Oro: porto sicuro dopo crollo Treasury e dollaro

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A causa delle recenti turbolenze economiche che hanno costretto gli investitori a cercare asset più stabili, i prezzi dell’oro sono aumentati notevolmente. Mentre altri asset, come i titoli del Tesoro USA e il dollaro, hanno registrato un calo, l’oro è diventato un’opzione sempre più interessante per gli investitori.
Parte di questo cambiamento è dovuto dalle modifiche della politica commerciale degli Stati Uniti sotto il presidente Donald Trump. E l’oro si è rivelato ancora una volta un bene rifugio dove molti investitori hanno girato la liquidità di propri portafogli.
Dopo che prezzi dell’oro hanno raggiunto nuovi massimi, toccando i 3.500 dollari l’oncia, molte banche d’affari prevedono ulteriori aumenti dei prezzi: JP Morgan prevede che il prezzo dell’oro raggiungerà una media di 3.675 dollari l’oncia entro il quarto trimestre del 2025 e raggiungerà i 4.000 dollari entro il secondo trimestre del 2026.
Allo stesso tempo, nelle ultime settimane i titoli del Tesoro statunitensi hanno registrato vendite consistenti e all’inizio di questo mese i rendimenti a 30 anni hanno raggiunto il livello più alto da novembre 2023.
Se i rendimenti dei titoli del Tesoro trentennali sono aumentati solo di 2 punti base quest’anno, il balzo nella settimana successiva all’annuncio dei dazi da parte di Trump è stato di oltre 30 punti base. Anche il rendimento di riferimento a 10 anni è aumentato di 30 punti base. Secondo i dati LSEG, quest’anno i prezzi dell’oro spot sono aumentati del 25%.
Sebbene i rendimenti dei titoli del Tesoro USA a lungo termine si siano attenuati rispetto ai massimi raggiunti all’inizio del mese e il dollaro si sia leggermente rafforzato dopo che Trump ha fatto marcia indietro sui suoi commenti relativi al licenziamento del presidente della Federal Reserve Jerome Powell, la reputazione degli asset statunitensi tra gli investitori ha già subito un duro colpo.
“Sebbene questa non sia la fine dell’era del dollaro statunitense, è giusto dire che la fiducia negli Stati Uniti, nella sua economia e nei suoi asset principali, il dollaro statunitense e i titoli del Tesoro, è diminuita”, ha affermato John Reed, strategist di mercato del World Gold Council.
Ma facciamo un passo indietro e vediamo perché l’oro è diventato così attraente?
La tradizionale relazione inversa tra rendimenti dei titoli del Tesoro e oro sembra essersi invertita. In genere, quando i rendimenti sono più elevati, i preziosi diventano meno attraenti, dato il costo opportunità più elevato di possedere oro, poiché non maturano interessi. Ma ciò che rende l’oro speciale è la sua capacità di coprire i rischi di inflazione, come sottolineano numerosi studi accademici.
Se si prevede che i dazi provocheranno un’inflazione più elevata negli Stati Uniti, la conseguenza sarebbero tassi di interesse più elevati in futuro, il che a loro volta metterebbero sotto pressione i titoli del Tesoro.
Tuttavia, l’oro è stato sempre storicamente percepito come una copertura contro l’inflazione, il che potrebbe spiegare l’attuale interesse da parte degli investitori. E probabilmente sono le proprietà dell’oro come copertura contro l’inflazione a renderlo un asset richiestissimo.
Un altro fattore che ha influenzato il cambiamento nel rapporto tra oro e titoli del Tesoro è il calo della fiducia nell’America e l’idea che gli Usa potrebbero perdere quella centralità nel panorama finanziario globale.
I mercati inoltre considerano la guerra tariffaria di Trump un errore di calcolo politico e la presunta indipendenza dell’oro da qualsiasi politica monetaria o fiscale aumenta l’attrattiva del metallo giallo.
A sottolinearlo è Alexander Zumpfe, senior trader di metalli preziosi presso Heraeus che afferma: “A differenza delle valute o dei titoli di Stato, l’oro non comporta alcun rischio di credito e non è legato all’andamento economico o politico di un singolo Paese“.
E questo si rivela particolarmente importante nei periodi in cui la fiducia negli strumenti finanziari tradizionali vacilla. Inoltre, ciò che rende l’oro ancora più attraente è il fatto che il dollaro statunitense sta perdendo forza. Un dollaro più debole solitamente rende i beni denominati in dollari, tra cui l’oro, più attraenti per i detentori di altre valute.
Dobbiamo anche sottolineare che le banche centrali dei mercati emergenti, che hanno investito meno in oro rispetto ai paesi sviluppati, stanno ora rivolgendo la loro attenzione al metallo prezioso e continueranno probabilmente ad acquistarlo diversificando le loro riserve valutarie in dollari, in virtù di quanto appena detto. Infatti, la recente svendita del dollaro ha scatenato discussioni sulla de-dollarizzazione globale, mettendo in discussione l’attrattiva della valuta statunitense come valuta di riserva globale. E l’oro è stato proposto più volte come alternativa alla principale valuta di riserva.
Molti governi hanno capito che l’oro potrebbe rappresentare una potenziale copertura contro il congelamento delle riserve valutarie statunitensi in caso di disaccordo con le politiche statunitensi.
E questo potrebbe indicare che i prezzi dell’oro non hanno concluso la loro corsa.