QUANDO SALVINI BLATERAVA da PONTIDA MAI PIU' con BERLUSCONI

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Pontida, Salvini: "Mai piu schiavi di Berlusconi" - Repubblica Tv - la Repubblica.it


Quando Salvini diceva: "Mai piu con Berlusconi" - Wild Italy



OVVIAMENTE IN OCCASIONE DELLE ELEZIONI DEL 4 MARZO SALVINI ERA ALLEATO A PIENO TITOLO CON BERLUSCONI

LE PESANTI PAROLE DI SALVINI HANNO IL LORO PESO NEI FATTI CHE ESPLICITANO

LE ULTIME ERANO ELEZIONI CON UNA FORTE PRESENZA DEL PROPORZIONALE e CHE SI ARRIVASSE AL PUNTO IN CUI SIAMO ,CON IL PROPORZIONALE, E' UNA LOGICA CONSEGUENZA

PERCHE QUESTO.... CO ..GLIO.NE E' ANDATO L'8 DI GENNAIO A FARE L'AMMUCCHIATA CON BERLU ....
QUANDO POCO PIU' DI UN ANNO PRIMA ....BLATERAVA ....MAI PIU' CON BERLUSCONI ...??
 
Ehhh vabbuò..ma che precisino che sei... Come se la parola data da un politico in italia avesse un qualsivoglia valore.. :o:D:censored::cool::bye:
 
Pontida, Salvini: "Mai più schiavi di Berlusconi"

18 settembre 2016

Pontida, Salvini: "Mai più schiavi di Berlusconi"

"Noi non saremo più schiavi di nessuno, né di Berlusconi, né di Forza Italia". Così Matteo Salvini dal palco di Pontida sui criteri che ispireranno possibili future alleanze. "Non faremo accordi al ribasso, non voglio tornare al 4%"


DA SETTEMBRE 2016 AL GENNAIO 2018 DOPO 16 MESI ECCO PRONTA LA NUOVA AMMUCCHIATA CON BERLUSCONI

Con questa visione SALVINI dimostra di non essere un politico ma uno statista che HA UNA GRANDE VISIONE DEL FUTURO

Salvini sei un grande :sbav::sbav: .... :sbonk::sbonk:..... :sbonk::sbonk: .....:D:D:D:D ........ nonché un grande esperto nel salto della quaglia ... :ops:
 
la-padania-il_mafioso_di_ar.jpeg
 


Se il genio ...Salvini ....non fosse andato a casa di Berlu l'8 di gennaio per fare l'ammucchiata ,oggi , avrebbe avuto un consenso nei sondaggi che superava il 35% e avrebbe potuto fare un governo con i 5s senza le comande che Berlu lo obbligherà seguire....per colpa dell'inciucio che si son fatti tra loro.

AZZO CHE GENIO ......
 
Ultima modifica:
Con queste elezioni la LEGA avrebbe potuto fare un 'enorme salto ,nel consenso elettorale , se non si fosse agganciata a BERLUSCONI
prima delle scorse politiche

Salvini ha commesso l'errore di riportare la LEGA sotto l'ombrello di F.I.; ombrello che si è rivelato inutile, perchè sulla lega splendeva il sole ...ma di questo sole peccato che Salvini NON se ne sia accorto prima dell'apertura delle urne .[/FONT]

Oggi , Salvini, dice , lascia intendere che forse, magari , potrebbe aprire un discorso con il M5S .

Ma secondo voi se avesse , preso un 20 % alle politiche, perchè premiato dall'assenza di BERLUSCONI , pensate che Salvini , OGGI, avrebbe contato di più o di meno nelle trattative per fare il nuovo governo ?
 
Con queste elezioni la LEGA avrebbe potuto fare un 'enorme salto ,nel consenso elettorale , se non si fosse agganciata a BERLUSCONI
prima delle scorse politiche

Salvini ha commesso l'errore di riportare la LEGA sotto l'ombrello di F.I.; ombrello che si è rivelato inutile, perchè sulla lega splendeva il sole ...ma di questo sole peccato che Salvini NON se ne sia accorto prima dell'apertura delle urne .[/FONT]

Oggi , Salvini, dice , lascia intendere che forse, magari , potrebbe aprire un discorso con il M5S .

Ma secondo voi se avesse , preso un 20 % alle politiche, perchè premiato dall'assenza di BERLUSCONI , pensate che Salvini , OGGI, avrebbe contato di più o di meno nelle trattative per fare il nuovo governo ?

salvini aveva bisogno di silvio per portare il suo partito dal livello locale al livello nazionale (ovviamente non immaginava che avrebbe avuto più voti di silvio)
avrebbe dovuto rischiare ma non ne ha avuto il coraggio
ora la lega ha bisogno di 5s per consolidare il partito , sempre a livello nazionale
se riesce a fare un governo con m5s è fatta, altrimenti nisba e tornerà a prendersi solo i voti delle sue regioni
ovvio che silvio e pure renzi cercheranno di impedirglielo in ogni modo
 
Pontida, Salvini: "Mai più schiavi di Berlusconi"

"Noi non saremo più schiavi di nessuno, né di Berlusconi, né di Forza Italia". Così Matteo Salvini dal palco di Pontida sui criteri che ispireranno possibili future alleanze. "Non faremo accordi al ribasso, non voglio tornare al 4%"


DA SETTEMBRE 2016 AL GENNAIO 2018 DOPO 16 MESI ECCO PRONTA LA NUOVA AMMUCCHIATA CON BERLUSCONI
Non è che magari nel frattempo hanno cambiato la legge elettorale ad opera del sinistrume che hanno costretto a fare le coalizioni?
 
salvini aveva bisogno di silvio per portare il suo partito dal livello locale al livello nazionale (ovviamente non immaginava che avrebbe avuto più voti di silvio)
avrebbe dovuto rischiare ma non ne ha avuto il coraggio
ora la lega ha bisogno di 5s per consolidare il partito , sempre a livello nazionale
se riesce a fare un governo con m5s è fatta, altrimenti nisba e tornerà a prendersi solo i voti delle sue regioni
ovvio che silvio e pure renzi cercheranno di impedirglielo in ogni modo

Pensa che centinaia di migliaia di sostenitori nominano SALVINI

""CAPITANO CORAGGIOSO""
:wall::wall:
 
Non è che magari nel frattempo hanno cambiato la legge elettorale ad opera del sinistrume che hanno costretto a fare le coalizioni?

Ovviamente LEGA e F.I e F.D.I...... NON sapevano che andavano alle elezioni con un sistema elettorale che aveva in se una bella fetta di proporzionale

Credo che anche i COMUNI MORTALI sappiano che con un sistema proporzionale gli accordi NON si fanno prima delle elezioni ma dopo le elezioni , anche e perché in ITALIA siamo andati avanti per almeno 50 anni con il proporzionale e un minimo di MEMORIA per sapere come funziona avrebbero dovuto averla, gli eroi che ora non sanno come gestirlo.

A QUESTO PUNTO C'E' DA DOMANDARSI , PERCHE' LA LEGA SI E' INFILATA ANCORA SOTTO L'OMBRELLO BERLUSCONI...

QUESTO E' IL MISTERO
 
Ovviamente LEGA e F.I e F.D.I...... NON sapevano che andavano alle elezioni con un sistema elettorale che aveva in se una bella fetta di proporzionale

Credo che anche i COMUNI MORTALI sappiano che con un sistema proporzionale gli accordi NON si fanno prima delle elezioni ma dopo le elezioni , anche e perché in ITALIA siamo andati avanti per almeno 50 anni con il proporzionale e un minimo di MEMORIA per sapere come funziona avrebbero dovuto averla, gli eroi che ora non sanno come gestirlo.

A QUESTO PUNTO C'E' DA DOMANDARSI , PERCHE' LA LEGA SI E' INFILATA ANCORA SOTTO L'OMBRELLO BERLUSCONI...

QUESTO E' IL MISTERO

I misteri te li svelano ma te sei de coccio...

ahahahah
 
COMINCIA TE a SVELARE..che io rido...:sbonk::sbonk:.....:sbonk::sbonk:.....:sbonk::sbonk:.....:sbonk::sbonk:

Vedi che sei de coccio?....gia' te l'ho detto com'e' la storia di salvinuccio tuo, ma tu nisba...

ahahahah
 
Salvini si pappa tutto il centrodestra, fa governare un annetto insieme pd e tre stelle ( che sono praticamente la stessa cosa) e poi dopo che questi si sono autodistrutti si prende il 60% dei voti.
 
Salvini si pappa tutto il centrodestra, fa governare un annetto insieme pd e tre stelle ( che sono praticamente la stessa cosa) e poi dopo che questi si sono autodistrutti si prende il 60% dei voti.

Potrebbe anche essere ...se gli altri fossero scemi ....:D:D
 
“Caro Silvio (Berlusconi) ti scrivo…”. L’amico Ferramonti batte cassa

di Stefania Limiti
Martedì, 19 dicembre 2017
Un vecchio amico del Cavaliere, l’imprenditore Gianmario Ferramonti, ora che Berlusconi è tornato in pista, chiede conto dei favori passati, batte cassa. Dice anche di avere le prove del suo passato impegno, e che potrebbe usarle. “Caro Silvio” scrive sulla sua pagina Facebook, “ricordo che...nella tua bella ed edulcorata ricostruzione della tua avventura umana...come spesso accade hai dimenticato 5 protagonisti fondamentali senza i quali oggi non potresti PAVONEGGIARTI”. Gianmario è un tipo teutonico, molto diretto, uno che non le manda a dire. Ex tesoriere della Lega Nord, poi leader del Partito delle aziende, Ferramonti entra nella scena italica quando la prima Repubblica sta scivolando via e tiene con tutto sé stesso per Silvio Berlusconi. Per lui si fa in quattro e non gli va giù che oggi il cavaliere non pensi più agli amici e gli dice in quel post comparso sulla sua pagina FB: <<BETTINO CRAXI. ti ha spianato la strada in tutti i sensi. MARCELLO DELL'UTRI....si sa tutto. ENNIO DORIS...ti ha salvato del Fallimento finanziario. DARIO RIVOLTA ti ha creato le relazioni nel mondo. EZIO CARTOTTO ha costruito Forza Italia (operazione botticelli) e volendo potrei ricordarti che ho sempre una cassetta registrata in cui il tuo segretario Guido Possa dice chiaramente che l'idea primigenia di fondare Forza Italia e' mia...ma...la useremo a tempo debito. buona domenica Silvietto>>. Al telefono Ferramonti è infuriato: “Silvio si dimentica degli amici e questo non va affatto bene. Dell’Utri lo lascia marcire in carcere invece di invocare la grazia, e tutti gli altri? Gli abbiamo spianato la strada, deve a noi quello che è stato. La verità è che lui ha una fifa matta di finire in galera, questa è la sua ossessione e dunque il resto passa in secondo piano!”. Forse Ferramonti chiede la sua parte? “Ma no! Voglio solo fare quattro chiacchiere con lui per sapere cosa ha in animo per l’Italia e dunque come posso aiutarlo!”. Ancora! Che tipo il bresciano Ferramonti! Che intanto tiri fuori quella cassetta, magari….Certo, lui di cose ne sa tante. Negli atti dell’inchiesta Phoney Money – ne uscì pulito, fu tutto archiviato - viene descritto come una “sorta di ‘agente occulto’, ben introdotto in diversi e svariati ambienti politici, militari, finanziari, di servizi di sicurezza, giornalistici e last but not least di logge e personaggi massonici. Si occupava costantemente di seguire l’evoluzione generale del quadro politico italiano, ad alto livello, e di partecipare ad alcuni snodi e passaggi molto particolari, riferendosi anche a persone, ambienti e personaggi dei servizi di informazione, particolarmente al SISDE”. Sempre a stretto contatto con Enzo De Chiara, importante agente di influenza cittadino americano dal 1973, Ferramonti rivendica un ruolo nell’azione di spostamento dell’asse politico della Lega nell’area del centro-destra ed altre iniziative non trascurabili. La più importante, nella primavera del 1994, è stata la nomina del primo leghista in un posto chiave, il ministero dell’Interno – considerando che stava per compiersi la grande infiltrazione delle mafie al Nord. Pare che si rivolgesse al potente capo della Polizia, Vincenzo Parisi, con il ‘tu’. Ma come faceva ad avere una rete così estesa di relazioni? Uno così non si sa a chi risponda, ma ha le idee chiare: <<La politica italiana si fa su due livelli: uno emerso e uno sommerso. Come me, sommerse, lavorano centinaia di persone. In questo modo tutti i salotti romani sono lobby>>, spiegò in una intervista. <<Le mie iniziative le faccio per conto mio, personale, io non rispondo a nessuno, non ho un capo>>. Vanitoso? Forse, di certo non si è mai saputo perché entrasse e uscisse dal SISDE come fosse casa sua. Aveva rapporti molto stretti, tra l’altro, con un personaggio di grandissimo spessore massonico, Iginio Di Mambro - lo chiamava affettuosamente papà. Sempre in movimento, macina relazioni e viaggi, non si ferma mai: recentemente ne abbiamo sentito parlare perché sarebbe stato proprio lui a suggerire il nome di Fabio Arpe come possibile direttore generale di Banca Etruria. Lo avrebbe detto al faccendiere Flavio Carboni e questi all’ex vicepresidente della Popolare aretina Pier Luigi Boschi, il padre dell’ex ministro delle Riforme. E ora non ci sta a guardare da lontano il rinascente astro: “gli abbiamo spianato la strada e lui oggi si chiude dentro una sindrome rancorosa del beneficiato! Roba da pazzi!”.




“Caro Silvio (Berlusconi) ti scrivo…”. L’amico Ferramonti batte cassa - Affaritaliani.it
 
[h=1]Lega Nord e Forza Italia: La mafia si scommette[/h]

[h=2]Nei primi anni ’90 la mafia decide di “farsi Stato” e punta su Lega Nord e Forza Italia. È quanto emerge dalla richiesta di archiviazione del giudice Scarpinato. E oggi?[/h] Sono indagati in ordine al reato di cui all’art. 270 bis c.p. per “associazione, promossa e costituita in Palermo anche da esponenti di vertice di Cosa Nostra e avente per oggetto il compimento di atti di violenza con fini di eversione dell’ordine costituzionale” (volgarmente detto “colpo di Stato”). Indagati Licio Gelli e altri per il coinvolgimento di P2, Servizi Segreti italiani e stranieri e massoneria deviata; Stefano Delle Chiaie, il suo avvocato Menicacci e altri per il coinvolgimento di cellule eversive di estrema destra; Savatore Riina, Benedetto Santapaola e altri per il coinvolgimento della cupola mafiosa. Non è quindi colpa mia se i termini “mafia”, “massoneria”, “P2”, “Servizi Segreti” sono ricorrenti. Una richiesta di archiviazione del 2001 predisposta dal Giudice Scarpinato[SUP]1[/SUP]. Archiviazione. Il progetto eversivo non venne portato a termine perché mafia e P2 spostarono la puntata dalla Lega Nord a Forza Italia. Mancando l’effetto non è stato possibile provare la connessione causa-effetto. Ma i fatti restano. Tutte le dichiarazioni dei collaboratori di Giustizia coincidono e le indagini di riscontro confermano. Dalla richiesta di Scarpinato devo necessariamente estrapolare qualche parte saliente e riassumere le conclusioni del Giudice (sono 150 pagine), ma ne fornisco la versione integrale[SUP]1[/SUP] affinché ciascuno possa formarsi il proprio convincimento. In provincia di Enna, nel Febbraio 1992, si tenne una riunione di vertice in cui venne deliberata la “strategia della tensione” del 92-93 nell’ambito di un progetto finalizzato alla creazione di uno Stato indipendente del Sud mediante la separazione dell’Italia in tre Stati. Uno dei quali (il Sud) direttamente gestito da Cosa Nostra (pag. 22). Uno dei protagonisti dell’operazione sarebbe stato Gianfranco Miglio. A pagina 110:
Per la riuscita del progetto si erano stabiliti, fin dal 1989, rapporti con la Lega Nord, con la quale si sarebbe dovuto stringere un patto elettorale per il tramite di Gian Mario Ferramonti
La mafia aveva rilevato una sostanziale “inaffidabilità” dei referenti politici tradizionali e pendevano due spade di Damocle:
  • il ricorso in Cassazione contro la sentenza d’appello del 10 dicembre 1990 del maxi-processo non era stato affidato all’ammazza-sentenze Corrado Carnevale, ma ad Arnaldo Valente[SUP]2[/SUP];
  • il decreto Legge “Martelli-Scotti” – che introduceva il carcere duro del 41 bis – era in discussione per la conversione
La mafia riprese allora il vecchio progetto mai abbandonato sin dall’unificazione italiana: separare la Sicilia e farsi uno Stato tutto suo usando lo strumento delle Leghe regionali. Non è ben individuato se il progetto separatista venne avviato su iniziativa della stessa mafia o della P2 di Licio Gelli/Gianfranco Miglio/Gianmario Ferramonti o dell’eversione nera (Stefano Delle Chiaie) o di potenze straniere. La mancata individuazione del “soggetto iniziatore” è una delle motivazioni della richiesta di archiviazione, anche se in effetti le ipotesi sono di fatto due (forse una). Infatti Miglio, Ferramonti e Gelli erano uomini P2 ed è noto che la P2 veniva finanziata dalla CIA, mentre l’eversione nera era (è?) il serbatoio cui attingeva (attinge?) “Stay Behind”. Ma anche sulla mafia qualche sospetto c’è, visto che l’avv. Vito Guarrasi[SUP]3[/SUP] “pareva particolarmente attivo”[SUP]4[/SUP]. Se così è, il “soggetto iniziatore” stava oltremare. Il progetto era semplice: Dapprima le Leghe del Nord si sarebbero fuse in unico soggetto politico con accesi toni anti-meridionalisti: la Lega Nord. In un secondo tempo si sarebbero create varie Leghe nel Sud federate nella “Lega Meridionale” giustificate da una contrapposizione di facciata alla Lega Nord che assumeva, quindi, un semplice ruolo strumentale anche utilizzando le “sparate” anti-meridionaliste. Dice Leonardo Messina (pag. 21):
Una delle tante volte in cui io mi trovai a conversare con il Miccichè, il Potente ed il Monachino, il discorso cadde sull’on. Bossi della Lega Nord, che poco tempo prima era andato a Catania. Io, che allora consideravo Bossi un “nemico della Sicilia”, dissi: “Perché un’altra volta che viene qua non l’ammazziamo?”. Al che il Miccichè Borino esclamò: “Ma che sei pazzo? Bossi è giusto”. Il Miccichè spiegò quindi che la Lega Nord, e all’interno di essa non tanto Bossi, che era un “pupo”, quanto il senatore Miglio, era l’espressione di una parte della Democrazia Cristiana e della Massoneria che faceva capo all’On. Andreotti e a Licio Gelli. Il Miccichè spiegò ancora che dopo la Lega del Nord sarebbe nata una Lega del Sud, in maniera tale da non apparire espressione di Cosa Nostra, ma in effetti al servizio di Cosa Nostra; ed in questo modo “noi saremmo divenuti Stato​
e a pag. 22
Secondo Messina, il progetto, per finanziare il quale sarebbe stata stanziata la somma di mille miliardi, fu concepito dalla massoneria con l’appoggio di potenze straniere e coinvolgeva non solo uomini della criminalità organizzata e della massoneria, ma anche esponenti della politica, delle istituzioni e forze imprenditoriali​
In buona sostanza con una “azione a tenaglia” si sarebbe proceduto alla secessione con spinta sia da Nord sia da Sud con una Italia divisa in tre Stati e la mafia avrebbe avuto il suo Stato.
Io sono per il mantenimento anche della mafia e della ‘ndrangheta. Il Sud deve darsi uno Statuto poggiante sulla personalità del comando. Cos’è la mafia? Potere personale, spinto fino al delitto […] Insomma, bisogna partire dal concetto che alcune manifestazioni tipiche del Sud hanno bisogno di essere costituzionalizzate (Gianfranco Miglio a “Il Giornale” del 30/03/1999)​
Vennero quindi avviate le “strategie di distrazione”: le stragi del 1992 e del 1993. Tutte ad opera della mafia, anche se nel resto del territorio (Firenze via dei Georgofili, Roma Parioli contro Maurizio Costanzo, Milano via Palestro, ancora Roma Piazza San Giovanni in Laterano e Chiesa del Velabro) rivendicava come “Falange Armata”. Mentre a Nord si era avuta – nel maggio del 1991 – la confederazione delle Leghe regionali in Lega Nord (costituita nel 1989) ad opera del Prof. Miglio, al Sud si costituivano le “leghe meridionaliste” e la maggior parte di queste avevano sede sociale presso lo studio dell’avv. Menicacci, già sede della “Intercontinental Export Company I.E.C. S.r.l.” (la società di Stefano Delle Chiaie). La “Lega Meridionale” (anche questa costituita nel 1989) avrebbe dovuto costituire la “Lega Federale” omologa della Lega Nord per le varie Leghe regionali. Un ruolo di rilievo ebbe la città di Catania, una delle poche ad essere sede di una segreteria provinciale, guidata da Nino Strano, divenuto anche esponente di spicco del movimento Sicilia Libera. Diversi collaboratori convergono sul fatto che “Sicilia Libera” costituiva l’attuazione della strategia politica con l’appoggio e l’apporto ideativo di Provenzano tramite la “Lega Meridionale”, mentre la concreta costituzione avvenne per opera di Tullio Cannella su ordine di Bagarella. A questo progetto aveva collaborato fortemente la ‘ndrangheta calabrese. Vito Ciancimino avrebbe specificato al riguardo: “la vera massoneria è in Calabria e in Calabria hanno appoggi a livello di servizi segreti”. Queste dichiarazioni di Ciancimino fanno comprendere perché si era tenuta a Lamezia Terme una riunione tra esponenti di “Sicilia Libera” e di altri movimenti leghisti o separatisti meridionali, riunione alla quale erano presenti anche diversi esponenti della Lega Nord. (richiesta del Giudice Scarpinato[SUP]1[/SUP] pagg. 47-48). In Calabria, infatti, gli alti esponenti della ‘ndrangheta venivano “arruolati d’ufficio” nella P2 (pag. 64). E Nino Strano sarebbe stato “un uomo politico in obbligo” con l’associazione mafiosa, cui i mafiosi catanesi potevano certamente “fare riferimento” (richiesta del Giudice Scarpinato[SUP]1[/SUP] pag. 108). Nino Strano (ex MSI) alle elezioni provinciali del 1994 al ballottaggio, appoggiò Nello Musumeci (MSI).
[…] l’ex missino Nino Strano, che con un inedito simbolo chiamato “Lega Sicilia libera” ha comunque avuto 34.360 preferenze arrivando a quota 8,7 per cento (“La Repubblica” 1 febbraio 1994)​
Ma il 1994 è anche l’anno in cui l’interesse della mafia per la secessione scemò. Pur tenendo presente il progetto, si ritenne che non fosse di immediata attuazione e la mafia accantonò la secessione per appoggiare una nascente forza politica con la quale aveva già stretto rapporti: Forza Italia. Ed è proprio il periodo in cui non servendo più l’ideologogo, era necessario che Miglio sparisse. Ecco inventarsi la pantomima della “rottura”. Bagarella nell’ottobre del 1993 (quando dà incarico di fondare Sicilia Libera) era già a conoscenza della prossima “discesa in campo” di Berlusconi. Appoggiava la nuova formazione politica ma non voleva accantonare del tutto l’idea separatista per “conservarsi la carta” di un movimento politico in cui “cosa nostra” fosse presente in prima persona (richiesta del Giudice Scarpinato[SUP]1[/SUP] pag. 50). E non solo. Fin dall’inizio del 1994 la mafia era a conoscenza che Bossi e Berlusconi già avevano trattato un apparentamento elettorale e per un futuro accordo di governo prima della “discesa in campo”. Infatti (pag. 51):
un parlamentare della Lega Nord, questore del Senato, aveva confermato che il futuro movimento, che avrebbe poi preso il nome di “Forza Italia”, aveva sposato in pieno la tesi federalista
Lega Nord e Forza Italia quindi sono state le scommesse e gli strumenti della mafia, della P2 e della destra eversiva, oltre che di settori deviati dei servizi segreti. E la Lega Nord quei rapporti ha continuato a coltivarli, basta dare una occhiata ai i rapporti con la diplomazia USA di cui ho dato conto qui e qui o alla richiesta di accompagnamento coattivo per Bossi avanzata nell’agosto del 1996 dalla Procura di Aosta:
Le ragioni della citazione derivano da queste precise circostanze: da atti acquisiti presso la Procura di Brescia, ed uniti a quelli di cui alle indagini all’oggetto, risultano dichiarazioni rese dall’onorevole Bossi in ordine a suoi contatti con tali Enzo De Chiara e Gianmario Ferramonti, sostanziatisi anche in alcuni incontri nei quali si sarebbe discussa la nomina del Ministro degli Interni, nel nascendo Governo Berlusconi.
Questi incontri sono avvenuti anche con l’allora capo della Polizia, Prefetto Vincenzo Parisi.
Come può ben leggersi nei relativi processi verbali di assunzione ad informazioni, l’onorevole Bossi asserisce che, nel corso di questi colloqui il De Chiara ed il Ferramonti, unitamente al Parisi, gli proposero, quale leader della Lega Nord, di rinunziare al Viminale, e di accettare per la Lega il Ministero della Difesa.
Secondo il Bossi, fu proprio il De Chiara che accompagnò queste proposte con forme di «allettamento», tramite possibili finanziamenti che egli poteva veicolare attraverso la Aermacchi di Varese, a favore della Lega Nord.
[…]
Parimenti, l’onorevole Maroni Roberto, anche egli assunto ad informazioni, rende una versione che appare opposta a quella dell’onorevole Bossi, anche se egli non partecipò direttamente alla prima fase del colloquio.
Ma, soprattutto, versione diametralmente opposta rende il Gianmario Ferramonti, il quale, sia nel processo verbale di informazioni a Brescia, sia in quello di interrogatorio in qualità di persona sottoposta alle indagini presso questo Ufficio, nei procedimenti di cui all’oggetto, sostiene invece che lo scopo della azione sua e del De Chiara era proprio quello di accreditare e favorire la nomina del Maroni, quale titolare del Dicastero degli Interni.​
Vincenzo Parisi, già direttore del SISDE era al tempo Capo della Polizia. Gli altri due … Ferramonti, già amministratore della “Pontida Fin.” (finanziaria della Lega Nord) ed esponente della Lega Nord fin dal 1991, era, da una parte, uno stretto collaboratore del professor Gianfranco Miglio e dall’altra al centro di una rete di relazioni con esponenti di spicco della massoneria italiana ed internazionale ed ambienti dei servizi italiani e stranieri (richiesta del Giudice Scarpinato[SUP]1[/SUP] pag. 129) Significativi, poi, i rapporti di Ferramonti con Enzo De Chiara, indicato anche dal Prefetto Umberto Pierantoni come emissario della C.I.A. e già “consulente” della Casa Bianca; ritenuto da alcuni testi esponente della massoneria americana. In Italia alloggiava all’Hotel Ambasciatori – lo stesso di Licio Gelli – ed è certo che si conoscesse con quest’ultimo, come dimostra la sua agenda. Esponente della associazione italo-americana N.I.A.F, in rapporti con vari esponenti della Lega, a partire dalla stessa epoca di Ferramonti (‘90-‘91). Ferramonti è risultato inoltre essere in rapporti con personaggi contigui alla criminalità organizzata: in particolare, è stato “socio” di tale Girolamo Scalesse, in contatto con la ‘ndrangheta. (richiesta del Giudice Scarpinato[SUP]1[/SUP] pag. 130) Roba vecchia, si dirà. Beh, vediamo come sta evolvendo “Noi con Salvini”? Partiamo dal “VeDroide” Massimiliano Fedriga? Il tweet di benvenuto di VeDrò al “vedroide” Massimiliano Fedriga (@M_Fedriga)

Per chi non sapesse cosa fosse, VeDrò era l’associazione di Enrico Letta finanziata dalle più grandi lobby (Enel, Eni, Edison, Telecom Italia, Vodafone, Sky, Lottomatica, Sisal, Autostrade per l’Italia, Nestlé, ecc. ecc.). Andiamo oltre. Se la Lega Nord finanziava il Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo (anche questo esteso in tutto il Sud, guarda caso), Noi con Salvini ne ha ereditato gli uomini. A partire da Angelo Attaguile (ex DC, ex MPA e ora coordinatore regionale di Noi con Salvini) accompagnato da un buon numero di riciclati, fra cui Guido Lo Porto che nel 1969 sparava nel poligono di tiro clandestino di Bellolampo con Pierluigi Concutelli (il fondatore della formazione neofascista Ordine Nuovo). E poi c’è Nello Musumeci (ex MSI, ex AN) sostenuto – ed eletto – alla presidenza della Provincia di Catania da Nino Strano di Sicilia Libera (di cui ho ampiamente parlato) e che il pentastellato Mario Giarrusso ha invitato a dimettersi da presidente della Commissione Antimafia siciliana perché
A Militello Val di Catania (comune natale di Musumeci e del quale è stato a lungo sindaco, n.d.r.) succede che ad organizzare eventi in memoria di Falcone sia la Consulta Giovanile presieduta da Marco Scinardo alla cui famiglia è stato confiscato un patrimonio da 250 milioni perché, secondo l’accusa, in rapporti con la mafia mistrettese. Ospite d’onore il presidente della Commissione Antimafia Siciliana Nello Musumeci
A ben vedere, non dovrebbe stupire poi così tanto. Assemblea di Verona, 8 Febbraio 2015. Presente Nello Musumeci che manifesta “la simpatia nei confronti della nuova Lega di Matteo Salvini“. Ma ci sono anche anche Pasquale Guaglianone e Domenico Magnetta, per esempio. Il primo[SUP]5[/SUP]:
Guaglianone è stato condannato a cinque anni per la sua appartenenza ai Nar fondati da Giusva Fioravanti, Francesca Mambro, Franco Anselmi e Alessandro Alibrandi, i terroristi italiani d’ispirazione neofascista che alla fine degli anni Settanta firmano trentatré omicidi e nel 1980 la strage alla stazione di Bologna, costata la vita a ottantacinque persone. Oggi però l’ex estremista è un affermato commercialista che sa muoversi bene negli ambienti che contano nella borghesia milanese fatta di avvocati, notai e lobbisti.
Si scopre che nel suo quartier generale, l’ufficio di via Durini 14, a due passi dalla centralissima piazza milanese di San Babila, c’era una scrivania per l’ex segretario amministrativo della Lega Nord Francesco Belsito, l’uomo dei conti segreti di casa Bossi.​
Ora nessuno si chiede più perché Matteo Salvini non si è costituito parte civile contro Belsito? Il secondo[SUP]5[/SUP]:
Magnetta, oggi si è riciclato come gran capo di “P.i.u.”, l’associazione di professionisti e imprenditori uniti nata vent’anni fa per volere di Umberto Bossi e Roberto Maroni. Così, l’uomo nero della Lega Nord è diventato la voce nell’etere dei piccoli commercianti arrabbiati contro la burocrazia ingiusta
[…]
Non ha poltrone. Il suo è un curriculum di manovalanza. Ma sempre dura e pura, tanto che muove i primi passi insieme al boss di “Mafia Capitale” Massimo Carminati. È infatti in una notte di aprile del 1981 che il futuro re della piramide criminale romana cerca di scappare all’estero con 25 milioni di lire, diamanti e documenti falsi. Ha ventitré anni ma è già un militante dei Nar, invischiato nella malavita di Roma e ricercato per azione sovversiva e banda armata. A Magnetta, di un solo anno più vecchio, i camerati milanesi affidano il delicato incarico di accompagnarlo oltreconfine, passando dalla frontiera di Gaggiolo, in provincia di Varese. Dove li aspetta la polizia, messa sulla pista giusta da una soffiata.
I due incappano nel posto di blocco e una raffica di proiettili degli agenti stoppa ogni tentativo di fuga. Carminati viene colpito all’occhio e finisce in ospedale. Primo arresto e prima ferita, quella che gli vale il soprannome di “Er Cecato”. Magnetta viene condannato per favoreggiamento, ma la sua carriera criminale già vanta un ricco curriculum: furto, ricettazione, rapina, detenzione illegale di armi, fino al sequestro di persona.
Negli anni successivi, mentre Carminati diventa il “Nero” della Banda della Magliana, lui incappa nella storiaccia brutta del presunto attentato al magistrato milanese antimafia Gianni Griguolo. Accusato insieme al terrorista Mauro Addis, viene condannato a tre anni e dieci mesi dalla Corte di appello di Milano nel 1999 per detenzione abusiva di armi e ricettazione. Nel gennaio 2001 passa agli arresti domiciliari e quattro anni dopo torna in circolazione. Ed eccolo di nuovo a fare comunella con il suo mentore Guaglianone, riabilitato anche lui e candidato nella lista di Alleanza nazionale per le elezioni regionali in Lombardia. Oggi si è riciclato come gran capo di “P.I.U.”, l’associazione di Professionisti e Imprenditori Uniti nata vent’anni fa per volere di Umberto Bossi e Roberto Maroni. Voce nell’etere dei piccoli commercianti arrabbiati contro la burocrazia ingiusta su Radio Padania​
Bella comitiva per il presidente della Commissione Antimafia Musumeci, non c’è che dire. Gli elementi che nei primi anni ’90 scommisero su Lega Nord e Forza Italia sono schierati e puntano su “Noi con Salvini”. Non si vede la P2, ma se le ‘ndrine sono ancora cooptate c’è pure quella.

http://ilcappellopensatore.it/2015/08/lega-nord-e-forza-italia-la-mafia-si-scommette/?print=print
 
Nei primi anni ’90 la mafia decide di “farsi Stato” e punta su Lega Nord e Forza Ital

Nei primi anni ’90 la mafia decide di “farsi Stato” e punta su Lega Nord e Forza Italia. È quanto emerge dalla richiesta di archiviazione del giudice Scarpinato


E' EMERSO IL MISTERO DEL PERCHE' LA LEGA E SEMPRE LEGATA A BERLUSCONI
 
Lega Nord-Diplomazia USA. I cablo WikiLeaks parte I

Pubblicato il 18/08/2015 da Stefano Alì


Dopo aver esaminato le “prove” a carico di Grillo vediamo i rapporti Lega Nord-Diplomazia USA. Qui, però, ci sono i cablo WikiLeaks a delinearli.

Una premessa che ogni tanto ripropongo: non ho nulla contro la Nazione Stati Uniti d’America. Non ho nulla contro il Popolo americano. Diverso è il mio sentimento verso quei settori della politica americana che coltivano il sogno egemone e che per realizzarlo non si fanno scrupolo alcuno a scatenare guerre, a tramare, a rovesciare Governi. Quella politica che classicamente si attribuisce ai “Neocon” e con essi alla politica reaganiana e dei Bush, ma che spesso non è disdegnata dai presidenti “democratici” come Obama. Ecco, quando con i suoi rapporti con questi ambienti politici americani la politica italiana agevola il “sogno di egemonia”, siamo in presenza di traditori della Patria. Come più volte già visto su questo blog, WikiLeaks ci offre tutti gli strumenti per individuarli. Sfogliando come spesso mi accade WikiLeaks, mi sono imbattuto in ben quattro cablo – datati fra aprile e agosto 2009 – che riguardano la Lega Nord e i suoi rappresentanti, anche attuali. Come mia abitudine, di ciascuno fornisco i link a WikiLeaks (nelle note), in modo che ciascuno possa verificare da sé. Come mia abitudine non decontestualizzerò. Riporterò interi pezzi dei cablo accostando la traduzione. Si parla di strategie elettorali per le regionali del 2010 e della successione di Bossi che, per la diplomazia USA, pare essere di importanza strategica. I rapporti Lega Nord-Diplomazia USA sembrano ben più che amichevoli. La diplomazia USA è a conoscenza delle più recondite aspirazioni della Lega e delle strategie più segrete per realizzarle. Vedremo che tra gli altri possibili successori di Bossi, nel 2009 viene già tracciato il profilo di Matteo Salvini. I cablo presi in esame sono quattro. Sono quindi costretto a dividere il post in due parti. Poi ci saranno altri post giacché, alla luce di questi cablo, alcune questioni riguardanti la Lega Nord e i suoi rapporti non proprio trasparenti con “enti e associazioni” vanno probabilmente rivisti. Vediamo il primo[SUP]1[/SUP] – Pranzo del Console Generale con Roberto Calderoli e Giancarlo Giorgetti:
Calderoli and Giorgetti agreed that European Parliamentary elections in June were of secondary importance to the party. Nonetheless, LN is clearly keeping an eye on those races. Giorgetti noted that polls showed increasing LN strength ahead of the June elections, but that paradoxically LN party leader Umberto Bossi was worried that the party would get too much support. Further gains at the expense of PdL this year could upset the coalition’s balance, he argued, and drive the PdL to seek to openly tarnish LN at every opportunity ahead of the 2010 elections. Giorgetti said the LN strategy in the short term would be to keep Berlusconi in a bear hug, as close as possible. “If Berlusconi says red, we say red. If he says black, black for us too.” Giorgetti sensed Berlusconi was looking to create friction to push LN to be more extreme and improve PdL’s support, but he was clear LN would not fall for it.​
Calderoli e Giorgetti concordarono sul fatto che le elezioni europee di Giugno sono di secondaria importanza per il partito. Purtuttavia, la Lega Nord sta chiaramente tenendo d’occhio la competizione. Giorgetti ha fatto notare che i sondaggi mostrano un incremento della forza della Lega, ma paradossalmente il leader della Lega, Umberto Bossi è preoccupato dell’eccessivo successo. Ulteriore guadagno elettorale a scapito del PDL potrebbe sconvolgere l’equilibrio della coalizione e potrebbe indurre il PDL a cercare di screditare la Lega ad ogni occasione prima delle elezioni del 2010. Giorgetti ha detto che la strategia della Lega, nel breve periodo, è tenersi strettamente abbracciati a Berlusconi. “Se Berlusconi dice rosso, noi diciamo rosso. Se dice nero, nero pure per noi” Come si può notare, il rapporto con il Console è tale da confidargli le strategie, anche quelle che non venivano espresse neppure agli alleati del centro destra. Per quanto riguarda gli obiettivi regionali, Calderoli dice con chiarezza:
When asked which two governorships LN hoped to get, Calderoli explicitly named the Veneto suggesting LN had enough support to win outright there and thus the center right coalition would support a LN candidate to keep the LN from “going it alone.” It was clear that Lombardy was the second target, but Calderoli insinuated that Lombardy was probably too prominent for Berlusconi’s People of Liberty party (PdL) to give up and that LN might be able to give up Lombardy for a guarantee on Veneto and some other concessions.​
Alla domanda quali erano le due Regioni che la Lega sperava di conquistare, Calderoli esplicitamente cita il Veneto, aggiungendo che la Lega ha forza sufficiente per vincere a mani basse e quindi la coalizione di centro destra supporterebbe il candidato della Lega per evitare che vada da sola. Era chiaro che il secondo obiettivo era la Lombardia, ma Calderoli la lasciato intendere che la Lombardia era probabilmente troppo importante perché il PDL di Berlusconi la lasciasse e che la Lega potrebbe mollare sulla Lombardia per il Veneto e qualche altra concessione. Vedremo che queste posizioni si affineranno nei successivi cablo. Il secondo cablo[SUP]2[/SUP] è del luglio 2009. Si erano celebrate le elezioni europee e la Lega aveva avuto un buon risultato. Il timore che Berlusconi cominciasse ad essere insofferente verso chi rosicchiava solo i voti alla sua destra diventa forte. Bossi, quindi, tenta di mostrarsi interessante per l’elettorato di sinistra:
Northern League President Umberto Bossi took advantage of what was supposed to be a appropriations vote for Italy’s overseas missions to launch a broad debate on the utility and future of Italian military participation, particularly in Afghanistan. The bill – which goes to a vote on July 30 or 31 and is expected to pass – simply provides the resources to follow through on the Overseas Mission decree that was unanimously endorsed by the Chamber of Deputies on July 23.​
Il Presidente della Lega Nord Umberto Bossi ha approfittato di ciò che doveva essere solo un voto di finanziamento per le missioni all’estero per lanciare un ampio dibattito sulla utilità e sul futuro della partecipazione italiana alle missioni militari. Il progetto di legge – che verrà votato il 30 o il 31 luglio e ci si aspetta venga approvato – fornisce semplicemente le risorse per finanziare il decreto sulle missioni all’estero. Decreto che è stato votato all’unanimità dalla Camera dei Deputati il 23 Luglio. Ma nel frattempo l’Ambasciatore rassicurava la Segreteria di Stato americana. In chiusura di quel cablo, infatti, scrive:
The timing of Bossi’s outburst has far more to do with domestic political calculation. With the G8 and European elections now over, the Northern League and Berlusconi’s PdL are in open competition for the same voters in the March 2010 regional elections. Coming off a very strong showing in the European Parliament elections, Bossi is both demonstrating his independence from Berlusconi and is also seeking greater leverage within the current coalition. While Afghanistan is a non-issue for Lega’s core supporters, Bossi is actively trying to lure working class voters who have in the past backed the flailing leftist parties across the divide. Taking an anti-militarist stance burnishes his appeal. Most of Italy’s regional president posts are up for election next Spring and Bossi is keen to ensure that Lega Nord has the edge in the competition for the key posts against its PdL coalition partner. Reminding Berlusconi, with whom he works very well, of his growing relative power aids that effort.​
La tempistica della sparata di Bossi ha più a che fare con un calcolo politico interno. Con il G8 e le elezioni europee alle spalle, la Lega Nord e il PDL di Berlusconi sono in competizione per agganciare gli stessi elettori per le elezioni regionali di Marzo 2010. A seguito dell’affermazione elettorale alle elezioni europee, Bossi sta dimostrando la sua indipendenza da Berlusconi per ottenere un maggiore peso all’interno della coalizione. Mentre l’Afghanistan è un “non problema”, per il nocciolo duro della Lega, Bossi sta cercando di adescare i voti della classe lavoratrice che, nel passato, in questo ambito ha sostenuto le agitazioni dei partiti di sinistra. Assume la posizione anti-militarista per tirarsi a lucido. La maggior parte dei Presidenti di Regione verranno rinnovati la prossima primavera e Bossi è intenzionato ad assicurarsi che la Lega abbia i margini per avere i posti chiave rispetto ai partner del PDL. Ricordare a Berlusconi, col quale lavora benissimo, il suo crescente potere relativo lo aiuta. Come dire “Tranquilli tutti: è teatro. Bossi antimilitarista è un bluff”. E infatti coincidenza vuole che il rifinanziamento sia stato approvato dal Senato esattamente il 30 Luglio. È la Legge 108/2009. E infatti coincidenza vuole che la Lega ai successivi rifinanziamenti taccia e voti. Qui il voto relativo al rifinanziamento della missione in Afghanistan del 2 Dicembre 2009.
 
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