Yahoo in rosso a Wall Street: Kathy Savitt lascia. In bilico spin-off Alibaba
Insufficiente per il Codacons la ripresa delle vendite al dettaglio e il gap con il periodo pre-crisi rimane ancora altissimo. Lo afferma l’associazione dei consumatori Codacons, che giudica negativamente i dati sul commercio diffusi oggi dall’Istat, che hanno visto a febbraio un balzo del 6,6% rispetto al mese prima.
“A fronte di una crescita mensile trainata dai beni non alimentari, si registra un crollo delle vendite su base annua del -7% in volume – spiega il presidente di Codacons, Carlo Rienzi – I numeri dell’Istat confermano gli allarmi lanciati a più riprese dal Codacons circa la grave crisi del commercio che prosegue anche nel 2021 coinvolgendo, stavolta, tutti i settori: grande distribuzione, discount e piccoli negozi vedono un tracollo delle vendite, e a salvarsi è solo l’e-commerce, che anche a febbraio registra crescite a due cifre”.
“Di tale situazione drammatica fanno le spese i piccoli negozi, con gli esercizi non alimentari che segnano un calo delle vendite del -9,1% su anno, a tutto vantaggio del commercio online, a dimostrazione di come il Covid abbia radicalmente modificato le abitudini di acquisto degli italiani”, conclude Rienzi.
“A fronte di una crescita mensile trainata dai beni non alimentari, si registra un crollo delle vendite su base annua del -7% in volume – spiega il presidente di Codacons, Carlo Rienzi – I numeri dell’Istat confermano gli allarmi lanciati a più riprese dal Codacons circa la grave crisi del commercio che prosegue anche nel 2021 coinvolgendo, stavolta, tutti i settori: grande distribuzione, discount e piccoli negozi vedono un tracollo delle vendite, e a salvarsi è solo l’e-commerce, che anche a febbraio registra crescite a due cifre”.
“Di tale situazione drammatica fanno le spese i piccoli negozi, con gli esercizi non alimentari che segnano un calo delle vendite del -9,1% su anno, a tutto vantaggio del commercio online, a dimostrazione di come il Covid abbia radicalmente modificato le abitudini di acquisto degli italiani”, conclude Rienzi.