Wall Street apre sottotono il mese di settembre. Focus sulle no farm payrolls di agosto
Incipit del mese di settembre sotto il segno delle vendite per Wall Street. Le incoraggianti indicazioni arrivate dall’Ism manifatturiero, che a sorpresa non è sceso sotto la soglia critica dei 50 punti (spartiacque tra espansione e contrazione dell’attività economica), non sono bastate a sostenere la Borsa di New York. Dopo una prima parte di giornata promettente, i listini a stelle e strisce hanno imboccato la via dei ribassi andando a chiudere sui minimi di giornata. Flessione nell’ordine di un punto percentuale per il Dow Jones che ha così rivisto tornare in negativo il saldo da inizio 2011. Dai massimi toccati a fine aprile, l’indice guida delle 30 principali blue chip statunitensi ha ceduto circa il 10%.
Attesa nuova decelerazione del mercato del lavoro
Sul mercato le attenzioni sono tutte rivolte ai dati sul mercato del lavoro Usa relativi al mese di agosto in uscita nel primo pomeriggio (ore 14.30 italiane). Numeri che potrebbero andare a condizionare la tempistica delle prossime mosse di politica monetaria della Fed. Le attese non sono delle migliori con un ritmo di creazione di posti di lavoro nel settore non agricolo (no farm payrolls) visto decisamente inferiore a quello di luglio (+68.000 posti di lavoro dai +117 mila del mese precedente) e insufficiente a fare tornare a scendere il tasso di disoccupazione, atteso stabile al 9,1%. Negli ultimi giorni il consensus è sceso progressivamente con alcuni analisti che hanno rivisto al ribasso le proprie previsioni. In particolare Goldman Sachs vede la creazione di 25mila nuovi posti di lavoro dai +50mila indicati in precedenza. I più pessimisti vedono un calo di 20mila unità, mentre nella parte alta delle attese c’è chi pronostica un balzo di 160mila unità delle no farm payrolls. Considerando il solo settore privato, le attese sono di un progresso di 95mila unità.
Sul mercato le attenzioni sono tutte rivolte ai dati sul mercato del lavoro Usa relativi al mese di agosto in uscita nel primo pomeriggio (ore 14.30 italiane). Numeri che potrebbero andare a condizionare la tempistica delle prossime mosse di politica monetaria della Fed. Le attese non sono delle migliori con un ritmo di creazione di posti di lavoro nel settore non agricolo (no farm payrolls) visto decisamente inferiore a quello di luglio (+68.000 posti di lavoro dai +117 mila del mese precedente) e insufficiente a fare tornare a scendere il tasso di disoccupazione, atteso stabile al 9,1%. Negli ultimi giorni il consensus è sceso progressivamente con alcuni analisti che hanno rivisto al ribasso le proprie previsioni. In particolare Goldman Sachs vede la creazione di 25mila nuovi posti di lavoro dai +50mila indicati in precedenza. I più pessimisti vedono un calo di 20mila unità, mentre nella parte alta delle attese c’è chi pronostica un balzo di 160mila unità delle no farm payrolls. Considerando il solo settore privato, le attese sono di un progresso di 95mila unità.
Le possibili reazioni della Fed e del mercato
Settimana scorsa il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha rimarcato che la ripresa della prima economia mondiale rimane lenta, ma dovrebbe migliorare nel corso del secondo semestre. Bernanke ha precisato che la banca centrale è pronta ad intervenire se sarà necessario stimolare l’attività economica e nel corso del meeting di settembre del Fomc continuerà a valutare i possibili strumenti di intervento. Riscontri inferiori alle attese dal mercato del lavoro potrebbero indurre la Fed a varare già questo mese un nuovo piano di allentamento monetario volto a stimolare l’attività economica.
“Il mercato sta cercando di stimare quando la Fed deciderà di muoversi – rimarca la morning note odierna di Fxcm – Le stime convergono su settembre nel caso in cui le no farm payrolls ci mostrino una cattiva release ed in questo caso il numero da tenere sotto osservazione sarebbe quota 50mila, mentre in caso di dati superiori alle 70mila unità il sentiment andrebbe a spostarsi su novembre”.
“Un eventuale delusione sul dato sui salari non agricoli potrebbe agire come propellente sia per la Fed che per le monete più difensive, portando gli acquisti soprattutto su Yen e Franco Svizzero; viceversa, una sorpresa positiva potrebbe far scattare gli acquisti sul Dollaro Australiano”, rimarcano oggi gli analisti di CMC Markets.
In flessione anche i listini asiatici
Ultima seduta dell’ottava in negativo per le principali Borse asiatiche in scia proprio alla debolezza di Wall Street. Sydney ha lasciato sul terreno l’1,5%, -0,69% per Seoul. A Tokyo l’indice Nikkei ha archiviato la seduta a quota 8.950,74 punti, con un calo dell’1,21%. Il listino nipponico era reduce da una striscia di sei rialzi consecutivi. Debole soprattutto il comparto auto con Toyota e Honda Motor che hanno pagato i deboli riscontri delle vendite di agosto negli Usa.
Ultima seduta dell’ottava in negativo per le principali Borse asiatiche in scia proprio alla debolezza di Wall Street. Sydney ha lasciato sul terreno l’1,5%, -0,69% per Seoul. A Tokyo l’indice Nikkei ha archiviato la seduta a quota 8.950,74 punti, con un calo dell’1,21%. Il listino nipponico era reduce da una striscia di sei rialzi consecutivi. Debole soprattutto il comparto auto con Toyota e Honda Motor che hanno pagato i deboli riscontri delle vendite di agosto negli Usa.