Trader provoca perdita da 2 miliardi $ a Ubs, si riaffaccia l’ombra del caso Kerviel
Fulmine nel cielo non proprio sereno del mondo della finanza nel terzo anniversario del crack di Lehman Brothers.
Anche Ubs ha infatti un suo caso Kerviel, il trader infedele che aveva provocato 4,9 miliardi di euro di perdite a Société Générale.
La banca svizzera ha reso noto pochi minuti fa attraverso un comunicato di aver scoperto una perdita di circa 2 miliardi di dollari imputabile a operazioni non autorizzate da parte di un trader della divisione investment banking. Nella nota la banca ha aggiunto che in conseguenza di tale scoperta nel terzo trimestre del 2011 potrebbe registrare un perdita netta. L’istituto ha anche aggiunto che le perdite non hanno effetti sulle posizioni della clientela. Investigazioni sul caso sono ancora in corso. Il titolo è stato sospeso a Zurigo per eccesso di ribasso.
Il caso riporta alla memoria lo scandalo di Jerome Kerviel, il trader di Société Générale che nel gennaio 2008 era stato rimosso dal proprio incarico per aver provocato alla banca perdite per 4,9 miliardi di euro attraverso operazioni non precedentemente autorizzate dai diretti superiori. Kerviel aveva accumulato posizioni tra i 50 e i 60 miliardi di euro in futures sugli indici di Borsa chiamati in gergo «plain vanilla».
Le responsabilità di Kerviel sono state accertate dalle autorità giudiziarie francesi che hanno condannato l’ormai ex trader a 5 anni di carcere e al rimborso dei 4,9 miliardi di perdite.
Restano tuttavia le coincidenze tra i due scandali che non potranno non alimentare dietrologie: entrambi i casi sono avvenuti in un contesto di estrema volatilità sui mercati finanziari e in una fase delicata per il sistema bancario, alle prese con con una profonda crisi e con possibili nuove svalutazioni e minusvalenze. Nel 2008 sui titoli legati ai mutui, oggi sui titoli governativi dell’Eurozona.