Usa: accordo non trovato sul bilancio, è scattato lo shutdown

L’incubo shutdown si è materializzato. L’accordo tra democratici e repubblicani sul bilancio federale non è stato trovato e dalle 12:01 (fuso di Washington) l’esecutivo statunitense ha dovuto “chiudere bottega”. Questo perché il governo federale necessita dell’autorizzazione del Congresso per spendere i propri fondi e non può farlo in mancanza di una legge finanziaria (negli Stati Uniti il 30 settembre termina l’anno fiscale).
Conseguenze
Automaticamente è scattato lo stop a tutti i servizi definiti “non essenziali”, ossia tutte le attività federali ad eccezione dell’ordine pubblico e della sicurezza nazionale (ai quali sarà assicurato il cosiddetto mantenimento). Lo shutdown, così chiamata questa situazione, dovrebbe riguardare circa 800 mila dipendenti pubblici: per molti scatterà il congedo temporaneo non pagato, ferie non retribuite, mentre agli altri sarà chiesto tempo per ricevere il proprio stipendio.
Dal 1979 ad oggi lo stop alle attività di governo è già scattato 17 volte e nella maggior parte dei casi si è trattato di pause di breve entità. L’ultimo caso risale al 1996 e rappresenta un’eccezione della regola visto che le attività governative del governo guidato da Bill Clinton vennero bloccate per più di un mese.
“Le conseguenze immediate risulterebbero in posti di lavoro temporaneamente sospesi, calo della produzione economica, della spesa dei consumatori, delle vendite al dettaglio”, ha commentato Michael Hewson, Senior Market Analyst di Cmc Markets.
Lo shutdown ha penalizzato Wall Street. Il Dow Jones ha chiuso con un -0,84% a 15129,67 punti, seguito dall’S&P500, in calo dello 0,60% a 1681,55 punti. In rosso anche il Nasdaq con un -0,27% a 3771,48 punti. A canalizzare la voglia di sicurezza degli operatori ci stanno pensando i Treasury decennali, il cui rendimento è sceso al 2,59%, il minimo da quasi due mesi.
È ora di alzare il tetto del debito
Al di là dell’Atlantico non c’è possibilità di annoiarsi perché una volta passata l’emergenza shutdown all’orizzonte già si intravede la controversia relativa l’innalzamento del tetto del debito, oggi fermo a 16.700 miliardi di dollari, che dovrà essere risolta entro il prossimo 17 ottobre.
(di Luca Fiore – Riproduzione riservata)