Notizie Yen giù dopo intervento PBoC e debole Pil Giappone

Yen giù dopo intervento PBoC e debole Pil Giappone

15 Febbraio 2016 10:33

L’attenuarsi dell’avversione al rischio sui mercati fa respirare lo yen protagonista di un deciso movimento ascendente nelle ultime due settimane. La divisa nipponica segna questa mattina un calo di tre quarti di punto percentuale contro il dollaro statunitense con cross dollaro/yen risalito in area 114, circa tre figure sopra i minimi a oltre un anno toccati settimana scorsa. “In condizioni di avversione al rischio che diminuisce e quadro domestico non sufficientemente solido, lo yen dovrebbe scendere ancora nel breve”, sottolineano questa mattina gli esperti di Intesa Sanpaolo.

PBoC tranquillizza i mercati 

Lo yen trova sponda nella risalita dei mercati iniziata venerdì e che prosegue oggi (+7,16% l’indice Nikkei) sostenuta anche dalla mossa della banca centrale cinese di fissare in deciso rialzo lo yuan rimarcando come non sia suo obiettivo deprezzare il cambio. La People’s Bank of China (PBoC) ha fissato la quotazione ufficiale dell’USD/CNY a 6,5118, in calo dello 0,30% con lo yuan risalito ai livelli dello scorso 5 gennaio. 

Pil Giappone delude

Questa notte sono arrivati i dati sul Pil nipponico che ha evidenziato un calo dell’1,4% annualizzato nel quarto trimestre 2015 rispetto al +1,3% precedente (rivisto al rialzo da +1%). Il consensus degli analisti era per un -0,8% del Pil nipponico. A pesare sulla congiuntura è stata la debolezza dei consumi privati scesi dello 0,8% negli ultimi tre mesi dello scorso anno. Deboli riscontri che hanno alimentato le attese di ulteriori misure di stimolo monetario da parte della Bank of Japan che lo scorso mese aveva portato per la prima volta in negativo il tasso sui depositi rimarcando di essere pronta a ulteriori misure per perseguire il target di inflazione al 2%. 

La prossima riunione di calendario della Banca centrale giapponese è in calendario per il 14 marzo ma secondo quanto riportato settimana scorsa daal Wall Street Journal l’istituto centrale potrebbe riunirsi prima per decidere nuove misure espansive.