Notizie Notizie Italia UniCredit, Mustier punta a fusione in 2019. Prede papabili ABN Amro, ING e Lloyds. Ma dossier SocGen?

UniCredit, Mustier punta a fusione in 2019. Prede papabili ABN Amro, ING e Lloyds. Ma dossier SocGen?

26 Settembre 2018 09:02

L’AD di UniCredit Jean-Pierre Mustier guarda al Regno Unito e all’Olanda per sondare il terreno e scegliere una banca che possa soddisfare le sue mire di M&A. Mustier è stato più che chiaro nel suo desiderio di spingere UniCredit alle nozze con un altro istituto nel 2019, e di questa strategia parla oggi Il Sole 24 Ore.

“Archiviati i tentati di aggregazione con (la banca tedesca) Commerzbank e sospesi temporaneamente quelli con la (francese) Société Générale, una pista porta all’inglese Lloyds Bank (poco meno di 50 miliardi di market cap in euro)”

La seconda ipotesi porta invece all’Olanda, in particolare ad Abn Amro, “che capitalizza poco più di 11 miliardi di euro, è una vecchia conoscenza del mercato italiano dove è stata per anni azionista di Capitalia e protagonista dell‘Opa su Antonveneta”.

Oppure, riporta Il Sole, UniCredit potrebbe puntare su ING, “che capitalizza 44,7 miliardi”.

Il quotidiano di Confindustria precisa che, “contattati da Il Sole 24 Ore, i portavoce di UniCredit hanno risposto: no comment ai rumor”.

Di certo, la ricerca e poi la conclusione di un eventuale accordo con un’altra banca non sarebbero una operazione semplice, sia per la “probabile diffidenza del Governo sovranista italiano“, che per le “complessità regolatorie”. Detto questo, una “fusione cross border dovrà convincere soprattutto gli investitori istituzionali, che rappresentano ormai la quasi totalità dell’azionariato di UniCredit”.

A tal proposito, Il Sole ricorda il report dello scorso 18 settembre degli analisti di Exane BNP-Paribas:

“Perchè Unicredit dovrebbe avere bisogno di accrescere il suo profilo paneuropeo? Non destano preoccupazione le richieste sul capitale che una fusione determinerebbe scalando la graduatoria delle G-Sifi? (che sono le banche di interesse sistemico)”.

Inoltre, che fine ha fatto il dossier SocGen, di cui si è parlato fino a poco meno di un mese fa?

La verità è che l’ipotesi si è fatta più difficile per l’effetto che il rischio Italia ha avuto sulle quotazioni del titolo UniCredit in Borsa. Quotazioni che, ricorda ancora Il Sole, da maggio “sono scese di oltre -20%, da 18 a 14 euro, per una capitalizzazione complessiva di 31 miliardi, ormai praticamente allineata a quella di SocGehn (30,5 miliardi)”.

Si parla però di rinvio del dossier SocGen, ma non di un suo abbandono. Altro ostacolo per il titolo è stato rappresentato nelle ultime settimane dalla crisi in Turchia, che ha alimentato i timori sull’esposizione che il settore bancario europeo ha verso il paese. UniCredit è presente, in particolare, con Yapi Kredi. Occhio al recente report di Credit Suisse, in cui sono contenuti i target price e i rating che gli analisti del colosso bancario svizzero hanno assegnato alle principali banche italiane.

In una sessione incerta per Piazza Affari, il titolo UniCredit si conferma oggi tra i peggiori, cedendo l’1% circa, a quota 14,192. Nell’ultimo mese la performance dell’azione è stata positiva, con un rialzo superiore a +7% circa, mentre nell’ultimo anno di contrattazioni le quotazioni sono arretrate del 19%.