Valute: la volatilità pesa sulle stime 2014 di Piazza Affari, ecco l’esposizione delle quotate italiane ai mercati emergenti

Il tema delle valute è tornato con prepotenza nelle cronache finanziarie degli ultimi giorni. Ad accendere la miccia la paura del “tapering”, la riduzione del piano di acquisto titoli della Federal Reserve, che ha fatto scendere sui minimi la rupia indiana e quella indonesiana. Le sofferenze hanno toccato anche il real brasiliano e il rand sudafricano. L’euro invece si è rafforzato sia contro le principali valute emergenti sia rispetto alle monete tradizionali. Ieri la moneta unica, superando quota 1,34 dollari, si è infatti riportata sui massimi degli ultimi 6 mesi nei confronti del biglietto verde.
La volatilità sul forex ha risvolti anche su Piazza Affari. “Noi calcoliamo che circa il 30% dei ricavi delle società quotate in Italia arriva dai mercati emergenti”, spiegano gli analisti di Intermonte in un report dello scorso giugno. Gli esperti hanno calcolato che circa il 7% dei ricavi complessivi è generato in America Latina, un altro 7% viene dall’Asia e Medio Oriente, il 9% dall’Africa (specialmente nel comparto petrolifero) e un 7% arriva dall’Europa dell’Est.
Secondo le stime di Intermonte, che erano state elaborate a metà giugno, l’impatto negativo maggiore è quantificabile in un meno 2,5% per le previsioni di utile per azione nel 2014. A livello settoriale, secondo il broker, ad essere più colpiti saranno gli industriali (-5,5% le stime di eps 2014), le telecomunicazioni (-3,3%), mentre un impatto minore si sentirà sulle società petrolifere (-2,5%), sulle banche (-1,1%) e sulle utilities (-0,9%).