rational
Nuovo Utente
- Registrato
- 29/1/12
- Messaggi
- 11.958
- Punti reazioni
- 303
ROMA – Non riconoscono lo Stato e la sua autorità. Quando li hanno portati davanti al giudice, dopo l’arresto, si sono persino rifiutati di dire come si chiamano. Adesso per questa coppia di piemontesi, lui di 53 anni e lei di 49, si profila un procedimento penale per accuse gravissime: sequestro di persona, tentato sequestro e maltrattamenti in famiglia.
Venerdì scorso sono stati arrestati poche ore dopo avere portato via il figlio di sette anni dalla comunità cui era stato affidato dal tribunale per i minorenni. E’ un braccio di ferro con lo Stato che va avanti da anni. I due simpatizzano per il movimento “Esseri Umani – ufficio operativo” che fa i suoi proseliti su internet guidato da uno youtuber di Casale Monferrato: l’obiettivo è “liberarsi dalla schiavitù del sistema”.
Per raggiungerlo ci sono varie strade: nel caso dei genitori che vogliono provvedere ai propri figli, basta “non dare il consenso di giurisdizione verso un soggetto terzo”. Tradotto in linguaggio corrente, niente giudici, comunità o assistenti sociali. E’ da tempo che le aborrite autorità si occupano di questo nucleo famigliare. La coppia ha sette figli, tre dei quali ormai maggiorenni. Uno di loro ha avuto a sua volta un bimbo che non ha registrato all’anagrafe: ha provveduto il tribunale per i minorenni.
Venerdì scorso, a Torino, in corso Casale, ai piedi della collina, i genitori sono andati davanti alla comunità dove era ospitato il figlio di sette anni, hanno aggredito un’educatrice e hanno portato via il bambino. In poche ore sono stati rintracciati da una squadra congiunta di polizia, carabinieri e vigili urbani. Hanno anche opposto resistenza. Ma le manette sono scattate ugualmente.
Su Youtube i tre figli maggiorenni, insieme al promotore di “Esseri Umani – Ufficio operativo”, hanno fatto un video per rendere pubblico l’accaduto. Più di trenta minuti in cui, di fatto, lo speaker ribalta le accuse di sequestro di persona e le mette a carico delle forze dell’ordine. Alla coppia, detenuta nel carcere delle Vallette, intanto è stato affidato un avvocato d’ufficio. E loro, coerentemente, lo hanno ricusato. “Grazie, non ci interessa”. Per i figli più piccoli è stato nominato un curatore speciale. A rappresentarlo è l’avvocato Anna Ronfani: “La priorità di questa storia – sottolinea – deve essere la protezione dei bambini”.
Venerdì scorso sono stati arrestati poche ore dopo avere portato via il figlio di sette anni dalla comunità cui era stato affidato dal tribunale per i minorenni. E’ un braccio di ferro con lo Stato che va avanti da anni. I due simpatizzano per il movimento “Esseri Umani – ufficio operativo” che fa i suoi proseliti su internet guidato da uno youtuber di Casale Monferrato: l’obiettivo è “liberarsi dalla schiavitù del sistema”.
Per raggiungerlo ci sono varie strade: nel caso dei genitori che vogliono provvedere ai propri figli, basta “non dare il consenso di giurisdizione verso un soggetto terzo”. Tradotto in linguaggio corrente, niente giudici, comunità o assistenti sociali. E’ da tempo che le aborrite autorità si occupano di questo nucleo famigliare. La coppia ha sette figli, tre dei quali ormai maggiorenni. Uno di loro ha avuto a sua volta un bimbo che non ha registrato all’anagrafe: ha provveduto il tribunale per i minorenni.
Venerdì scorso, a Torino, in corso Casale, ai piedi della collina, i genitori sono andati davanti alla comunità dove era ospitato il figlio di sette anni, hanno aggredito un’educatrice e hanno portato via il bambino. In poche ore sono stati rintracciati da una squadra congiunta di polizia, carabinieri e vigili urbani. Hanno anche opposto resistenza. Ma le manette sono scattate ugualmente.
Su Youtube i tre figli maggiorenni, insieme al promotore di “Esseri Umani – Ufficio operativo”, hanno fatto un video per rendere pubblico l’accaduto. Più di trenta minuti in cui, di fatto, lo speaker ribalta le accuse di sequestro di persona e le mette a carico delle forze dell’ordine. Alla coppia, detenuta nel carcere delle Vallette, intanto è stato affidato un avvocato d’ufficio. E loro, coerentemente, lo hanno ricusato. “Grazie, non ci interessa”. Per i figli più piccoli è stato nominato un curatore speciale. A rappresentarlo è l’avvocato Anna Ronfani: “La priorità di questa storia – sottolinea – deve essere la protezione dei bambini”.