Notizie Turchia porta tasso overnight al 12%, sprint della lira turca dopo

Turchia porta tasso overnight al 12%, sprint della lira turca dopo

29 Gennaio 2014 09:52

Intervento deciso della banca centrale turca per arginare la violenta discesa della lira turca. L’istituto guidato da Erdem Basci stanotte ha annunciato, a seguito del meeting straordinario tenuto nella giornata di ieri, un cospicuo innalzamento dei tassi di interesse. Il tasso overnight è stato portato al 12% dal precedente 7,75%, superando le aspettative degli analisti che avevano pronosticato un rialzo al 10%. Aumento superiore alle attese anche per il tasso repo a una settimana che è passato al 10% dal precedente 4,4%. Solo la scorsa settimana la banca centrale della Turchia aveva lasciato invariati i tassi di interesse.

Pronta la reazione sui mercati valutari con la lira turca in recupero di oltre il 3 per cento sul dollaro. Il cross US$/Lira viaggia in area 2,18 dopo che lunedì la lira aveva toccato il minimo storico con cross a 2,39.
La banca centrale della Turchia ha rimarcato come tale decisione è motivata dalla necessità di contenere l’impatto negativo dei recenti sviluppi interni ed esterni sull’inflazione (salita al 7,4% a fine 2013) e la stabilità macroeconomica del Paese. Da metà 2013 la lira turca ha infatti perso circa il 30% contro il dollaro. L’istituto guidato da Erdem Basci manterrà questa linea finché non vedrà un miglioramento significativo dell’inflazione, che dovrebbe, secondo le sue ultime previsioni, scendere al 5% entro metà 2015.
Basci è così andato contro il volere del premier turco, Tayyip Erdogan, che aveva ribadito la sua contrarietà nel ricorrere all’arma dei tassi di interesse, temendo che possa influenzare la crescita e ampliare il già elevato deficit pubblico del Paese.

Cosa significa una mossa del genere? “Innalzare il tasso di riferimento al 12% significa aumentare il costo della speculazione contro la lira turca – commenta oggi Matteo Paganini, chief analist di DailyFX – in quanto chi dovesse vendere la lira andrebbe a pagare un 12% annuo ed, al contempo, significa incentivare investitori a credere nel Paese, che offrirà un tasso di interesse maggiore rispetto al precedente sulle obbligazioni rilasciate dal governo”.