tonifurente
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CHE FARE ?? Licenziamento e perdita dei requisiti per partecipare al fondo di categoria CONCRETO
Ciao a tutti,
voglio chiedere il parere di chi è più esperto di me su un problema impellente che mi si è presentato e su cui devo prendere una decisione rapida.
Ho lavorato per 15 anni presso una grande industria di materiali da costruzione che da un po' di anni ha utilizzato la CIG per lasciare a casa centinaia di persone con lo scopo di liberarsene fiaccandone qualsiasi speranza di tornare a lavoro. Dopo lunga e sofferta decisione, a dicembre 2014, ho scelto di accettare il licenziamento del datore del lavoro in cambio di una buonuscita.
Inoltre da metà dell'anno 2000 avevo deciso di versare tutto il TFR (quota di contribuzione 100%) nel fondo di categoria (CONCRETO) assieme all'integrazione volontaria sia mia che del datore di lavoro.
Il fondo nel corso degli anni precedenti ha reso mediamente 3-4% quindi oggi mi trovo ad avere 50k di TFR lordo (da tassare). Ho fatto la richiesta presso il datore di lavoro, con il modulo fornito da CONCRETO per riscattare l'intera posizione sopratutto alla luce del giochino del governo Renzi che ha portato la tassazione delle rendite dei fondi previdenziali di categoria dall' 11.5% al 20% mediante la approvazione della legge di stabilità della settimana di natale 2014 !
Quindi ho compilato il modulo e l'ho mandato al datore di lavoro.
Oggi ricevo una telefonata dal responsabile del fondo che mi parla delle sorti belle e mirabolanti del fondo stesso (https://www.fondoconcreto.it/index.php?param=560&des=). Qualche preoccupazione la deve avere anche lui: si tenga conto che assieme a me sono usciti almeno 80 dalla mia azienda e chissà quanti altri nell'intero comparto in Italia. È probabile che le richieste di riscatto siano massive.
Lui mi spiega le varie ipotesi sulla scelta di come gestire quel denaro e le imposte che ne deriveranno (senza entrare nello specifico nonostante la mia richiesta di un bel foglio xls descrittivo), parlando di una tassazione ridotta per ogni anno di contribuzione (non ho capito su cosa) che scatta dal 15esimo anno (che per me arriva nel 2015 ossia quando sono licenziato) cercando, ovviamente, di parteggiare perché il denaro rimanga nel fondo.
Le ipotesi disponibili sono le seguenti:
A) il RISCATTO, per un importo pari al 50% della posizione individuale accantonata, per effetto di:
• Mobilità (tassazione favorevole rispetto al punto C);
• Invalidità permanente con riduzione della capacità lavorativa a meno 1/3;
• Cassa integrazione guadagni ordinaria o straordinaria (a zero ore e per un periodo minimo di 12 mesi);
B) il RISCATTO dell’ intera posizione individuale accantonata, per effetto di:
• Invalidità permanente con riduzione della capacità lavorativa a meno 1/3;
• Inoccupazione superiore a 48 mesi;
• Risoluzione del rapporto di lavoro per raggiungimento età pensionabile con iscrizione superiore a 5 anni;
C) il RISCATTO dell’intera posizione individuale accantonata, per effetto di:
• Licenziamento per giustificato motivo oggettivo;
• Fallimento azienda;
• Mobilità (tassazione meno favorevole rispetto al punto A);
• Risoluzione del rapporto di lavoro per raggiungimento età pensionabile con iscrizione inferiore a 5 anni;
D) il RISCATTO dell’intera posizione individuale accantonata, per effetto di:
• Dimissioni volontarie;
• Cambio contratto senza risoluzione del rapporto di lavoro;
• Passaggio a dirigente;
• Fine contratto a tempo determinato;
• Licenziamento per giusta causa;
• Altre Cause (specificare)_______________
E) il MANTENIMENTO:
• Mantenimento della posizione contributiva maturata senza versare ulteriori contributi;
Io ho già mandato, poco prima di natale, il modulo al datore di lavoro con l'IPOTESI D1)
Il responsabile del fondo mi ha detto che una volta che il datore di lavoro gira la richiesta a Roma questa diventa subito effettiva ed irreversibile.
Io non so se è bene portare fuori tutto e metterli da qualche parte (in un altro fondo monetario o simile poco redditizio ma che non intacchi il capitale). Non se è più conveniente portarli a casa ora e subito e gestirmeli in proprio oppure lasciarli lì, anche se non sono più integrati da altro, (a meno che non versi io autonomamente) pagandone le spese di gestione (https://www.fondoconcreto.it/index.php?param=479) che ammontano a circa (secondo quanto dichiarato nel 2014 per il 2013) "allo 0.13% della retribuzione ai fini del calcolo del TFR (costi amministrativi) + costo indirettamente a carico dell'aderente, calcolato sul montate maturato per un'incidenza annuale pari al valore indicato, con calcolo giornaliero dei ratei 0.16%".
Se io faccio il rapporto tra quanto versato e quanto pagato come spese a carico tra il 04/12 e il 03/13 trovo che le spese direttamente sostenute da me sono state di circa 1.76%
Tra l'altro, e qui rasentiamo la pazzia italiana, nessuno è in grado di dirmi a quanto ammonterà la tassazione sulla mia posizione visto che ci sono almeno 3 livelli di tassazione diversi che agiscono. E nessuno,a parte loro., è in grado di farmi un foglio comprensibile. Quindi sono perso.
Che fare ?
Continuare nell'ipotesi D1 ? scrivere subito e di nuovo al datore di lavoro ed optare per l'ipotesi E rimandando la decisione ? Oppure spingere per l'ipotesi A1 (che è la soluzione intermedia ma non mi piace affatto) .
Certo che se facessero i calcoli e ti presentassero un foglio excel con le varie opzioni sarebbe anche più semplice capire; mentre in Italia si usano tante parole, tanti avverbi ma si nascondono quelle 2 o 3 osservazioni importanti che ora mi sfuggono.
E sono confuso, MOLTO.
Spero che qualcuno possa farmi un po' di luce o indicarmi chi può darmi qualche spiegazione approfondita
Ciao a tutti,
voglio chiedere il parere di chi è più esperto di me su un problema impellente che mi si è presentato e su cui devo prendere una decisione rapida.
Ho lavorato per 15 anni presso una grande industria di materiali da costruzione che da un po' di anni ha utilizzato la CIG per lasciare a casa centinaia di persone con lo scopo di liberarsene fiaccandone qualsiasi speranza di tornare a lavoro. Dopo lunga e sofferta decisione, a dicembre 2014, ho scelto di accettare il licenziamento del datore del lavoro in cambio di una buonuscita.
Inoltre da metà dell'anno 2000 avevo deciso di versare tutto il TFR (quota di contribuzione 100%) nel fondo di categoria (CONCRETO) assieme all'integrazione volontaria sia mia che del datore di lavoro.
Il fondo nel corso degli anni precedenti ha reso mediamente 3-4% quindi oggi mi trovo ad avere 50k di TFR lordo (da tassare). Ho fatto la richiesta presso il datore di lavoro, con il modulo fornito da CONCRETO per riscattare l'intera posizione sopratutto alla luce del giochino del governo Renzi che ha portato la tassazione delle rendite dei fondi previdenziali di categoria dall' 11.5% al 20% mediante la approvazione della legge di stabilità della settimana di natale 2014 !
Quindi ho compilato il modulo e l'ho mandato al datore di lavoro.
Oggi ricevo una telefonata dal responsabile del fondo che mi parla delle sorti belle e mirabolanti del fondo stesso (https://www.fondoconcreto.it/index.php?param=560&des=). Qualche preoccupazione la deve avere anche lui: si tenga conto che assieme a me sono usciti almeno 80 dalla mia azienda e chissà quanti altri nell'intero comparto in Italia. È probabile che le richieste di riscatto siano massive.
Lui mi spiega le varie ipotesi sulla scelta di come gestire quel denaro e le imposte che ne deriveranno (senza entrare nello specifico nonostante la mia richiesta di un bel foglio xls descrittivo), parlando di una tassazione ridotta per ogni anno di contribuzione (non ho capito su cosa) che scatta dal 15esimo anno (che per me arriva nel 2015 ossia quando sono licenziato) cercando, ovviamente, di parteggiare perché il denaro rimanga nel fondo.
Le ipotesi disponibili sono le seguenti:
A) il RISCATTO, per un importo pari al 50% della posizione individuale accantonata, per effetto di:
• Mobilità (tassazione favorevole rispetto al punto C);
• Invalidità permanente con riduzione della capacità lavorativa a meno 1/3;
• Cassa integrazione guadagni ordinaria o straordinaria (a zero ore e per un periodo minimo di 12 mesi);
B) il RISCATTO dell’ intera posizione individuale accantonata, per effetto di:
• Invalidità permanente con riduzione della capacità lavorativa a meno 1/3;
• Inoccupazione superiore a 48 mesi;
• Risoluzione del rapporto di lavoro per raggiungimento età pensionabile con iscrizione superiore a 5 anni;
C) il RISCATTO dell’intera posizione individuale accantonata, per effetto di:
• Licenziamento per giustificato motivo oggettivo;
• Fallimento azienda;
• Mobilità (tassazione meno favorevole rispetto al punto A);
• Risoluzione del rapporto di lavoro per raggiungimento età pensionabile con iscrizione inferiore a 5 anni;
D) il RISCATTO dell’intera posizione individuale accantonata, per effetto di:
• Dimissioni volontarie;
• Cambio contratto senza risoluzione del rapporto di lavoro;
• Passaggio a dirigente;
• Fine contratto a tempo determinato;
• Licenziamento per giusta causa;
• Altre Cause (specificare)_______________
E) il MANTENIMENTO:
• Mantenimento della posizione contributiva maturata senza versare ulteriori contributi;
Io ho già mandato, poco prima di natale, il modulo al datore di lavoro con l'IPOTESI D1)
Il responsabile del fondo mi ha detto che una volta che il datore di lavoro gira la richiesta a Roma questa diventa subito effettiva ed irreversibile.
Io non so se è bene portare fuori tutto e metterli da qualche parte (in un altro fondo monetario o simile poco redditizio ma che non intacchi il capitale). Non se è più conveniente portarli a casa ora e subito e gestirmeli in proprio oppure lasciarli lì, anche se non sono più integrati da altro, (a meno che non versi io autonomamente) pagandone le spese di gestione (https://www.fondoconcreto.it/index.php?param=479) che ammontano a circa (secondo quanto dichiarato nel 2014 per il 2013) "allo 0.13% della retribuzione ai fini del calcolo del TFR (costi amministrativi) + costo indirettamente a carico dell'aderente, calcolato sul montate maturato per un'incidenza annuale pari al valore indicato, con calcolo giornaliero dei ratei 0.16%".
Se io faccio il rapporto tra quanto versato e quanto pagato come spese a carico tra il 04/12 e il 03/13 trovo che le spese direttamente sostenute da me sono state di circa 1.76%
Tra l'altro, e qui rasentiamo la pazzia italiana, nessuno è in grado di dirmi a quanto ammonterà la tassazione sulla mia posizione visto che ci sono almeno 3 livelli di tassazione diversi che agiscono. E nessuno,a parte loro., è in grado di farmi un foglio comprensibile. Quindi sono perso.
Che fare ?
Continuare nell'ipotesi D1 ? scrivere subito e di nuovo al datore di lavoro ed optare per l'ipotesi E rimandando la decisione ? Oppure spingere per l'ipotesi A1 (che è la soluzione intermedia ma non mi piace affatto) .
Certo che se facessero i calcoli e ti presentassero un foglio excel con le varie opzioni sarebbe anche più semplice capire; mentre in Italia si usano tante parole, tanti avverbi ma si nascondono quelle 2 o 3 osservazioni importanti che ora mi sfuggono.
E sono confuso, MOLTO.
Spero che qualcuno possa farmi un po' di luce o indicarmi chi può darmi qualche spiegazione approfondita
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