C'è poi un punto su cui Berlusconi batte molto ed è la preoccupazione che in queste ore gli viene rappresentata da molti imprenditori del Nord e non solo. Protagonisti del mondo economico gli fanno presente che il timone dell'economia è in mano ai Cinquestelle, visto che questi ultimi controllano lo Sviluppo Economico, il Welfare e le Infrastrutture. Riuscirà la Lega a fare da argine alle politiche grilline? «Più che un esecutivo sembra la sede distaccata della Casaleggio Associati», commenta Mariastella Gelmini. Ed è proprio nella qualità del rapporto con le categorie, partite Iva, piccoli industriali, artigiani, agricoltori, che Forza Italia intende investire, facendosi portatrice in Parlamento delle loro istanze. Giovanni Toti, che pure promette una opposizione «senza sconti, ma non certo astiosa», rilancia ad esempio il tema del Titolo V e delle autonomie, insieme a quello delle infrastrutture, temi strategici su cui la Lega è sensibile, M5S molto meno. Toti, però, invita Forza Italia a riflettere su cosa si vuole essere e si chieda se non serva qualcosa di più largo e diverso da un partito tradizionale.
E' chiaro che bisognerà affrontare almeno sei mesi di traversata del deserto, mettere in conto una luna di miele tra le forze di governo e l'elettorato all'insegna di un inevitabile refrain: «Lasciamoli lavorare». I conti, naturalmente, si faranno sulla lunga distanza. Ma per sopravvivere all'onda populista questa volta sarà necessario fare un lavoro in profondità, di concerto con la classe dirigente azzurra sui territori.