Questo l'ha già detto durante il viaggio che ha fatto nel 2016
Mica è la prima volta che va in Israele, quindi di che parliamo?
Questo lo frega in scioltezza a Fini...
ahahahah
almeno i grillini furono "cacciati" perche' filopalestinesi...
Di Battista, che in un ipotetico governo cinque stelle sarà il candidato alla Farnesina, conquistò i riflettori per un ragionamento di questo tenore sull’Isis: «
Se a bombardare il mio villaggio è un aereo telecomandato io ho una sola strada per difendermi a parte le tecniche nonviolente che sono le migliori: caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana». Il terrorismo, scrisse sul blog di Grillo, resta «
la sola arma violenta rimasta a chi si ribella».
Paolo Bernini, deputato noto per le prese di posizione contro le scie chimiche,
disse al Corriere: «
Io sono antisionista. Per me il sionismo è una piaga». Vignaroli comunicò: «
Eccomi a Gerusalemme, città della pace dove l’uomo occupa, separa, violenta». La critica ai governi israeliani è scivolata, insomma, molto spesso in zone sdrucciolevoli. Nel luglio 2014 sempre Di Stefano e Sibilia presentarono un’interrogazione per chiedere l’interruzione delle commesse militari con Israele. Il primo dei due scrisse, sul blog di Grillo, un passaparola che spiega il conflitto israelo-palestinese attribuendolo tout court al sionismo: «
Comprendere a fondo il conflitto israelo-palestinese significa spingersi indietro fino al 1880 circa quando, nell’Europa centrale e orientale, si espandevano le radici del sionismo». E sul sionismo Bernini assurse a vette complottiste: «
L’11 settembre? Pianificato dalla Cia americana e dal Mossad aiutati dal mondo sionista», disse alla Camera. A chi di recente gli chiedeva se Hamas per lui è terrorista o no, Di Stefano ha risposto: «
È una questione secondaria, in questo contesto. I militanti di Hamas dicono: preferiamo morire lottando che continuare a vivere in una gabbia. Per definirli come terroristi o meno dovremmo vederli in una situazione di libertà. Cosa che in questo momento non hanno».
Già nel 2014 i cinque stelle formularono varie proposte di interruzione dei rapporti commerciali fra Italia e Israele. Ieri si sono limitati a dire che «
non facciamo accordi sui prodotti che vengono dalle colonie israeliane dei Territori». Luigi Di Maio pare assai distante da tutto questo, ma allora la visita è stata organizzata un po’ alla svelta, e qualcuno nel Movimento, con quei compagni di viaggio, gli ha teso uno sgambetto, lungo la via dell’accreditamento in Israele.