Qualcosa sta cambiando in Giappone. Se è ancora presto per parlare di definitiva uscita del Paese da una crisi ventennale non si può non rilevare che le politiche del primo ministro Shinzo Abe, affiancate dallo stimolo monetario della Bank of Japan (acquisti di asset per 80.000 miliardi di yen l’anno), hanno mosso i parametri importanti dell’economia. L’obiettivo dell’inflazione al 2% rimane tuttavia ancora lontano anche se il governatore della BoJ mostra sicurezza. In un’audizione al Parlamento ha dichiarato che l’Istituto centrale “ha ampio margine di manovra per raggiungerlo”. Kuroda sta aprendo la strada a nuovi stimoli monetari? Potrebbe non essere così visto che solo una settimana fa il numero uno della Bank of Japan si è soffermato sulla debolezza yen. “È improbabile che lo yen scenda oltre i livelli attuali” ha dichiarato Kuroda. Affermazione peraltro mal digerita dal premier Abe.
Le parole del governatore della BoJ sono state ascoltate dal mercato valutario che ha premiato la valuta nipponica. Marco Bò di Alternativefinance.ch ritiene che “la debolezza dello yen debba scontare una fase di consolidamento che potrà portare ad apprezzamenti da qui al termine dell’estate”. Pertanto posizionamenti al rialzo sullo yen potrebbero portare buoni risultati. Bisogna però cercare di evitare alcune insidie. “Stiamo considerando un posizionamento long sulla valuta nipponica cercando di analizzare su quale coppia concentrare le nostre attenzioni – riprende Bò -. Tendiamo a escludere l’euro in quanto la risoluzione positiva o negativa dell’affaire greco porterà inevitabilmente una volatilità maggiore di quella storica su EUR/JPY. Evitiamo anche la sterlina in quanto i rumor su un possibile shift delle aspettative circa il primo rialzo da parte della Bank of England potrebbe supportare la sterlina contro lo yen.
Pertanto abbiamo individuato nel cambio CHF/JPY il rischio/rendimento migliore, in quanto la pressione rialzista sulla valuta elvetica sta scemando e la Swiss national bank potrebbe tornare a essere aggressiva senza per forza vincolarsi a nuovi cap che il mercato andrebbe sicuramente a sfidare. Dall’altro lato l’Abenomics sta iniziando a dare risultati concreti su alcuni fondamentali dell’economia giapponese e non sono previste aggiunte alla base monetaria del QE giapponese. Se a questo quadro si aggiunge un possibile storno dei listini azionari e un conseguente fly to safety, l’apprezzamento dello yen in quanto valuta rifugio diventa qualcosa di molto probabile. Siamo pertanto short sul cross CHF/JPY da area 132,50 con stop a 135,50 come chiusura di giornata e due target: il primo posto in area 128,20/128,60 e il secondo in area 124,50/125,50″.