Ubs ETF: Rosti, qualità della replica e costi orientano il mercato ETF
Riportiamo di seguito l’intervista a Simone Rosti, numero uno in Italia di UBS ETF, pubblicata nel numero di settembre di “F Risparmio & Investimenti”.
La platea degli utilizzatori di ETF è in costante aumento, quali i principali segnali arrivati dal mercato nell’ultimo anno?
Rosti: Il mercato gode indubbiamente di ottima salute, basta guardare la costante crescita delle masse gestite. Da quando ho iniziato a occuparmi di ETF, ormai oltre 7 anni fa, ho assistito a dei cambiamenti radicali nella percezione di questi prodotti e nel modo in cui vengono utilizzati. Gli ETF una volta erano relegati come strumenti idonei per la parte tattica dell’asset allocation, mentre ora occupano anche la parte core del portafoglio di gestioni patrimoniali, fondi di fondi, etc. A questo si è aggiunto l’importante sviluppo di prodotti gestiti con ETF e negli ultimi anni, tra gli istituzionali, spicca il crescente ruolo delle assicurazioni che hanno iniziato a fare un uso consistente degli ETF. In ultimo, anche le Fondazioni hanno scoperto tali strumenti. Risulta invece ancora bassa la penetrazione tra consulenti indipendenti e promotori finanziari, anche se in aumento rispetto al passato.
Cosa fa la differenza tra i vari prodotti a gestione passiva?
R: Gli investitori guardano soprattutto alla qualità della replica e ai costi. UBS ETF eccelle in entrambi i campi e la nostra mossa di razionalizzare i costi, che risale al settembre 2013, si è mostrata lungimirante con anche altri principali emittenti di ETF che quest’anno si sono mossi in tal senso. Il focus dei clienti è sempre più sui costi, una componente in grado di fare la differenza nella scelta tra un ETF e un altro.
Le aspettative di mercato sono tutte incentrare su uno scenario di progressivo rialzo tassi di interesse reali, quale strategia si può costruire con gli ETF per fronteggiare al meglio tale prospettiva?
R: L’intonazione progressivamente meno espansiva della Federal Reseve spinge a propendere per un’esposizione nella parte corta della curva dei tassi, tra gli 1 e i 5 anni, fermo restando che la costruzione della strategia vincente dipende dall’obiettivo di investimento che ci si prefigge di perseguire e dal grado di rischio che si intende sostenere. Al momento noi all’interno del fixed income privilegiamo il core investment grade e in seconda battuta gli high yield per chi è alla ricerca di un maggiore rendimento.
Settembre rappresenta sovente un nuovo inizio dell’anno, da che basi parte UBS ETF?
R: Nell’ultimo anno abbiamo fatto enormi progressi e il primo semestre dell’anno ci ha premiato con nuova raccolta di 3,35 miliardi di dollari (dati ETFGI), superando già ampiamente i 2,3 mld dell’intero 2013, terzi in Europa per raccolta e quarti per totale masse gestite. In generale i maggiori contributori sono risultati nuovi prodotti quali quelli a copertura valutaria, non solo euro ma anche sterlina per quanto riguarda gli investitori del Regno Unito.
Quali sono stati i fattori trainanti che hanno spinto verso i vostri strumenti?
R: Oltre agli afflussi garantiti dalla calda accoglienza verso alcuni dei nuovi ETF proposti, uno traino importante è stata l’onda lunga dell’abbattimento dei costi deciso lo scorso anno e che indubbiamente si è dimostrata una mossa vincente. Terzo effetto trainante è stato il focus sugli investitori attraverso l’incontro con clienti istituzionali al fine di rafforzare la nostra posizione rispetto ad altri player.
Quali novità avete in serbo per l’autunno?
R: Siamo focalizzati su una nuova politica di lanci più mirati cercando di guardare agli interessi prevalenti sui singoli mercati di quotazione. Per l’Italia l’idea è di portare su Borsa Italiana 4-5 nuovi ETF entro la fine dell’anno, alcuni legati all’azionario e altri all’obbligazionario. Tra questi spiccano delle novità assolute che si rifanno a indici non coperti da altri provider. Nel dettaglio le nuove proposte sul versante bond saranno focalizzate su duration bassa e un minimo di rendimento, prodotti ad hoc per fronteggiare un contesto di probabile aumento dei tassi di interesse reali.
A parte le novità a livello di prodotti, intendiamo portare avanti iniziative volte a promuovere una maggiore conoscenza degli ETF così come fatto con l’Equity Index Handbook curato insieme a Msci e che a mio avviso rappresenta una pietra miliare per la conoscenza dell’indicizzazione.