Trionfo del no non destabilizza l’euro, ma prospettiva Grexit apre a nuove discese
La vittoria del no al referendum greco non manca di comportare pressioni ribassiste sull’euro che questa mattina riesce comunque a limitare la discesa contro il dollaro Usa. Il cross tra euro e dollaro viaggia in area 1,106 rispetto a quota 1,1114 a cui aveva archiviato la giornata di venerdì dopo che nella notte si era spinto fino a un minimo a 1,097.
“La risposta del cambio è molto simile a quella di lunedì scorso – commentano gli analisti di Intesa Sanpaolo nella nota ForexFlash – anche se rispetto alla settimana scorsa il quadro ora appare più complesso e le incertezze maggiori, almeno tra oggi e domani, per cui non è da escludersi che la moneta unica scenda ulteriormente: sotto 1,0955 il supporto chiave successivo si colloca a 1,0800″. Se dovesse configurarsi materialmente la prospettiva di un’uscita della Grecia dall’euro, secondo gli esperti di Intesa Sanpaolo il cambio potrebbe rapidamente scendere fino ai minimi di marzo tra 1,05 e 1,04 EUR/USD con le giornate di oggi e domani che si preannunciano quelle chiave, per la decisione della BCE in merito alla liquidità alle banche greche, l’esito del vertice Merkel-Hollande questa sera e dell’Eurogruppo di domani.
Oggi è atteso un primo summit dei presidenti della Commissione europea Jean-Claude Juncker, del Consiglio europeo, Donald Tusk, dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem e della Bce Mario Draghi che si riuniranno per discutere della situazione in Grecia.
“L’ormai elevata probabilità che la Grecia lasci l’Unione Europea è inequivocabilmente negativa per l’euro a breve termine con i mercati FX che rivalutano la stabilità della unione monetaria e la prospettiva di un’azione Bce più accomodante“, rimarca una nota di Barclays in commento all’esito del referendum greco nella quale consiglia di stare short su EURUSD ed EURJPY.