doze
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Buongiorno,
questo è il mio primo post, vorrei arrivare a delle conclusioni, con dei pareri esperti, dopo un po' di mesi di studio sull'argomento previdenza/risparmio. Premetto che sono un dipendente pubblico, settore università, guadagno 1200 euro al mese e ho 35 anni (lavoro nel settore da due anni). Non ho nulla da parte se non 5k sul conto, la previsione di crescita della carriera è media (bassi incrementi costanti nel tempo, salvo scatti di categoria che al momento non sono ipotizzabili) e non ho spese familiari importanti (potrei averle in futuro ma per ora non sono in previsione). Divido le mie spese di affitto con la mia compagna con cui convivo.
I punti del ragionamento sono solo due:
1) Adesione a fondo pensione di categoria sì/no
La scelta tra un PIP e un fondo di categoria mi pare non si ponga nemmeno, a vantaggio del secondo. In molti tra colleghi e familiari sono però scettici a riguardo, a causa del trasferimento obbligatorio del TFR.
Il fondo di categoria di riferimento è Perseo-Sirio, il quale risulta avere tra ISC molto bassi nel lungo periodo. E' relativamente giovane, quindi non ha una base solida ed estesa di iscritti, anche se il trend è in crescita. L'unica forma di partecipazione è quella tramite un portafogli "bilanciato" (in futuro potrebbero lanciare una componente più dinamica).
Tra i pro vedo una migliore rivalutazione del TFR, la contribuzione del datore di lavoro, i costi bassi, la possibilità di riscattare per spese importanti dopo 8 anni, deducibilità fiscale equiparata a quella dei PIP. Tra i contro c'è effettivamente l'obbligatorietà della devoluzione del TFR, anche se a quanto pare l'obbligatorietà è stata eliminata (norma soggetta a contrattazione decentrata, nel mio caso ancora da recepire). In ogni caso, il montante accumulato potrà essere convertito in capitale fino al 50%.
Per me i pro superano i contro, ma i dubbi della maggior parte delle persone con cui parlo stanno facendo venire dei dubbi anche a me. Nel caso mi converrebbe aderire inizialmente con la quota minima e poi aumentarla ad ogni scatto retributivo?
2) Costruzione di una forma di risparmio complementare (nel senso da affiancare a quella previdenziale integrativa lungo periodo) si/no
Dopo un po' di approfondimenti mi pare di capire che il PAC, piano accumulo capitale, è lo strumento che più si addice a chi vuole costruire un capitale non avendo grosse cifre da parte, con dei versamenti mensili e costanti di modesta entità (100€). Quello più conveniente che ho trovato, almeno a livello di costi non esosi, è PianoPiano di Genertellife, con dei rendimenti che al momento vedono un trend al ribasso (il capitale è garantito).
Il mio dubbio però è il seguente: avendo già, eventualmente, una forma di previdenza complementare proiettata nel lungo periodo, non sarebbe meglio costruire (o aggiungere al primo) un PAC con un'esposizione un po' più dinamica? Sempre nell'ottica di tenerlo vincolato per almeno 10 anni, se non di più. Ho chiesto alla consulente Fineco di propormi qualcosa in tal senso ma un PAC 100% azionario da 50€ al mese con loro mi sembra non cambi nulla alla mia situazione, se non che mi aggiunge costi in più da sopportare.
So che sono cose di cui si è già ampiamente discusso, vorrei capire se i dubbi che ho sono infondati e quindi posso procedere con questi strumenti oppure se ve ne sono di migliori, e a che condizioni.
Grazie a tutti in anticipo per i pareri che vorrete darmi!
questo è il mio primo post, vorrei arrivare a delle conclusioni, con dei pareri esperti, dopo un po' di mesi di studio sull'argomento previdenza/risparmio. Premetto che sono un dipendente pubblico, settore università, guadagno 1200 euro al mese e ho 35 anni (lavoro nel settore da due anni). Non ho nulla da parte se non 5k sul conto, la previsione di crescita della carriera è media (bassi incrementi costanti nel tempo, salvo scatti di categoria che al momento non sono ipotizzabili) e non ho spese familiari importanti (potrei averle in futuro ma per ora non sono in previsione). Divido le mie spese di affitto con la mia compagna con cui convivo.
I punti del ragionamento sono solo due:
1) Adesione a fondo pensione di categoria sì/no
La scelta tra un PIP e un fondo di categoria mi pare non si ponga nemmeno, a vantaggio del secondo. In molti tra colleghi e familiari sono però scettici a riguardo, a causa del trasferimento obbligatorio del TFR.
Il fondo di categoria di riferimento è Perseo-Sirio, il quale risulta avere tra ISC molto bassi nel lungo periodo. E' relativamente giovane, quindi non ha una base solida ed estesa di iscritti, anche se il trend è in crescita. L'unica forma di partecipazione è quella tramite un portafogli "bilanciato" (in futuro potrebbero lanciare una componente più dinamica).
Tra i pro vedo una migliore rivalutazione del TFR, la contribuzione del datore di lavoro, i costi bassi, la possibilità di riscattare per spese importanti dopo 8 anni, deducibilità fiscale equiparata a quella dei PIP. Tra i contro c'è effettivamente l'obbligatorietà della devoluzione del TFR, anche se a quanto pare l'obbligatorietà è stata eliminata (norma soggetta a contrattazione decentrata, nel mio caso ancora da recepire). In ogni caso, il montante accumulato potrà essere convertito in capitale fino al 50%.
Per me i pro superano i contro, ma i dubbi della maggior parte delle persone con cui parlo stanno facendo venire dei dubbi anche a me. Nel caso mi converrebbe aderire inizialmente con la quota minima e poi aumentarla ad ogni scatto retributivo?
2) Costruzione di una forma di risparmio complementare (nel senso da affiancare a quella previdenziale integrativa lungo periodo) si/no
Dopo un po' di approfondimenti mi pare di capire che il PAC, piano accumulo capitale, è lo strumento che più si addice a chi vuole costruire un capitale non avendo grosse cifre da parte, con dei versamenti mensili e costanti di modesta entità (100€). Quello più conveniente che ho trovato, almeno a livello di costi non esosi, è PianoPiano di Genertellife, con dei rendimenti che al momento vedono un trend al ribasso (il capitale è garantito).
Il mio dubbio però è il seguente: avendo già, eventualmente, una forma di previdenza complementare proiettata nel lungo periodo, non sarebbe meglio costruire (o aggiungere al primo) un PAC con un'esposizione un po' più dinamica? Sempre nell'ottica di tenerlo vincolato per almeno 10 anni, se non di più. Ho chiesto alla consulente Fineco di propormi qualcosa in tal senso ma un PAC 100% azionario da 50€ al mese con loro mi sembra non cambi nulla alla mia situazione, se non che mi aggiunge costi in più da sopportare.
So che sono cose di cui si è già ampiamente discusso, vorrei capire se i dubbi che ho sono infondati e quindi posso procedere con questi strumenti oppure se ve ne sono di migliori, e a che condizioni.
Grazie a tutti in anticipo per i pareri che vorrete darmi!