La migliore tra tutte le strategie di investimento ETF - parte II‎

grillotalpa

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Ricominciamo da qui
http://www.finanzaonline.com/forum/showthread.php?t=1126171&page=44

LucaVa; ha scritto:
Per quanto riguarda le medie mobili ho trovato interessante questo link:
http://www.qvmgroup.com/invest/archives/3418

Interessante articolo:clap:, al posto di cross mm200 con prezzo e operazioni 1 volta la mese (Faber), propone cross mm200 con mm100 (meglio se prezzo>delle mm), ma il concetto rimane quello_OK!

Interessante il fatto che l'articolo proponga di applicarlo in generale a qualsiasi ETF, cosa che mi trova abbastanza d'accordo_OK!

In pratica quando l'azionario va giu' i bond dovrebbero andare su per cui consiglia di passare su quelli.

Volendo tenere semplice il TS, credo che i punti decisivi siamo:
1) asset allocation -> scelta degli ETF
2) cosa fare con la liquidità: la strategia inversa applicata su ETF short funziona?

PS voi che software usate per testare i TS?
 
Interessante il fatto che l'articolo proponga di applicarlo in generale a qualsiasi ETF, cosa che mi trova abbastanza d'accordo_OK!


E' vero, pero' attenzione a questo passaggio:

Of course, there is no certainty that other indexes on bonds and foreign assets, or individual stocks will behave as nicely with this kind of trend signal as the S&P 500 did, but the broader the index, the more likely it behave similarly, we would think.


Ciao,
Luca
 
Mi sono riletto tutto il materiale che in qualche modo abbiamo visto in questi mesi. Esaminando il paper di Faber ed in particolare la tabella di pagina 26, dopo averla riportata in excel, mi sono reso conto che se immaginiamo un ipotetico investitore che inizi l'investimento nel 1975 (evitando la perdita del 11,80% del 1974...) fino al 2007 sarebbe stato in vantaggio con il B$H rispetto alla strategia e questo senza considerare i costi di transazione, diretti ed indiretti.
Il segreto della strategia è la diversificazione ed il ribilanciamento, non la MM che ci inonda di segnali, anzi, se si trovasse una MM che ci desse solo due segnali (1974 e 2008) in 35 anni sarebbe molto meglio.
 
fino al 2007 sarebbe stato in vantaggio con il B$H rispetto alla strategia e questo senza considerare i costi di transazione, diretti ed indiretti.

A me avevano insegnato che "si sta dentro tanto i soldi servono fra 30 anni".
Nel 2007 sapevo che le borse sarebbero scese (non pensavo certo cosi' tanto) ma sono rimasto dentro, a parte un piccolo alleggerimento.

Recentemente ho trovato due analisi che fanno sicuramente pensare (gia' postato link al sito in questo forum, scusate):

http://dshort.com/articles/2010/mega-bear-quartet.html
http://dshort.com/articles/2010/mega-bear-2000.html


E' vero che uno non deve aver necessariamente investito ai massimi, pero' sono 10-20 anni di perdita!

Ciao,
Luca
 
Cerco di chiarire il mio pensiero: se il portafoglio è ben diversificato con asset il piu possibile decorrelati, risponde gia bene alle varie situazioni di mercato ed offre un certo rendimento. L'applicazione della strategia riduce il rendimento anche negli anni buoni (anche se migliora altri parametri del portafoglio) e tanto piu lo riduce quando non si è in presenza di trend definiti, per il fatto che comunque ci presenta dei segnali in ritardo o sbagliati e ci tiene fuori dal mercato.
L'ideale sarebbe poter avere segnali di uscita molto limitati, solo per evitare i grossi DD (sarebbe bello.....)
Per il resto sarebbe meglio cercare di migliorare la diversificazione e la decorrelazione degli asset del portafoglio.
 
Cerco di chiarire il mio pensiero: se il portafoglio è ben diversificato con asset il piu possibile decorrelati, risponde gia bene alle varie situazioni di mercato ed offre un certo rendimento. L'applicazione della strategia riduce il rendimento anche negli anni buoni (anche se migliora altri parametri del portafoglio) e tanto piu lo riduce quando non si è in presenza di trend definiti, per il fatto che comunque ci presenta dei segnali in ritardo o sbagliati e ci tiene fuori dal mercato.
L'ideale sarebbe poter avere segnali di uscita molto limitati, solo per evitare i grossi DD (sarebbe bello.....)
Per il resto sarebbe meglio cercare di migliorare la diversificazione e la decorrelazione degli asset del portafoglio.

Scusa ma a guardare il grafico a posteriori sono bravissimo pure io a trovare il giusto timing di entrata e uscita!:cool:

Sono abbastanza d'accordo per la decorrelazione dell'asset, anche se ormai la maggior parte degli indici + importanti è correlata.
 
Scusa ma a guardare il grafico a posteriori sono bravissimo pure io a trovare il giusto timing di entrata e uscita!:cool:
.

Intendevo dire che in quell'esempio di pagina 26 solo il fatto di aver preso come data iniziale il 73 e finale 2009 la "strategia" e migliore del B&H mentre dal 75 al 2008 la strategia avrebbe fatto perdere qualcosa, magari anche molto considerandio pure i costi delle transazioni. Quindi meglio poche uscite dal mercato piuttosto che una serie di segnali ad ogni "stormir di fronde"
Sempre che sia possibile.....
 
Come è stato ben evidenziato da Reef, uno dei maggiori problemi di questo sistema è la copertura degli asset sul rischio cambio.

Oltre al già citato ETF coperto sulle commodities (DB Liquid Commodity Index Optimum Yield
Balanced TR), ne esiste un altro sull'obbligazionario mondiale:

db x-trackers GLOBAL SOVEREIGN EUR HEDGED INDEX ETF - ISIN LU0378818131

L’indice Deutsche Bank Global Investment Grade Sovereign EUR Hedged copre la maggior parte del debito mondiale emesso da Stati Sovrani. L’indice è composto da obbligazioni a tasso fisso emesse da 21 Mercati Sviluppati ed è di tipo Total Return, ciò vuol dire che le cedole pagate da ciascuna obbligazione sono di volta in volta reinvestite all’interno dell’Indice. L’indice GSEH offre inoltre la copertura dal rischio di cambio esistente sulle obbligazioni non denominate in euro bloccando il tasso attraverso la sottoscrizione di contratti forward ad un mese.
La composizione dell’indice e i rispettivi pesi sono determinati mensilmente e tale procedura tiene conto dell’ammontare dei titoli obbligazionari in circolazione.
Le obbligazioni costituenti l’indice devono essere emesse da Stati Sovrani aventi rating pari ad investment grade e classificati come Paesi Sviluppati. Inoltre i titoli devono essere denominati nella moneta del Paese emittente.
Attualmente l’indice GSEH copre il debito emesso dalle seguenti nazioni: Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Italia, Olanda, Norvegia, Nuova Zelanda, Portogallo, Spagna, Stati Uniti, Svezia e Svizzera.


Esistono ETF analoghi con sottostante azionario MSCI WORLD ?
 
Come è stato ben evidenziato da Reef, uno dei maggiori problemi di questo sistema è la copertura degli asset sul rischio cambio.

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Cerco di chiarire il mio pensiero: se il portafoglio è ben diversificato con asset il piu possibile decorrelati, risponde gia bene alle varie situazioni di mercato ed offre un certo rendimento. L'applicazione della strategia riduce il rendimento anche negli anni buoni (anche se migliora altri parametri del portafoglio) e tanto piu lo riduce quando non si è in presenza di trend definiti, per il fatto che comunque ci presenta dei segnali in ritardo o sbagliati e ci tiene fuori dal mercato.
L'ideale sarebbe poter avere segnali di uscita molto limitati, solo per evitare i grossi DD (sarebbe bello.....)
Per il resto sarebbe meglio cercare di migliorare la diversificazione e la decorrelazione degli asset del portafoglio.


La diversificazione riguarda anche le valute

V. Baselli | 28-10-09 . Avere l’intero patrimonio esposto ad una sola moneta non è una buona idea.
Non a caso, la maggior parte dei comparti, azionari e non, attivi fuori dall’Eurozona non si copre dal rischio di cambio. Infatti, secondo i dati di Morningstar, solo il 5% circa di questo tipo di fondi vendibili in Italia offre anche copertura dal rischio di cambio. I gestori, di norma, comprano i titoli (azionari o a reddito fisso) direttamente sulle Borse straniere usando valuta del posto e questo è quanto. Come risultato i rendimenti del comparto sono completamente esposti ai movimenti dei cambi tra valute. Questo, però, non è necessariamente un male per gli investitori. Infatti, in questo modo, essi ottengono anche una diversificazione tra valute oltre che tra titoli.
Insomma, il principio base è sempre lo stesso: don’t put all your eggs in one basket, ovvero non mettere tutte le uova nello stesso paniere. Rischiano di rompersi tutte insieme.
....

http://www.morningstar.it/it/funds/article.aspx?lang=it-IT&articleID=83638&categoryID=417
 
Poi se la tua view è positiva sul dollaro è un altro discorso.

Certo, questo è il punto. Io abito in Italia e scambio euro, gestire due fattori di rischio contemporaneamente non mi va.

Comunque, senza offesa a chi ha iniziato questo capitolo 2', secondo me era utile chiedere a P.A.T. di aprirlo, magari con uno sforzo di sintesi.
Non ho mai amato i capitoli successivi che dicono "veniamo da qua" (e molti non specificano nemmeno quello). Sarebbe stato comunque utile fare il punto, non rimandare per forza alla rilettura completa della prima discussione. L'ottimo esempio è quello dei fondi chiusi immobiliari.
 
Certo, questo è il punto. Io abito in Italia e scambio euro, gestire due fattori di rischio contemporaneamente non mi va.

Sono pienamente d'accordo a meta' ;)

Come ho postato altrove, la correlazione degli ultimi anni tra sp500 e mercato euro e' 0.9 circa (solo un esempio).
Allora che senso ha diversificare sui diversi mercati azionari?
Se, invece, non ci copriamo dal cambio la correlazione diminuisce, che e' una buona cosa in questo contesto.

Questo per quanto riguarda l'azionario, mentre le commodities mi turbano gia' di piu'.
Supponiamo di avere case, obbligazioni ed estoxx (equivalente di sp500 per Faber) in euro. Mettere anche tutto l'azionario mondiale in dollari (CHF, GBP, YEN etc) non mi preoccupa particolarmente, sarebbe massimo il 20% circa del portafogli.
Aggiungergi anche le commodities, pero', porta al 40%, che puo' iniziare a fare differenza.

In sintesi: 20% esposto ai cambi e' ok (anche in linea con Faber) ma di piu' no. Cosa ne pensate?

Ciao,
Luca

PS: Del resto anche la strategia di Faber iniziale assegna solo un 20% al mercato USA, che e' meno della sua capitalizzazione. Ma credo non si debba dimenticare che l'esempio di Faber vuole essere solo un esempio e che molte monete mondiali seguono il dollaro piu' che l'euro.
 
Sono pienamente d'accordo a meta' ;)

Come ho postato altrove, la correlazione degli ultimi anni tra sp500 e mercato euro e' 0.9 circa (solo un esempio).
Allora che senso ha diversificare sui diversi mercati azionari?
Se, invece, non ci copriamo dal cambio la correlazione diminuisce, che e' una buona cosa in questo contesto.


Sicuro di questi dati ?

Dal 1995, la correlazione sui rendimenti mensili del DJ eurostoxx con i mercati da te citati a me risulta essere la seguente:

S&P500 = 0,75 (sempre alta comunque)

MSCI WORLD = 0,79

MSCI WORLD/EuroDollaro = 0,83 (ETF non coperto)

Qualcuno è in grado di confermare o meno questi dati ?

Se così fosse, anche sotto il punto di vista della minore correlazione, sarebbe addirittura migliore un ETF coperto dal cambio.

Ma a mio avviso nocciolo del discorso è un altro: il rischio cambio su una sola valuta non puoi considerarlo esclusivamente da tale unico punto di vista, ti basti pensare che il recente fenomeno dei carry trade sul dollaro ha completamente invertito la classica correlazione positiva azionario-dollaro.
 
Certo, questo è il punto. Io abito in Italia e scambio euro, gestire due fattori di rischio contemporaneamente non mi va.

Comunque, senza offesa a chi ha iniziato questo capitolo 2', secondo me era utile chiedere a P.A.T. di aprirlo, magari con uno sforzo di sintesi.
Non ho mai amato i capitoli successivi che dicono "veniamo da qua" (e molti non specificano nemmeno quello). Sarebbe stato comunque utile fare il punto, non rimandare per forza alla rilettura completa della prima discussione. L'ottimo esempio è quello dei fondi chiusi immobiliari.

Ciao Reef, sul nostro mercato italico non ho trovato ETF al riguardo.

OK su ciò che dici rispetto alla paternità della continuazione del thread... ma spero che PAT non abbia del tutto abbandonato il progetto e che torni a scrivere.
 
Sicuro di questi dati ?

Correlazione degli ultimi 5 anni basata su dati Yahoo, calcolata da "fund manager advisor" e non controllata in altro modo.

Ti rimando all'altro thread (parte 1) per i dettagli.


Ciao,
Luca
 
Correlazione degli ultimi 5 anni basata su dati Yahoo, calcolata da "fund manager advisor" e non controllata in altro modo.

Ti rimando all'altro thread (parte 1) per i dettagli.


Ciao,
Luca

OK: mi torna sui 5 anni.

Ti allego stessi valori di cui sopra per DJ Eurostoxx 50, sempre su rendimenti mensili:

S&P500 = 0,91

MSCI WORLD = 0,92

MSCI WORLD/EuroDollaro = 0,92 (ETF non coperto)

In effetti, con questi valori avrebbe poco senso la diversificazione in azionario domestico e mondiale (coperto o non coperto).

Ciao.
 
Insomma la 10 mesi batte le altre....
 
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