Volkswagen: domani arriverà il nome del nuovo ceo, è corsa a due tra Mueller e Diess

Nuovo d-day in arrivo domani per Volkswagen con il consiglio di sorveglianza chiamato a scegliere il successore del ceo Martin Winterkorn, dimessosi ieri. Il dieselgate rischia intanto di portare a conseguenze per il gruppo di Wolfsburg per decine e decine di miliardi con oltre 25 class action annunciate nei soli Stati Uniti. Secondo quanto ipotizzato da Emily Maxwell, avvocato californiano esperto in iniziative legali a tutela dei consumatori, Volkswagen potrebbe arrivare a dover sborsare 25 miliardi di dollari nei soli Stati Uniti per le quasi 500 mila auto coinvolte nell’affaire dei motori diesel con dati sulle emissioni alterate. Considerando che il gruppo tedesco ha ammesso che nel mondo sono 11 milioni i veicoli diesel “incriminati”, la Maxwell arriva a stimare 50 miliardi di dollari di esborsi.
Titolo prosegue recupero
Intanto in Borsa il titolo Volkswagen continua il suo tentativo di recupero dopo i tracolli di lunedì e venerdì. Dopo la prima ora di contrattazioni il titolo VW sale di quasi il 7% a quota 119 euro. Già ieri il titolo aveva mostrato segnali di ripresa salendo di oltre il 5% dopo il tonfo di oltre il 35% nelle prime due sedute della settimana a seguito dello scandalo legato alle emissioni dei motori diesel.
Domani consiglio di sorveglianza deciderà su nuovo ceo
Ieri Martin Winterkorn ha rassegnato le dimissioni dalla carica di ceo che ricopriva dal 2007. “Volkswagen ha bisogno di un nuovo inizio, anche in termini di personale e con le mie dimissioni sto aprendo la strada per questo nuovo inizio”, ha sottolineato Winterkorn. “Il processo di chiarificazione e trasparenza deve continuare. Questo è l’unico modo per riconquistare la fiducia. Sono convinto che il gruppo Volkswagen e la sua squadra supereranno questa grave crisi”, conclude la nota del ceo del secondo produttore d’auto al mondo.Ancora nessuna indicazione sul suo successore che dovrebbe emergere dalla nuova riunione del Consiglio di Sorveglianza di Volkswagen in programma domani. Tra i candidati più attendibili spicca Matthias Mueller, l’attuale amministratore delegato di Porsche, società che possiede il 50,7% dei diritti di voto di VW. In lizza anche Herbert Diess, responsabile della divisione Brand del gruppo.
Ieri Martin Winterkorn ha rassegnato le dimissioni dalla carica di ceo che ricopriva dal 2007. “Volkswagen ha bisogno di un nuovo inizio, anche in termini di personale e con le mie dimissioni sto aprendo la strada per questo nuovo inizio”, ha sottolineato Winterkorn. “Il processo di chiarificazione e trasparenza deve continuare. Questo è l’unico modo per riconquistare la fiducia. Sono convinto che il gruppo Volkswagen e la sua squadra supereranno questa grave crisi”, conclude la nota del ceo del secondo produttore d’auto al mondo.Ancora nessuna indicazione sul suo successore che dovrebbe emergere dalla nuova riunione del Consiglio di Sorveglianza di Volkswagen in programma domani. Tra i candidati più attendibili spicca Matthias Mueller, l’attuale amministratore delegato di Porsche, società che possiede il 50,7% dei diritti di voto di VW. In lizza anche Herbert Diess, responsabile della divisione Brand del gruppo.
Da un lato Mueller è espressione dell’azionista di maggioranza, la Porsche, dall’altro Diess, arrivato a luglio dalla rivale BMW, è un importante track record in percorsi di risanamento avendo contribuito a risparmi sui costi per 4 miliardi di dollari quando era alla BMW.
Le tappe del dieselgate
Volkswagen martedì ha lanciato un allarme utili accantonando 6,5 miliardi di euro nel terzo trimestre dell’anno per coprire i costi da affrontare per le irregolarità nei motori diesel installati in 11 milioni di veicoli in tutto il mondo. Il gruppo ha avvertito che somma potrebbe salire dicendo che le auto diesel coinvolte ed equipaggiate con motori diesel EA 189 hanno mostrato una “deviazione notevole” a livelli di emissione tra sperimentazione e l’uso su strada. Venerdì scorso l’Epa (agenzia per la protezione ambientale statunitense) ha aperto un’inchiesta contro Volkswagen che potrebbe portare a una maxi-multa da 18 miliardi di dollari con anche possibili implicazioni penali per la casa di Wolfsburg.