Unicredit prende tempo su aumento di capitale. Fondi di Qatar e Cina pronti a entrare in azione
Niente aumento di capitale sul tavolo del prossimo consiglio di amministrazione di Unicredit, in agenda il 14 novembre. L’amministratore delegato di UniCredit, Federico Ghizzoni, interrogato in merito alle indiscrezioni riportate ieri da La Repubblica relative al possibile aumento di capitale dell’istituto bancario da 6-7 miliardi di euro, ha precisato che nessuna operazione di aumento di capitale è in agenda nel Cda del 14 novembre.
A piazza Cordusio un elemento di incertezza è rappresentato principalmente dalla possibilità o meno di contabilizzare i 3 miliardi di cashes nel Core Tier 1 oltre all’attesa delle nuove indicazioni dell’Eba che saranno definitive entro fine anno. “Un conto sono le indicazioni dell’Eba – ha puntualizzato ieri sera Ghizzoni a Radiocor – un altro sono le valutazioni interne che tengono conto dei caches”.
A piazza Cordusio un elemento di incertezza è rappresentato principalmente dalla possibilità o meno di contabilizzare i 3 miliardi di cashes nel Core Tier 1 oltre all’attesa delle nuove indicazioni dell’Eba che saranno definitive entro fine anno. “Un conto sono le indicazioni dell’Eba – ha puntualizzato ieri sera Ghizzoni a Radiocor – un altro sono le valutazioni interne che tengono conto dei caches”.
Fondi di Qatar e Cina pronti a mettere piede in Piazza Curdusio
Intanto spuntano alcuni nomi dei potenziali interessati a sfruttare l’aumento di capitale per entrare nell’azionariato di Unicredit. Si tratta di Qatar Investment Authority (Qia) e del fondo cinese Cic. L’indiscrezione riportata oggi da il Messaggero parla di contatti già avviati con i due fondi che si sarebbero detti disposti ad entrare in azione acquistando i diritti di opzione che eventualmente non dovesse coprire la Libia, socia in piazza Cordusio con una quota cospicua del 7,5%.
Qia è già stata protagonista negli ultimi anni di diverse operazioni: dai 2,8 mld di dollari investiti nell’Ipo di Agricultural Bank of China all’acquisto di quote in Barclays e Credit Suisse. Cic invece è il fondo sovrano che a settembre ha avuto contatti con esponenti del governo italiano e la Cdp.
Intermonte vede ricapitalizzazione di minore entità
Rimane alta l’attesa per avere dettagli circa le modalità e l’entità della ricapitalizzazione. “Abbiamo recentemente abbassato la stima dell’importo dell’aumento di capitale da 6,5 a 3 mld – rimarca oggi Intermonte – pertanto la cifra riportata ieri dalla stampa di aumento di 6-7 mld secondo noi avrebbe senso se ci fossero sorprese negative, sul lato cashes, che non ci aspettiamo”. Maggior chiarezza ci sarà a seguito delle novità normative di prossima emissione (SIFI e revisione EBA).
Rimane alta l’attesa per avere dettagli circa le modalità e l’entità della ricapitalizzazione. “Abbiamo recentemente abbassato la stima dell’importo dell’aumento di capitale da 6,5 a 3 mld – rimarca oggi Intermonte – pertanto la cifra riportata ieri dalla stampa di aumento di 6-7 mld secondo noi avrebbe senso se ci fossero sorprese negative, sul lato cashes, che non ci aspettiamo”. Maggior chiarezza ci sarà a seguito delle novità normative di prossima emissione (SIFI e revisione EBA).