Lazio - Roma, quando il calcio perde il controllo
Dura un tempo il derby capitolino. In apertura di ripresa la notizia, falsa, della morte di un bambino investito da una volante della polizia crea caos in campo e fuori. La gara viene sospesa, fuori dello stadio sono due ore di incidenti.
Ore 20.30. Inizia il derby Lazio-Roma
Ore 20.30, Rosetti fischia l’inizio di Lazio-Roma e le due squadre prendono a disputarsi un derby di ritorno dagli interessi diversi. Lo stadio Olimpico è esaurito, così come i lanci di bottiglia e le manganellate che hanno segnato, more solito, alcune fasi dell’afflusso. La partita è viva, in campo e fuori. Sul rettangolo verde si materializzano i legni di Fiore prima, di Totti poi. Sugli spalti, curve in primis, si susseguono cori e striscioni, alcuni da lacrima (di emozione o di riso), altri buoni per il cestino (”pe’ na vittoria hai portato quell’ebreo de Winter in gloria”, per esempio). Il primo tempo termina 0-0. The, aranciata e popcorn e si riparte. Almeno così doveva essere.
Il derby si ferma, il tam tam dice che è morto un bambino
Le squadre tornano in campo con gli stessi undici, il cambio però lo hanno effettuato le due curve, che ora sono più grigie. Non ci sono più gli striscioni dei gruppi, neanche le bandiere; niente biancoceleste, niente giallorosso, solamente un coro che invita a chiudere qui la partita. Rosetti fischia la riapertura delle ostilità, ma i giocatori si guardano intorno, l’ostilità adesso è altro. E’ circolata la voce che un bambino, prima della partita, durante gli incidenti, è stato investito da una volante della polizia, ed è morto. Chi? Come? Quando? Dove? Macchè, niente domande: bambino e morte insieme è immagine che arriva alla pancia, mica alla testa.
La Questura smentisce la notizia, il caos aumenta, la gara è sospesa
Sono minuti di fibrillazione. Attraverso gli altoparlanti, la Questura di Roma smentisce la notizia. Dagli spalti piovono fischi: sono per gli annunci e gli annunciatori e chiedono di sospendere la gara. Sul campo i giocatori, chi attonito e chi preoccupato, chiedono lumi; senza questi la partita non si riaccende. Entra in campo anche il prefetto Achille Serra, per scongiurare che la partita non riprenda, ovvero il disordine pubblico. Funzionano di più le parole degli ultras ed il dubbio tremendo. Via cavo arriva il lasciapassare della Lega di Galliani: Totti e colleghi infilano gli spogliatoi.
Fuori dello stadio riprendono gli incidenti, Serra chiede l’inchiesta
La partita è stata sospesa e rinviata a data da destinarsi, mentre fuori lo stadio polizia, carabinieri e guardia di finanza affrontano gruppi delle due tifoserie. Nel frattempo gli spalti si svuotano, in modo insolito. In particolare, i tifosi della curva giallorossa vengono fatti defluire attraverso il rettangolo di gioco, che dalle uscite solite arriva fumo e suono di guerriglia. Allertata dal prefetto, che avanza l’ipotesi di disordini organizzati, la Procura capitolina aprirà un fascicolo, cercando nomi, risposte e matrici dei fatti. La speranza è che, quando bottiglie e manganello sostituiscono il pallone, si getti lo sguardo a 360°.