Notizie Valute emergenti in allerta, lira turca al test elezioni

Valute emergenti in allerta, lira turca al test elezioni

5 Giugno 2015 10:24

Il ritorno degli acquisti sul dollaro in attesa dei riscontri in arrivo dalle non farm payrolls statunitensi si fa sentire sulle valute emergenti. Il biglietto verde ha guadagnato terreno ieri in scia alle nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione migliori delle attese “che hanno alimentato le attese per un rapporto sull’occupazione odierno solido”, rimarca il Daily Market Report di Cassa Lombarda curato da Alberto Biolzi. 

Le attese sono di una conferma del sostenuto ritmo di ascesa delle non farm payrolls con consensus di +220 mila unità a maggio dalle +213mila del mese precedente e disoccupazione stabile al 5,4%, sui minimi a oltre 6 anni.
Prospettiva stretta Fed pesa su emergenti a più alta rischiosità
La prospettiva dell’avvicinarsi del primo aumento dei tassi di interesse degli Stati Uniti smorza l’appetito per le attività dei mercati emergenti più rischiosi anche se ieri il Fmi ha caldeggiato un rinvio dell rialzo dei tassi alla prima metà del 2016 ritenendo che la Fed debba aspettare segnali tangibili di aumento dei salari e dell’inflazione prima di effettuare la prima stretta dal 2006. 

Turchia alle prese con debole crescita e alta inflazione 
Riflettori puntati sulla lira turca che si conferma debole in area 2,84 contro il dollaro Usa anche alla luce dei riscontri arrivati dall’inflazione salita all’8,09% a maggio, sui massimi annui, rispetto al 7,91% di aprile.  Quest’anno la divisa turca è tra i peggiori performer sul forex e gli analisti di Credit Suisse vedono la lira indebolirsi ulteriormente nei prossimi 12 mesi (cross usd/lira stimato salire a 2,95) con “l’inflazione in aumento, gli indicatori anticipatori deboli e la banca centrale non disposta ad alzare i tassi”. Nel weekend sono previste le elezioni politiche con l’AK party del presidente Recep Tayyip Erdogan favorito, ma con consensi attesi in diminuzione che potrebbero comportare la necessità di un governo di coalizione. 

Nervi tesi per il rublo
Tra gli altri emergenti il real brasiliano non ha cavalcato l’ennesimo rialzo dei tassi da parte della banca centrale carioca, ampiamente atteso dal mercato. Il tasso Selic è salito al 13,75%, ma potrebbe trattarsi dell’ultima stretta alla luce del debole contesto economico. Tensioni anche sul rublo russo. “A pesare sulla moneta russa anche le tensioni in Ucraina”, sottolinea Biolzi di Cassa Lombarda. Intanto la Banca Centrale ha dichiarato che continuerà a costituire riserve ($140 nell’arco dei prossimi due anni) di valuta estera.