassando la cifra a te, il gallerista - con ogni probabilità - la abbasserà anche al prossimo e così via...
Altro discorso, saggio e interessante, ache quello che tu proponi riguardo il volume del mercato di un artista. Causato, non di rado, da galleristi troppo protezionisti. E' il caso di Moro, sicuramente. Ma non è il caso di Arienti. Sia perchè (so che Moro in passato lavorò con una galleria di Berlino ma non ora - Medhi Chouakri - e forse Dvir di Tel aviv - ma non ora -) i vettori di acquisto sono su più gallerie, sia perchè, comunque, Arienti trovo passi in asta (non è un giovane artista non confondiamoci) in maniera libera, senza esser pilotato, e viaggiando sempre su cifre molto rispettabili.
Moro ha come vantaggio di esser ben concentrata, se un domani (ma non trovo questo veramente probabile) una grande gallera , meglio più di una, volesse prendere in mano il discorso, si potrebbe controllare quasi tutta la produzione precente. Pensa a Airò e Marisaldi , entrambi con Rusconi, ora non ha più la sede aperta, ma l'operazione potrebbe esser la medesima. Certo per far galoppare artisti che dovrebbero ormai costare decine di migliaia di euro, e sono molto fermi, ce ne vuole... NOn vedo nessuno in italia capace di farlo. Pessoli , per esempio, aveva la stessa maniera di Moro, solo che ha avuto la saggezza di distribuire il proprio lavoro anche su gallerie estere. E spesso di primissimo piano. Oggi è in una fase molto più interessante dei suoi coetanei pittori. Dieci anni fa costava meno di molti suoi coetanei pittori, specie connazionali.